“Siamo aperti a tutte le famiglie. Noi di Ikea la pensiamo proprio come voi: la famiglia è la cosa più importante. Ed è per questo che abbiamo pensato alla carta Ikea Family“. Con questo slogan Ikea pubblicizza, su un cartellone, l’apertura del nuovo negozio di Catania. L’immagine è semplice: due uomini che si tengono per mano, uno di loro porta un sacco pieno di prodotti Ikea.
Immagino già le reazioni dei leghisti (quando raramente si interessano di quello che accade a sud del Po): “Secondo Ikea due uomini fanno una famiglia. Sacrilegio! Ma come si permettono questi svedesi a venire qui nel Mare Nostrum ad insegnarci cos’è famiglia e cosa non lo è. Mica siamo in Scandinavia! Vadano a casa loro, se vogliono far sposare un uomo con un cane o una donna con un criceto. Qui noi difendiamo i veri valori, la vera famiglia!”
E immagino pure le reazioni del premier Berlusconi (con tanto di pochette verde), che pochi giorni fa ha dichiarato che “noi siamo per la famiglia, quella formata da un uomo e da una donna“, famiglia rivolta ovviamente alla procreazione. Il pubblico plaudente era quello dei cristianodemocratici. Come andare in un covo di bolscevichi e parlar bene di Marx. Banale, scontato, quasi ingenuamente pericoloso.
Beh, era ora che qualcuno dicesse come stanno le cose, al di là delle verità che tutti, da buoni cristiani, sono disposti a innalzare a imperativi categorici, ad assoluti filosofici che nulla hanno a che vedere con l’amore cristiano. E le cose stanno che anche una coppia gay e una lesbica fanno famiglia, e lo dice la nostra Costituzione. Proprio a quell’articolo 29, tanto sbandierato da Giovanardi & Co., che nel dire che “la Repubblica riconosce la famiglia…“ intende stabilire una priorità sociale, nel senso che prima c’è la famiglia e poi c’è lo Stato. Quindi, la famiglia la crea la società. La creano, insomma, l’affetto, l’amore, il sostegno reciproco, la vita insieme.
E i figli? Sarebbe bello averne. Ma provate a dire a una coppia di persone che non possono averne (perchè sterili, o perchè non se lo possono permettere), che non sono famiglia. Guardate le loro facce mentre vi ascoltano e vedrete gli occhi di tutte le coppie gay e lesbiche che ogni giorno guardano il telegiornale e sentono sparate agghiaccianti su loro stessi. Sarebbe una bella soddisfazione. Come fare l’amore con la propria moglie e con il proprio marito e ripetersi “sto facendo del bene all’umanità”. Quanti lo fanno davvero?
E che i gay sono famiglie lo dice anche la Corte europea dei diritti umani: “è artificiale – precisa la Corte – sostenere che solo una coppia di conviventi eterosessuali sono famiglia, e negare tale qualificazione ad una coppia gay che si trova nella medesima condizione” (sentenza 24 giugno 2010, Schalk e Kopf c. Austria). E’ tempo finalmente di prendere atto di questa, che non ha bisogno di essere bollata come “verità” (con la V maiuscola, se conviene), perchè le basta essere quello che è: realtà.
Dispiace solo che ci abbia pensato Ikea e che un messaggio chiaro non venga invece dalla nostra classe politica o, all’unisono, dalla società. Ikea è aperta a tutte le famiglie. E noi?