Il procuratore aggiunto Antonio Ingroia definisce “controriforma” quella della giustizia che la maggioranza vuole realizzare e il Pdl si ribella chiedendone le dimissioni. E’ il guardasigilli Alfano che spiega però come sia impossibile prendere provvedimenti contro il magistrato: “Ingroia ha partecipato a una manifestazione contro il governo. Ci mancherebbe che la politica si mettesse a chiedere le dimissioni di un magistrato. Ma ne deve rispondere alla sua coscienza, alla legge e alla deontologia”, ha detto Alfano.
Ieri dal palco di piazza del Popolo, il procuratore aggiunto aveva definito “controriforma” quella che il premier ha annunciato. “Quello del procuratore Ingroia è un autentico caso” ha detto Fabrizio Cicchitto. “Un pm impegnato in indagini delicatissime concernenti i rapporti mafia-politica e che nel contempo partecipa a manifestazioni politiche, sviluppa attacchi politici; in sostanza è ormai un personaggio politico di prima fila e rappresenta una contraddizione devastante per l’equilibrio del sistema. Ci auguriamo che quanto prima, magari fra una pratica a tutela e l’altra, il Csm si occupi di questo caso gravissimo”, ha detto il presidente dei deputati del pdl. Mentre per Giorgio Stracquadanio Ingroia “dovrebbe aderire sin da subito” a una separazione delle carriere “separando innanzitutto la sua carriera di magistrato da quella di uomo politico” che scende in piazza. “La riforma della giustizia non ha alcun intento punitivo”, secondo Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. “Tra l’altro, in molti punti coincide con quanto la sinistra ha detto nel passato. Non è il Pdl che attacca Ingroia, è lui che fa comizi contro la riforma con una scelta che un pm non dovrebbe fare. Anche perché Ingroia sceglie in modo singolare i temi da comizio”.
In difesa del magistrato è intervenuto il vice presidente del Csm. “Si deve consentire a tutti , anche ai magistrati, di dire ciò che pensano” della riforma costituzionale della giustizia, ha detto Michele Vietti. “Anzichè lanciare anatemi sarebbe bene fare un grande sforzo per costruire un consenso su una riforma che non può essere imposta con pochi scarti di maggioranza, né avere intenti punitivi”.
Mentre per Leoluca Orlando dell’Italia dei Valori “le manifestazioni di piazza del 12marzo sono nate come iniziative in difesa della Costituzione, considerare come una posizione di parte o addirittura una colpa la difesa della legalità, della democrazia e dei principi sanciti dalla Carta è soltanto la conferma del degrado di questa maggioranza”. E Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo21, definisce “indegno” l’attacco a Ingroia. “Come tutti sanno è un magistrato serio e rigoroso, un allievo di Borsellino che non ha mai rinunciato alla lotta contro le mafie e per la legalità”, dice Giulietti. “Per questo ha parlato ad una iniziativa per il Tricolore e la Costituzione e per questo alcuni politici della destra berlusconiana si sono indignati. Per loro è grave che un giudice ami la legge e la Costituzione invece è normale che un imputato minacci i suoi giudici e possa farlo con una videocassetta trasmessa a reti semiunificate”.