Anche la regione del presidente Vasc0 Errani ha dato l’adesione a collaborare al piano d’emergenza del Governo, che prevede di accogliere fino a 50 mila profughi distribuiti su tutto il territorio nazionale. “Il criterio di distribuzione”, ha spiegato il ministro Roberto Maroni al termine del vertice con la Conferenza delle Regioni, l’Anci e l’Upi, “sarà quello del numero degli abitanti delle Regioni, con criteri correttivi”.
Non ci sono ancora numeri ufficiali, in quanto il piano sarà presentato nei prossimi giorni, ma, come anticipato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il criterio scelto sarà 1000 profughi per milioni di abitante. Per l’Emilia Romagna, che ha una popolazione di 4.417.113 abitanti, i richiedenti asilo varieranno tra i 3500 e i 4000 distribuiti in tutte le province emiliano-romagnole.
“Parliamo di profughi e non di clandestini”, ha sottolineato l’assessore alla protezione civile Paola Gazzolo, aggiungendo che “all’Emilia Romagna, già sede di due Cie, non verrà richiesto nessun ulteriore impegno per quanto riguarda gli arrivi dalla Tunisia ed altri paesi”. “Quando ci sarò presentato il piano”, ha affermato il presidente Errani, “opereremo con una collaborazione interistituzionale per gestire questa fase molto complessa”. Il piano, ha spiegato il ministro Maroni, “prevede un impegno finanziario. Sarà rinforzato prima di tutto il Sprar (il Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati) che permetterà di raccogliere circa un decimo del totale dei profughi libici”.
L’Emilia Romagna è l’unica Regione ad avere progetti per rifugiati in ogni provincia, finanziate con il Fondo Nazionale Politiche e Servizi d’Asilo dal ministero dell’Interno. 51 posti a Bologna, 50 a Modena, 27 a Fidenza, 45 a Ravenna. Dal 2011 e fino al 2013 saranno 284 i posti disponibili per i richiedenti asilo, a fronte di una richiesta molto più ampia. La popolazione rifugiata in regione è di circa 4500 persone.
In caso di esodo libico a questa cifra si aggiungerebbero, dunque, altri 4000 richiedenti asilo. Un numero troppo elevato per i responsabili dei centri per rifugiati della regione, nonostante le promesse di finanziamento di Maroni. “C’è differenza tra stanziare dei fondi e poi averli effettivamente”, afferma Carla Soprani, del Comitato cittadino antidroga di Ravenna che gestisce una centro di accoglienza di bassa soglia 21 posti. “La preoccupazione”, continua, “è che i richiedenti asilo non trovino sistemazioni adeguate e siano costretti a dormire in tende o per strada”.
“Nella struttura che gestiamo a Parma”, spiega Emilio Rossi del Ciac, “ci sono 26 posti per 400 richieste. Sono anni che chiediamo finanziamenti per aumentare i servizi, perché non bastano”. Neanche a livello nazionale.
Ravenna , invece, spiega che “oltre non possiamo andare”. Lo sostengono il sindaco Fabrizio Matteucci e l’assessore all’Immigrazione Ilario Farabegoli.
“Bossi – dicono i due con una nota – domenica ha dichiarato: “La sinistra vuole i profughi perché vuole il loro voto. Questo governo non ha titoli per fare un appello alla solidarietà nazionale. A Ravenna non si contano le prese di posizione pubbliche del Pdl e della Lega contro l’Amministrazione comunale di centrosinistra che ospitava i profughi e i richiedenti asilo. Noi abbiamo fatto, facciamo e faremo la nostra parte. Quando tutti i capoluoghi di provincia avranno fatto lo stesso, ne riparleremo. Dopo, non prima”.
Gerardo Adinolfi