Il Fatto ha scoperto che qualcuno ha tentato di corrompere “Fatima” per falsificare gli atti dello stato civile di Fki Ben Salah e invecchiare Ruby di due anni. Così B. si sarebbe accoppiato con una puttana, su questo non ci sipuò fare niente, ma maggiorenne: niente prostituzione minorile. Siamo bravissimi? Bè si; ma è anche vero che, dopo l’annuncio delle ennesime indagini difensive in Marocco, non ci voleva molto a pensare male. Adesso però si apre l’ennesimo baratro tra la vita di tutti i giorni e il processo penale. Nella vita di tutti i giorni il cittadino pensa: eccolo là, beccato! Nel processo penale si apre un percorso a ostacoli allucinante.
Art. 9 del codice di procedura: chi commette all’estero un delitto per il quale la pena minima è inferiore a tre anni, è punito a richiesta del ministro della Giustizia. I soldi sono stati offerti a “Fatima” in Marocco, dunque all’estero; e fino a qui ci siamo. Lei non li ha accettati e quindi il reato commesso è quello di cui all’art. 322 del codice penale, istigazione alla corruzione, punito da 1 anno e 4 mesi a 3 anni e 3 mesi. Stando così le cose, la storia finisce qui: voi ce lo vedete Alfano che richiede alla Procura di Milano di procedere contro B.? Ah, già, perché la chicca è che la competenza appartiene, anche per questo reato, alla Procura di Milano: lo dice l’art. 10 del codice di procedura: se il reato è stato commesso interamente all’estero, la competenza è determinata successivamente dal luogo della residenza, della dimora, del domicilio, dell’arresto o della consegna dell’imputato. E B. risiede a Milano.
Ma, anche se il processo cominciasse (hai visto mai, nuove elezioni, B&C vengono cacciati a scopate, la nuova maggioranza è fatta di persone serie, il ministro della Giustizia chiede che si proceda), ci sarebbero problemi mica da poco. Prima di tutto: chi si deve iscrivere nel registro degli indagati? Tutto quello che Il Fatto ha scoperto (fino ad ora) è che si trattava di due italiani; altro non si sa. Allora, si iscrive un procedimento contro ignoti? È vero che sarebbe la soluzione tecnicamente più corretta; ma: chi diavolo va fino a Fki Ben Salah per corrompere “Fatima” di sua iniziativa, per intenderci senza un preciso mandato di chi vi ha interesse? E fino a qui si può essere d’accordo: chi ha interesse a corrompere “Fatima” deve essere iscritto come indagato.
Ma, chi ha interesse a corrompere “Fatima”? B, certamente. E i suoi C che dipendono da lui e che, se B. viene condannato, si ritrovano in mezzo a una strada, costretti a lavorare per vivere? E quelli dei C che addirittura, se vengono buttati fuori dal Parlamento, finiscono in galera? Tutta questa gente (qualche centinaia) potrebbe benissimo aver pensato di fare un favore a B., magari senza nemmeno dirglielo. E magari mettendosi in tasca la fotocopia dell’atto originale, pronti, a cose fatte, a monetizzare il frutto della loro dedizione.
Che fare, dunque? Io comincerei a iscrivere un procedimento contro ignoti e poi manderei l’informativa ad Alfano: caro ministro, vorrebbe richiedere la punizione del colpevole di questo grave reato? E lascerei un posto libero sul caminetto per appendervi la risposta incorniciata.
Il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2011