Il senatore azzurro, condannato a sette anni in secondo grado per fatti di mafia, sosterrà la campagna elettorale dell'assessore milanese. Che, però, in curriculum può mettere un arresto con proscioglimento in Cassazione per corruzione
“Il circolo del Buon Governo si schiera al fianco di Giovanni Terzi, riconoscendo le sue qualità”. E’ Marcello Dell’Utri il padrino ufficiale della lista civica guidata dall’attuale assessore comunale, collegata alla coalizione di centrodestra che sostiene la ricandidatura del sindaco Letizia Moratti. Il senatore del Pdl ha tenuto a battesimo la lista al circolo del Buon Governo, affermando che Terzi “è un candidato serio e accreditato e ci auguriamo che il nostro contributo possa aiutare il sindaco Moratti nella conferma del suo mandato”. Terzi ha ovviamente ringraziato che nella presentazione Dell’Utri abbia omesso un piccolo particolare della sua storia personale: da quando nel 2006 è stato nominato assessore, infatti, si è ritrovato con un quinto dello stipendio pignorato dal tribunale di Milano per coprire debiti di quasi 400mila euro accumulati negli anni.
Eppure il fondatore di Forza Italia conosce da molti anni l’assessore di Palazzo Marino. Dal 1994. Quando l’allora appena trentenne Terzi venne eletto nelle fila degli azzurri nel comune di Bresso e nominato assessore all’urbanistica. Poi nel ’97 entra nel consiglio di Milano con la giunta di Gabriele Albertini senza mai lasciare il palazzo. Esclusi pochi mesi di carcere nel 1998 quando viene arrestato perché accusato di aver ricevuto tangenti per 250 milioni di lire. Condannato in primo grado, la vicenda arrivò fino in Cassazione che riconobbe l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. Torna in Comune e viene rieletto nel 2001, anno in cui ha anche una consulenza con il ministero dell’Ambiente. Confermato nel 2006 e nominato da Letizia Moratti, con la quale ha un ottimo rapporto, assessore allo sport e tempo libero. E proprio l’incarico da assessore apre la strada ai creditori che si erano rivolti al tribunale.
La seconda sezione civile di palazzo di Giustizia ha emesso ben 9 sentenze nei suoi confronti, ciascuna presentata da una persona diversa. Partendo dagli eredi dell’avvocato Corso Bovio, che lo difese quando Terzi nel 1997 venne arrestato per alcuni mesi con l’accusa di aver ricevuto tangenti per 250 milioni di lire, ad alcuni dipendenti dell’associazione Life21 (che Terzi aprì alla fine degli anni novanta) che non hai mai ricevuto lo stipendio. Passando per la proprietaria dell’appartamento dove Terzi abitò senza però pagare l’affitto. Un immobile di rilievo: in via Pontaccio, quartiere Brera, a due passi dalla Scala e dal Duomo. E di proprietà della figlia di Pier Giusto Jaeger, “scrittore e maestro di diritto”, ricorda Cesare Rimini. La donna, infastidita, arrivò a scrivere una lettera al Corriere della Sera per denunciare l’allora consigliere comunale. Non avendo risposte, né la pigione arretrata, si rivolse al tribunale. Scoprendo che doveva prendere il numero.
Nel 2006 finalmente Terzi diventa assessore, un incarico che riconosce uno stipendio di rilievo rispetto a quello del semplice consigliere comunale. E scatta il pignoramento. Finora versato regolarmente. Ma il mandato scade a breve, il prossimo 15 maggio ci sono le elezioni e Terzi non avrà difficoltà a farsi riconfermare. Soprattutto ora che che il suo padrino è Marcello Dell’Utri.