Che notizie stranissime (lette vent’anni fa) eppure normalissime (adesso) sui giornali. “Tragedia in mare, 40 emigranti annegati”. Ma perché non avevano una nave più sicura? Perché non prendevano il traghetto? Ah: ora è vietato. “Gheddafi sospende le operazioni militari”. Ma non stava arrivando la democrazia, anche lì? Ma non eravamo tutti contenti per questo? Ah: però il petrolio a noi ce lo dava il re saudita e Gheddafi, e quindi tutto sommato stiamo appoggiando loro. “Operai Fiat. Non se ne parla più”. Ma non era la più grande industria italiana? Ma davvero la lasciate finire all’estero così? E tutti ‘sti lavoratori, e i vostri figli, davvero debbono spaccarsi l’anima tutta la vita così, a lavorare in caserma, senza diritti? Ah: è il management moderno, è il mondo nuovo.
Buone notizie? Vi do anche quelle, ma a patto che non vi servano (sotto la sabbia) a tranquillizzarvi, ma a svegliarvi un po’. Libera ora fa il suo convegno, domani a Potenza, convegno nazionale da tutto il Paese. Chi ci può andare ci vada: è un po’ moscia Libera da un po’ in qua, ma è pur sempre la più grande organizzazione antimafia, il nostro – di noi antimafiosi – “sindacato”: criticatela, dunque, ma fatela diventare sempre più forte e portatela avanti, ché là dentro c’è un pezzetto di tutti noi.
L’altro sindacato, la Cgil, ci chiama invece a raccolta per il sei maggio, lo sciopero generale. Sarà una giornata importantissima; probabilmente, in bene o in male, il giorno della svolta. Anche questa è antimafia, e speriamo che la Cgil lo capisca. Comprendiamolo noi per intanto, con l’esperienza che abbiamo, profondamente. Dai giochi dei politici – per lo più in buona fede – non aspettiamoci niente. Non è che non vogliano, è che semplicemente sono su un altro pianeta. Dal pazzo Berlusconi all’astuto Fassino, dal generoso Vendola al machiavellico Fini, nessuno ha mai dormito alla stazione né sa quanto costa una scatoletta di tonno. Noi sì. Noi non siamo col popolo. Siamo nel popolo, una parte minimissima di esso. Con tutte le sofferenze, ma senza illusioni, dell’umanità quotidiana del paese. Per questo “facciamo politica”, a modo nostro e con serietà, e la facciamo bene.
Bisogna abolire la mafia. Bisogna cambiare il sistema. Bisogna pensare a vivere diversamente, con meno giocattoli ma più felici. Bisogna pensare al mio nipotino e a tutti gli altri Lorenzi, ché già la vita umana è difficile e non occorre aggiungerle altri dolori. E tu forza, sorridi, amica mia: a dispetto di tutto, una volta ancora, come la natura o il dio hanno costruito, fra poco è primavera. Aggrappiamoci a questo, lottiamo per difenderlo e farlo continuare.
Per conoscere Riccardo Orioles: www.ucuntu.org