Entrando negli uffici dell’editrice Iperborea, in un bel quartiere centrale di Milano, ad accoglierti c’è Emilia Lodigiani. E con lei, casualmente ma in maniera del tutto naturale, si inizia a parlare di eleganza. Eppure, a pensarci bene, l’argomento non è affatto peregrino. Elegante è lei, col suo portamento. Eleganti sono gli arredi nordeuropei, belli per sottrazione. Elegantissimi, soprattutto, i veri padroni di casa: i libri. Col loro formato un po’ retrò, stretto e lungo. E con le copertine pastello, garbatamente zigrinate. Dove sono impressi i nomi degli autori, spesso impronunciabili, eppure fascinosi nel siderale immaginario nordico. Iperborea è infatti la casa editrice della letteratura scandinava e del Nord Europa. La passione della signora Emilia. La quale, se proprio uno volesse attenersi a titoli e blasoni, è insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella Polare: il più alto riconoscimento per uno straniero attribuito dal Parlamento svedese e dal Re di Svezia. Tanto basti per far capire quanto sia apprezzato il suo lavoro. Ben prima di trilogie best-seller o la “moda” dei gialli scandinavi degli ultimi anni. L’editrice nasce nel 1987, con l’intento di far respirare all’Italia una certa aria d’Europa che spira dal nord: un’aria sana, pregna di un radicato senso etico, con alla spalle una forte società civile.

Perciò una letteratura capace di parlare di cose serie con leggerezza e senza supponenza, con ironia e mai volgare. È questa la storia di Emilia: la volontà di fare i libri che le piacciono, senza compromessi se non quelli dettati dalla sua passione. Non a caso, i suoi titoli sono long-seller. Non come la maggior parte dei romanzi che arrivano sugli scaffali, li si vedono per qualche mese, e poi spariscono da librerie e memoria. I suoi libri rimangono. E lo dimostrano i dati: alla decina di novità all’anno (ma per quello in corso ne sono previste quindici), si aggiungono ben 20 titoli ristampati. Prendiamo il caso di Arto Paasilinna, finlandese dalla penna felice: era il 1994 quando apparve il suo primo titolo, L’anno della lepre, che vendette quell’anno 5000 copie. Ancora oggi quel libro ne vende circa 6000 l’anno, per oltre 100.000 in totale. Cifre affatto banali. Altro grande successo, La vera storia del pirata Long John Silver dello svedese Björn Larsson, altro marchio di qualità dell’editore. Uscì nel ’98, con notevole successo, e ancora oggi continua a vender bene. All’epoca, involontario testimonial fu l’allora primo ministro Massimo D’Alema. C’era un congresso dei Socialisti Europei. Un giornalista gli chiese se parlavano soltanto di politica. Rispose di no: con Jospin, Blair, parlavano anche d’altro, per esempio di libri. Quali? “Bè, per esempio il libro di Larsson, che consiglio a tutti”.

Ripreso dai giornali, fu così che, per qualche mese, nelle librerie si potevano ascoltare i clienti chiedere: “Mi dà il libro che piace a D’Alema?”. Invece fra le novità che saranno presto in libreria, un altro autore simbolo di Iperborea, l’olandese Cees Nooteboom, antologizzato dal filosofo Rüdiger Safranski in Avevo mille vite e ne ho preso una sola – proprio Nooteboom sarà l’ospite d’onore del Festival “Dedica”, a Pordenone dal 12 al 26 marzo. Altra titolo davvero interessante, l’islandese Jón Kalman Stefánsson con Paradiso e inferno: la storia di un viaggio e di un libro, restituiti con una scrittura poetica e incantevole. Infine per maggio è previsto “il” giallo Iperborea, ovvero l’ideale della signora Emilia – lo dice con cognizione, visto che ha tenuto sul suo comodino, per oltre un anno, i romanzi di Stieg Larsson senza pubblicarli. Si chiama Morte apparente, ed è l’esordio del giovane norvegese Thomas Enger. Un miracolo, ha gridato la stampa scandinava. Primo di una serie di sei romanzi (tutti già comprati, a scatola chiusa, dal suo editore norvegese), ha venduto i diritti in mezzo mondo e promette davvero di essere una sorpresa – nonché un grande successo, di scrittura e di cassa. Del resto, non sarebbe una novità: la signora Emilia ormai ci ha abituati.

Il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2011

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