Almeno in quaranta sono morti, ancora in acque tunisine, appena partiti da Zarzis, in Tunisia: il loro barcone è affondato, due sere fa intorno alle 23. Di questi ragazzi soltanto in cinque si sarebbero salvati. Tirati su da un altro barcone, sono poi arrivati finalmente ieri sera alle 20,25 a Lampedusa. Dopo oltre 20 ore in mare. Questa l’ultima tragica vicenda che vi raccontiamo dall’isola dove in queste ore si susseguono gli sbarchi.
Il fotoreporter dell’Ansa Ciro Fusco in questo momento si trova a Zarzis e ci spiega come avvengono le partenze: “I barconi non partono dal porto, che è militarizzato. Con piccole barchette i ragazzi lasciano le spiagge, poi salgono sui barconi già portati al largo in precedenza”. Fusco ha parlato con uno degli “organizzatori” di queste partenze: “Se la barca affondata era una delle nostre, sopra c’erano almeno 60 persone”, non 40, quindi i morti potrebbero essere di più. Questi ragazzi in partenza dalla Tunisia, riferisce sempre Ciro Fusco, non sarebbero di Zarzis, ma di località della provincia, perché in città non si assiste a nessuna scena di disperazione.
Intanto altri ottanta migranti sono sbarcati all’alba a Lampedusa, ma non al porto. Non sono stati intercettati dalle autorità e sono arrivati sull’Isola dei Conigli. Tra loro anche minori, dovrebbero essere tutti tunisini e sono già stati raggiunti dai carabinieri e dalla Croce rossa. Al Centro di accoglienza ormai sono quasi 3000, la situazione sta diventando insostenibile per la struttura e per l’isola. Sempre in mattinata un pattugliatore della Marina ha salvato più di centoventinove migranti, la cui barca alla deriva rischiava di affondare. Le ultime due carrette del mare avvistate arrivano a Lampedusa entro le due del pomeriggio. Poi, forse, ritornerà la calma. Il ponte aereo, però, appare ancora insufficiente. Oggi partiranno quattro voli per trasferire soltanto 240 migranti: alle 12,45 verso Crotone; alle 16,35 per Bari; alle 18,15 e alle 21,25 per Catania. Il Pd siciliano chiede “di potenziare questo ponte aereo e serve anche l’intervento di navi militari”, chiede il segretario regionale Giuseppe Lupo. Intanto ieri il comandante della Capitaneria di Lampedusa, Antonio Morana, si è recato a Roma, raggiunto oggi dal prefetto Giuseppe Caruso, partito da Palermo per un incontro al Ministero dell’Interno, reso necessario dal precipitare della situazione verso la totale emergenza.
Nella giornata di ieri abbiamo cercato di visitare anche l’isola, incontrare la sua gente, come quei ragazzi che hanno occupato una spiaggia in mattinata, per gridare in faccia allo Stato che esistono, nonostante qui non ci sia un cinema, una biblioteca, una discoteca, niente di niente. Italia svegliati, dicevano col cuore in gola, provando quasi gelosia per quei migranti al centro dell’attenzione e di cui tutti i media del mondo, armati di telecamere e taccuini, vengono qui a occuparsi.
Ma sono i primi a dire che “vanno accolti al meglio, non stiamo certo dalla parte di Borghezio e Marine Le Pen“, i due politici di Lega e Fronte nazionale francese arrivati ieri sull’isola e scappati dopo tre ore. Sul Fatto Quotidiano in edicola il racconto della giornata di ieri, con l’incessante approdo di barconi sull’isola. Tanti che in serata anche le forze dell’ordine al molo avevano rincunciato a tenere i conti.
Non può non venire in mente quella scena di “Aprile”, Nanni Moretti a Brindisi:”Primavera ’97. Siamo qui perché nel mare qui davanti, tre giorni fa, sono morti sembra 89 albanesi, che volevano arrivare in Italia. (…) Stiamo aspettando perché forse, nonostante quello che è successo, verrà un’altra nave dall’Albania. (…) E poi il fatto che in questi giorni qui non sia venuto nessun dirigente della Sinistra è il sintomo della loro assenza poltica, ma soprattutto della loro assenza umana. A loro non gliene importa niente. Io me li ricordo alla Fgic, negli anni ’70, stavano tutti i pomeriggi a vedere Happy Days, Fonzie… non c’entra però c’entra”.
Caro Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, caro Nichi Vendola, caro Antonio Di Pietro, non ripetete quell’errore. Venite a Lampedusa. Parlate con i lampedusani, ascoltate i pescatori mentre vi elencano i loro problemi, gli albergatori senza clienti a causa del “terrore dell’immigrato”, i giovani senza prospettive ma con molti sogni, i migranti al Centro. Evitate, se deciderete di venire, vergognose visite-lampo come quella di Borghezio e della signora Le Pen ieri. Fatevi vivi. Qui aspettano. Non per sempre però.
E un invito a Bersani arriva dal segretario regionale del Partito democratico, Giuseppe Lupo: “L’estrema gravità della situazione, senza precedenti con 3000 persone al Centro e un ponte aereo insufficiente, richiede un intervento al massimo livello del partito nazionale”.