1. Le elezioni sono la condizione necessaria di ogni democrazia, ma non la condizione sufficiente [non c’è mai democrazia dove non ci sono elezioni, ma in molti Paesi ci furono elezioni, ma non democrazia].
  2. Il popolo non è sovrano assolutamente. Lo è stato solo nel momento in cui si è dato la Costituzione. Da quel momento in poi il popolo è sottoposto ad essa.
  3. La sovranità del popolo è dunque relativa, in quanto essa si esercita nei limiti e nelle forme della Costituzione (articolo 1, comma 2). [Ad esempio, il popolo non può decidere che i biondi possono votare e i bruni no: per farlo dovrebbe ribellarsi, abbattere la Costituzione e redigerne un’altra. Un colpo di stato peraltro dovrebbe fare la stessa cosa.]
  4. I limiti e le forme di tale sovranità sono definiti all’interno della Costituzione stessa.
  5. Le libere elezioni sono una delle forme di esercizio della relativa sovranità popolare. Anche tale libertà infatti, nei suoi modi e nei suoi tempi, non è assoluta, ma regolata per legge. [Ad esempio, non è il popolo che decide quando o come votare. I suoi stessi rappresentanti sono vincolati dalle leggi che vigono finché non vengano modificate].
  6. Il potere esecutivo non è reso assoluto dal voto anche qualora esso ottenesse il 100% dei consensi. Esso è limitato dal potere legislativo e dal potere giudiziario. Dunque l’azione del governo, fosse anche approvata demoscopicamente dal 100% dei cittadini, sarebbe costituzionalmente illegittima se svincolata dal controllo degli altri due poteri.
  7. Anche il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, la Cassazione, le autorità di Garanzia, costituiscono le forme e i limiti di ogni azione di governo. I contrasti fra i poteri non sono regolati dalla volontà popolare ma dalla Carta.
  8. La magistratura è insieme un potere, una funzione e un sottosistema sociale. I difetti del sottosistema sociale, presenti tipicamente in ogni gruppo sociale, non destituiscono l’autorità della sua funzione e la legittimità del suo potere, che non sono messe in questione da giudici che talvolta, come tutti, possono sbagliare.
  9. Inoltre, la legittimità dei tre poteri democratici, e il carattere cogente del loro esercizio legale non può dipendere né essere contestata sulla base delle biografie politiche dei loro membri. Il contenuto della loro attività può naturalmente essere democraticamente discusso.
  10. Dunque la democrazia matura e coerente ha un movimento circolare, nel quale la stessa origine assoluta della sovranità popolare viene sussunta dalla Costituzione secondo forme legali che non consentono a loro volta il prevalere di nessuno sugli altri. Qualora un potere esorbiti dai suoi limiti si produce un deficit di democrazia la cui sopportabilità è la posta in gioco della democrazia stessa.

P.S. Abbiamo scritto questo decalogo perché possa eventualmente essere utile come un vero e proprio prontuario razionale nei confronti delle sciocchezze argomentative di cui si avvalgono coscientemente e scientemente la maggioranza e i suoi famigli per inculcare ignoranza o falsa coscienza nei cittadini a proposito della nostra Costituzione.

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