Sono 107 i beni confiscati alla criminalità organizzata in Emilia Romagna. Secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Nazionale l’Emilia Romagna si colloca all’ottavo posto, dopo Sicilia, Campania, Calabria, Lombardia, Puglia, Lazio e Piemonte nella classifica dei beni confiscati a Cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta. Cifre lontane dai 4.971 beni confiscati in Sicilia, ma che, secondo il responsabile regionale di Libera. Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie Daniele Borghi, “testimoniano che la mafia in regione c’è, ed è visibile”.
Tra le provincie con più beni confiscati c’è Bologna. Sono 38 ( 20 immobili e 18 aziende) le confische effettuate nel territorio bolognese. Terreni edificabili, garage, ma soprattutto appartamenti situati in provincia, a Pianoro e Gaggio Montano, ma anche in pieno centro.
Sotto le due Torri ci sono nove immobili e 13 aziende confiscate. Cinque appartamenti, un garage ed un locale generico di proprietà di Giovanni Costa, imprenditore siciliano giunto a Bologna nel 1993 e condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per riciclaggio aggravato. A Giovanni Costa, che è in attesa della sentenza di appello che potrebbe capovolgere la condanna in assoluzione poiché non sono del tutto accertati i collegamenti tra Costa e Cosa Nostra, sono stati confiscati cinque appartamenti, un garage ed un locale generico.
Un appartamento si trova in via Galliera, un altro in via Santa Margherita, quattro in via Antonio Aldini ed uno, ironia della sorte, nella Galleria Falcone e Borsellino. A due passi dalla Questura. Tutti i beni sequestrati a Costa sono ancora sotto la gestione dell’Agenzia Nazionale, rivela un dossier dell’associazione Rete No Name sui beni confiscati.
“Su tre di essi”, si legge nel dossier, “grava un’ipoteca, il che rende molto difficile, se non impossibile, il riutilizzo del bene, data l’insostenibilità economica dell’operazione. Le ipoteche sono a favore del Gruppo bancario San Paolo di Torino, della Cassa di risparmio di Fano e della società Gest Line Spa“. L’unico appartamento non appartenente a Giovanni Costa è anche il solo ad essere stato assegnato per riutilizzo sociale. Si tratta di un immobile confiscato Nunzio Valora e Viorica Bernaz ed oggi destinato al Ministero della Giustizia.
Delle 13 aziende confiscate a Bologna ben 11 sono di proprietà dello stesso Costa, una di Gerardo Cuomo (al quale sono stati confiscati i beni di Pianoro) e una di Rosario Giordano. Si tratta nella maggior parte dei casi di società a responsabilità limitata. C’è la Costa assicurazioni, la Costa immobiliare e la Costa costruzioni con sede nel bene di via Galliera. L’Immobiliare Sviluppo, con sede in via Massimo D’Azeglio e la Cofin spa di via Altabella.
La panoramica completa sui beni confiscati, ma anche sul racket e l’usura nel territorio emiliano-bolognese sarà fornita nell’incontro conclusivo della giornata del 21 marzo organizzata a Bologna da Libera, Avviso Pubblico, Arci, Rete No Name ed altre realtà antimafia del territorio. Alle 21 a Vicolo Bolognetti, alla presenza del Procuratore capo Roberto Alfonso, Bianca La Rocca di Sos impresa e Antonio Martelli della Regione Emilia Romagna, saranno resi noti i dossier elaborati da No Name e Libera su beni confiscati e racket. Le iniziative per il 21 marzo, giornata nazionale della memoria e dell’impegno nel ricordo delle vittime delle mafie, erano iniziate già in mattinata con un corteo organizzato tra le strade del centro.
“Pronunciare i nomi delle oltre 800 vittime della mafia, in piazza qui a Bologna, è un evento importantissimo per la città e per la lotta alle mafie”. Sono le parole con cui Antonio Monachetti, responsabile di Libera Bologna, l’associazione antimafia creata da don Luigi Ciotti, ha concluso la prima parte della giornata Civica Libera, oggi, organizzata nel Giorno della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Sono state un centinaio le persone, soprattutto studenti degli istituti superiori bolognesi, che hanno partecipato al corteo, partito da piazza Verdi e conclusosi in piazza del Nettuno. Cento passi separavano Peppino Impastato, giornalista ucciso da Cosa Nostra, dal boss di Cinisi Tano Badalamenti. Per più di cento passi, invece, hanno sfilato in corteo ragazzi delle scuole, ex partigiani dell’Anpi, membri dei sindacati e della società civile. In piazza del Nettuno gli studenti hanno pronunciato i nomi delle vittime della mafia, e lanciato il loro appello affinché la si combatta, e non la si faccia entrare nel tessuto sociale ed economico bolognese. “La mafia è omertà, è il silenzio che ci circonda ed è fondata sull’opportunismo”, afferma dal palco uno studente del liceo Copernico, “e il nostro compito è abbattere questa piramide di corruzione”.
“La mafia a Bologna c’è, e non è neanche tanto invisibile”, ha dichiarato Daniele Borghi, responsabile regionale di Libera. “Si pensi ai mercati della prostituzione, della droga e alle infiltrazioni nel mondo dell’edilizia”. “E’ la prima volta che Bologna ha organizzato un evento per il 21 marzo, continua Antonio Monachetti tra bandiere di Libera e banchetti con i prodotti dei campi di lavoro creati nei beni confiscati, “e lo abbiamo fatto collaborando con le scuole, perché il nostro compito è educare all’antimafia”. Sensibilizzare l’opinione pubblica, “far capire che le mafie non sono solo al Sud e che l’Emilia Romagna non è un’isola felice” è anche l’obiettivo della Rete No Name. “Ci aspettavamo una presenza maggiore da parte della società civile”, ha affermato Giulia di Girolamo, ma siamo soddisfatti della presenza di così tanti ragazzi”.
Gerardo Adinolfi
Mafie
I clan all’assalto dell’Emilia
107 i beni confiscati alla grande criminalità
Sequestri e segnalazioni di uomini delle cosche: così la regione è entrata nella graduatoria tra quelle a maggior rischio. Chi sono gli uomini dei clan e a cosa puntano. I risultati della magistratura
Tra le provincie con più beni confiscati c’è Bologna. Sono 38 ( 20 immobili e 18 aziende) le confische effettuate nel territorio bolognese. Terreni edificabili, garage, ma soprattutto appartamenti situati in provincia, a Pianoro e Gaggio Montano, ma anche in pieno centro.
Sotto le due Torri ci sono nove immobili e 13 aziende confiscate. Cinque appartamenti, un garage ed un locale generico di proprietà di Giovanni Costa, imprenditore siciliano giunto a Bologna nel 1993 e condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per riciclaggio aggravato. A Giovanni Costa, che è in attesa della sentenza di appello che potrebbe capovolgere la condanna in assoluzione poiché non sono del tutto accertati i collegamenti tra Costa e Cosa Nostra, sono stati confiscati cinque appartamenti, un garage ed un locale generico.
Un appartamento si trova in via Galliera, un altro in via Santa Margherita, quattro in via Antonio Aldini ed uno, ironia della sorte, nella Galleria Falcone e Borsellino. A due passi dalla Questura. Tutti i beni sequestrati a Costa sono ancora sotto la gestione dell’Agenzia Nazionale, rivela un dossier dell’associazione Rete No Name sui beni confiscati.
“Su tre di essi”, si legge nel dossier, “grava un’ipoteca, il che rende molto difficile, se non impossibile, il riutilizzo del bene, data l’insostenibilità economica dell’operazione. Le ipoteche sono a favore del Gruppo bancario San Paolo di Torino, della Cassa di risparmio di Fano e della società Gest Line Spa“. L’unico appartamento non appartenente a Giovanni Costa è anche il solo ad essere stato assegnato per riutilizzo sociale. Si tratta di un immobile confiscato Nunzio Valora e Viorica Bernaz ed oggi destinato al Ministero della Giustizia.
Delle 13 aziende confiscate a Bologna ben 11 sono di proprietà dello stesso Costa, una di Gerardo Cuomo (al quale sono stati confiscati i beni di Pianoro) e una di Rosario Giordano. Si tratta nella maggior parte dei casi di società a responsabilità limitata. C’è la Costa assicurazioni, la Costa immobiliare e la Costa costruzioni con sede nel bene di via Galliera. L’Immobiliare Sviluppo, con sede in via Massimo D’Azeglio e la Cofin spa di via Altabella.
La panoramica completa sui beni confiscati, ma anche sul racket e l’usura nel territorio emiliano-bolognese sarà fornita nell’incontro conclusivo della giornata del 21 marzo organizzata a Bologna da Libera, Avviso Pubblico, Arci, Rete No Name ed altre realtà antimafia del territorio. Alle 21 a Vicolo Bolognetti, alla presenza del Procuratore capo Roberto Alfonso, Bianca La Rocca di Sos impresa e Antonio Martelli della Regione Emilia Romagna, saranno resi noti i dossier elaborati da No Name e Libera su beni confiscati e racket. Le iniziative per il 21 marzo, giornata nazionale della memoria e dell’impegno nel ricordo delle vittime delle mafie, erano iniziate già in mattinata con un corteo organizzato tra le strade del centro.
“Pronunciare i nomi delle oltre 800 vittime della mafia, in piazza qui a Bologna, è un evento importantissimo per la città e per la lotta alle mafie”. Sono le parole con cui Antonio Monachetti, responsabile di Libera Bologna, l’associazione antimafia creata da don Luigi Ciotti, ha concluso la prima parte della giornata Civica Libera, oggi, organizzata nel Giorno della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Sono state un centinaio le persone, soprattutto studenti degli istituti superiori bolognesi, che hanno partecipato al corteo, partito da piazza Verdi e conclusosi in piazza del Nettuno. Cento passi separavano Peppino Impastato, giornalista ucciso da Cosa Nostra, dal boss di Cinisi Tano Badalamenti. Per più di cento passi, invece, hanno sfilato in corteo ragazzi delle scuole, ex partigiani dell’Anpi, membri dei sindacati e della società civile. In piazza del Nettuno gli studenti hanno pronunciato i nomi delle vittime della mafia, e lanciato il loro appello affinché la si combatta, e non la si faccia entrare nel tessuto sociale ed economico bolognese. “La mafia è omertà, è il silenzio che ci circonda ed è fondata sull’opportunismo”, afferma dal palco uno studente del liceo Copernico, “e il nostro compito è abbattere questa piramide di corruzione”.
“La mafia a Bologna c’è, e non è neanche tanto invisibile”, ha dichiarato Daniele Borghi, responsabile regionale di Libera. “Si pensi ai mercati della prostituzione, della droga e alle infiltrazioni nel mondo dell’edilizia”. “E’ la prima volta che Bologna ha organizzato un evento per il 21 marzo, continua Antonio Monachetti tra bandiere di Libera e banchetti con i prodotti dei campi di lavoro creati nei beni confiscati, “e lo abbiamo fatto collaborando con le scuole, perché il nostro compito è educare all’antimafia”. Sensibilizzare l’opinione pubblica, “far capire che le mafie non sono solo al Sud e che l’Emilia Romagna non è un’isola felice” è anche l’obiettivo della Rete No Name. “Ci aspettavamo una presenza maggiore da parte della società civile”, ha affermato Giulia di Girolamo, ma siamo soddisfatti della presenza di così tanti ragazzi”.
Gerardo Adinolfi
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.