Ecco come, secondo alcuni esperti militari, il leader libico combatterà le azioni militari della coalizione dei volenterosi. A preoccupare gli alleati non è l’aviazione militare, ma una temibile contraerea, l’unico strumento con cui Gheddafi può sperare di opporsi ai bombardamenti della comunità internazionale.
FORZE AEREE. Gheddafi può disporre al massimo di una ventina di velivoli da combattimento, soprattutto Mig 21 e 23 di fabbricazione sovietica (Sukhoi) e alcuni caccia francesi Mirage F1. Tutti gli aerei sono guidati da piloti esperti. Il regime possiede anche alcuni elicotteri CH-47 da trasporto e MI-75 da combattimento.
MISSILI. Sono quelle che preoccupano di più. Si tratta di batterie semoventi dotate sia di missili terra-aria a bassa quota SA8 (che colpiscono fino a 5.000 metri di altezza) sia di missili ad alta quota SA2 ed SA6 (fino a 7.500-8.000 metri). I primi sono a “guida ottica”, dotati di un teleobiettivo attraverso il quale inseguono i loro obiettivi.
MEZZI DI TERRA. Le truppe del rais hanno a disposizione alcune decine di carri armati T-72 e T-62 di origine sovietica, molti dei quali, però, risalenti all’inizio degli anni ’70. Tra le altre dotazioni, alcuni cingolati da combattimento BMP-1 e batterie d’artiglieria semoventi 2S1.
FORZE MILITARI E PARAMILITARI. L’esercito regolare conta 45.000 uomini, ma secondo le informazioni in possesso della comunità internazionale solo un numero tra 10.000 e 15.000 militari è rimasto fedele al rais. La vera forza a difesa del regime sono le ‘guardie rivoluzionariè, una compagine paramilitare formata da circa 3.000 miliziani pronti a tutto per salvare il colonnello. Ci sono poi le cosiddette ‘milizie del popolò che contano altri 40.000 uomini: considerate poco efficaci da un punto di vista militare, giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento dello status quo.