“Ci dispiace per tutte le preoccupazioni che vi stiamo dando nel mondo”. Siti internet e social network raccolgono, in queste ore, le storie dei giapponesi che stanno riorganizzando la loro vita in queste ore ore drammatiche, tra il terremoto e il pericolo nucleare. Internet diventa così un’occasione per confrontarsi e scambiarsi suggerimenti, ad esempio su dove trovare un supermercato che non abbia gli scaffali vuoti. E in molti scelgono di lasciare le città più colpite.
Saori Miki, impiegata trentenne in un’azienda di gioielli di Tokyo, ha deciso di lasciare la capitale per tornare dai propri genitori a Osaka. “Il mio titolare ha deciso di chiudere l’ufficio per un po’, perché i fornitori che stanno a Fukushima sono stati danneggiati dallo tsunami, così io e mio fratello abbiamo preso il primo shinkansen (il “treno proiettile” superveloce) per raggiungere la nostra famiglia”. Qualcun altro si sforza di tornare alla normalità. “Adesso non c’è da preoccuparsi”, rassicura Nobue Tsuyuki, che gestisce con la famiglia un negozio a Nishikasai, nella zona est di Tokyo. “Tra un po’ dovrebbero sospendere l’erogazione della corrente nell’area in cui vivo, ma l’acqua e il gas funzionano”.
Come annunciato in una conferenza stampa dal primo ministro giapponese Naoto Kan, a partire da oggi, fino ad aprile ci saranno dei black-out per razionalizzare l’uso della corrente elettrica in vaste aree del Giappone compresa Tokyo, a rotazione come riportato nelle tabelle del sito della società elettrica giapponese Tepco (Tokyo Electric Power Co). Questo ha provocato l’interruzione temporanea dei mezzi di trasporto e delle normali attività nella città.
Su Twitter le persone si scambiano informazioni sui supermercati che hanno più scorte o i generi alimentari che è meglio acquistare. “Ho comprato moltissimi alimenti per me e la mia famiglia, ma la gente ha paura e corre a fare scorte, così ora gli scaffali sono quasi vuoti. Io consiglio di consumare tutti i prodotti congelati e di non comprarne altri”, spiega Judit Kawaguchi, giornalista che abita a Tokyo. “Meglio comprare prodotti confezionati che non richiedano di essere riscaldati a microonde”.
Intanto molti impiegati hanno deciso di prendersi dei giorni di ferie, temendo nuove scosse e cedendo all’allarmismo sui rischi nucleari che le rassicurazioni che il governo giapponese stanno cercando di controllare. “Io ora esco solo con la mascherina sul naso, quella che di solito usiamo per i raffreddori e le allergie”. Mariko Asai, impiegata di 28 anni che vive nella prefettura di Saitama, racconta la sua esperienza, la terra trema di nuovo. “Pare che oggi ci saranno altre forti scosse. Ho la nausea, ma ormai ci stiamo abituando anche a questo”.
di Alessia Cerantola