Il secondo giorno di conflitto restituisce un esecutivo totalmente spaccato. Con il premier assediato dalla Lega. Bersani: ora il governo venga in parlamento a riferire con una voce univoca. La guerra anche nelle parole del cardinal Bagnasco
Netta la posizione del ministro degli Esteri Franco Frattini. “L’Italia – ha detto – è pienamente coinvolta coni partner della comunità internazionale nella missione in Libia e non può essere seconda a nessuno nell’impegno per far rispettare i diritti umani”. Quindi l’indiretta stoccata alla Lega: “Non potevamo rimanere indifferenti e non avremmo potuto non intervenire”.
La posizione della Lega nord sta nelle parole del ministro Roberto Calderoli per il quale “è possibile che l’Italia partecipi alla missione contro Gheddafi, ma a due condizioni ben precise: la prima è l’impegno di tutte le nazioni che partecipano di prendere una quota parte dei profughi in proporzione a quella che è la loro popolazione residente. La seconda è che il blocco navale sia utilizzato per impedire esodi di massa verso il nostro Paese e in particolare Lampedusa e la Sicilia”. Più urlata, come al solito, la posizione di Mario Borghezio per il quale “l’entusiasmo di tutti i tricolorutisuperpacifisti per la guerra in Libia è la cartina di tornasole dell’impudenza, dell’ipocrisia e della malafede che il tricolore ha malamente coperto in questi giorni”. E ancora: “Che tristezza vedere il Capo dello Stato ricevere a Torino un meritato premio per la pace il giorno stesso in cui ci siamo infilati nel buco nero di una guerra da cui non abbiamo niente, ma proprio niente, da guadagnare”.
Ma se i ministri del Pdl oggi fanno sfoggio di unità d’intento, solo ieri, le parole di La Russa (“non siamo affIttacamere”) riferite alla concessione delle basi stridevano e non poco con la scelta del premier di concedere i siti senza intervenire direttamente nel conflitto. Un atteggiamento, compreso quella della Lega, che oggi è stato rilevato dallo stesso segretario del Pd Pierluigi Bersani. “In questa fase – ha detto – sarebbe meglio che i diversi ministri stessero zitti e il governo parlasse con voce univoca e venisse nelle commissioni competenti a definire meglio il nostro profilo in questa vicenda”. Anche “perché – ha aggiunto – in questo momento ci vuole grande fermezza e grande condivisione della maggioranza e anche nel dialogo con l’opposizione”.
Perfettamente in linea con la scelta presa ieri durante il vertice di Parigi, è l’Italia dei valori. “Il nostro paese non può assistere inerme al massacro di civili a poche centinaia di chilometri dalle sue coste”. Queste le parole del capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. “Il legame col popolo libico – ha proseguito – , che chiede libertà è forte”. Quindi un riferimento al governo “spaccato anche in questa situazione con la posizione della Lega, incapace di guardare al di là del proprio naso e di piccoli interessi elettorali”. Donadi, poi, ha fatto un passo indietro. “Dobbiamo ricordare – ha detto – che sei mesi fa Berlusconi baciava le mani al dittatore libico e fino a due giorni fa c’era chi sperava che Gheddafi riuscisse a tornare in sella, a danno del suo popolo”
Canta fuori dal coro (dell’opposizione) Nichi Vendola. Il governatore della Puglia infatti, se da un lato esprime “preoccupazione per la situazione”, dall’altro chiede “che siano attivate tutte le iniziative a tutela dei nostri connazionali in Libia, garantendo un corridoio umanitario che garantisca la sicurezza delle popolazioni civili”. Quindi l’appello: “Il governo Berlusconi sia responsabile”.
Il conflitto libico è stato tema oggi dell’omelia del cardinal Angelo Bagnasco. ” Senza giustizia e pace nel mondo la vita è grama. La vita dei singoli, dei popoli, delle nazioni”, queste le parole dell’arcivescovo di Genova che ha proseguito: “Preghiamo per i fratelli che soffrono, non sono pochi. Pensiamo alle sofferenze della guerra, dell’illibertà, dei diritti umani violati, e degli egoismi umani”.