Si sono astenuti sulla mozione in consiglio provinciale: "Niente questioni di moralismo, per noi sono da chiarire alcuni aspetti tecnici della vicenda"
Niente educazione sessuale a scuola no. Devono pensarla così i rappresentati ferraresi del Pdl che non hanno votato un progetto che punta all’installazione nelle scuole ferraresi di distributori di profilattici a prezzi ridotti. La “motivazione” con cui hanno giustificato la loro astensione alla mozione del consiglio provinciale è tecnica (e, se vogliamo, nasconde anche questa una qualche confusione ideologica tra i berlusconiani emiliano-romagnoli): il coinvolgimento economico della Provincia nella distribuzione di preservativi.
Il primo passo per questa iniziativa della provincia di Ferrara è stato fatto a novembre con una petizione promossa dal gruppo dei radicali di Ferrara. A dargli seguito è stato il consigliere Alessandro Rorato dell’Italia dei Valori che ha trasformato la petizione in una mozione con la quale si chiedeva alla giunta di impegnarsi a sostenere il progetto che prevede, oltre ai distributori, anche una campagna di informazione sessuale sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili. Il via libera è stato dato il 16 marzo scorso con il voto favorevole di Pd, Idv e Prd-Pdci e l’astensione, oltre che del Pdl, anche di Lega e lista Per Noi.
Molto critici con questa scelta del partito dell’amore (non protetto), i presidenti del “Circomassimo”, il locale circolo arcigay-arcilesbica che hanno denunciato l”’irresponsabilità del centrodestra che ha portato in scena anche a Ferrara i “falsi moralismi e la doppia faccia ipocrita e bigotta di tanta politica nazionale, giustificando l’astensione al voto con assurde ragioni di inopportunità commerciale che celano malamente l’arretratezza l’oscurantismo e l’assoluta mancanza di laicità di Pdl, Lega Nord e lista Per Noi”.
A queste critiche, ha risposto il capogruppo del Pdl in consiglio provinciale, Ugo Taddeo, che in un’intervista al quotidiano la Nuova Ferrara e direttamente al Fatto ha cercato di tamponare le polemiche: ‘’Il testo era confusionario, e non si capiva il ruolo che avrebbe avuto la Provincia dal punto di vista economico nella vendita dei preservativi. Poi io sono un liberale. Il problema era il testo, se dovesse tornare in aula lo guarderemo senza paraocchi. Salvo qualcuno di noi che potrebbe uscire’’.
Già, perché accanto al laico Taddeo, nel partito del premier nella città degli estensi, sono presenti politici che su educazione sessuale e contraccezione hanno posizioni molto più rigide come, ad esempio, la consigliera provinciale Stefania Milani e il rappresentante dell’area cattolica del partito, Antonio Frascerra, ed è alle loro posizioni che si appella uno dei presidenti del Circomassimo, Flavio Romani: “Se la posizione del Pdl fosse veramente quella descritta da Taddeo – ha detto – non sarebbe un problema. Se il gruppo dovesse cambiare idea, non saremmo pregiudiziali. Ma per noi contano le prime dichiarazioni di Milani e Frascerra che parlavano di un ‘messaggio pericoloso’ dai preservativi nelle scuole. Questa è ipocrisia: sono rimasti ciechi e muti su quello che fa il capo del loro partito. Da loro non possono arrivare discorsi morali sulla sessualità”.
Roberto Anselmi