I consiglieri regionali lombardi della Lega Nord non hanno partecipato all’ esecuzione dell’inno di Mameli che ha aperto stamani la seduta dell’assemblea al Pirellone. In aula era presente solo il presidente Davide Boni, che, come lui stesso ha spiegato, “ha assicurato la sua presenza per il ruolo istituzionale”, aggiungendo che era “idealmente a bere il caffé con i colleghi di partito”. Tutti gli altri leghisti, fra cui gli assessori e Renzo Bossi, sono appunto rimasti alla bouvette a fare colazione. Mentre risuonava l’inno nazionale, come imposto da una legge per i 150 anni dell’Unità d’Italia, che solo il Carroccio non ha votato, tutti gli altri consiglieri regionali, invece, sono stati in piedi dietro i loro banchi, indossando chi una coccarda tricolore, chi una spilla o chi addirittura mostrando una bandiera italiana nel taschino della giacca, come l’assessore Romano La Russa. In aula per l’occasione anche il governatore Roberto Formigoni.
“E’ gravissimo che i consiglieri regionali lombardi della Lega siano usciti oggi durantel’esecuzione dell’inno di Mameli. E’ un vero e proprio schiaffo al Paese. Se non si sentono italiani si dimettano e rifiutinoil lauto stipendio che gli arriva puntuale a fine mese”. E’ quanto afferma il portavoce dell’Italia dei Valori, Leoluca Orlando. “Chi non riconosce lo Stato che governa, dovrebbe trarne le conseguenze. Non si può essere ministri, governatori, sindaci, assessori, consiglieri di un esecutivo nazionale, di una regione, di una provincia e di una città se non si approva l’ordinamento dal quale queste articolazioni discendono”. Lo dice Alessandro Maran, consigliere Pd, che definisce “pagliacciate” le manifestazioni del Carroccio, mentre, fa notare, Napolitano coniuga autonomia e indivisibilità. “Così – conclude Maran – mentre il Presidente della Repubblica ci ricorda che nella nostra Costituzione coesistono autonomia e indivisibilita’ assistiamo, ancora una volta, a una pagliacciata sempre e soltanto in nome della visibilità e, magari, di qualche voto in più alle prossime amministrative”.
Non si fa attendere la risposta del Carroccio, secondo il quale eseguire l’inno di Mameli all’inizio della seduta del consiglio regionale ha fatto raggiungere ”un livello di demagogia senza precedenti, anche perché il sentimento di appartenenza all’Italia non avviene per imposizione”. Cosi’ il presidente leghista dell’assemblea, Davide Boni. “Idealmente ero fuori col mio gruppo, e non volevo trascinare il Consiglio in una diatriba politica. Ho assistito come assisto a Inno come assisto agli inni di tutti gli Stati”. Al capogruppo del Carroccio, Stefano Galli, che lo ha criticato per la sua permanenza in aula, il presidente del Consiglio regionale risponde: “Rivesto una carica istituzionale, il presidente del Consiglio regionale ha indicazioni diverse dal capogruppo della Lega Nord”. Boni ha anche lanciato una provocazione al presidente della Regione, Roberto Formigoni, presente in aula durante l’Inno: “Registro con piacere la presenza del presidente regionale, mi auguro che sia presente a tutte le sedute del 2011, non credo che voglia perdersi neppure un Inno Nazionale”.