Certa gente sa vendere, certi altri si sanno vendere, altri ancora sanno fare a meraviglia tutte e due le cose. Alfredo Cazzola fa parte di questa terza categoria.
Il nuovo Amministratore Delegato del Bologna FC, che dovrebbe salire in plancia di comando il prossimo 7 aprile, ora finge di voler tenere un profilo basso. Proprio lui, che non ci riuscirebbe neanche se si impegnasse, ora dice di essere contento di essere al centro di un gruppo di “imprenditori affiatati”. Per forza di cose, visto che il patto di sindacato (sottoscritto da tutti, ma non da Massimo Zanetti e Giorgio Bernini, detentori in totale di circa un terzo delle azioni) prevede che nessuno possa salire oltre il 50%, almeno per ora. In fondo, Cazzola non avrebbe nessun motivo per spostare indietro il calendario di tre anni. Perché, se lo facesse, magari a qualche tifoso potrebbe tornare in mente la sua fuga precipitosa del dopo-promozione, e non solo la risalita in Serie A.
In quell’estate 2008 il Presidente fece le valige, e non ne volle sapere di aspettare un compratore: mollò, e qualcuno – per fortuna del Bologna – fu costretto a raccogliere. In quel caso i soci di minoranza (avevano un 20%) erano i Menarini, famiglia proprietaria di Cogei Costruzioni. Erano in affari con l’ex Mister Motor Show per un solo, chiarissimo, obiettivo: essere al posto giusto quando l’Amministrazione comunale di Bologna avesse dato il via libera alla costruzione nuovo stadio. E il compagno Cazzola ci provò anche, ad unire l’utile al dilettevole, presentando il progetto “Romilia”, dove – tangenzialmente – rientrava anche lo stadio nuovo: per il resto erano case, parco divertimenti e nuovi spazi che, a voler pensar male, sembravano pensati su misura per il Motor Show. Poi non se ne fece nulla, fra grandi sospiri di sollievo dei veri tifosi e dei residenti della zona di campagna che avrebbe dovuto ospitare il complesso e altrettanto alti strali di chi gridava alla “città ingessata e corporativa”.
Fatto sta che Cazzola si fece due conti in tasca, valutò che i suoi progetti economici non riuscivano a sposarsi con quelli sportivi, e preferì lasciare la società senza guida piuttosto che affrontare le spese altissime di un anno in Serie A con pochi ingressi da diritti tv. I Menarini, responsabilmente, raccolsero la sua quota, svenandosi. Si ritrovarono, senza saper nulla di calcio, a sperare che ci fosse il benestare per il nuovo stadio, sotto qualunque forma e in qualunque zona della città. Si incontrarono anche con l’allora sindaco Sergio Cofferati, che però non aveva alcuna intenzione di prendersi una tale responsabilità in chiusura di mandato. Dopo Cofferati arrivò Flavio Delbono, e sappiamo come andò. Quindi, nessun interlocutore dall’altro lato, e due anni vissuti pericolosamente, con una squadra inadatta alla Serie A, ma costosissima.
Eh sì, perché Cazzola, al terzo anno di gestione, non aveva badato a spese per tornare nella massima categoria. E così aveva imbottito la squadra di giocatori di livello sufficiente per la Serie B, ma completamente inadatti alla A, pagandoli tantissimo. È stato l’Eldorado per chi è riuscito a firmare per il Bologna, in quel periodo. Tanto che alcuni giocatori sono rimasti, a dispetto dei santi, a Casteldebole anche senza mai vedere il Dall’Ara, per qualche stagione ancora.
Ora Alfredo Cazzola rientra da eroe, da salvatore. Con 5 milioni appena, si fa per dire, farà “una gran figura”, come si dice da queste parti. Ma i primi due anni di Serie A, con un costo di gestione attorno ai 50 milioni l’anno, se li sono dovuti fare i Menarini. E senza vedere traccia dello stadio nuovo. E senza sconti sul vecchio, cosa che invece è stata concessa quest’anno dal Commissario Cancellieri alla Società (perché mai?). E dovendo sfoltire una rosa di trenta giocatori.
Stavolta Alfredo dice di farlo “per amore” e “spinto dagli amici”. I tifosi probabilmente non hanno nemmeno il tempo di augurarselo. Cazzola, che ha legato le sue vicende all’imprevedibilità della palla a spicchi (ai tempi della Virtus Pallacanestro), al moto delle ruote che girano (Motor Show) e alle bizze del pallone da calcio conosce bene l’effetto ipnotico della palla che gira. Nessuno, tempo qualche partita, si ricorderà più nulla. Almeno fino alla prossima crisi.
Insomma, bentornato Alfredo Cazzola.
Alessandro Marchi
Emilia Romagna
Cazzola, da traditore a eroe
I misteri del Bologna calcio
Il nuovo Amministratore Delegato del Bologna FC, che dovrebbe salire in plancia di comando il prossimo 7 aprile, ora finge di voler tenere un profilo basso. Proprio lui, che non ci riuscirebbe neanche se si impegnasse, ora dice di essere contento di essere al centro di un gruppo di “imprenditori affiatati”. Per forza di cose, visto che il patto di sindacato (sottoscritto da tutti, ma non da Massimo Zanetti e Giorgio Bernini, detentori in totale di circa un terzo delle azioni) prevede che nessuno possa salire oltre il 50%, almeno per ora. In fondo, Cazzola non avrebbe nessun motivo per spostare indietro il calendario di tre anni. Perché, se lo facesse, magari a qualche tifoso potrebbe tornare in mente la sua fuga precipitosa del dopo-promozione, e non solo la risalita in Serie A.
In quell’estate 2008 il Presidente fece le valige, e non ne volle sapere di aspettare un compratore: mollò, e qualcuno – per fortuna del Bologna – fu costretto a raccogliere. In quel caso i soci di minoranza (avevano un 20%) erano i Menarini, famiglia proprietaria di Cogei Costruzioni. Erano in affari con l’ex Mister Motor Show per un solo, chiarissimo, obiettivo: essere al posto giusto quando l’Amministrazione comunale di Bologna avesse dato il via libera alla costruzione nuovo stadio. E il compagno Cazzola ci provò anche, ad unire l’utile al dilettevole, presentando il progetto “Romilia”, dove – tangenzialmente – rientrava anche lo stadio nuovo: per il resto erano case, parco divertimenti e nuovi spazi che, a voler pensar male, sembravano pensati su misura per il Motor Show. Poi non se ne fece nulla, fra grandi sospiri di sollievo dei veri tifosi e dei residenti della zona di campagna che avrebbe dovuto ospitare il complesso e altrettanto alti strali di chi gridava alla “città ingessata e corporativa”.
Fatto sta che Cazzola si fece due conti in tasca, valutò che i suoi progetti economici non riuscivano a sposarsi con quelli sportivi, e preferì lasciare la società senza guida piuttosto che affrontare le spese altissime di un anno in Serie A con pochi ingressi da diritti tv. I Menarini, responsabilmente, raccolsero la sua quota, svenandosi. Si ritrovarono, senza saper nulla di calcio, a sperare che ci fosse il benestare per il nuovo stadio, sotto qualunque forma e in qualunque zona della città. Si incontrarono anche con l’allora sindaco Sergio Cofferati, che però non aveva alcuna intenzione di prendersi una tale responsabilità in chiusura di mandato. Dopo Cofferati arrivò Flavio Delbono, e sappiamo come andò. Quindi, nessun interlocutore dall’altro lato, e due anni vissuti pericolosamente, con una squadra inadatta alla Serie A, ma costosissima.
Eh sì, perché Cazzola, al terzo anno di gestione, non aveva badato a spese per tornare nella massima categoria. E così aveva imbottito la squadra di giocatori di livello sufficiente per la Serie B, ma completamente inadatti alla A, pagandoli tantissimo. È stato l’Eldorado per chi è riuscito a firmare per il Bologna, in quel periodo. Tanto che alcuni giocatori sono rimasti, a dispetto dei santi, a Casteldebole anche senza mai vedere il Dall’Ara, per qualche stagione ancora.
Ora Alfredo Cazzola rientra da eroe, da salvatore. Con 5 milioni appena, si fa per dire, farà “una gran figura”, come si dice da queste parti. Ma i primi due anni di Serie A, con un costo di gestione attorno ai 50 milioni l’anno, se li sono dovuti fare i Menarini. E senza vedere traccia dello stadio nuovo. E senza sconti sul vecchio, cosa che invece è stata concessa quest’anno dal Commissario Cancellieri alla Società (perché mai?). E dovendo sfoltire una rosa di trenta giocatori.
Stavolta Alfredo dice di farlo “per amore” e “spinto dagli amici”. I tifosi probabilmente non hanno nemmeno il tempo di augurarselo. Cazzola, che ha legato le sue vicende all’imprevedibilità della palla a spicchi (ai tempi della Virtus Pallacanestro), al moto delle ruote che girano (Motor Show) e alle bizze del pallone da calcio conosce bene l’effetto ipnotico della palla che gira. Nessuno, tempo qualche partita, si ricorderà più nulla. Almeno fino alla prossima crisi.
Insomma, bentornato Alfredo Cazzola.
Alessandro Marchi
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Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.
(Adnkronos) - Gli attacchi - ordinati secondo quanto riferito dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump - hanno colpito radar, difese aeree e sistemi missilistici e di droni. Secondo il Times, l'obiettivo è riaprire le rotte di navigazione nel Mar Rosso che sono state minacciate dagli attacchi degli Houthi alle navi israeliane.