Dopo quello di cui la Nato si è resa responsabile in Afghanistan, non possiamo certo sentirci tranquilli”. Sono le parole del dottor Giulio Cristoffanini, co-fondatore di Emergency, in piazza oggi a Milano per dire no all’intervento militare in Libia. “Dopo aver bombardato la città di Marja, nella provincia di Helmand – spiega Cristoffanini – il comando Nato ha di fatto impedito la creazione di un cordone umanitario”. Oltre all’associazione fondata da Gino Strada, in piazza c’erano anche Rifondazione, Partito Comunista dei lavoratori, Sel, Sinistra critica, Arci e Donne in nero. Nella centralissima piazza San Babila si è parlato di “intervento imperialista”, mosso da interessi che nulla hanno a che vedere con l’intento umanitario dichiarato anche dal governo italiano. “Un’operazione che non pensa alle persone, ma a ciò che c’è sotto terra”, questa l’opinione di Basilio Rizzo, consigliere comunale della Lista Fo a Milano. Tra cartelli e volantini, anche alcuni studenti: “L’Italia ha un rapporto malato con i suoi partner stranieri – dice Dario – oggi siamo amici dell’uno, domani ci si riallinea con quell’altro. Ma è solo una questione di interessi”. di Franz Baraggino