RUBY, 13 INCONTRI CON B. AD ARCORE – Si sono quindi “dilatati” i tempi dei reati contestati per i tre indagati, che devono rispondere di induzione e favoreggiamento della prostituzione dagli inizi del 2009 fino al gennaio 2011 e di prostituzione minorile dal settembre 2009 al maggio 2010. Evidentemente gli inquirenti ritengono che ci sia stata una “gestione di ragazze minorenni” iniziata molto tempo prima di quando, il 14 febbraio 2010, Ruby partecipò alla sua prima cena ad Arcore. Oggi la procura di Milano ha chiuso le indagini nei confronti del consigliere regionale del Pdl, dell’imprenditore dei Vip e del direttore del Tg4: l’avviso di conclusioni indagini, notificato oggi, prelude la richiesta di rinvio a giudizio. Dal documento firmato dai pm milanesi, risulta che Ruby ha compiuto ”atti sessuali con Silvio Berlusconi, dietro pagamento di corrispettivo in denaro ed altre utilità” per 13 incontri ad Arcore tra il 14 febbraio e il 2 maggio 2010.
LE SERATE DI ARCORE – Dettagli anche sullo svolgimento “in tre fasi” dei festini di Arcore. Il clou era il bunga bunga “che si svolgeva – scrivono i pm nel documento di chiusura delle indagini – all’interno di un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime”. La prima fase prevedeva una cena: le ragazze invitate ad Arcore “venivano informate sui corrispettivi e le altre utilità economiche che avrebbero ricevuto a fronte della loro disponibilità sessuale, nonchè istruite sulle modalità comportamentali da assumere, sulla natura e finalità delle serate”. La seconda fase era appunto il “Bunga bunga” e infine, una terza fase, a fine serata “consistita nella scelta da parte di Silvio Berlusconi di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro e altre utilita’ ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti”.
IL RUOLO DEI TRE INDAGATI – Compito di Emilio Fede, nella ricostruzione effettuata dai pm, era quello di “valutare di persona, preventivamente, la rispondenza dei requisiti estetici” delle ragazze invitate nella residenza del premier. Fede “si adoperava, anche congiuntamente con Mora, per l’individuazione delle giovani donne disposte a prostituirsi presso la residenza in Arcore di Silvio Berlusconi, informandosi personalmente sulle caratteristiche fisiche delle ragazze disponibili”. Oltre a organizzare, in alcune occasioni, l’accompagnamento da Milano ad Arcore di alcune partecipanti alle serate mettendo a disposizione le proprie autovetture. Distinto il ‘compito’ della giovane igienista dentale diventata consigliere regionale lombardo. Era Nicole Minetti, scrivono i pm, ad intermediare “la sistematica erogazione di corrispettivi per l’attività di prostituzione svolta” a molte delle ragazze, ospiti delle serate organizzate a villa san Martino. Le ragazze venivano pagate attraverso “la concessione in comodato d’uso di alcune abitazioni, ubicate a Milano 2 via Olgettina numero 65, nonché in contributi economici… corrisposti, previo assenso di Silvio Berlusconi, per il tramite del suo fiduciario Giuseppe Spinelli”. Lele Mora, a volte da solo, a volte con Emilio Fede, selezionava “giovani donne disposte a prostituirsi” selezionandole anche tra le pupille della sua scuderia. A tutte queste ragazze verrà chiesto di confermare in aula questa ricostruzione.