Il Viminale ha assegnato la scorta ai deputati Responsabili Antonio Razzi e Domenico Scilipoti. E la decisione ha spinto il Consap, il sindacato di Polizia, a protestare davanti al ministero. “Stiamo manifestando in tutta Italia contro i tagli della finanziaria che decurta i fondi destinati alle forze dell’ordine”, dice Giorgio Innocenti, segretario del Consap, e il governo “ha preso l’impegno di reintregrare i fondi ma per il momento non è stato fatto nulla” se non dare la scorta a Razzi e Scilipoti. Per il senatore dell’Italia dei Valori, Stefano Pedica, “c’è una doppia indignazione, perché scegliendo di non accorpare i referendum con amministrative si perdono 300 milioni che potevano essere destinati alle forze dell’ordine e per la scelta di dare la scorta, come premio, a persone come Razzi e Scilipoti che hanno tradito l’Idv per appoggiare la maggioranza. Maroni dovrebbe dimettersi, nei prossimi giorni darò vita ad azioni di protesta eclatanti contro questa decisione che è una vera vergogna”, concludono Innocenti e Pedica. “Con 350 milioni di euro, infatti si potevano tutelare le forze di polizia ed i vigili del fuoco, vi sono, dei concorsi già espletati con vincitori idonei, che non riescono a prestare servizio proprio per la mancanza di fondi. Oltretutto, la polizia di stato più volte ha denunciato la mancanza di un ‘adeguato trattamento a livello economico nei pagamenti degli straordinari e strategico, per insufficienza di mezzi”.

Sia Razzi sia Scilipoti sostengono di non aver mai chiesto la scorta, nonostante le minacce ricevute. Scilipoti, dalle pagine del Corriere della Sera, risponde all’ex compagno di partito Donadi. “Ma vi sembra un premio questo? È una condanna. Non l’ho chiesta io la scorta. Mia figlia di nove anni, l’altro giorno voleva uscire per andare a vedere i carri di Carnevale, ma io non potevo, e si è messa a piangere. Vi sembra un premio?”. E le minacce, assicura Scilipoti, continuano ad arrivare. “Le dico le ultime mail di ieri: ‘Ti aspetta il plotone di esecuzione’. E poi: ‘Farai la fine dei samurai, ti taglieremo la testa’. L’altro giorno sono entrato in un bar e il cameriere si è messo a dire ‘ndranghetisti, mafiosi’. Si rivolgeva verso di me. Questo è il risultato di tutto il fango che mi è stato buttato addosso”.

Razzi, dal canto suo, annuncia di poter uscire dal gruppo dei Responsabili, nato per sostenere la maggioranza, dicendosi quasi pentito di aver dato la fiducia il 14 dicembre scorso per tenere in piedi il governo. Non parla della scorta. Ma attacca i compagni di gruppo. I Responsabili, dice, si comportano come fossero “all’asilo” e sostiene di essersi aspettato un altro trattamento dal premier, magari la nomina di un posto da segretario di presidenza a Montecitorio. Intanto ha due uomini di scorta.

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