Per un italiano postumo (aprire il 17 marzo 2161)
Caro amico compatriota, ti scrivo questo post da 150 anni fa, precisamente dal 17 marzo 2011, 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Si tratta di un post minimo, di superficie, perché scrivo da luoghi e tempi in cui sembra indispensabile rimanere in superficie: vuoi per la limitatezza dei mezzi di chi scrive, vuoi perché sembra di camminare sulle sabbie mobili: come ti muovi, come dici qualcosa, rischi di sprofondare invece di approfondire e a differenza che nei film di avventura, dove il malcapitato che ci finisce dentro viene aiutato a uscirne da qualcuno che gli getta una fune o gli porge un bastone a cui appigliarsi, qui il bastone lo usano per dartelo sulla testa.
E dunque, ti lascio solo qualche suggestione da questa data remota, un assaggio di quelli che sono gli argomenti del momento.
- Siccome un fortissimo terremoto ha devastato il Giappone e causato un terribile incidente nucleare, in Italia si levano forti le voci dei nuclearisti che ci ammoniscono a non lasciarci prendere dall’onda emotiva del momento, ma a ragionare in una prospettiva storica.
- Il nostro attuale capo del governo, Silvio Berlusconi, è un uomo di 74 anni, di statura molto bassa, e in questi giorni compare in pubblico con un grosso cerotto bianco sulla faccia, cosa che sembra un po’ strana visto che ha subito un intervento dentro la bocca, non fuori. Quest’uomo, in politica ai massimi (o minimi) livelli da oltre sedici anni, nelle ultime settimane si sta occupando in modo particolare di una riforma della giustizia che lo solleverebbe da una serie di processi a suo carico; quello di cui si parla di più riguarda numerosi rapporti sessuali a pagamento consumati con una ragazza di sedici anni.
- Abitano in Italia poco più di 60.500.000 persone; secondo il Ministero degli Interni dall’inizio di quest’anno, in conseguenza di una serie di rivolte verificatesi in paesi nordafricani contro regimi totalitari, circa 11.000 persone hanno attraversato il Mar Mediterraneo per cercare conforto sulle nostre coste. Il ministro e il suo partito di provenienza sono molto preoccupati su come fermare questi sbarchi: in questo caso non si hanno notizie della prospettiva storica.
- Oltre che delle abitudini sessuali del premier, delle partite di calcio, dei casi di cronaca nera, da queste parti si parla sempre molto anche del tempo: adesso, per esempio, piove da giorni e sale il rischio di frane e alluvioni, praticamente l’anniversario dell’Umidità d’Italia.
- Anche io, come molti, ho messo la bandiera tricolore fuori dal balcone. Non ho ancora capito se l’ho fatto per dispetto ai razzisti settentrionali (pensa che hanno un partito tutto loro), per toglierne il monopolio ai sedicenti patrioti di destra, o perché un comico (sì, un comico) ne ha parlato così bene alla televisione. Brutta storia.
Insomma, caro compatriota, non so se da dove leggi tu quello che ho scritto abbia un senso, anche perché non so cosa resterà di questa Italia e delle stupidaggini che ho elencato dopo un secolo e mezzo. Probabilmente poco o niente. Un po’ quasi lo spero.
Spero cioè che a sentir parlare di centrali nucleari tu abbia la reazione che potrei avere io ora a sentir parlare dei dirigibili.
Spero che a sentir parlare di comici ti venga da ridere e a sentir parlare di politici no.
Spero che lì, oggi, ci sia il sole.
Spero nell’onda della storia.
Ah, dimenticavo: siccome il nano col cerotto di cui ti ho parlato poco sopra è stato, a suo dire, il miglior statista dei primi 150 anni dall’Unità d’Italia, spero che a te vada un po’ meglio.
Saluti