Il sindaco di Pollica Angelo Vassallo venne ucciso con sette colpi di pistola nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorso. Pochi mesi prima di morire aveva ripetutamente denunciato le irregolarità nell’appalto per la realizzazione della strada provinciale 108, che avrebbe dovuto collegare Casalvelino con la frazione di Celso, nel suo comune. Stamane all’alba il Nucleo Tributario della Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito sei ordinanze di arresti domiciliari nei confronti di tre dirigenti e funzionari dell’amministrazione provinciale di Salerno, responsabili a vario titolo dell’appalto di questa strada, e di tre imprenditori, tra cui l’aggiudicatario dei lavori e il subappaltatore. “Non nego che abbiamo indagato su queste denunce di Vassallo come possibili causali del delitto – ha dichiarato in conferenza stampa il procuratore capo di Salerno, Franco Roberti – ma è bene chiarire subito che finora non è emerso alcun collegamento tra l’inchiesta culminata negli arresti e l’omicidio del sindaco. Si tratta comunque di una vicenda di notevolissima gravità”.
Descritta nella cinquantina di pagine dell’ordinanza del Gip Emiliana Ascoli, che ha parzialmente accolto le richieste del pm Antonio Cantarella (la Procura voleva il carcere per gli indagati), la vicenda scoperchiata dagli inquirenti riguarda un gigantesco imbroglio di lavori assegnati ma non eseguiti, e rimasti solo sulla carta. Ma il denaro girava lo stesso. Le ditte incassavano, grazie a una serie di fatture false. Anche se la strada non veniva costruita e restava poco più di una mulattiera.
La Provincia avrebbe erogato alle imprese, grazie alla complicità del dirigente e dei funzionari arrestati, circa 615.000 euro, pari ad oltre il 90% dell’appalto. I lavori realizzati davvero, però, consistevano in “pochissime e parziali opere di sbancamento”, quantificabili al massimo in 150.000 euro. Il resto? Pura cresta. Ma quando gli indagati hanno tentato di appropriarsi di ulteriori 76.000 euro del terzo stato di avanzamento dei lavori, si sono scontrati con gli esposti di Vassallo. E con le conclusioni di una commissione consiliare d’inchiesta, presieduta dal Pdl Alfonso Senatore, istituita proprio per fare luce sulle presunte irregolarità di alcuni appalti della Provincia di Salerno.
Una storiaccia. Fatta di controlli inesistenti. Di denaro pubblico sprecato. Di atti pubblici che invece di essere custoditi negli uffici dell’amministrazione provinciale sono stati rinvenuti in altri luoghi durante le perquisizioni. E di soldi, tanti soldi, ritrovati nei conti correnti e nei patrimoni degli indagati. La Procura ha fatto sequestrare 465.000 euro in contanti tra tutti gli arrestati. Uno dei quali, il direttore dei lavori, aveva la disponibilità, anche tramite la sua famiglia, di un piccolo tesoro: due appartamenti, una villa, due terreni, due auto lussuose, molto denaro sparpagliato su venti tra conti correnti, libretti di deposito, deposito titoli. Gli inquirenti sono convinti che ci sia un’evidente sproporzione tra il reddito dichiarato e i beni accumulati. E hanno sequestrato tutto, in vista di un’eventuale confisca, che verrà ordinata in caso di condanna definitiva.
Intanto sono sempre in corso le indagini sull’omicidio di Vassallo. Nei giorni scorsi, il nucleo sommozzatori dei Carabinieri ha condotto delle ricerche nel tratto di mare di San Nicola, davanti il comune di Montecorice. I carabinieri si sarebbero immersi per cercare l’arma utilizzata per l’agguato al sindaco-pescatore, una pistola calibro 9. Da quando è partita l’inchiesta, nessuna pista è stata trascurata per l’omicidio. Da quella sul traffico di droga, a quella proprio sulle speculazioni edilizie in Cilento, che il primo cittadino eletto in una lista di centrosinistra osteggiava. L’omicidio è avvenuto nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorso. Vassallo stava facendo ritorno a casa con la propria auto, una Audi station wagon, percorrendo una strada fatta di diversi tornanti e isolata. L’auto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, fu bloccata da un’altra vettura che procedeva in direzione inversa e in senso vietato. I killer erano probabilmente due e si sarebbero avvicinati al finestrino del guidatore sparando in rapida successione. Vassallo è stato centrato alla testa, al cuore e alla gola.
Presadiretta su Rai3 condotto da Riccardo Iacona, si era occupato recentemente dell’inchiesta sull’omicidio Vassallo