L’onda lunga della protesta e della proposta che ha invaso le piazze italiane tocca anche Napoli. Dopo “Se non ora quando” del 13 febbraio e il “Costituzione Day” di sabato scorso, ora sono le vittime di mafia e del terrorismo a voler dire la loro. Lo faranno insieme, per la prima volta, dopo le laceranti divisioni causate dalla mancata equiparazione tra i diritti delle due “categorie”, entrambe accomunate dal dolore di essere familiari di vittime innocenti.
L’appuntamento è per giovedì 17 a Napoli dalle 14, in piazza Dante, dove vedrà la luce l’evento “150 proposte per l’Italia”, una giornata dedicata al 150° “compleanno” dell’Unità d’Italia che vedrà alternarsi sul palco artisti e ospiti che con musica e parole faranno la loro proposta per un’Italia diversa: “Non contesteremo, ma proporremo idee per ridare dignità a questa nazione, per onorare l’Unità d’Italia” sottolinea Sonia Alfano, parlamentare europeo e presidente dell’Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia, tra le maggiori promotrici dell’evento. “La Lega Nord esce dai Consigli regionali quando suona l’Inno di Mameli, a scadenze regolari chiede la secessione dal resto dell’Italia e sappiamo cosa vorrebbe fare il ministro Bossi con il nostro amato Tricolore – ha sottolineato la Alfano- noi da Napoli, città scelta di proposito perchè sia punto di ripartenza, ricorderemo che l’Italia unita non è solo un patrimonio, ma un obbligo Costituzionale, come ricorda l’articolo 5 dei principi fondamentali: “la Repubblica, una e indivisibile”.
E a testimoniare questo connubio stretto tra musica e impegno politico-sociale è Marco Ligabue, fratello di Luciano, che con il suo gruppo, i Rio, è tra gli ideatori dell’evento: “Siamo sempre stati legati all’ambiente, al rispetto della natura, e con Sonia ci siamo trovati immediatamente su posizioni comuni. Insieme a Loris Mazzetti, dirigente Rai con la carriera perennemente appesa ad un filo, è ormai tempo che facciamo squadra per un’Italia migliore” ha detto Ligabue.
E se proprio ieri sono arrivate altre due adesioni di “peso”, come quella della Cgil nazionale e di Amnesty International Italia, l’elenco delle adesioni è lungo: si va dai relatori, tra cui spiccano Raffaele Cantone, Loris Mazzetti, Marco Ligabue, Don Aniello Manganiello, Don Luigi Merola, Samanta Di Persio, Piergiorgio Morosini, Serena Sorrentino e Claudio Messora, agli artisti come Edoardo Bennato, Francesco Baccini, i Rio di Marco Ligabue e Fabio Mora, Enzo Gragnaniello & Sud Express, ‘A67, Osanna, Nello Daniele e Lucariello. A condurre sarà Pif. Infine con messaggi scritti o con dei video interverranno anche Sabina Guzzanti, Bice Biagi, Don Gallo, Antonio Tabucchi e anche Roberto Saviano, che si è detto dispiaciuto di non poter essere fisicamente in Piazza Dante.
A incarnare l’anima di questo evento è Antonio Tabucchi, che con un messaggio ha voluto aderire così: “Poiché l’Italia è ancora una Repubblica parlamentare, sebbene il Parlamento sia stato sequestrato con l’astuzia e il mercimonio dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi le cui mire anticostituzionali sono chiarissime, chiedo a tutti i partiti dell’opposizione di adottare ogni mezzo parlamentare lecito (compreso l’ostruzionismo ad oltranza o le “dimissioni” in massa, via naturale allo scioglimento delle Camere) per impedirgli di portare a compimento i suoi fini. Senza di ciò, in un brevissimo volgere di tempo, l’Italia non sarà più una vera e legittima democrazia”. A completare il comitato organizzativo sono l’Unione dei familiari delle vittime per stragi, (che unisce i familiari delle vittime della strage di Bologna, della strage di piazza Fontana, di piazza Della Loggia, dell’Italicus, di Via dei Georgofili e della strage del rapido 904), l’associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, le Agende Rosse di Salvatore Borsellino, Qui Milano Libera, InMovimento, Emergency, l’Arcigay, l’ANPI, il Popolo Viola, BO.BI., Articolo 21, Antimafia Duemila, il Comitato 3.32, il Popolo delle Carriole, la LEAL (Lega antivivisezionista), la Rete No Ponte,e il Movimento No Tav, la LAV (Lega Anti Vivisezione), l’ARCI e la Consulta nazionale Protezione civile.