"Il vero artista è sempre in fuga da ogni conformismo e omologazione", dice il Blasco presentando "Vivere o niente". Nella video-intervista parla del suo shock quando ha scoperto che su YouTube non è solo osannato, ma anche odiato: "E' giusto che la rete sia libera. Ma ora non leggo più i commenti su di me". Poi rivolge un saluto al Fatto Quotidiano. A modo suo
“Si tratta di piccoli poetici consigli per prendere le cose nel verso giusto” spiega Vasco al Fatto Quotidiano: “Prendi la strada che istintivamente ti viene da prendere, ma ricordati di un sacco di cose. Non ti devi distrarre, non lamentarti, non lasciare che siano altri a scegliere per te”. Un’iniezione di fiducia, che arriva da chi, solo tre anni fa, nell’album Il Mondo che Vorrei, cantava “qui si può solo piangere”: “I giovani – continua Vasco – oggi hanno il problema del lavoro, cui va aggiunta una crisi economica incredibile. Ma tutte le generazioni hanno avuto dei problemi. I ragazzi, con la loro spinta e la loro forza, riusciranno a risolverli come sempre. E la maggior parte di loro se la caverà”.
Nell’immagine di copertina del cd Vasco è raffigurato in auto, al posto di guida, mentre guarda indietro con sospetto, quasi preoccupato. “Sono sempre un po’ teso – scherza – perché vivo in clandestinità”. Vasco spiega che questa immagine rappresenta, più in generale, la condizione dell’artista. “Sempre in fuga. Dal conservatorismo, dall’omologazione. Per essere libero, indipendente, sincero e onesto un artista deve vivere in questa condizione”, dice.
Il biglietto da visita del nuovo corso è anche in queste parole, che suonano come un monito, in un periodo in cui la censura non fa più notizia e i casi di autocensura (anche nel mondo della musica, oltre che in tv) sono sempre più la regola. La “clandestinità” di cui parla il rocker è quella alla quale Vasco si richiama da sempre. Oggi, con la canzone “Manifesto futurista della nuova umanità”, va oltre e si spinge a riflettere sul senso della vita. “Sarà difficile – canta con una vena di ironia – non fare degli errori senza l’aiuto di potenze superiori”. A quali potenze fa riferimento? “Questa canzone è un gioco ironico e parte da un concetto: la scienza ha preso il posto della religione, ma la scienza stessa ci dice che le verità sono tali fino a prova contraria”. In diverse occasioni il rocker di Zocca ha dichiarato che per lui “la vita è un caso, non un dono”. Stavolta lo chiarisce anche nella canzone: “In fondo la vita è solo una scusa. È lei da sola che ogni giorno si rinnova”. “È per questo – chiosa Vasco – che bisogna avere rispetto per se stessi”. Un punto di vista ripreso ne “L’Aquilone”, forse il pezzo più poetico dell’album, in cui canta: “Lo sai che si potrebbe fare senza anche di tutta questa scienza, che ci fa stare così bene. E chi la ferma più questa benedizione, questa rivoluzione”.
Insomma, il nuovo Blasco riflette in modo istintivo sul senso della vita. “Tutto nasce da un assunto elementare: io sono ancora qua”, dice citando la sua “Eh già”, il singolo che da un mese è il più programmato nelle radio italiane. “Pensavo di non vivere così a lungo, pensavo che sarei morto prima. Ero convinto di aver bruciato tutto. E forse questa convinzione di essere sempre “alla fine” è la ragione della spontaneità delle mie canzoni. Per questo, visto che sono arrivato a 59 anni, posso prendermi la soddisfazione di dire “io sono ancora qua. E non c’è niente da cambiare, niente che non va”.
Complessivamente, le dodici canzoni di “Vivere o niente” alternano momenti riflessivi e brani più leggeri, di puro divertimento, come “Non sei quella che eri”, dove se la prende con la quotidianità che finisce per rendere nevrotica la vita di coppia. “Ma – scherza Vasco in conferenza stampa – in realtà le donne, quando ti fanno pesare qualche piccola dimenticanza nella vita domestica, vogliono comunicare uno stato d’animo”. I fan storici sono accontentati da due canzoni, la numero 12 “Maledetta ragione” e la ghost track, “Mary Louise”, che nelle loro versioni anni ’80 sono custodite gelosamente dai collezionisti. Ora entrano a pieno titolo nella discografia ufficiale, con gli arrangiamenti di Guido Elmi e gli assoli dei musicisti del gruppo storico, come Stef Burns (che firma anche uno dei nuovi pezzi).
Naturalmente per il “popolo di Vasco Rossi” il disco è solo il preludio della festa: anche quest’anno il tour si annuncia da record, con la doppia data all’Olimpico di Roma e tappa milanese che, per la prima volta nella storia dei concerti a San Siro, lo vedrà esibirsi per ben quattro date. “Ora cominceremo a costruire il nuovo spettacolo, sarà come sempre un’onda emotiva. Con il mio pubblico sarà come sempre comunione… e liberazione”.
da Il Fatto quotidiano del 25 marzo 2011