Mondo

Inghilterra, lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Via le sigarette dalla vista dei clienti

Un altro passo nella battaglia anti-fumo del governo di Londra. Approvata la legge che dal 2012 vieta alle tabaccherie di mostrare le bionde sui classici espositori dietro il bancone

Dall’aprile 2012 le sigarette spariranno dalla vista dei clienti inglesi nelle tabaccherie e negli altri esercizi autorizzati alla vendita. Saranno sempre in vendita, solo non dovranno essere più visibili ai clienti. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Il ministro della salute britannico, Andrew Lansley, ha voluto questa norma per “cambiare radicalmente l’opinione della società verso il fumo”. In un comunicato parlamentare ha detto: “Il fumo è indubbiamente uno dei problemi più grandi e testardi nella saluta pubblica, che ogni anno causa più di 80mila morti.” Via le sigarette dagli scaffali dunque, con una norma che mira soprattutto a tutelare, in modo preventivo, i più giovani e gli adolescenti dai rischi del fumo.

Potranno essere ammesse delle eccezioni che, in “alcune limitate circostanze”, consentiranno o per meglio dire non penalizzeranno, gli esercizi che mostrano le sigarette. Tra i casi particolari, i periodi di inventario nei negozi e nel caso in cui nell’esercizio siano in corso lavori di manutenzione.

La nuova linea anti-fumo del governo conservatore segue una precedente strategia iniziata dai laburisti del governo Brown. Dopo aver bandito il fumo dai luoghi pubblici dal luglio 2007, l’età necessaria per acquistare sigarette è stata aumentata a 18 anni e sono stati eliminati i distributori automatici nelle strade. Più recentemente, è stato vietato alle grandi marche di tabacco di sponsorizzare gli eventi sportivi.

L’obiettivo del ministero della salute, ha affermato Lansley, è quello di diminuire il numero di fumatori dal 21 per cento al 18, 5 per cento tra gli adulti, dal 15 al 12 per cento tra i giovani, e dal 14 all’11 per cento nelle donne incinte entro la fine del 2015. Secondo i dati del ministero, i fumatori nel Regno Unito sono oltre 8 milioni, su una popolazione di 62. “Siamo soddisfatti della scelta del governo, che non ha ceduto alle pressioni delle lobby dell’industria del tabacco,” ha commentato Deborah Arnott, direttore del gruppo Action on Smoking and Health (ASH). “Si è creato un forte consenso politico tra i partiti sulla necessità di avere la battaglia contro il fumo come una delle priorità della sanità pubblica.” Secondo Arnott, questa linea dura godrebbe di un forte consenso popolare, ma le risposte alla nuova norma non sono tutte delle migliori.

Andrew Opie, del British Retail Consortium, ha detto: “Non c’è alcuna prova che porti a credere che costringere i negozi a nascondere le sigarette farà alcuna differenza reale,” aggiungendo che aumenteranno i costi per i negozianti (che dovranno modificare gli spazi nei loro esercizi), e i disagi per i clienti, che dovranno attendere più a lungo per essere serviti.

Un’altra associazione dei commercianti, l’Association of Convenience Stores, afferma che l’applicazione della legge in tutti gli esercizi costerà fino a 40 milioni di sterline – una cifra assurda secondo l’organizzazione, in mancanza di garanzie circa un risultato positivo nella diminuzione dei fumatori. Anche i singoli negozianti sono piuttosto scettici.

“Io non credo che funzioni. I clienti sanno che noi vendiamo sigarette, verranno comunque a comprarle, quindi non farà alcuna differenza,” dice Sam Tahir, che gestisce una tabaccheria nella zona di Kilburn a Londra. “Anche aumentare i prezzi non credo serva, perché i fumatori pagheranno comunque anche un prezzo alto. Potrebbero fare più campagne informative, questo sì, ma non ha senso penalizzare i negozi come il mio.” Omair Anwer, proprietario di un piccolo supermercato di quartiere che vende sigarette, è della stessa opinione: “Chi fuma da 15, 20 anni non smetterà certo perché non vede le sigarette al bancone. Le chiederà e le avrà comunque.”

Secondo lui, la norma non sarà efficace nemmeno come prevenzione per i giovani. “Esiste già la legge che impedisce di vendere le sigarette ai minori di 18 anni” – dice Anwer – “Se un ragazzo vuole un pacchetto, gli chiediamo un documento, e se non è maggiorenne non gli vendiamo nulla. Che le veda o no, non le può comprare.” Per Sarah Kaloczi, 27 anni, fumatrice, “dipende dalla condizione sociale, dall’ambiente in cui vivono i ragazzi, non certo dai negozi che vendono le sigarette”. “E’ quello che deve cambiare se si vuole ottenere dei risultati,” aggiunge.

Prossimo traguardo legislativo, ancora in cantiere, sarà quello del pacchetto standard, uguale per tutte le marche. Bianco o marrone, avrà scritto solo il nome del prodotto e non avrà altre immagini o colori, per minimizzare il marketing dei produttori.