Attorno alle feste di Arcore si muoveva la grande macchina del bunga-bunga. Una complessa struttura organizzativa, un grande giro di ragazze (più delle 33 citate espressamente nell’avviso di chiusura indagini della procura di Milano) e soprattutto un considerevole volume d’affari. Dal cilindro senza fondo delle carte depositate dalla procura di Milano al termine dell’inchiesta su Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede emergono nuove intercettazioni, nuove carte bancarie, nuovi documenti. E si arricchiscono di prove le ipotesi dei pm a carico dei tre indagati, accusati di essere i fornitori delle ragazze, di avere “indotto e favorito l’attività di prostituzione” di 32 “giovani donne” (maggiorenni), più la minorenne Karima El Mahroug in arte Ruby, che “compiva atti sessuali con Silvio Berlusconi, dietro pagamento di corrispettivo in denaro e altre utilità, presso la residenza in Arcore”.
Ora scopriamo che è potrebbe essere indagato per pornografia minorile anche il suo fidanzato e promesso sposo, Luca Risso: per averla fatta esibire, minorenne, nel suo locale di Genova, il “Fellini”. Nello spettacolo, dal titolo “Pepper and chic”, Ruby mimava atti sessuali di vario tipo con uomini e donne. “Esibizione pornografica”, per la procura, che allega le foto estrapolate dalla memoria di un pc sequestrato a gennaio a casa di Risso. Foto che circolavano anche in rete. Si tratta di immagini esplicite nelle quali la protagonista è visibile e riconoscibile. Poiché Karima, nelle serate del 16 e 22 ottobre al “Fellini”, aveva ancora 17 anni, è quanto basta per contestare a Risso la violazione dell’articolo 600 ter comma primo del codice penale che punisce da 6 a 12 anni “chiunque, utilizzando minori degli anni diciotto, realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pornografico ovvero induce minori di anni diciotto a partecipare ad esibizioni pornografiche”. La procura di Milano ha aperto un nuovo fascicolo, subito mandato a Genova per competenza territoriale. La procura del capoluogo ligure fa sapere di non aver iscritto Risso nel registro degli indagati. Il caso, al vaglio del dottor Mario Morisani, è stato affidato al gruppo di magistrati che si occupa di ‘fasce deboli’.
Ma, a proposito di minorenni, anche Minetti e Mora, secondo i nuovi documenti, rischiano grosso. Perché i pm Pietro Forno, Ilda Boccassini e Antonio Sangermano esibiscono un’analisi del traffico telefonico tra i due e Iris Berardi, la ragazza brasiliana residente a Forlì che i 18 anni li ha compiuti soltanto il 29 dicembre 2009. Scoprono che “non risultano, nel periodo antecedente al novembre 2009, diretti contatti tra i cellulari in uso a Berardi Iris con quelli riferibili a Mora Dario, Fede Emilio e Minetti Nicole. Tuttavia “emergono rapporti mediati” della ragazza con i tre presunti “fornitori”. Iris è un’assidua frequentatrice delle serate di Arcore e, ancor prima, delle feste a Villa Certosa, in Sardegna. Il 21 novembre 2009, per esempio, il telefono di Iris risulta localizzato nelle celle di Porto Rotondo in Sardegna, che coprono la zona di Villa Certosa.
Gli “intermediari” per arrivare alla Berardi sono, per Lele Mora, un telefono intestato alla società Pinko Pallino srl, con sede legale a Milano in viale Monza (dove Mora abita e opera). Il “tramite” per Minetti è invece un’utenza telefonica intestata a Claudio La Commara, “nato a Torino il 13/07/1975, con pregiudizi di polizia per esercizio abusivo di attività di gioco d’azzardo o di scommessa, denunciato dalla Questura di Torino il 27/1/2003”.
New entry tra le “arcorine”, Aida Yespica, che pure i pm non iscrivono tra le assidue. Almeno una volta, però, il suo telefono risulta agganciato alla cella di Arcore: durante una notte in cui c’è anche Ruby, quella tra il 24 e il 25 aprile 2010.
La macchina del bunga-bunga si nutre di soldi. Ma forse non solo il bunga-bunga. Berlusconi preleva dai suoi conti una gran mole di denaro in contanti, anche nelle settimane in cui è impegnato a riconquistare, uomo dopo uomo, la maggioranza in Parlamento. Preleva 13 milioni di euro. Di solito stacca assegni da 30 mila euro, come l’11, il 21 gennaio e l’11 febbraio, il 12 maggio 2010. Il 16 febbraio c’è un assegno da 7 mila euro e il 24 febbraio un altro da 30 mila euro. Sono giorni in cui Ruby va ad Arcore. Si trova ad Arcore anche quando dal suo conto al Monte dei Paschi di Siena vengono emessi assegni di 350 mila euro, il 23 aprile, e di 330 mila, il 26 aprile. Tutti assegni firmati da Berlusconi e incassati da Giuseppe Spinelli, il cassiere del premier. Gli assegni più cospicui sono del 21 e 22 dicembre 2010 (350 mila euro) e del 23 dicembre (257 mila).
La procura compie accertamenti anche su un conto corrente della Bcc-Romagna Occidentale cointestato ad Antonio Berardi e a Beatrice Borghi e su un deposito intestato a Borghi presso la Cassa di Risparemio di Forlì, la città dove risiede la seconda minorenne di Arcore, Iris Berardi. Sulla ragazza italo-brasiliana la polizia giudiziaria chiede notizie anche alla Banca Popolare dell’Emilia Romagna, su un suo conto che risulta “tuttora in essere”.
Nelle nuove intercettazioni depositate l’arcorina Barbara Faggioli avvisa la madre della tempesta che sta arrivando:
Barbara Faggioli: e non ne posso parlare, però usciranno probabilmente delle cose sui giornali, perché sta già iniziando ad uscire qualcosa, dichiarazioni di una tipa, ovviamente non credere a nulla, però mi sputtaneranno a vita
Madre di Barbara: perché?
BF: eh, perché è sul presidente
MB: ma chi è che dice queste cose?
BF: ma ‘na mo, una puttana, ma dai una che dice chee… a me e alla Nicole, è uscita con me e la Nicole, che c’ha visto da Armani, che siamo andate insieme io, lei, la Mara Carfagna (…) ha lasciato queste robe pesanti, ma penso perchè l’abbiano pagata questi pm di sinistra, siccomee… ma non so perché ha fatto il nome mio e di Nicole, forse perché si ricordava il mio, far… e di Nicole o forse perché era spinta da altri
MB: va bè, ma queste cose devono finire, è uno schifo! Ma si (inc. le voci si sovrappongono)
BF: si, no, ma robe schifose, no ma poi spogliarelli integrali, io che so stata a letto con lui, ma no ma delle robe veramente che io non posso più uscire di casa eh, se escono
MB: ma robe da matti!
BF: infatti non ne parlare con nessuno, ma non te ne ho parlato al telefono, anche perché comunque, però ormai tanto figurati, non è niente verò però… comunque sia la mia immagine è a puttane. Oggi gli ho portato delle foto che mi san procurata di questa qua, aspetta che c’è la polizia e sono in macchina… solo che non mi ha ricevuto, allora le ho lasciate all’avvocato lì e sto tornando adesso da Arcore, delle foto che ho trovato di lei che faceva gli spogliarelli in discoteca, che se la faceva mettere in culo in discoteca (parla di Ruby) …
MB: mh… ma che disgraziata, ma chi bo? Ma tu la puoi denunciare, no? Per diffamazione
Ma chi sono le ragazze del bunga-bunga? Come parlano tra di loro? Per farsi un’idea basta leggere alcuni passaggi degli “accertamenti sul BlackBerry di Visan Ioana, riportati dal quotidiano La Repubblica. All’interno della memory card del telefonino, la polizia postale le scopre i messaggi audio. Le destinatarie sono Barbara Guerra (chiamata dalla Visan “Kitty”), Barbara Faggioli (chiamata dalla Visan “Barby”), Aris Espinosa e altre non meglio identificate”.
Primo file: “Allora, Barbara, Anna…. che c. di troie siete (ride). Neanche lo sapete fare, mica come me (ridendo) che sono un puttanone di strada”.
Secondo file audio: “Raga, questa è per voi (musica in sottofondo), vi piace? Aris, sono puttana dentro, non c’è niente da fare, capito? É che mi vien da dentro, non ce la faccio”.
Terzo file: “E io son già nella vasca senti un po’, ciaf, ciaf, ciaf, ciaf, amò questa è per te: (canticchiando dice) zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, zoccola, amò, le ricordi quelle belle notti (ride)? Ciao zoccolaaaa, anch’io sono zoccola, io forse un po’ di più”.
Il disappunto dell’ambasciata egiziana – Il Corriere della Sera racconta i retroscena legati alla bugia di Berlusconi che, la notte tra il 27 e 28 maggio, chiama in Questura per far rilasciare la marocchina Ruby spacciandola per “nipote del presidente egiziano Mubarak”. Quali sentimenti suscitò nell’ambiente diplomatico egiziano a Roma questa notizia? “Fastidio e disappunto”. A confermarlo alla Procura di Milano è Hatem Abdelkader, capo ufficio stampa a Roma dell’Ambasciata d’Egitto in Italia. Il funzionario della missione diplomatica spiega che «sull’argomento non sono state inoltrate altre comunicazioni» successive e diverse dal messaggio protocollato con il numero 87/2010 e datato 28 ottobre 2010 (giorno dello scoop de Il Fatto Quotidiano che inaugura il Rubygate”): messaggio nel quale «l’Ambasciata voleva esprimere il proprio profondo rammarico per il fatto che” nella vicenda fosse stato “inserito il nome del Presidente della Repubblica Araba d’Egitto Mohamed Hosni Mubarak“, accostato a “una notizia da respingere e senza alcun fondamento di verità”.
La circostanza, racconta sempre Il Corriere, ha anche un altro rilievo per il processo. Si sa che nelle indagini difensive, Berlusconi chiama un interprete, il ministro degli Esteri Frattini e altri membri del governo come testimoni di un incontro romano con Mubarak risalente a una settimana prima della telefonata in Questura. In quell’incontro, Berlusconi chiede davvero al presidente egiziano se Ruby sia una sua parente (anche se poi gli stessi testimoni assunti dalle indagini difensive ammettono che Mubarak non capisce a cosa si stia riferendo Berlusconi e, inoltre, che si crea confusione con un’altra Ruby, famosa in Egitto come cantante. Alla fine è lo stesso Berlusconi chiuse l’argomento con un “allora vedremo di informarci meglio”). Ma quello che più pesa per il giudice Cristina Di Censo nel rinviare a giudizio Berlusconi per l’accusa di concussione dei poliziotti milanesi è l’illogicità del fatto che il presidente del Consiglio, pur assumendo di aver telefonato quella notte in Questura mosso solo dallo scrupolo istituzionale di scongiurare una crisi diplomatica tra Italia e Egitto, non sembrasse aver preso alcun contatto con le autorità diplomatiche egiziane in Italia, ma avesse mandato di corsa a prelevare la minorenne il consigliere regionale pdl Nicole Minetti dicendole “vai tu che sei incensurata e ti presenti bene”. Da questo punto di vista, la comunicazione dell’Ambasciata egiziana a Roma chiude ora l’argomento, conferma che mai i diplomatici di Mubarak furono allertati, e accresce la debolezza dell'”alibi” di Berlusconi.
Da Il Fatto Quotidiano del 18 marzo 2011 (aggiornato da redazioneweb alle ore 16.51)
L’avvocato Asa Peronace, per conto del signor Claudio La Commare, ci chiede di smentire che lo stesso La Commare sia un “pregiudicato”. Pubblichiamo qui di seguito quanto ha costituito oggetto di smentita con relativo commento pubblicato sul Fatto Quotidiano in relazione allo stesso articolo
In relazione alla notizia pubblicata dal Vostro giornale il 18.03 u.s. concernente una mia condizione di “pregiudicato”, vi chiedo di rettificare tale gravissima e diffamante espressione da voi utilizzata. A tal fine vi faccio presente di essere incensurato e quindi di non aver mai subito alcuna condanna penale.
Claudio La Commara
Nessuno ha scritto che il Sig. La Commara sia un “pregiudicato”. Quanto scritto su di lui, tra virgolette, è contenuto in un atto dello SCO depositato insieme ad altri atti, ai sensi dell’art. 415 bis C.P.P. dalla Procura della Repubblica di Milano nel procedimento n. 5657/11/21
G.B. A. M.
LA PRECISAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO
“Con riferimento alla notizia, ricavata dal rapporto di polizia giudiziaria del 17 febbraio 2011, relativa all’esistenza di ‘pregiudizi di polizia per esercizio abusivo di attività di gioco d’azzardo o di scommessa’, a carico del signor Claudio La Commara, precisiamo che lo stesso, pure denunciato il 27 gennaio 2003, è stato assolto dal reato contestatogli dal Tribunale penale di Torino, in data 5 ottobre 2007, perché il fatto non sussiste, sentenza passato in giudicato il 20 novembre 2007”.
Aggiornato dalla redazione web il 3 dicembre 2014