Il Governo italiano ha avvertito Parigi che potrebbe ricorrere anche a un intervento legislativo per frenare la “vivacità” dei francesi che puntano al controllo di aziende la cui italianità è strategica per il Paese. Un passo avanti deciso di Palazzo Chigi, e del ministro dell’Economia Giulio Tremonti che era già sceso in campo sul fronte della moral suasion.
Due i “casi aperti” nel dossier del Governo: Lactalis che cresce in Parmalat, sulla quale ha messo gli occhi il gruppo Ferrero che, a tarda sera, ha confermato il serio interessamento; il ruolo di Edf nel riassetto di Edison. Tremonti, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, ne hanno parlato a Palazzo Chigi con l’ambasciatore francese in Italia, Jean-Marc de La Sabliere. Che è stato informato del fatto che il Governo sta valutando la possibilità di adottare provvedimenti legislativi per meglio difendere le imprese italiane dall’offensiva francese. Una mossa al momento tutta politico-diplomatica. Un “warning“: al diplomatico francese sarebbe stato spiegato che c’è una forte attenzione sull’attivismo francese in Italia, e che il Governo italiano ne sta monitorando l’evoluzione. Ed è pronto a intervenire. Oggi l’attenzione è focalizzata in particolare sui dossier Lactalis-Parmalat e Edf-Edison. Di attualità anche gli occhi di Groupama sul salvataggio del gruppo Ligresti, giochi per ora bloccati dalla Consob che ha imposto una doppia opa ai francesi, sulla holding Premafin e su FonSai: ma il dossier (di cui non si è parlato nel colloquio a Palazzo Chigi) appare ora sulla strada di un accordo con il sistema bancario italiano, e le possibilità di un rientro in gioco dei francesi appaiono molto basse.
Lactalis ha rastrellato azioni Parmalat salendo all’11,4%, e lascia capire che non si fermerà quì, che punta al controllo. Mentre il governo, come ha indicato il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, guarda con favore ad una cordata italiana. Più complesso il nodo Edison. Dove, dopo la moral suasion di Giulio Tremonti i soci Edf e Delmi, la holding che riunisce gli italiani, hanno concordato di congelare per sei mesi gli equilibri all’interno del secondo gruppo energetico in Italia.
Più in generale, il fronte dei rapporti italo-francesi è articolato. I transalpini sono stati protagonisti di partite che in Italia hanno pesato anche sul fronte politico, come il salvataggio di Alitalia (Air France ha in portafoglio il 25%). Nel lusso, dove Gucci è di Ppr, nei giorni scorsi Bulgari è passata nelle mani di Lvmh. Bnl dal 2006 è di Bnp Paribas. Axa ha una quota in Mps; nell’energia il gruppo francobelga GdF-Suez il 10% di Acea; Bollorè e Groupama sono soci in Premafin ed in Mediobanca.
Sul probabile acquisto da parte del gruppo Ferrero è intervenuto anche Corrado Passera: ”L’intervento del gruppo Ferrero potrebbe essere fondamentale nell’operazione Parmalat”, ha detto il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo che ha parlato a margine del Forum Confcommercio di Cernobbio. Commentando l’interesse del colosso di Alba, dopo aver espresso “molto piacere”, Passera ha aggiunto che “deve essere alla fine un progetto industriale, noi possiamo esserci, contribuire e appoggiare l’operazione, ma l’intervento di Ferrero potrebbe essere fondamentale”.
Il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan, si associa “all’impegno diffuso per una Parmalat che, se pur proiettata nel mondo, preservi il carattere italiano che l’ha salvata e rinnovata”. Lo afferma lo stesso ministro in una nota.
“Non voglio assumere posizioni protezionistiche in un mondo sempre più globalizzato – afferma Galan – ma il tessuto agricolo italiano ha bisogno di un sistema industriale che sappia valorizzare il carattere del settore agroalimentare, ricco di qualità, rappresentativo del made in Italy. La nostra agricoltura va saldata al nostro sistema industriale. Dobbiamo evitare i rischi di eccessive delocalizzazioni, i nostri agricoltori meritano di valorizzare le loro produzioni ed in questo anche il ruolo di un’industria competitiva e moderna può contribuire. Così anche le recenti innovazioni che abbiamo fatto in materia di etichettatura rappresentano un’altra occasione per riscrivere il patto tra il mondo agricolo e il mondo industriale. Questo strumento può essere utile a fornire molte opportunità competitive ad un’agricoltura ricca di valori, tradizione e qualità”.