Carlo Giovanardi, fedelissimo di Silvio Berlusconi, minaccia di uscire dal governo: “A fronte della decurtazione del fondo per la famiglia di più del 90 per cento in tre anni” il sottosegretario alla presidenza del Consiglio ha detto al premier che “la sua delega è a rischio”. “In tre anni – dichiara Giovanardi – siamo passati da 300 milioni di euro a 25, non riusciamo nemmeno a fronteggiare le spese obbligatorie. Così il Dipartimento viene dimezzato. E’ chiaramente un problema politico, mi aspetto dal presidente del Consiglio una risposta politica”. “E’ chiaro – aggiunge – che in queste condizioni non sono in grado di esercitare la mia delega per la famiglia, non c’è il problema di dimissioni, perché non c’è più nulla da cui dimettersi”.

Il sottosegretario, che è intervenuto a un convegno del Cnel a Roma sulla fiscalità della famiglia, è apparso piuttosto preoccupato e ha ribadito che “per lui e per il programma di governo la famiglia è una priorità, ma le misure economiche prese sono in contraddizione”. Con una stoccata rifilata a Giulio Tremonti: “I tagli, mai discussi con il dipartimento, sono stati un fulmine a ciel sereno”.

Il sottosegretario ha precisato infatti che “i 20/25 milioni di euro che rimangono al dipartimento della Famiglia dovrebbero essere concordati con le Regioni. Non si può quindi far fronte alle spese obbligatorie, ad esempio per le adozioni familiari e per la legge sulla conciliazione casa-lavoro. E’ una situazione – afferma – francamente insostenibile. Potrei dire polemicamente che non è vero che vengono fatti solo tagli lineari perché sul fondo della famiglia siamo andati ben al di la” e conclude “non posso accettare questo taglio, così il dipartimento non sarà in grado di fare le azioni di coordinamento e promozione”.

I tagli annunciati da Giovanardi hanno scatenato le reazioni dei comitati e delle associazioni che si occupano di diritti delle famiglie. “Sono segnali preoccupanti, sono un segnale d’allarme”, dichiara il presidente del Forum delle associazioni familiari, Francesco Belletti, “il piano famiglia, in mano al Dipartimento, non è masi stato fatto e su quello abbiamo investito molto. Il governo sia responsabile collegialmente e – conclude – affermi anche nei fatti che la famiglia è una priorità”.

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