Come promesso nei giorni scorsi, gli esponenti leghisti non hanno partecipato o hanno polemizzato con le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Comicia questa mattina il quotidiano leghista “La Padania” con otto pagine dedicate all'”addio ai parassiti” con tanto di grafici che dimostrerebbero il “tasso di parassitismo”, più alto nelle regioni del Sud. Prosegue l’europarlamentare Mario Borghezio in collegamento da Bruxelles durante la trasmissione Omnibus: “Il destino, il vento della storia porterà a due Italie. Il Belgio docet. Il Belgio non è lontano”, ha dichiarato Borghezio non lasciandosi sfuggire l’occasione per criticare l’inno di Mameli “un po’ sfigatello”. E se ignoti hanno imbrattato di verde il municipio del Comune di Ponte San Nicolò (Padova), una bandiera tricolore è spuntata a sorpresa questa mattina sul balcone della sede della Lega Nord di Varese. Controcorrente rispetto ai suoi colleghi di partito, il governatore leghista del Veneto Luca Zaia che ha partecipato oggi a Padova alle manifestazioni organizzate dal Consiglio regionale del Veneto all’Università del Bo per i 150 anni dell’Unità d’Italia esibendo una coccarda tricolore al petto. Ad appuntargliela il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato: “Sembra che tutti i problemi che ha l’Italia – ha commentato con i cronisti il governatore – si risolvano con il fatto che io mi metta la coccarda”. Presente alle celebrazioni di Verona, il sindaco leghista, Flavio Tosi che con fascia tricolore addosso è rimasto in piazza Bra sia per l’alzabandiera, sia per l’inno di Mameli.
Anche Bergamo, roccaforte leghista, ha rispolverato l’orgoglio nazionale contro il presidente della provincia di Bergamo, il leghista Ettore Pirovano. Ieri sera Pirovano è intervenuto al teatro Donizetti affermando che “l’unità non può essere imposta” e che i bergamaschi non hanno niente da imparare in quanto a senso di solidarietà, alludendo alle differenze tra nord e sud. Il pubblico presente in teatro ha fischiato, prima di gridare ‘vergogna’ e ‘viva l’Italia’. I problemi sono nati quando sul palco è salito il presidente della Provincia che già nei giorni scorsi aveva definito Garibaldi “un Buffalo Bill” e aveva detto che il suo sentimento è quello di “appartenere a un unico popolo che è quello di Bergamo”. Ieri sera Pirovano ha ribadito il concetto scatenando la contestazione. Contestato anche il sindaco di Cantù, nel comasco, Tiziana Sala (Lega Nord) questa mattina al termine di un concerto di musiche patriottiche che una delle bande cittadine ha dedicato all’Unità d’Italia. Sala non aveva partecipato (come del resto previsto) alla deposizione di una corona di fiori sotto il balcone della casa in cui soggiornò Garibaldi e all’arrivo del sindaco nel teatro alla fine del concerto, è stata accolta da grida e fischi di disapprovazione. Nessuna delle cerimonie previste nella città brianzola per il 17 marzo è stata organizzata dal Comune a guida leghista ma da un comitato che si è autocostituito. Il sindaco in mattinata ha comunque assistito all’alzabandiera dell’associazione Alpini.
Al grido di ”vergogna vergogna” e “fuori la Lega dallo Stato” un gruppo di passanti a Milano ha apostrofato una decina di esponenti della Lega Nord, guidati da Matteo Salvini che poco fa, in polemica, con i festeggiamenti dell’Unità d’Italia hanno piazzato le loro scrivanie fuori dal municipio per dimostrare di essere al lavoro. La contestazione, del tutto pacifica, ha comunque convinto le forze dell’ordine a schierarsi in difesa degli esponenti del Carroccio, che ostentavano il loro desiderio di lavorare nonostante i festeggiamenti unitari. Gli esponenti leghisti prima di essere bersagliati dalle contestazioni dei passanti, piazzati all’ingresso della galleria Vittorio Emanuele, sul lato di piazza Scala, hanno distribuito la bandiera con la croce di San Giorgio, vessillo di Milano e divenuto nel tempo un gadget della Lega Nord. Costretto per prudenza a lasciare piazza della Scala per le contestazioni ricevute, Salvini, ha replicato dai microfoni di ‘Radio Padania’: “Ci hanno contestati 30 pirla, squadristi e fascisti – dice – ma la Lega ne ha viste tante…”. Salvini ha esordito salutando “tutta la gente che ora sta lavorando. Ci sono migliaia di persone che in questo momento stanno facendo il loro lavoro anche perché molti, artigiani, piccoli imprenditori, non possono permettersi di stare a casa” e tornando alle contestazioni ha concluso: “Mi fa tristezza che qualcuno, usando il tricolore come un’arma, decida chi può parlare e chi no”. Il presidente della Regione Roberto Formigoni non ha voluto rispondere esplicitamente alle domande sull’atteggiamento della Lega di fronte all’inno, ma ha affermato: “L’indipendenza e la liberazione dallo straniero sono un valore in cui devono riconoscersi tutti. La Lombardia ha portato un contributo importante, tanti ingegni, tanti patrioti, tanti intellettuali e 400 garibaldini su mille arrivavano dalla Lombardia”. Pesante il commento del presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, sulla cerimonia dell’alzabandiera: “Tirar su delle bandiere nel piazzale, prendere la gente che è in fila per visitare Palazzo Pirelli e portarla alla cerimonia diventa molto Ventennio“. (Guarda il video di Franz Baraggino)
La Padania celebra “l’addio ai parassiti” – Nel giorno della festa nazionale per i 150 anni dell’Unità d’Italia, ‘La Padania’ celebra “l’addio ai parassiti” e al “centralismo”, perché solo col federalismo è possibile ritrovare l’unità del Paese. Il quotidiano leghista dedica otto pagine al tema. “Festeggiamo l’addio ai parassiti, uniti nel federalismo”, titola il pezzo di apertura, accompagnato dalla riproduzione di alcune cartine dell’Italia che dimostrerebbero il “tasso di parassitismo”, più alto nelle regioni del Sud; gli “sprechi nella sanità”; le sproporzioni tra “chi dà e chi riceve” dallo Stato; le percentuali di evasione fiscale; i finanziamenti alle Università; i Comuni virtuosi, i falsi invalidi, i tassi di spreco e altro. “Facciamo festa – è la provocazione – festa grande, perché ci siamo lasciati alle spalle il centralismo”. “Oggi si chiude una pagine e oggi ne inizia un’altra – si sostiene – l’Italia che guarda al futuro e alla forza del cambiamento”. Nell’articolo poi si cita Giorgio Napolitano e il suo richiamo a “uno sviluppo in senso federalistico della autonomie” che dovrebbe rendere l’Italia “più ricca e più viva, riaffermando l’unità e l’indivisibilità della Repubblica”.
Borghezio “Il destino, il vento della storia porterà a due Italie” – E’ fuori luogo buttare via tutti questi soldi”. Mario Borghezio (Lega), in collegamento da Bruxelles, ha ribadito stamattina a Omnibus su La7 la propria contrarietà all’istituzione di una giornata di festa nazionale in occasione del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia. Riferendosi agli esponenti della politica che presenziano all’Altare della Patria, l’europarlamentare ha detto: “La corona all’Altare della Patria sarebbe stato meglio se l’avessero portata il Presidente della Repubblica, i corazzieri e i rappresentanti delle Forze Armate”. “Il destino, il vento della storia porterà a due Italie. Il Belgio docet. Il Belgio non è lontano. Le esigenze della storia e dell’economia imporranno due nazioni. Gli italiani saranno i nostri migliori vicini di casa”, ha poi detto Borghezio. Che ha concluso con due considerazioni su federalismo (“Questo Federalismo è il meglio che si possa fare”) e Cavour: “Considero Cavour come un genio padano, ha modernizzato il Paese”. A Borghezio ha risposto Nicola Latorre (Pd): “Si fa un uso distorto di una corrente culturale che aveva il fine di accelerare l’unità, anche se per via federalista”:, ha detto a Omnibus. “Non trovo aggettivi per commentare un atteggiamento del genere”, ha poi dichiarato a proposito di chi, tra i parlamentari leghisti, si è disinteressato alle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. “Il Federalismo nel nostro Paese non viene sponsorizzato per unire: il rischio è cadere in una logica separatista”. Borghezio ha polemizzato anche sull’Inno di Mameli: “L’inno certamente non lo canterò,anche perché sono stonato. E poi mi piace di più il ‘Va pensiero’: di sicuro non si possono mettere a confronto le note di Verdi con questo inno un pò sfigatello”. Oggi manderò due righe di ringraziamento al Presidente della Repubblica Napolitano, che io stimo – ha spiegato Borghezio – perché è un galantuomo e che ho ringraziato perché ha finalmente introdotto la figura di Cattaneo tra i grandi del Risorgimento”. “E’ gravissimo – ha aggiunto Borghezio – che in queste celebrazioni non si spenda poi neanche una parola per gli sconfitti, perché il Risorgimento è stata anche una guerra civile”. “Guardo alle vicende della politica italiana con lo sguardo dell’entomologo – ha detto – e con una certa distanza”. Poi, sui nuovi gruppi che rivendicano l’autonomia nel Meridione, ha precisato: “Manca solo un Bossi al Sud”.
L’Idv denuncia i leghisti e ipotizza “vilipendio del tricolore” – “Chiediamo ai magistrati competenti di valutare se, in base alle gravi dichiarazioni di alcuni esponenti leghisti, è possibile ravvisare il reato di vilipendio alla bandiera italiana. Denunciamo agli italiani quest’indegno modo di comportarsi, compreso quello dei due capigruppo leghisti, che oggi diserteranno le cerimonie in Parlamento”. Lo ha affermato il portavoce dell’Idv, Leoluca Orlando. “Abbiano il coraggio di dimettersi e di rifiutare anche il lauto stipendio pagato da tutti i cittadini italiani – ha attaccato ancora Orlando – il comportamento del Carroccio è offensivo e accade proprio nel giorno durante il quale si testimonia l’importanza per il presente e per il futuro, di un’Italia che sappia essere veramente unita”.
Bersani: “Non parliamo della Lega, parliamo di noi che siamo patrioti” – Davanti ad una Lega che sarà presente con il suo stato maggiore alla seduta alla Camera ma che rivendica ‘distanza’ dalle celebrazioni nel Paese per il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commenta: “E’ meglio parlar di noi che siamo patrioti”. Parlando, a sua volta, da Piazza Venezia per l’omaggio al Milite Ignoto, Bersani torna su quel “patrioti” dicendo che “è un termine legato ad un’idea di democrazia e di cambiamento. Questo dai tempi dell’unità del Paese alla Resistenza”.
Vice presidente del Senato: “‘Le parole di Borghezio sono frutto di allucinazioni” – “La Lega sconfessi Borghezio e la destra ci dica su quali valori si regge l’attuale maggioranza di governo. A questo punto anche il fingere di non sentire e non vedere diviene irresponsabilità politica, che cozza contro il sentimento degli italiani”. Lo afferma in una nota il vice presidente del Senato Vannino Chiti.
Bindi (Pd): “La Lega appartiene a un’altra storia” – La Lega non ci sarà oggi per le celebrazioni in Aula? Bello no? E’ una manifestazione evidente che appartengono ad un’altra storia…”. Con una battuta Rosy Bindi, vicepresidente della Camera e presidente dell’Assemblea del Pd, parlando a Montecitorio.
Venetisti fischiano l’inno d’Italia – Un piccolo incidente ha turbato questa mattina la cerimonia dell’alzabandiera in Piazza dei Signori a Padova, cui assistevano il sindaco Flavio Zanonato e il prefetto Ennio Sodano. Una decina di esponenti del Movimento Veneti – Veneto Stato, al momento dell’alzabandiera, si sono messi a fischiare e a protestare. Immediato l’intervento dei carabinieri che hanno bloccato i manifestanti, una decina in tutto, e impedito pure che la folla indignata li aggredisse. Il gruppo è stato quindi allontanato dalla piazza. Il loro portavoce, Patrick Riondato, ha spiegato il senso della protesta: “Abbiamo protestato dopo il successo del Veneto che ieri è andato di nuovo sott’acqua per la pioggia. Sono stati stanziati soldi solo per la festa dell’Unità e non per la sicurezza idrogeologica”. I venetisti hanno spiegato inoltre che, più tardi, allestiranno un banchetto, sempre in centro a Padova, in cui distribuiranno banane tricolori per simboleggiare quella che loro definiscono “repubblica delle banane”. Nel pomeriggio manifestazione del movimento anche a Verona con il vessillo di San Marco e le bandiere della Sicilia che appoggia la protesta dei venetisti.
Fitto (Pdl): “Lega assente? L’importante è presenza dei ministri” – Se c’è chi non partecipa o contesta l’inno o un ministro direi che questi sono due episodi da stigmatizzare e non vanno bene né l’uno né l’altro. Ma il dato rilevante è la partecipazione oggi alle celebrazioni in Parlamento delle massime istituzioni con anche i ministri leghisti. E il Paese che si stringe attorno alle sue istituzioni e al presidente della Repubblica. Il resto fa parte dell’esigenza interna (della Lega, ndr) di parlare più alla pancia dell’elettorato che altro”. Queste le parole del ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto (Pdl), intervenendo ad Agorà su Raitre commentando le polemiche, tra fischi a ministri e sindaci (La Russa e Alemanno, ieri sera) e contestazioni (Lega Nord), sulla festa per i 150 anni dell’unità d’Italia. Quanto alla notizia che gli amministratori della provincia di Varese che stanno tutti lavorando il ministro aggiunge che “questo dimostra che c’è un dibattito in atto anche all’interno della Lega”.
La Russa (Pdl): “La Lega faccia un passo avanti” – “Dico alla Lega che non c’è obbligo di presenza alle celebrazioni, ma di rispetto sì, non sono accettabili atti di scorrettezza e ostilità. A volte, c’è un pò di folklore in alcune esternazioni degli esponenti del Carroccio”. Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, si rivolge ai leghisti in un’intervista a ‘Repubblica‘ dopo le polemiche del Carroccio sull’Unità d’Italia. In particolare, La Russa se la prende con Francesco Speroni e Mario Borghezio e definisce “campate in aria” alcune loro dichiarazioni. “Credo -aggiunge- che dobbiamo avere la pazienza di aspettare che la Lega termini un percorso: dalla richiesta di secessione a un federalismo solidale. Ora, c’è bisogno di un passo avanti”.
Leghisti assenti alle celebrazioni di Torino – Nessun esponente della Lega Nord piemontese era presente questa mattina in piazza Castello, a Torino, alla cerimonia dell’alzabandiera, che ha dato ufficialmente il via alle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Tantissimi cittadini, come già per la ‘Notte tricolore’ hanno affollato il centro della città sin dalle prime ore del mattino. In piazza Castello in tanti con il tricolore hanno partecipato accanto ai vertici militari, al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, al prefetto Alberto Di Pace, al presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo e a quello della Provincia Antonio Saitta, alla cerimonia dell’alzabandiera per ricordare il 17 marzo 1861, quando a Torino Vittorio Emanuele II fu proclamato Re d’Italia. E mentre Chiamparino festeggiava in piazza, il capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Torino, Mario Brescia, “si è presentato questa mattina nel suo ufficio in Comune per lavorare”, come un qualsiasi altro giorno. A renderlo noto lo stesso Brescia, che dice: “Sarebbe bene che dopo aver cantato l’inno e sventolato la bandiera, il nostro sindaco, facesse un giro per la città, non solo in centro, per lavorare, e invece di tenere il naso in aria per contare i peraltro scarsi tricolori sulle facciate delle case, abbassasse la testa e guardasse lo stato delle strade cittadine, di tutte, quelle del centro e della periferia, e magari dopo aver visto questo disastro, la testa la terrebbe bassa per la vergogna”. E ancora, rivolgendosi a Chiamparino, “Più lavoro e meno cerimonie caro Sindaco, perché il lavoro fa bene e nobilita l’uomo, come siamo soliti dire e fare noi Padani”
Il sindaco Moratti si giustifica: “Assente all’Inno perché non avvisata” – Cerca di allontanare le colpe il sindaco di Milano Letizia Moratti, sul fatto di essere stata assente ieri pomeriggio in consiglio comunale durante l’esecuzione dell’inno di Mameli mentre lei era ospite della trasmissione di Barbara D’Urso, ‘Pomeriggio 5’. “Non sono stata avvertita – ha ripetuto oggi la Moratti a margine della celebrazione per i 150 anni dell’Unità d’Italia in piazza Duomo – e la considero una cosa molto grave”. Poi sull’ipotesi di suonare l’inno all’inizio di ogni consiglio comunale ha detto: “Tutto quello che può contribuire a valorizzare la conquista dell’Unità d’Italia è uno strumento importante”.
Polverini: L’entusiasmo della gente faccia riflettere la Lega” – Per il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini le celebrazioni organizzate per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia “sono importanti soprattutto per le giovani generazioni”. La Polverini lo ammette: “Per la prima volta, non so perché, al passaggio delle Frecce Tricolori, mi sono emozionata. Spero che questa emozione che ho provato io, l’abbiano provata tutti”. A chi le chiede in merito alle contestazioni della Lega, la Polverini risponde: “Mi pare che al di là delle contestazioni, le persone stiano partecipando attivamente a questi festeggiamenti e, quindi, spero che serva anche per far riflettere la Lega”.
Zingaretti: “Sbagliato far stare al governo la Lega” – Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, commenta le contestazioni della Lega e, in merito, dice: “E’ sbagliato farla stare al governo”. “Le contestazioni non arrivano dal Nord, arrivano da un partito che ha fatto del tema della distruzione del Paese il suo punto identitario – ha detto – e devo dire che su questo ha chiesto i voti. Sbaglia chi permette ad un partito che è contro l’Italia di governare l’Italia”.
Alemanno (Pdl): “La Lega sbaglia” – “Il senso di questa festa è l’unità: chiunque strumentalizzi e polemizzi su questa festa, sia dal punto di vista politico che territoriale, come fa la Lega Nord, sbaglia”. E’ quanto afferma il sindaco di Roma Gianni Alemanno, prima di entrare nella Basilica di Santa Maria degli Angeli per la cerimonia religiosa in omaggio del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Per il titolare del Campidoglio, “si può tracciare un bilancio positivo degli eventi a Roma. Durante la giornata e la serata di ieri, nelle varie piazze vi erano oltre 100 mila persone, nonostante la pioggia battente, per cui si può dire che la notte Tricolore è stata un’autentica festa di popolo”.
Contestazioni anche al Sud contro le celebrazioni dell’Unità d’Italia – Anche al Sud non sono mancate le polemiche contro le celebrazioni dell’Unità d’Italia.”Non c’è nulla da festeggiare. Noi, come sud, siamo stati occupati e non liberati”. Pasquale Zavaglia è uno dei responsabili dell’associazione “Due Sicilie Nicola Zitara”, che ha organizzato un’iniziativa di volantinaggio e sensibilizzazione simbolicamente a Villa San Giovanni.
“Bisogna superare – dice Zavaglia – la retorica di questi giorni che è utile solo a nascondere la verità storica. Da quando è stata fatta l’Unità d’Italia, il sud è diventato una colonia. “Quello che chiediamo – sostiene ancora Zavaglia – sono pari opportunità. Noi non siamo come la Lega Nord che è antimeridionale; non siamo contro ma per…”.
Manifestazione alternativa anche sotto la sede del Consiglio regionale a Cagliari dove si sono riuniti gli esponenti di Sardigna Natzione Indipendentzia (Sni). Alcune decine di persone hanno protestato con bandiere e striscioni che ricordano al popolo sardo che oggi “non è una giornata di festa e che la dominazione italiana, uguale a quelle punica, romana, pisana, aragonese o spagnola passerà dal presente al passato”. All’esterno del Consiglio regionale è stato suonato l’inno sardo “Procurad’e moderare” invece che quello italiano.
New York Times: “Italia, Paese più diviso che mai” – Giudizio senza appello del New York Times nei confronti dell’Unità d’Italia: nonostante oggi si celebri il 150/o anniversario dell’unità della Nazione, l’Italia resta “un Paese più diviso che mai, politicamente, geograficamente ed economicamente”. E’ quanto riporta oggi il quotidiano americano in un servizio da Bolzano, così intitolato: “Un’aria dell’Unità d’Italia che suona anche come un’elegia”. L’aria si riferisce al clima che si respira nella provincia autonoma di Bolzano, il cui presidente, Luis Durnwalder, ha dichiarato al New York Times di non avere ragione alcuna per celebrare l’Unità d’Italia: “Siamo stati strappati all’Austria contro il nostro volere” ha detto. Il servizio, nel riferire le diverse posizioni e le marcate divisioni esistenti tra Pdl, Lega e centrosinistra sulla festa dei 150 anni, riferisce il giudizio del musicologo Gioacchino Lanza Tomasi, figlio dell’autore del ‘Gattopardo’ Giuseppe Tomasi di Lampedusa. “L’Italia – ha detto – non è mai stata così divisa”.