Mentre si avvicina l'inizio del processo in cui il premier è imputato per concussione e prostituzione minorile, l'agente dei vip rilancia la sua difesa mediatica: "Il Cavaliere legato da due anni con una laureanda. Ad Arcore nessun festino"
Subito era partito il toto-fidanzata. Tra le prime indiziate Roberta Bonasia, 26 anni, miss Torino 2010. Il suo nome compare negli atti dell’inchiesta con cui la procura di Milano ha ottenuto il rinvio a giudizio di Berlusconi per prostituzione minorile e concussione. In una telefonata intercettata Mora ed Emilio Fede parlano preoccupati proprio di lei: “Roberta Bonasia ha preso possesso di tutto. Pretende tutto. Lui è preso…”. Tra le papabili anche Francesca Pascale, 25 anni, ex modella, animatrice dei club “Silvio ci manchi” e consigliere provinciale a Napoli. Lei non aveva negato la relazione: “Io la fidanzata? Parli prima Silvio”. E poi Nicole Minetti, indagata con Fede e Mora per favoreggiamento e induzione alla prostituzione. L’ex igienista dentale approdata al Consiglio regionale della Lombardia con i pm aveva ammesso di avere avuto una “relazione affettiva” con il premier e di avere fatto sesso con lui.
E ora Mora torna a parlare della relazione del presidente del Consiglio. Nuova operazione mediatica mentre la prima udienza del processo (6 aprile) si avvicina. L’agente dei vip nega l’esistenza dei festini hard a Villa San Martino. “Anche perché Berlusconi ha una compagna da due anni”. La ragazza di 28 anni, appunto, “presente a tutte le cene”. Nell’intervista sul numero di Oggi in edicola domani, Mora si chiede: “E’ possibile che una fidanzata permetta al proprio uomo di lasciarsi andare con altre donne? Rassegnatevi: da due anni, nel cuore di Berlusconi c’è posto soltanto per una donna”. Aggiunge poi: “Io la conosco. Una bella ragazza, molto intelligente, e si sta laureando. Credo abbia 28 anni. Preciso che non è napoletana”.
Mora parla anche del mega-prestito da 3 milioni di euro ricevuto dal premier. Una sera a cena Berlusconi lo vide preoccupato, racconta. “Chiese cosa non andasse, anche se poi mi confessò di aver letto delle mie difficoltà sui giornali. Inizialmente non volevo parlargliene per non stressarlo coi miei problemi, lui invece mi diede appuntamento al mattino seguente, così gli spiegai la situazione e mi fece ottenere la prima tranche di un milione e mezzo di euro. Ma non bastarono e così dopo qualche mese, chiesi altri soldi e mi versò una cifra identica alla prima. Certo, abbiamo anche sottoscritto un documento dal notaio e ho dato in garanzia alcuni miei immobili, ma quello che conta è che c’era quando ne avevo bisogno”.