L'ipotesi viene avanzata da un report dell'agenzia Reuters. Una decina di pagine in cui si parla di 'rock star appeal' di Marchionne e si paragona il manager del Lingotto all’Elvis Presley del settore auto
E la smentita è arrivata puntuale anche oggi per bocca di un portavoce della Fiat: “Nulla è cambiato rispetto alle notizie che erano apparse all’inizio di febbraio e che erano state commentate e precisate dall’amministratore delegato Sergio Marchionne in occasione dell’audizione parlamentare del 15 febbraio scorso”. In realtà più che una smentita, quello del Lingotto sembra un tentativvo di guadagnare tempo: “Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sarà nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento la società americana non è quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entità legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porrà evidentemente un problema di governance“, diceva l’ad del Lingotto che precisava ancora: “La scelta sulla sede legale non è ancora stata presa. Sarà condizionata da alcuni elementi di fondo. Il primo è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia”.
Nel report della Reuters, lungo una decina di pagine con numerose fotografie dei vertici Fiat, si parla di ‘rock star appeal’ di Marchionne al Salone di Ginevra e si paragona il manager del Lingotto all’Elvis Presley del settore auto. Si tratta di un’ampia analisi di tutti i principali fatti dei primi mesi del 2011. Secondo la Reuters, Marchionne pensa di mantenere a Torino il centro da cui gestire le operazioni europee e di creare un hub in Asia. La sede legale del quartier generale cadrebbe sul Paese dove il regime di tassazione è più conveniente e quindi sugli Stati Uniti.
Il documento contiene anche notizie sulla possibilità di quotare in borsa la Ferrari. Secondo Marchionne la casa di Maranello varrebbe circa 5 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece i rapporti con Chrysler, la Reuters ricorda che Marchionne ha definito ‘Christmas wishes’ i suoi obiettivi di aumentare la quota Fiat in Chrysler al 51 per cento entro quest’anno e di portare la società Usa sul mercato. Prima la casa di Detroit dovrà ripagare i suoi prestiti ai governi degli Stati Uniti e del Canada. Un pacchetto di rifinanziamento è attualmente all’esame del consiglio di amministrazione di Chrysler, mentre la società è ancora in trattativa con il Dipartimento dell’Energia degli Usa per ottenere tassi più favorevoli. Finché non avra la maggioranza di Chrysler Marchionne non investirà nella società Usa soldi Fiat.
Reuters ricorda che l’obiettivo delle due società è di vendere 6,6 milioni di veicoli nel 2014 dopo l’integrazione. L’Ad del Lingotto viene definito “un uomo solo” nel gruppo dove può contare esclusivamente sull’appoggio di Elkann. Infine, per quanto riguarda la sua successione, si ricorda che nella conference call di gennaio, il manager Fiat ha detto: “Ho intenzione di restare qui finché non avremo fatto tutto”.