Una – rispettosa – lettera di dissenso a Giulietto Chiesa e altri compagni di viaggio. Sulla guerra in Libia.
Io non ho conosciuto né Hitler né Mussolini,
ma sento che Gheddafi somiglia a quegli assassini.
Per l’alterigia fascista, lo stile, la celebrazione
paranoica di se stesso, per l’astio, per l’ossessione.
Per il plagio dei moltissimi miserabili innamorati
che agitano i suoi ritratti vestiti da soldati.
Per le minacce agli insorti di riprendere Bengasi
e di ammazzarli tutti, cercandoli casa per casa.
Per le camicie sgargianti, per la tenda da cialtrone,
per le arroganze da servo che è diventato padrone.
Per la malattia comune a molti liberatori
di ripetere in grottesco lo stile degli oppressori.
Per le minacce da mercante di schiavi africani
di muovere carne umana contro i porti italiani.
Per l’idea che ribadisce attraverso i propri figli
che di un intero paese sia padrona una famiglia.
Per il suo potere ottuso, arcaico, avaro,
legittimato dal petrolio, benedetto dal denaro.
E perché attacca gli insorti coi reparti militari,
Con i carri, l’aviazione, le colonne di mercenari.
Io non ho conosciuto nè Hitler né Mussolini
Ma Gheddafi ha lo stile e il passo degli assassini.
La rivolta in Nordafrica non ha un preciso confine:
Non ha limiti egiziani, né libici o tunisini.
Parole dimenticate sembrano parole nuove:
Libertà, Tirannia, ritornano da chissà dove.
È strana la coincidenza, ma sono gli stessi accenti
Di Libertà e di Morte del nostro Risorgimento.
E tra le molte assonanze, una di certo è sicura:
Gli insorti vanno a morire contro una dittatura.
Non intervenire in Libia perché è uno “stato sovrano”
È come ammazzare di nuovo i nostri partigiani.
Che di sicuro facevano il gioco degli americani
Quando insorgevano, antifascisti e repubblicani.
Dovevano gli alleati lasciar tranquilli i fascisti
Onde evitare di dare una mano ai comunisti?
Era meglio lasciar perdere l’intero fronte italiano
O vincere, con l’aiuto di Cosa Nostra e Luciano?
Che fastidio, le rivolte! Son così poco precise,
e non sai mai chi comanda, chi paga, chi le ha decise…
Allora, seguo l’istinto. Se vedo l’insurrezione
contro un tiranno, d’istinto, sto con la ribellione.
Se in dieci giorni si incendia quasi l’intera nazione,
d’istinto so che quel popolo fa una rivoluzione.
Se il dittatore risponde coi caccia e coi mercenari,
d’istinto chiedo rimedi equivalenti e contrari.
Se il dittatore vocifera di crociati e di martirio,
D’istinto soffro con chi subisce questo delirio.
E per istinto dico che Gheddafi è un assassino
E che somiglia a Hitler, e somiglia a Mussolini.
E’ vero che le Potenze attivano strategie
Per disegnare nel mondo sanguinose geometrie.
Ma suggerisco l’ipotesi che le Rivoluzioni
Chiedano ragionamenti, ma soprattutto passione.
Quindi, massimo rispetto per Strada e Chiesa,
ma sento da quei deserti vibrare la Marsigliese.
E massimo rispetto per Fini e Zanotelli
Ma sbocciano primavere. E questa è una di quelle.
E ribadendo disprezzo per il ciarpame latino
e l’identico ciarpame dell’orgoglio beduino,
ripeto che non ho visto né Hitler né Mussolini,
ma che Gheddafi ha lo stile e il passo degli assassini.
Mondo - 23 Marzo 2011
Gheddafi ha lo stile e il passo degli assassini
Crisi libica, Ue sempre più spaccata. Il Servizio
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