La maggioranza di governo “non ha legittimità morale, culturale, politica e storica per affrontare il tema della riforma costituzionale della giustizia”. Lo ha detto il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini intervenuto a un convegno sulla giustizia organizzato da Sinistra ecologia e libertà. “Ci sono le premesse per cui questa maggioranza modifichi legittimamente” la giustizia? Si è chiesto retoricamente Cascini. Se “il gruppo del Pdl una settimana prima della presentazione del ddl di riforma aveva definito gli uffici giudiziari un’avanguardia rivoluzionaria?”.
“Quello che succede in Parlamento sul processo breve – ha aggiunto il segretario dell’Anm – dice che è iniziata una distrazione di massa”. Quanto al ruolo politico delle opposizioni , Cascini ha invitato a superare la “subalternità politica e culturale al tema dettato dalla destra. L’equivoco è pensare che in fondo Silvio Berlusconi un po’ di ragione ce l’abbia”. “La sinistra – è l’invito di Cascini – dia risposte di sinistra ma non subalterne”.
Il punto fondamentale per il segretario dell’associazione magistrati è che “non sia in discussione l’autonomia e l’indipendenza della magistratura” mentre nella proposta di riforma costituzionale c’è secondo Cascini “uno spostamento verso la politica. In ogni articolo c’è scritto più potere alla politica”. Cascini ha infine sottolineato un “paradosso” e cioè che “le leggi siano buone se non sono ad personam”. Si può discutere, ha concluso Cascini, se “le leggi siano buone o cattive ma non riguardo a qualcuno”.
Contro le parole di Cascini è insorto il Pdl. Da Gaetano Quagliarello, che chiede l’intervento sanzionatorio del Csm, a Jole Santelli, che ha definito “intollerabili” le parole del segretario dell’Anm.