Il comando delle operazioni in Libia passerà all’Alleanza atlantica, dopo giorni di discussione sulla cabina di regia politica alle operazioni. Dal punto di vista militare, il nostro Paese avrà ruolo di controllo dell’embargo delle armi. La Camera ieri ha approvato sia la risoluzione del governo, per soli sette voti, che quella delle opposizioni, a larghissima maggioranza (leggi l’articolo). Scontro tra Di Pietro e Frattini sull’intervento militare: “Governo di conigli”, “Incommentabile”. Mercoledì sera, a palazzo Madama era passata solo quella della maggioranza (leggi i nove punti del documento) integrata con l’intero testo presentato dal Pd. Intanto si rincorrono le voci di una possibile resa di Gheddafi. Secondo la televisione del Qatar Al Jazeera, emissari dei servizi americani starebbero trattando l’abbandono del potere da parte del Colonnello
La cronaca ora per ora del 25 marzo 2011
22.35 – Tripoli: “114 morti da inizio raid”
Almeno 114 persone sono morte e altre 445 sono rimaste ferite in quattro giorni dopo l’inizio dei raid aerei della coalizione internazionale in Libia. Lo ha annunciato un responsabile del ministero della Sanità senza precisare il numero delle vittime civili. “Dal 20 al 23 marzo, 114 persone sono rimaste uccise e 445 hanno riportato ferite nei raid’’ della coalizione, ha detto Khaled Omar nel corso di una conferenza stampa. Interrogato sul numero delle vittime civili, il responsabile ha detto che non è “compito del suo ministero fare la differenza tra civili e militari”. Secondo Omar, 104 persone sono morte a Tripoli e in periferia e 10 a Sirte, città natale del colonnello libico Muammar Gheddafi, a 160 km a est di Tripoli. In un primo bilancio provvisorio fornito ieri dal portavoce del regime, Mussa Ibrahim, si parlava di “circa 100 morti” fra i civili.
22.12 – Tripoli: “Raid hanno ucciso 114 persone in 4 giorni”
I raid aerei della cosiddetta ‘coalizione dei volentorosi’ guidati dagli Usa hanno ucciso da domenica a mercoledì scorso 114 persone. Questo il bilancio ufficiale secondo il governo del Colonnello Gheddafi.
21.38 – I ribelli entrano ad Agedabia da est
I ribelli libici del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi stanno tentando di strappare alle truppe di Muammar Gheddafi la città di Agedabia. Lo riferisce la rete qatariota al Jazira secondo cui i ribelli stanno penetrando in città da est.
20.53 – Fratelli Musulmani: “Pronti a partecipare al post-Gheddafi”
Mentre i raid della coalizione attaccano le forze del Colonnello per imporre la no-fly zone, i Fratelli musulmani libici attendono di capire quale sarà il destino del Paese, ma soprattutto quale ruolo e spazio per il loro movimento in una Libia post-Gheddafi. Che ci sia un futuro, ne è convinto Abdulmonem Hresha che, da Londra, in un’intervista alla Cnn, ribadisce il desiderio del movimento di partecipare alla vita politica del Paese, sostenendo di aver “lavorato segretamente fino a questo momento” per questo risultato. Esprimendo la sua gratitudine verso i governi di “Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna” per l’intervento armato, Hresha rassicura i governi occidentali, dicendosi favorevole ad un sistema democratico multipartitico, come quello sperimentato nel corso del suo esilio in Canada e Gran Bretagna, nel quale però deve esserci posto per i principi coranici. Visti come potenziali anticorpi contro il diffondersi del terrorismo islamico nel Paese, i Fratelli musulmani libici devono tuttavia fare i conti con la forte presenza di forze laiche all’interno del Consiglio Nazionale libico di Bengasi, composto principalmente da intellettuali, liberi professionisti ed ex prigionieri politici che in più di un’occasione hanno ribadito la scarsa influenza del movimento all’interno dell’istituzione provvisoria
20.32 – Unione africana: “Vogliamo mediare fra le parti”
L’Unione africana vuole mediare fra il governo libico e gli insorti per contribuire a risolvere la guerra civile nel paese. Il presidente della commissione dell’Unione africana, Jean Ping, al termine di una riunione dell’organizzazione ad Addis Abeba sulla crisi libica, ha detto che “l’azione dell’Unione africana è mirata a favorire il dialogo fra le parti libiche sulle riforme che devono essere lanciate per eliminare le cause alla radice del conflitto”. L’Unione africana ha respinto ogni forma di intervento nella crisi. Alla riunione di oggi ad Addis Abeba hanno partecipato anche rappresentanti del governo di Gheddafi, degli Usa, della Francia e delle Nazioni Unite. “E’ importante che noi concordiamo su un tale approccio per assicurare una pace duratura, sicurezza e democrazia in Libia – ha detto Ping -. Dobbiamo guardare avanti nel nostro incontro e non spaccare il capello con controversie sulle differenze che hanno rovinato le nostre relazioni nel passato. Dobbiamo essere pragmatici nell’identificare le azioni che possiamo intraprendere insieme”.
20.19 – Rimorchiatore, nuovo contatto con equipaggio, ma ancora uomini armati a bordo
Nuovo contatto con il rimorchiatore della Augusta off-shore da martedi’ al porto di Tripoli e con l’equipaggio ostaggio di militari libici armati. Secondo quanto riferisce la compagnia, nel tardo pomeriggio ci sarebbe stata una nuova possibilita’ di parlare con il comandante e l’equipaggio in buone condizioni di salute, ma gli uomini armati sono ancora a bordo dell’imbarcazione. A livello istituzionale, riferisce la compagnia, si stanno cercando ancora soluzioni positive alla vicenda.
19.56 – Pentagono, 16 Tomahawk lanciati nelle ultime 24 ore
Le forze della coalizione internazionale hanno lanciato 16 missili da crociera Tomahawk contro bersagli libici nelle ultime 24 ore. Lo ha detto il vice ammiraglio William Gortney, direttore dello Stato maggiore della Difesa Usa, durante la conferenza stampa al Pentagono.
19.51 – Ambasciatore Usa: “Regime disperato cerca mediatori”
Esponenti del regime libico stanno puntando ad allacciare contatti con “numerose” personalità che vedono come “potenziali mediatori”: lo ha riferito l’ambasciatore Usa in Libia, Gene Cretz, confermando che da parte delle autorità di Tripoli è stato sondato il terreno nei confronti dell’amministrazione americana. “E’ chiaro”, ha affermato il diplomatico, “che quelli stanno cercando interlocutori per tentare di far pervenire un messaggio per loro tramite”. In che cosa consista tale messaggio Cretz non è stato in grado di precisarlo, ma ha osservato come ciò “indichi palesemente, come minimo, una certa qual disperazione”
19.36 – Usa: “Non usiamo proiettili all’uranio impoverito”
In Libia caccia-bombardieri statunitensi non stanno facendo uso di proiettili ad uranio impoverito nei raid per proteggere i civili. Lo ha chiarito l’ammiraglio di squadra navale William Gortney, direttore dello Stato maggiore della Difesa, spiegando che i jet Usa impiegano solo munizioni convenzionali. Il ricorso ai proiettili ad uranio impoverito in Iraq e in Bosnia sono state al centro di aspre polemiche perché furono collegati, anche tra i soldati italiani, ad un incremento dei casi di tumore tra i civili e le truppe nelle zone colpite.
19.30 – Gheddafi promuove tutti i membri delle forze armate”
Muammar Gheddafi ha deciso di concendere promozioni a tutti i membri delle Forze Armate, della Sicurezza Generale e della Polizia Nazionale: lo ha annunciato l’emittente televisiva di Stato. “Il nostro fratello alla guida della Rivoluzione (unico titolo ufficiale assunto dal leader libico, ndr) ha emanato una decisione con cui promuovere tutti gli esponenti del popolo in armi attualmente inquadrati nelle sue varie unità militari, allo scopo di premiarli per la loro eroica e ardita battaglia contro l’assalto dei crociati e dei colonialisti”, recita il comunicato trasmesso dalla televisione di regime, senza peraltro specificare che cosa le promozioni comportino: in particolare, se ai beneficiari andranno somme extra in denaro
19.25 – Usa, Gheddafi indebolito
Muammar Gheddafi ha perso in parte la capacita’ di guidare le sue truppe. Lo ha riferito l’ammiraglio di squadra navale William Gortney, direttore dello Stato maggiore della Difesa Usa. Gortney ha anche reso noto che Gheddafi ha effettivamente iniziato ad armare “volontari” per combattere i ribelli. L’ammiraglio ha confermato che per ora le operazioni di attacco al suolo in difesa dei civili restano sotto il comando Usa e che alla fine potrebbero passare alla Nato.
19.17 – Difesa: “Tre missioni aeree tra ieri sera e oggi”
Tre missioni aeree sono statecompiute tra ieri sera e oggi dai caccia F-16 e i Tornado Ecr schierati nella dell’Aeronautica di Trapani. Lo afferma lo Stato maggiore della Difesa.
19.15 – Cnn: “E’ ufficiale, comando Nato a Canada”
Il generale canadese Charles Bouchard è stato designato al comando delle forze Nato per quanto riguarda le operazioni militari in Libia. Lo ha riferito la CNN.
19.08 – Ambasciatore Usa: “Stiamo valutando se riconoscere i ribelli”
Secondo l’ambasciatore americano in Libia, Gene Cretz, il Consiglio Nazionale Provvisorio istituito a Bengasi dagli insorti libici per governare le aree ‘liberate’ “e’ partito bene, nelle dichiarazioni e con i fatti”: al punto che l’amministrazione Usa sta “prendendo in considerazione l’ipotesi di riconoscerlo” come legittimo rappresentante del Paese nord-africano al posto del regime di Muammar Gheddafi, mossa che finora ha compiuto unicamente la Francia. Il diplomatico statunitense ha citato in particolare un provvedimento adottato dal Consiglio insurrezionale, con cui si manifesta pieno appoggio ai diritti umani e alle liberta’ spettanti anche alle donne: un documento che Cretz ha definito “davvero ottimo”.
18.52 – Tripoli: “Pronti ad attuare road map dell’Unione africana”
Con un comunicato la delegazione inviata dal governo della Libia ad Addis Abeba, per presenziare all’odierna riunione del Comitato ad Alto Livello incaricato dall’Unione Africana di mediare nella crisi, ha annunciato che il regime di Tripoli “è pronto ad applicare la road-map”, cioè il piano messo a punto dal Comitato medesimo, istituito dal Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Ua per tentare una soluzione negoziata. Tale piano prevede in particolare la “immediata cessazione delle ostilita’”, la “collaborazione delle autorità libiche competenti per agevolare gli aiuti umanitari”, la “protezione di tutti i cittadini stranieri, compresi gli immigrati da altri Paesi dell’Africa”; e quindi l’avvio del dialogo tra i contendenti, con la successiva convocazione di elezioni democratiche concordate.
Alla riunione non era tuttavia presente alcun emissario degli insorti, i quali hanno ribadito di non volere alcun tipo di contatto né con Muammar Gheddafi né con suoi rappresentanti. Non a caso nella nota governativa libica si rivolge alla comunità internazionale un appello affinché “obblighi le altre parti in causa”, dunque i rivoltosi, “a impegnarsi a rispettare un cessate-il-fuoco” come già, a detta di Tripoli, stanno facendo le forze lealiste. Si chiede inoltre l’invio di una missione di osservatori dell’Ua perché vigilino sul mantenimento della tregua.
Guidata da Mohammed al-Zwai, segretario del Congresso Generale del Popolo, vale a dire del Parlamento tripolino, la delegazione pro-Gheddafi sollecita anche “la fine dei bombardamenti e del blocco navale attuati dalle forze occidentali e dagli Stati Uniti”, come pure la revoca dell’embargo Onu. “Quello che sta avvenendo in Libia”, è la conclusione, “è un problema africano, del quale esclusivamente l’Unione Africana deve farsi carico. Con il suo aiuto e sotto i suoi auspici, i libici saranno in grado di risolvere pacificamente i loro problemi”. Il Comitato ad Alto Livello dell’Unione africana è composto dai ministri degli Esteri di Sudafrica, Uganda, Mauritania, Mali e Repubblica del Congo. Nella capitale dell’Etiopia sono stati invitati anche gli inviati di Nazioni Unite, Lega Araba, Usa, Russia, Cina e Francia.
18.00 – “Ajdabiya cadrà entro domattina”
“Adjabyia cadrà stanotte o domattina”: lo ha sostenuto un ufficiale ribelle parlando presso uno degli ingressi alla città libica. “Abbiamo attaccato poco dopo mezzogiorno, dopo che gli aerei hanno bombardato”, ha precisato l’ufficiale che ha preferito restare anonimo.
17.45 – Berlusconi, apprezzamento per azione Frattini e Maroni
Il Presidente del Consiglio, SilvioBerlusconi, oggi ha espresso al ministro degli Esteri, Franco Frattini, il suo pieno apprezzamento per l’impegno diplomatico che ha contribuito all’attribuzione del comando alla Nato, nella sede di Napoli, dell’iniziativa internazionale in Libia per l’attuazione della risoluzione 1973. Il presidente Berlusconi ha altresì apprezzato i risultati della visita condotta stamani in Tunisia dal ministro degli Esteri Frattini e dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per la definizione di un accordo per il rilancio dell’economia locale tunisina e per prevenire i flussi migratori illegali.
Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi.
17.38 – Bengasi, migliaia in piazza pro raid e pro-Italia
Migliaia di persone – alcunesventolando bandiere, anche dell’Italia – si sono radunate oggi nel centro di Bengasi dopo la preghiera del venerdì per manifestare in favore dei raid aerei internazionali contro le forze del colonnello Muammar Gheddafi. L’imam Wanis Al Mabruk Al Fisay ha fra l’altro ringraziato la Francia e le Nazioni Unite per la creazione della no-fly zone mirata a proteggere i civili dalla repressione del regime. Tra la folla, alcuni agitavano bandiere di paesi della coalizione internazionale, in particolare di Stati Uniti, Francia, Italia e Canada, assieme a quella verde-rossa-nera adottata dai ribelli a Bengasi.
17.33 – Ribelli: “A Zawiya migliaia rapiti da governativi”
Un portavoce degli insortidi Zawiya, città libica vicina a Tripoli ribellatasi a Gheddafi e poi ripresa dalle forze governative, ha detto che le milizie lealiste hanno rapito migliaia di residenti e li hanno portati in località sconosciute. Ibrahim, che è rimasto a Zawiya e non ha voluto che cognome, ha detto per telefono alla Reuters che le forze di Gheddafi “hanno rapito giovani e anziani, chiunque sotto i 50-60 anni, fossero ingegneri o muratori, e li hanno portati in un luogo sconosciuto… Migliaia sono scomparsi da quando quelli hanno preso la città”. Le affermazioni di Ibrahim non possono essere verificate perché il governo libico impedisce ai giornalisti l’accesso alla città, 50 km a ovest di Tripoli. Un abitante di Zawiya fuggito in Tunisia, Mohsen, conferma la notizia di violenze e rapimenti. “Sequestri e pestaggi sono diffusi – racconta -. I residenti hanno paura ad uscire di casa… I negozi sono chiusi e la situazione umanitaria è pessima… Non posso dare un numero esatto di quante persone sono state rapite, torturate o uccise. Ma loro (i lealisti, ndr) compiono questo attacchi soprattutto contro civili sospettati di nascondere armi o di sostenere i ribelli”.
16.33 – Testimoni: “Ribelli intensificano incursioni”
I ribelli stanno conducendo incursioni sempre più frequenti per riprendere il controllo di Ajdabyia, città-chiave circa 160 chilometri a sud-ovest di di Bengasi. Lo riferiscono testimonianze concordanti. “Vetture di rivoluzionari sono entrati nel centro della città”, ha sostenuto un abitante in fuga con la famiglia e decine di altre persone attraverso un varco controllato da forze leali a Muammar Gheddafi che avevano ripreso la città la settimana scorsa.
16.02 – Frattini: “Anche l’Italia ha le sue idee”
”Anche l’Italia ha le sue idee e le sue proposte, e le farà valere nelle sedi opportune e nei prossimi appuntamenti discutendole con i nostri partner”. Lo riferiscono autorevoli fonti della Farnesina commentando l’annuncio del presidente francese Nicolas Sarkozy di un’iniziativa ”politica e diplomatica” franco-britannica sulla crisi libica. ”Qualsiasi soluzione politica ad ogni modo – osservano le stesse fonti – dovrà necessariamente passare per il consenso dei Paesi Ue, della coalizione e dunque anche dell’Italia”
15.35 – Aerei del Qatar partecipano a operazioni di sorvolo
Gli aerei del Qatar messi a disposizione della coalizione internazionale per l’imposizione della no-fly zone hanno preso parte a operazioni di sorvolo nei cieli della Libia. Lo riporta l’agenzia ufficiale del Qatar Qna che cita un
comunicato delle autorità militari del Paese.
15.31 – Al Jazeera, mediazione per resa brigate rais
C’è una ”mediazione” in corso perla resa delle brigate di Gheddafi, ad Ajdabiya, in Libia. Lo riferisce la emittente televisiva in lingua araba Al Jazira.
15.29 – Ajdabiya, udite esplosioni e raid aerei
Oltre a dueesplosioni seguite da un’enorme colonna di fumo nei pressi della città, ad Ajdabiya fra l’altro è stato udito il rombo di aerei da guerra: vi sono state tre altre esplosioni che i ribelli sostengono siano raid condotti contro le forze del colonnello Muammar Gheddafi.
15.15 – Colpi d’artiglieria ad Ajdabiya
Ribelli libici sisono radunati in massa per sferrare un nuovo attacco su Ajdabiya e hanno scambiato colpi di artiglieria con le forze del colonnello Muammar Gheddafi che tengono la strategica città nell’est della Libia.
Il ritmo dei colpi sparati dai ribelli è definibile “costante”, mentre le forze di Gheddafi rispondono con due o tre proiettili al minuto. Dopo un raid di Tornado britannici avvenuto nella notte contro blindati del governo libico, i ribelli si stanno radunando con loro automezzi dotati di lanciamissili multipli e pick-up con mitragliatici pesanti.
15.14 – Imam Bengasi, “Guerra non è crociata”
La guerra della coalizione occidentale “non è una crociata”: lo ha detto l’imam della moschea di Bengasi all’emittente televisiva araba Al Jazira. “Non abbiamo alcun problema con i cristiani”, ha aggiunto. Nel suo discorso di martedì sera dalla residenza-caserma di Bab el Aziziya, a Tripoli, Muammar Gheddafi aveva invitato gli “eserciti islamici” a schierarsi al suo fianco perchè c’è in corso “una nuova crociata scatenata contro l’Islam”.
15.03 – Total, nessun rischio di carenza petrolio
Nessun rischio di penuria di petrolio sul mercato a causa della guerra in Libia. Lo ha assicurato il senior vice president del colosso Total, Jean-Jacques Mosconi, affermando che sebbene la società abbia interrotto la produzione nel paese nordafricano, questa rappresenta meno del 2,3% della produzione totale della Total.
La mancata produzione di greggio libico sarà “compensata dall’Arabia Saudita” ha spiegato Mosconi, affermando che “non c’è rischio di penuria di greggio”.
Nessun timore neanche per il gas. “L’Europa – ha spiegato – ha dei contratti di lungo periodo con Russia e Qatar”.
14.53 – Al Jazeera, secondo 007 Usa “Rais tratta per uscita sicura”
Un funzionario dell’intelligence statunitense ha riferito all’emittente televisiva in lingua araba Al Jazira di una “iniziativa” di Muhammar Gheddafi: il rais sarebbe propenso ad accettare un “cessate il fuoco” in cambio di una propria “uscita sicura” dal conflitto libico.
14.48 – Pentagono, 153 missioni aeree in 24 ore
Gli Usa e i paesi alleati chepattugliano la no-fly zone sulla Libia hanno lanciato 16 missili Tomahawk ed effettuato 153 sortite aeree nelle ultime 24 ore, ha comunicato il Pentagono. Obiettivi delle missioni sono l’artiglieria, le forze di terra e le strutture di comando e controllo del leader libico Muammar Gheddafi, ha precisato il Pentagono.
14.26 – Cameron: “Il futuro della Libia dipende dai suoi cittadini”. Appello al libici: “Abbandonate Gheddafi”
Soltanto “al popolo libico spetta determinare il proprio futuro” e quello del loro Paese: così si è espresso il primo ministro britannico, David Cameron, nel corso di una conferenza stampa successiva all’odierno Consiglio Europeo di Bruxelles. Inoltre il premier britannico ha rivolto un appello ai libici: “Abbandonate Gheddafi, con lui il Paese non ha futuro”. Cameron non ha voluto fare previsioni sulla durata delle operazioni militari, ma ha precisato che dureranno “fino a quando sarà necessario” per applicare la risoluzione 1973 Onu e che non ci sarà l’impiego di forze terrestri.
14.07 – I ribelli smentiscono voci di trattative con Tripoli
“Non esiste nulla disimile, non crediamo al doppio gioco di Gheddafi che finora ci ha mandato solo armi e distruzione”. Lo ha detto all’ANSA Abdel Hafiz Al Ghogha, portavoce del Consiglio transitorio libico, rispondendo a una domanda su una presunta delegazione del Rais proveniente da Tripoli per negoziare la pace. “Abbiamo già avvertito Gheddafi che non accetteremo nessun negoziato con lui. I nostri giovani rivoluzionari ad Ajdabyia (a 200 chilometri a ovest di Bengasi, ndr) hanno assicurato che nessuno passerà di lì”, ha aggiunto Ghogha. Anche durante la preghiera del venerdì a Bengasi lo sheikh Wanise Mabuk, ha parlato nel suo sermone di “inviati da Tripoli”: “Non credo che questa gente arrivi con un ramoscello d’ulivo, ma sicuramente con armi e bombe perchè conosciamo bene Gheddafi e le sue strategie. Non li lasceremo entrare a Bengasi”, ha detto lo sheikh.
13.44 – Sarkozy: “Francia e Gb preparano soluzione politica”
”Martedì al vertice di Londra – ha spiegato Sarkozy – con Cameron avanzeremo una proposta comune per scadenzare le prossime tappe dell’azione in Libia. Presenteremo un’iniziativa franco-britannica”.
Il presidente francese ha quindi insistito sul fatto che l’aspetto fondamentale della missione è quello di avere una “guida politica”, perchè “non sono le forze della Nato che vanno a proteggere la popolazione libica, ma le forze di una coalizione di undici Paesi, tra cui due Paesi arabi”. Per Sarkozy, dunque, “le decisioni sono prese dal coordinamento politico. Le missioni della Nato avverranno sulla base di obiettivi proposti da un coordinamento politico a più alto livello”. Del resto – ha aggiunto il presidente – “la Nato non può assorbire Paesi come gli Emirati Arabi Uniti o il Qatar. E’ impossibile”.
13.31 – Germania: “Serve soluzione politica”
Non è possibile arrivare a unasoluzione sostenibile in Libia solo con l’intervento militare, “ciò di cui abbiamo bisogno è un processo politico, che adesso deve essere preparato”: lo ha detto oggi a Berlino il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. L’alleato liberal-democratico della cancelliera si è inoltre dichiarato a favore di un embargo petrolifero totale contro la Libia proposto ieri da Angela Merkel.
13.17 – Nato conferma, coordineremo tutte le operazioni militari
La Nato assumerà il controllo completo di tutte le operazioni militari contro la Libia. La conferma è arrivata dalla portavoce, Oana Lungescu, in un comunicato. Questo comporterà che l’Alleanza atlantica avrà anche il comando degli interventi militari contro gli obiettivi di terra, oltre che il controllo della No fly zone. “La Nato garantirà il coordinamento e eviterà conflitti con la coalizione”, ha spiegato la portavoce, aggiungendo che la fase di transizione durera’ ancora “qualche giorno”. Il controllo della zona aerea richiederà “decine di aerei, non centinaia” Il Qatar e gli Emirati arabierano già impegnati nella missione della coalizione dei volenterosi che dall’inizio della prossima settimana passerà le consegne di comando sotto la guida dell’Alleanza atlantica. Gli Emirati arabi contribuiscono anche alla missione Nato in Afghanistan.“Il segretario generale ha avuto ed ha in corso contatti con i paesi della regione che hanno accolto positivamente l’impegno della Nato”, ha detto la portavoce Lungescu. “Molti di questi paesi sono partner di lunga durata dell’Alleanza e con loro c’è un’esperienza di partnership”.
13.17 – Vertice Ua, si punta ad elezioni
Dialogo tra regime e ribelli e arrivare ad elezioni democratiche: è quanto prevede il tentativo di mediazione dell’Unione Africana per risolvere la crisi libica. Se n’è discusso in una riunione straordinaria dell’Ua a Addis Abeba, secondo quanto riferito dal presidente della Commissione Ua, Jean Ping. All’incontro era presente una delegazione del regime libico di Muammar Gheddafi guidata dal segretario del Congresso generale del popolo, Mohammed al-Zwai, i ministri degli Esteri di Repubblica del Congo, Sudafrica, Mali, Mauritania e Uganda e rappresentanti di Onu, Lega araba, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti. Mancavano, invece, esponenti del Consiglio nazionale di transizione dei ribelli.
13.02 – Bandiere dell’Italia a preghiera del venerdì di Bengasi
Per la prima volta dall’inizio della rivolta della Cirenaica contro Muhammar Gheddafi, spuntano bandiere italiane alla preghiera del venerdì a Bengasi, roccaforte degli insorti libici.
Delle grandi bandiere con i colori della Francia, del Qatar e della ‘Rivoluzione del 17 febbraio’ (rossa, nera e verde) cucite insieme sventolano tra i 10 mila fedeli riuniti stamani davanti al tribunale di Bengasi, sede del Consiglio transitorio libico (Cnt). Accanto, meno numerose e più piccole, alcune bandiere tricolori. Oggi ci sono ben in evidenza anche una bandiera canadese, una britannica e diverse dell’Egitto. Le settimane scorse le bandiere straniere più evidenti erano quelle francesi e del Qatar, ancor prima dei raid aerei dell’aviazione transalpina contro le forze di Gheddafi, come ringraziamento per il riconoscimento da parte del presidente Nicholas Sarkozy del Cnt come legittimo rappresentante del popolo libico.
12.46 – Cominciato vertice Unione africana ad Addis Abeba
Ha preso il via ad Addis Abeba il vertice straordinario convocato dall’Unione africana (Ua) per discutere della crisi in corso in Libia. Come riferisce al-Jazeera, partecipano alla riunione rappresentanti dell’Unione
europea, delle Nazioni Unite, della Lega Araba e dell’Organizzazione della conferenza islamica. Non ci sarebbe invece una rappresentanza degli Stati Uniti. Secondo il presidente della Commissione dell’Ua, obiettivo dei
colloqui di oggi è quello di “favorire uno scambio di opinioni, in modo da prendere iniziative in merito alla situazione in Libia e individuare i modi e i mezzi per una soluzione rapida alla crisi”.
12.38 – Imam di Bengasi pronuncia sermone contro Gheddafi
“La comunità internazionale deve armare la popolazione libica, in modo che possa rivoltarsi e avere la meglio sulle brigate di Muammar Gheddafi”. E’ quanto ha affermato lo sceicco Wanis al-Mabruk, imam di Bengasi, nel corso del sermone della preghiera del venerdì tenuta oggi nel centro della città alla presenza di migliaia di fedeli. Parlando ai ribelli libici nella città dove ha sede il Consiglio nazionale transitorio, il religioso ha assicurato “la nostra vittoria è vicina. Quella delle forze internazionali non è una crociata contro la Libia e noi non abbiamo problemi con i cristiani”.
12.11 – Testimoni, violenti combattimenti all’entrata est di Ajdabija
Sono in corso in questi minuti violenti combattimenti presso l’entrata orientale della città di Ajdabiya, in Cirenaica. Secondo quanto riefriscono testimoni alla tv satellitare ‘al-Arabiya’, le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno iniziato un pesante cannoneggiamento delle postazioni dei ribelli. La tv concorrente ‘al-Jazeera’ ha mostrato in diretta il fumo che si eleva verso il cielo dalle zone colpite dalle truppe del regime poco fuori Ajdabiya.
11.57 – Insorti: tra 8mila e 10mila morti da inizio scontri
Tra le ottomila e le diecimila persone hanno perso la vita in Libia dall’esplodere delle rivolte contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi. E’ il bilancio degli insorti di Bengasi, secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Jazeera. Per il loro portavoce, Mustafa Geriani, il numero delle vittime potrebbe essere più alto e il bilancio potrebbe aggravarsi.
10.39 – Nato guiderà tutte le operazioni
La Nato assumerà la guida di “tutte le operazioni militari in Libia”. Lo riferiscono fonti dell’Alleanza precisando che la decisione sarà finalizzata domenica. “Ciò significa – hanno precisato le fonti – che non ci sarà più la coalizione dei volenterosi e quella della Nato, ma solo una coalizione internazionale a guida Nato”. L’Alleanza atlantica guida già le operazioni per assicurare il rispetto dell’embargo delle armi contro la Libia e l’interdizione e quella, concordata ieri, per l’interdizione della no-fly zone nei cieli libici. “Il prossimo passo sarà la presa di controllo di tutte le operazioni militari relative alla Libia”, hanno riferito le fonti. “La Nato opererà per la piena implementazione della risoluzione 1973 dell’Onu non andando oltre”, hanno precisato. Domani e domenica il comitato militare della Nato metterà a punto il piano militare per assumere la guida di tutte le operazioni, incluso le decisioni sulle regole di ingaggio. Domenica pomeriggio dovrebbe poi riunirsi il Consiglio atlantico dell’Alleanza per mettere il timbro politico sulle decisioni. Comincerà subito dopo il processo di “reclutamento” di paesi e mezzi (“la così detta force generation conference”). “Ci aspettiamo il contributo di paesi della regione”, hanno indicato le fonti.
10.34 -Berlusconi: Soddisfatto per soluzione Nato
“Sì, assolutamente sì”.Così il premier Silvio Berlusconi ha risposto stamani ai cronisti a Bruxelles che gli chiedevano se fosse soddisfatto per quanto si sta profilando alla Nato sulla crisi libica.
9.57 – Forti esplosioni a sud di Tripoli
Alcune forti esplosioni sono state sentite questa mattina nella zona meridionale di Tripoli, dove continuano i raid aerei delle forze di coalizione. Secondo un portavoce delle forze armate libiche, citato dall’agenzia tedesca Dpa, sono stati distrutti diversi obiettivi militari e civili. Nella notte, altri raid della coalizione hanno colpito obiettivi della capitale, tra cui la zona della residenza-bunker del colonnello Muammar Gheddafi, Bab al-Aziziya. Ieri sera, il portavoce del governo libico, Moussa Ibrahim, ha detto di aspettarsi attacchi aerei contro la sede della tv e della radio di stato, chiedendo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di intervenire per mettere fine ai bombardamenti contro obiettivi civili. Secondo la tv pubblica, numerosi civili sono stati uccisi nei raid di ieri. Le forze della coalizione assicurano tuttavia che si conducono raid mirati contro obiettivi del regime, che minimizzano le vittime.
8.57 – Da caccia Gb missili su blindati ad Ajdabiya
Nella notte tra ieri e oggi Tornado britannici hanno lanciato missili su blindati libici che “minacciavano” civili nella città di Ajdabiya, nell’est del Paese. “Alcuni aerei da combattimento ‘Tornado, in missione di ricognizione sulla Libia, hanno partecipato la notte scorsa ad un attacco missilistico coordinato contro unità dell’esercito libico del clolonnello Gheddafi, in appoggio alla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu” adottata il 17 marzo scorso. Lo rende noto un comunicato del ministero. “Aerei Tornado hanno lanciato un certo numero di missili Brimstone su veicoli blindati libici che minacciavano la popolazione civile ad Ajdabiya”, continua la nota, senza precisare tuttavia se gli obiettivi siano stati colpiti.
8.47 – Raid su Tripoli e Sirte nella notte
Si sono registrati nella notte raid aerei della coalizione sulle città libiche di Tripoli e di Sirte. Secondo quanto riferisce l’edizione online del quotidiano arabo al-Arabi, la contraerea libica è entrata in azione nella periferia della capitale e nella città di Sirte, considerata la roccaforte del colonnello Muammar Gheddafi. Nel corso dei raid è stata colpita anche la zona di Bab al-Aziziya, a Tripoli, dove si trova la caserma che funge da residenza-bunker del colonnello. In quella zona è stata udita una forte esplosione. Altre due forti esplosioni sono state avvertite sempre nella notte nel quartiere periferico di al-Tajura.
0.07 – Ue: “Stop operazioni solo quando civili al sicuro”
”Le operazioni militari si concluderanno quando la popolazione civile sarà al sicuro dalla minaccia di attacchi e quando gli obiettivi della risoluzione 1973 saranno raggiunti”. E’ uno dei passaggi del testo adottato dal Consiglio europeo sulla crisi libica. Nel testo si riconosce che le azioni della coalizione dei volenterosi lanciata dopo “il vertice di Parigi del 19 marzo” ha “contribuito a salvare vite umane”.
0.05 – Ue pronta a blocco introiti gas e petrolio
L’Unione europea è pronta ad adottare nuove sanzioni nei confronti della Libia, “incluse quelle necessarie per impedire che gli introiti derivanti dalla vendita di petrolio e gas arrivino al regime di Gheddafi”. E’ quanto si legge in un estratto delle conclusioni del Consiglio europeo sulla Libia. I Paesi membri “presenteranno analoghe proposte al Consiglio di sicurezza dell’Onu”.
Mondo
Tripoli: “Ok road map dell’Unione africana”
Capitoli
Tripoli: “Ok road map dell’Unione africana”
Parigi: “Verso soluzione diplomatica”
Tripoli: “Ok road map dell’Unione africana”
Le forze di Gheddafi conquistano il porto della città. Jet colpito dai caccia francesi. La Germania chiede l'embargo totale. Napolitano difende l'intervento: "Nel pieno della carta dell'Onu"
La cronaca ora per ora del 25 marzo 2011
22.35 – Tripoli: “114 morti da inizio raid”
Almeno 114 persone sono morte e altre 445 sono rimaste ferite in quattro giorni dopo l’inizio dei raid aerei della coalizione internazionale in Libia. Lo ha annunciato un responsabile del ministero della Sanità senza precisare il numero delle vittime civili. “Dal 20 al 23 marzo, 114 persone sono rimaste uccise e 445 hanno riportato ferite nei raid’’ della coalizione, ha detto Khaled Omar nel corso di una conferenza stampa. Interrogato sul numero delle vittime civili, il responsabile ha detto che non è “compito del suo ministero fare la differenza tra civili e militari”. Secondo Omar, 104 persone sono morte a Tripoli e in periferia e 10 a Sirte, città natale del colonnello libico Muammar Gheddafi, a 160 km a est di Tripoli. In un primo bilancio provvisorio fornito ieri dal portavoce del regime, Mussa Ibrahim, si parlava di “circa 100 morti” fra i civili.
22.12 – Tripoli: “Raid hanno ucciso 114 persone in 4 giorni”
I raid aerei della cosiddetta ‘coalizione dei volentorosi’ guidati dagli Usa hanno ucciso da domenica a mercoledì scorso 114 persone. Questo il bilancio ufficiale secondo il governo del Colonnello Gheddafi.
21.38 – I ribelli entrano ad Agedabia da est
I ribelli libici del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi stanno tentando di strappare alle truppe di Muammar Gheddafi la città di Agedabia. Lo riferisce la rete qatariota al Jazira secondo cui i ribelli stanno penetrando in città da est.
20.53 – Fratelli Musulmani: “Pronti a partecipare al post-Gheddafi”
Mentre i raid della coalizione attaccano le forze del Colonnello per imporre la no-fly zone, i Fratelli musulmani libici attendono di capire quale sarà il destino del Paese, ma soprattutto quale ruolo e spazio per il loro movimento in una Libia post-Gheddafi. Che ci sia un futuro, ne è convinto Abdulmonem Hresha che, da Londra, in un’intervista alla Cnn, ribadisce il desiderio del movimento di partecipare alla vita politica del Paese, sostenendo di aver “lavorato segretamente fino a questo momento” per questo risultato. Esprimendo la sua gratitudine verso i governi di “Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna” per l’intervento armato, Hresha rassicura i governi occidentali, dicendosi favorevole ad un sistema democratico multipartitico, come quello sperimentato nel corso del suo esilio in Canada e Gran Bretagna, nel quale però deve esserci posto per i principi coranici. Visti come potenziali anticorpi contro il diffondersi del terrorismo islamico nel Paese, i Fratelli musulmani libici devono tuttavia fare i conti con la forte presenza di forze laiche all’interno del Consiglio Nazionale libico di Bengasi, composto principalmente da intellettuali, liberi professionisti ed ex prigionieri politici che in più di un’occasione hanno ribadito la scarsa influenza del movimento all’interno dell’istituzione provvisoria
20.32 – Unione africana: “Vogliamo mediare fra le parti”
L’Unione africana vuole mediare fra il governo libico e gli insorti per contribuire a risolvere la guerra civile nel paese. Il presidente della commissione dell’Unione africana, Jean Ping, al termine di una riunione dell’organizzazione ad Addis Abeba sulla crisi libica, ha detto che “l’azione dell’Unione africana è mirata a favorire il dialogo fra le parti libiche sulle riforme che devono essere lanciate per eliminare le cause alla radice del conflitto”. L’Unione africana ha respinto ogni forma di intervento nella crisi. Alla riunione di oggi ad Addis Abeba hanno partecipato anche rappresentanti del governo di Gheddafi, degli Usa, della Francia e delle Nazioni Unite. “E’ importante che noi concordiamo su un tale approccio per assicurare una pace duratura, sicurezza e democrazia in Libia – ha detto Ping -. Dobbiamo guardare avanti nel nostro incontro e non spaccare il capello con controversie sulle differenze che hanno rovinato le nostre relazioni nel passato. Dobbiamo essere pragmatici nell’identificare le azioni che possiamo intraprendere insieme”.
20.19 – Rimorchiatore, nuovo contatto con equipaggio, ma ancora uomini armati a bordo
Nuovo contatto con il rimorchiatore della Augusta off-shore da martedi’ al porto di Tripoli e con l’equipaggio ostaggio di militari libici armati. Secondo quanto riferisce la compagnia, nel tardo pomeriggio ci sarebbe stata una nuova possibilita’ di parlare con il comandante e l’equipaggio in buone condizioni di salute, ma gli uomini armati sono ancora a bordo dell’imbarcazione. A livello istituzionale, riferisce la compagnia, si stanno cercando ancora soluzioni positive alla vicenda.
19.56 – Pentagono, 16 Tomahawk lanciati nelle ultime 24 ore
Le forze della coalizione internazionale hanno lanciato 16 missili da crociera Tomahawk contro bersagli libici nelle ultime 24 ore. Lo ha detto il vice ammiraglio William Gortney, direttore dello Stato maggiore della Difesa Usa, durante la conferenza stampa al Pentagono.
19.51 – Ambasciatore Usa: “Regime disperato cerca mediatori”
Esponenti del regime libico stanno puntando ad allacciare contatti con “numerose” personalità che vedono come “potenziali mediatori”: lo ha riferito l’ambasciatore Usa in Libia, Gene Cretz, confermando che da parte delle autorità di Tripoli è stato sondato il terreno nei confronti dell’amministrazione americana. “E’ chiaro”, ha affermato il diplomatico, “che quelli stanno cercando interlocutori per tentare di far pervenire un messaggio per loro tramite”. In che cosa consista tale messaggio Cretz non è stato in grado di precisarlo, ma ha osservato come ciò “indichi palesemente, come minimo, una certa qual disperazione”
19.36 – Usa: “Non usiamo proiettili all’uranio impoverito”
In Libia caccia-bombardieri statunitensi non stanno facendo uso di proiettili ad uranio impoverito nei raid per proteggere i civili. Lo ha chiarito l’ammiraglio di squadra navale William Gortney, direttore dello Stato maggiore della Difesa, spiegando che i jet Usa impiegano solo munizioni convenzionali. Il ricorso ai proiettili ad uranio impoverito in Iraq e in Bosnia sono state al centro di aspre polemiche perché furono collegati, anche tra i soldati italiani, ad un incremento dei casi di tumore tra i civili e le truppe nelle zone colpite.
19.30 – Gheddafi promuove tutti i membri delle forze armate”
Muammar Gheddafi ha deciso di concendere promozioni a tutti i membri delle Forze Armate, della Sicurezza Generale e della Polizia Nazionale: lo ha annunciato l’emittente televisiva di Stato. “Il nostro fratello alla guida della Rivoluzione (unico titolo ufficiale assunto dal leader libico, ndr) ha emanato una decisione con cui promuovere tutti gli esponenti del popolo in armi attualmente inquadrati nelle sue varie unità militari, allo scopo di premiarli per la loro eroica e ardita battaglia contro l’assalto dei crociati e dei colonialisti”, recita il comunicato trasmesso dalla televisione di regime, senza peraltro specificare che cosa le promozioni comportino: in particolare, se ai beneficiari andranno somme extra in denaro
19.25 – Usa, Gheddafi indebolito
Muammar Gheddafi ha perso in parte la capacita’ di guidare le sue truppe. Lo ha riferito l’ammiraglio di squadra navale William Gortney, direttore dello Stato maggiore della Difesa Usa. Gortney ha anche reso noto che Gheddafi ha effettivamente iniziato ad armare “volontari” per combattere i ribelli. L’ammiraglio ha confermato che per ora le operazioni di attacco al suolo in difesa dei civili restano sotto il comando Usa e che alla fine potrebbero passare alla Nato.
19.17 – Difesa: “Tre missioni aeree tra ieri sera e oggi”
Tre missioni aeree sono statecompiute tra ieri sera e oggi dai caccia F-16 e i Tornado Ecr schierati nella dell’Aeronautica di Trapani. Lo afferma lo Stato maggiore della Difesa.
19.15 – Cnn: “E’ ufficiale, comando Nato a Canada”
Il generale canadese Charles Bouchard è stato designato al comando delle forze Nato per quanto riguarda le operazioni militari in Libia. Lo ha riferito la CNN.
19.08 – Ambasciatore Usa: “Stiamo valutando se riconoscere i ribelli”
Secondo l’ambasciatore americano in Libia, Gene Cretz, il Consiglio Nazionale Provvisorio istituito a Bengasi dagli insorti libici per governare le aree ‘liberate’ “e’ partito bene, nelle dichiarazioni e con i fatti”: al punto che l’amministrazione Usa sta “prendendo in considerazione l’ipotesi di riconoscerlo” come legittimo rappresentante del Paese nord-africano al posto del regime di Muammar Gheddafi, mossa che finora ha compiuto unicamente la Francia. Il diplomatico statunitense ha citato in particolare un provvedimento adottato dal Consiglio insurrezionale, con cui si manifesta pieno appoggio ai diritti umani e alle liberta’ spettanti anche alle donne: un documento che Cretz ha definito “davvero ottimo”.
18.52 – Tripoli: “Pronti ad attuare road map dell’Unione africana”
Con un comunicato la delegazione inviata dal governo della Libia ad Addis Abeba, per presenziare all’odierna riunione del Comitato ad Alto Livello incaricato dall’Unione Africana di mediare nella crisi, ha annunciato che il regime di Tripoli “è pronto ad applicare la road-map”, cioè il piano messo a punto dal Comitato medesimo, istituito dal Consiglio di Pace e Sicurezza dell’Ua per tentare una soluzione negoziata. Tale piano prevede in particolare la “immediata cessazione delle ostilita’”, la “collaborazione delle autorità libiche competenti per agevolare gli aiuti umanitari”, la “protezione di tutti i cittadini stranieri, compresi gli immigrati da altri Paesi dell’Africa”; e quindi l’avvio del dialogo tra i contendenti, con la successiva convocazione di elezioni democratiche concordate.
Alla riunione non era tuttavia presente alcun emissario degli insorti, i quali hanno ribadito di non volere alcun tipo di contatto né con Muammar Gheddafi né con suoi rappresentanti. Non a caso nella nota governativa libica si rivolge alla comunità internazionale un appello affinché “obblighi le altre parti in causa”, dunque i rivoltosi, “a impegnarsi a rispettare un cessate-il-fuoco” come già, a detta di Tripoli, stanno facendo le forze lealiste. Si chiede inoltre l’invio di una missione di osservatori dell’Ua perché vigilino sul mantenimento della tregua.
Guidata da Mohammed al-Zwai, segretario del Congresso Generale del Popolo, vale a dire del Parlamento tripolino, la delegazione pro-Gheddafi sollecita anche “la fine dei bombardamenti e del blocco navale attuati dalle forze occidentali e dagli Stati Uniti”, come pure la revoca dell’embargo Onu. “Quello che sta avvenendo in Libia”, è la conclusione, “è un problema africano, del quale esclusivamente l’Unione Africana deve farsi carico. Con il suo aiuto e sotto i suoi auspici, i libici saranno in grado di risolvere pacificamente i loro problemi”. Il Comitato ad Alto Livello dell’Unione africana è composto dai ministri degli Esteri di Sudafrica, Uganda, Mauritania, Mali e Repubblica del Congo. Nella capitale dell’Etiopia sono stati invitati anche gli inviati di Nazioni Unite, Lega Araba, Usa, Russia, Cina e Francia.
18.00 – “Ajdabiya cadrà entro domattina”
“Adjabyia cadrà stanotte o domattina”: lo ha sostenuto un ufficiale ribelle parlando presso uno degli ingressi alla città libica. “Abbiamo attaccato poco dopo mezzogiorno, dopo che gli aerei hanno bombardato”, ha precisato l’ufficiale che ha preferito restare anonimo.
17.45 – Berlusconi, apprezzamento per azione Frattini e Maroni
Il Presidente del Consiglio, SilvioBerlusconi, oggi ha espresso al ministro degli Esteri, Franco Frattini, il suo pieno apprezzamento per l’impegno diplomatico che ha contribuito all’attribuzione del comando alla Nato, nella sede di Napoli, dell’iniziativa internazionale in Libia per l’attuazione della risoluzione 1973. Il presidente Berlusconi ha altresì apprezzato i risultati della visita condotta stamani in Tunisia dal ministro degli Esteri Frattini e dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per la definizione di un accordo per il rilancio dell’economia locale tunisina e per prevenire i flussi migratori illegali.
Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi.
17.38 – Bengasi, migliaia in piazza pro raid e pro-Italia
Migliaia di persone – alcunesventolando bandiere, anche dell’Italia – si sono radunate oggi nel centro di Bengasi dopo la preghiera del venerdì per manifestare in favore dei raid aerei internazionali contro le forze del colonnello Muammar Gheddafi. L’imam Wanis Al Mabruk Al Fisay ha fra l’altro ringraziato la Francia e le Nazioni Unite per la creazione della no-fly zone mirata a proteggere i civili dalla repressione del regime. Tra la folla, alcuni agitavano bandiere di paesi della coalizione internazionale, in particolare di Stati Uniti, Francia, Italia e Canada, assieme a quella verde-rossa-nera adottata dai ribelli a Bengasi.
17.33 – Ribelli: “A Zawiya migliaia rapiti da governativi”
Un portavoce degli insortidi Zawiya, città libica vicina a Tripoli ribellatasi a Gheddafi e poi ripresa dalle forze governative, ha detto che le milizie lealiste hanno rapito migliaia di residenti e li hanno portati in località sconosciute. Ibrahim, che è rimasto a Zawiya e non ha voluto che cognome, ha detto per telefono alla Reuters che le forze di Gheddafi “hanno rapito giovani e anziani, chiunque sotto i 50-60 anni, fossero ingegneri o muratori, e li hanno portati in un luogo sconosciuto… Migliaia sono scomparsi da quando quelli hanno preso la città”. Le affermazioni di Ibrahim non possono essere verificate perché il governo libico impedisce ai giornalisti l’accesso alla città, 50 km a ovest di Tripoli. Un abitante di Zawiya fuggito in Tunisia, Mohsen, conferma la notizia di violenze e rapimenti. “Sequestri e pestaggi sono diffusi – racconta -. I residenti hanno paura ad uscire di casa… I negozi sono chiusi e la situazione umanitaria è pessima… Non posso dare un numero esatto di quante persone sono state rapite, torturate o uccise. Ma loro (i lealisti, ndr) compiono questo attacchi soprattutto contro civili sospettati di nascondere armi o di sostenere i ribelli”.
16.33 – Testimoni: “Ribelli intensificano incursioni”
I ribelli stanno conducendo incursioni sempre più frequenti per riprendere il controllo di Ajdabyia, città-chiave circa 160 chilometri a sud-ovest di di Bengasi. Lo riferiscono testimonianze concordanti. “Vetture di rivoluzionari sono entrati nel centro della città”, ha sostenuto un abitante in fuga con la famiglia e decine di altre persone attraverso un varco controllato da forze leali a Muammar Gheddafi che avevano ripreso la città la settimana scorsa.
16.02 – Frattini: “Anche l’Italia ha le sue idee”
”Anche l’Italia ha le sue idee e le sue proposte, e le farà valere nelle sedi opportune e nei prossimi appuntamenti discutendole con i nostri partner”. Lo riferiscono autorevoli fonti della Farnesina commentando l’annuncio del presidente francese Nicolas Sarkozy di un’iniziativa ”politica e diplomatica” franco-britannica sulla crisi libica. ”Qualsiasi soluzione politica ad ogni modo – osservano le stesse fonti – dovrà necessariamente passare per il consenso dei Paesi Ue, della coalizione e dunque anche dell’Italia”
15.35 – Aerei del Qatar partecipano a operazioni di sorvolo
Gli aerei del Qatar messi a disposizione della coalizione internazionale per l’imposizione della no-fly zone hanno preso parte a operazioni di sorvolo nei cieli della Libia. Lo riporta l’agenzia ufficiale del Qatar Qna che cita un
comunicato delle autorità militari del Paese.
15.31 – Al Jazeera, mediazione per resa brigate rais
C’è una ”mediazione” in corso perla resa delle brigate di Gheddafi, ad Ajdabiya, in Libia. Lo riferisce la emittente televisiva in lingua araba Al Jazira.
15.29 – Ajdabiya, udite esplosioni e raid aerei
Oltre a dueesplosioni seguite da un’enorme colonna di fumo nei pressi della città, ad Ajdabiya fra l’altro è stato udito il rombo di aerei da guerra: vi sono state tre altre esplosioni che i ribelli sostengono siano raid condotti contro le forze del colonnello Muammar Gheddafi.
15.15 – Colpi d’artiglieria ad Ajdabiya
Ribelli libici sisono radunati in massa per sferrare un nuovo attacco su Ajdabiya e hanno scambiato colpi di artiglieria con le forze del colonnello Muammar Gheddafi che tengono la strategica città nell’est della Libia.
Il ritmo dei colpi sparati dai ribelli è definibile “costante”, mentre le forze di Gheddafi rispondono con due o tre proiettili al minuto. Dopo un raid di Tornado britannici avvenuto nella notte contro blindati del governo libico, i ribelli si stanno radunando con loro automezzi dotati di lanciamissili multipli e pick-up con mitragliatici pesanti.
15.14 – Imam Bengasi, “Guerra non è crociata”
La guerra della coalizione occidentale “non è una crociata”: lo ha detto l’imam della moschea di Bengasi all’emittente televisiva araba Al Jazira. “Non abbiamo alcun problema con i cristiani”, ha aggiunto. Nel suo discorso di martedì sera dalla residenza-caserma di Bab el Aziziya, a Tripoli, Muammar Gheddafi aveva invitato gli “eserciti islamici” a schierarsi al suo fianco perchè c’è in corso “una nuova crociata scatenata contro l’Islam”.
15.03 – Total, nessun rischio di carenza petrolio
Nessun rischio di penuria di petrolio sul mercato a causa della guerra in Libia. Lo ha assicurato il senior vice president del colosso Total, Jean-Jacques Mosconi, affermando che sebbene la società abbia interrotto la produzione nel paese nordafricano, questa rappresenta meno del 2,3% della produzione totale della Total.
La mancata produzione di greggio libico sarà “compensata dall’Arabia Saudita” ha spiegato Mosconi, affermando che “non c’è rischio di penuria di greggio”.
Nessun timore neanche per il gas. “L’Europa – ha spiegato – ha dei contratti di lungo periodo con Russia e Qatar”.
14.53 – Al Jazeera, secondo 007 Usa “Rais tratta per uscita sicura”
Un funzionario dell’intelligence statunitense ha riferito all’emittente televisiva in lingua araba Al Jazira di una “iniziativa” di Muhammar Gheddafi: il rais sarebbe propenso ad accettare un “cessate il fuoco” in cambio di una propria “uscita sicura” dal conflitto libico.
14.48 – Pentagono, 153 missioni aeree in 24 ore
Gli Usa e i paesi alleati chepattugliano la no-fly zone sulla Libia hanno lanciato 16 missili Tomahawk ed effettuato 153 sortite aeree nelle ultime 24 ore, ha comunicato il Pentagono. Obiettivi delle missioni sono l’artiglieria, le forze di terra e le strutture di comando e controllo del leader libico Muammar Gheddafi, ha precisato il Pentagono.
14.26 – Cameron: “Il futuro della Libia dipende dai suoi cittadini”. Appello al libici: “Abbandonate Gheddafi”
Soltanto “al popolo libico spetta determinare il proprio futuro” e quello del loro Paese: così si è espresso il primo ministro britannico, David Cameron, nel corso di una conferenza stampa successiva all’odierno Consiglio Europeo di Bruxelles. Inoltre il premier britannico ha rivolto un appello ai libici: “Abbandonate Gheddafi, con lui il Paese non ha futuro”. Cameron non ha voluto fare previsioni sulla durata delle operazioni militari, ma ha precisato che dureranno “fino a quando sarà necessario” per applicare la risoluzione 1973 Onu e che non ci sarà l’impiego di forze terrestri.
14.07 – I ribelli smentiscono voci di trattative con Tripoli
“Non esiste nulla disimile, non crediamo al doppio gioco di Gheddafi che finora ci ha mandato solo armi e distruzione”. Lo ha detto all’ANSA Abdel Hafiz Al Ghogha, portavoce del Consiglio transitorio libico, rispondendo a una domanda su una presunta delegazione del Rais proveniente da Tripoli per negoziare la pace. “Abbiamo già avvertito Gheddafi che non accetteremo nessun negoziato con lui. I nostri giovani rivoluzionari ad Ajdabyia (a 200 chilometri a ovest di Bengasi, ndr) hanno assicurato che nessuno passerà di lì”, ha aggiunto Ghogha. Anche durante la preghiera del venerdì a Bengasi lo sheikh Wanise Mabuk, ha parlato nel suo sermone di “inviati da Tripoli”: “Non credo che questa gente arrivi con un ramoscello d’ulivo, ma sicuramente con armi e bombe perchè conosciamo bene Gheddafi e le sue strategie. Non li lasceremo entrare a Bengasi”, ha detto lo sheikh.
13.44 – Sarkozy: “Francia e Gb preparano soluzione politica”
”Martedì al vertice di Londra – ha spiegato Sarkozy – con Cameron avanzeremo una proposta comune per scadenzare le prossime tappe dell’azione in Libia. Presenteremo un’iniziativa franco-britannica”.
Il presidente francese ha quindi insistito sul fatto che l’aspetto fondamentale della missione è quello di avere una “guida politica”, perchè “non sono le forze della Nato che vanno a proteggere la popolazione libica, ma le forze di una coalizione di undici Paesi, tra cui due Paesi arabi”. Per Sarkozy, dunque, “le decisioni sono prese dal coordinamento politico. Le missioni della Nato avverranno sulla base di obiettivi proposti da un coordinamento politico a più alto livello”. Del resto – ha aggiunto il presidente – “la Nato non può assorbire Paesi come gli Emirati Arabi Uniti o il Qatar. E’ impossibile”.
13.31 – Germania: “Serve soluzione politica”
Non è possibile arrivare a unasoluzione sostenibile in Libia solo con l’intervento militare, “ciò di cui abbiamo bisogno è un processo politico, che adesso deve essere preparato”: lo ha detto oggi a Berlino il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. L’alleato liberal-democratico della cancelliera si è inoltre dichiarato a favore di un embargo petrolifero totale contro la Libia proposto ieri da Angela Merkel.
13.17 – Nato conferma, coordineremo tutte le operazioni militari
La Nato assumerà il controllo completo di tutte le operazioni militari contro la Libia. La conferma è arrivata dalla portavoce, Oana Lungescu, in un comunicato. Questo comporterà che l’Alleanza atlantica avrà anche il comando degli interventi militari contro gli obiettivi di terra, oltre che il controllo della No fly zone. “La Nato garantirà il coordinamento e eviterà conflitti con la coalizione”, ha spiegato la portavoce, aggiungendo che la fase di transizione durera’ ancora “qualche giorno”. Il controllo della zona aerea richiederà “decine di aerei, non centinaia” Il Qatar e gli Emirati arabierano già impegnati nella missione della coalizione dei volenterosi che dall’inizio della prossima settimana passerà le consegne di comando sotto la guida dell’Alleanza atlantica. Gli Emirati arabi contribuiscono anche alla missione Nato in Afghanistan.“Il segretario generale ha avuto ed ha in corso contatti con i paesi della regione che hanno accolto positivamente l’impegno della Nato”, ha detto la portavoce Lungescu. “Molti di questi paesi sono partner di lunga durata dell’Alleanza e con loro c’è un’esperienza di partnership”.
13.17 – Vertice Ua, si punta ad elezioni
Dialogo tra regime e ribelli e arrivare ad elezioni democratiche: è quanto prevede il tentativo di mediazione dell’Unione Africana per risolvere la crisi libica. Se n’è discusso in una riunione straordinaria dell’Ua a Addis Abeba, secondo quanto riferito dal presidente della Commissione Ua, Jean Ping. All’incontro era presente una delegazione del regime libico di Muammar Gheddafi guidata dal segretario del Congresso generale del popolo, Mohammed al-Zwai, i ministri degli Esteri di Repubblica del Congo, Sudafrica, Mali, Mauritania e Uganda e rappresentanti di Onu, Lega araba, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti. Mancavano, invece, esponenti del Consiglio nazionale di transizione dei ribelli.
13.02 – Bandiere dell’Italia a preghiera del venerdì di Bengasi
Per la prima volta dall’inizio della rivolta della Cirenaica contro Muhammar Gheddafi, spuntano bandiere italiane alla preghiera del venerdì a Bengasi, roccaforte degli insorti libici.
Delle grandi bandiere con i colori della Francia, del Qatar e della ‘Rivoluzione del 17 febbraio’ (rossa, nera e verde) cucite insieme sventolano tra i 10 mila fedeli riuniti stamani davanti al tribunale di Bengasi, sede del Consiglio transitorio libico (Cnt). Accanto, meno numerose e più piccole, alcune bandiere tricolori. Oggi ci sono ben in evidenza anche una bandiera canadese, una britannica e diverse dell’Egitto. Le settimane scorse le bandiere straniere più evidenti erano quelle francesi e del Qatar, ancor prima dei raid aerei dell’aviazione transalpina contro le forze di Gheddafi, come ringraziamento per il riconoscimento da parte del presidente Nicholas Sarkozy del Cnt come legittimo rappresentante del popolo libico.
12.46 – Cominciato vertice Unione africana ad Addis Abeba
Ha preso il via ad Addis Abeba il vertice straordinario convocato dall’Unione africana (Ua) per discutere della crisi in corso in Libia. Come riferisce al-Jazeera, partecipano alla riunione rappresentanti dell’Unione
europea, delle Nazioni Unite, della Lega Araba e dell’Organizzazione della conferenza islamica. Non ci sarebbe invece una rappresentanza degli Stati Uniti. Secondo il presidente della Commissione dell’Ua, obiettivo dei
colloqui di oggi è quello di “favorire uno scambio di opinioni, in modo da prendere iniziative in merito alla situazione in Libia e individuare i modi e i mezzi per una soluzione rapida alla crisi”.
12.38 – Imam di Bengasi pronuncia sermone contro Gheddafi
“La comunità internazionale deve armare la popolazione libica, in modo che possa rivoltarsi e avere la meglio sulle brigate di Muammar Gheddafi”. E’ quanto ha affermato lo sceicco Wanis al-Mabruk, imam di Bengasi, nel corso del sermone della preghiera del venerdì tenuta oggi nel centro della città alla presenza di migliaia di fedeli. Parlando ai ribelli libici nella città dove ha sede il Consiglio nazionale transitorio, il religioso ha assicurato “la nostra vittoria è vicina. Quella delle forze internazionali non è una crociata contro la Libia e noi non abbiamo problemi con i cristiani”.
12.11 – Testimoni, violenti combattimenti all’entrata est di Ajdabija
Sono in corso in questi minuti violenti combattimenti presso l’entrata orientale della città di Ajdabiya, in Cirenaica. Secondo quanto riefriscono testimoni alla tv satellitare ‘al-Arabiya’, le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno iniziato un pesante cannoneggiamento delle postazioni dei ribelli. La tv concorrente ‘al-Jazeera’ ha mostrato in diretta il fumo che si eleva verso il cielo dalle zone colpite dalle truppe del regime poco fuori Ajdabiya.
11.57 – Insorti: tra 8mila e 10mila morti da inizio scontri
Tra le ottomila e le diecimila persone hanno perso la vita in Libia dall’esplodere delle rivolte contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi. E’ il bilancio degli insorti di Bengasi, secondo quanto riferisce la tv satellitare al-Jazeera. Per il loro portavoce, Mustafa Geriani, il numero delle vittime potrebbe essere più alto e il bilancio potrebbe aggravarsi.
10.39 – Nato guiderà tutte le operazioni
La Nato assumerà la guida di “tutte le operazioni militari in Libia”. Lo riferiscono fonti dell’Alleanza precisando che la decisione sarà finalizzata domenica. “Ciò significa – hanno precisato le fonti – che non ci sarà più la coalizione dei volenterosi e quella della Nato, ma solo una coalizione internazionale a guida Nato”. L’Alleanza atlantica guida già le operazioni per assicurare il rispetto dell’embargo delle armi contro la Libia e l’interdizione e quella, concordata ieri, per l’interdizione della no-fly zone nei cieli libici. “Il prossimo passo sarà la presa di controllo di tutte le operazioni militari relative alla Libia”, hanno riferito le fonti. “La Nato opererà per la piena implementazione della risoluzione 1973 dell’Onu non andando oltre”, hanno precisato. Domani e domenica il comitato militare della Nato metterà a punto il piano militare per assumere la guida di tutte le operazioni, incluso le decisioni sulle regole di ingaggio. Domenica pomeriggio dovrebbe poi riunirsi il Consiglio atlantico dell’Alleanza per mettere il timbro politico sulle decisioni. Comincerà subito dopo il processo di “reclutamento” di paesi e mezzi (“la così detta force generation conference”). “Ci aspettiamo il contributo di paesi della regione”, hanno indicato le fonti.
10.34 -Berlusconi: Soddisfatto per soluzione Nato
“Sì, assolutamente sì”.Così il premier Silvio Berlusconi ha risposto stamani ai cronisti a Bruxelles che gli chiedevano se fosse soddisfatto per quanto si sta profilando alla Nato sulla crisi libica.
9.57 – Forti esplosioni a sud di Tripoli
Alcune forti esplosioni sono state sentite questa mattina nella zona meridionale di Tripoli, dove continuano i raid aerei delle forze di coalizione. Secondo un portavoce delle forze armate libiche, citato dall’agenzia tedesca Dpa, sono stati distrutti diversi obiettivi militari e civili. Nella notte, altri raid della coalizione hanno colpito obiettivi della capitale, tra cui la zona della residenza-bunker del colonnello Muammar Gheddafi, Bab al-Aziziya. Ieri sera, il portavoce del governo libico, Moussa Ibrahim, ha detto di aspettarsi attacchi aerei contro la sede della tv e della radio di stato, chiedendo al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di intervenire per mettere fine ai bombardamenti contro obiettivi civili. Secondo la tv pubblica, numerosi civili sono stati uccisi nei raid di ieri. Le forze della coalizione assicurano tuttavia che si conducono raid mirati contro obiettivi del regime, che minimizzano le vittime.
8.57 – Da caccia Gb missili su blindati ad Ajdabiya
Nella notte tra ieri e oggi Tornado britannici hanno lanciato missili su blindati libici che “minacciavano” civili nella città di Ajdabiya, nell’est del Paese. “Alcuni aerei da combattimento ‘Tornado, in missione di ricognizione sulla Libia, hanno partecipato la notte scorsa ad un attacco missilistico coordinato contro unità dell’esercito libico del clolonnello Gheddafi, in appoggio alla risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu” adottata il 17 marzo scorso. Lo rende noto un comunicato del ministero. “Aerei Tornado hanno lanciato un certo numero di missili Brimstone su veicoli blindati libici che minacciavano la popolazione civile ad Ajdabiya”, continua la nota, senza precisare tuttavia se gli obiettivi siano stati colpiti.
8.47 – Raid su Tripoli e Sirte nella notte
Si sono registrati nella notte raid aerei della coalizione sulle città libiche di Tripoli e di Sirte. Secondo quanto riferisce l’edizione online del quotidiano arabo al-Arabi, la contraerea libica è entrata in azione nella periferia della capitale e nella città di Sirte, considerata la roccaforte del colonnello Muammar Gheddafi. Nel corso dei raid è stata colpita anche la zona di Bab al-Aziziya, a Tripoli, dove si trova la caserma che funge da residenza-bunker del colonnello. In quella zona è stata udita una forte esplosione. Altre due forti esplosioni sono state avvertite sempre nella notte nel quartiere periferico di al-Tajura.
0.07 – Ue: “Stop operazioni solo quando civili al sicuro”
”Le operazioni militari si concluderanno quando la popolazione civile sarà al sicuro dalla minaccia di attacchi e quando gli obiettivi della risoluzione 1973 saranno raggiunti”. E’ uno dei passaggi del testo adottato dal Consiglio europeo sulla crisi libica. Nel testo si riconosce che le azioni della coalizione dei volenterosi lanciata dopo “il vertice di Parigi del 19 marzo” ha “contribuito a salvare vite umane”.
0.05 – Ue pronta a blocco introiti gas e petrolio
L’Unione europea è pronta ad adottare nuove sanzioni nei confronti della Libia, “incluse quelle necessarie per impedire che gli introiti derivanti dalla vendita di petrolio e gas arrivino al regime di Gheddafi”. E’ quanto si legge in un estratto delle conclusioni del Consiglio europeo sulla Libia. I Paesi membri “presenteranno analoghe proposte al Consiglio di sicurezza dell’Onu”.
Tripoli: “Ok road map dell’Unione africana”
Capitoli
Tripoli: “Ok road map dell’Unione africana”
Articolo Precedente
L’armata Brancaleone?
Articolo Successivo
La Nato guiderà tutte le operazioni militari
L’Italia non cede su ruolo della Francia
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Trump “aiuterà Kiev ad avere più difesa aerea dall’Ue” e ipotizza controllo Usa delle centrali ucraine. Zelensky: “Possibile pace quest’anno”
Politica
La Lega in Aula: “Dov’è l’ugenza per il riarmo da 800 miliardi?”. Meloni attacca il Manifesto di Ventotene: è caos. Le opposizioni: “Vuole coprire le liti con Salvini”
Politica
“Più efficienza bellica in tempi di pace per inevitabili guerre”: così il Manifesto parla dell’Ue di oggi
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha ribadito che continueremo a sostenere l'Ucraina anche nel documento approvato oggi alla Camera e ieri al Senato. E' un impegno che noi manteniamo, continueremo a fare la nostra parte. Noi non siamo mai stati in guerra con la Russia e non abbiamo mai autorizzato l'uso di nostre armi da parte degli ucraini in territorio russo". Lo ha detto Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Mi pare che la telefonata Trump-Putin sia un segnale positivo così come quella tra Trump e Zelensky. Noi abbiamo chiesto che l'Ucraina fosse coinvolta e questo è accaduto. Noi incoraggiamo tutte le iniziative che portano alla pace. Non è facile ma qualche speranza c'è". Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Si tratta di garantire la sicurezza dell'intera Unione europea. C'è bisogno di rafforzare la sicurezza europea ma questo non significa essere guerrafondai. Per garantire la pace serve un equilibrio delle forze in campo per garantire la sicurezza dell'Europa e dell'Italia. Stiamo lavorando in questa direzione come un buon padre di famiglia che mette le finestre blindate perchè la sua famiglia sia al sicuro". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno. "Bisogna avere il coraggio di andare avanti: l'Europa è l'unico modo per essere sicuri".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Meloni non ha attaccato Altiero Spinelli. Mi sembra una tempesta in un bicchier d'acqua. Spinelli è un personaggio illustre della storia europea, lo rispetto e la presidente Meloni non lo ha mai offeso". Lo dice il vicepremier Antonio Tajani a 5 Minuti su Raiuno.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Sarà una 'magia comunicativa' delle sue, come dicono in Transatlantico dalle parti della maggioranza, quella di Giorgia Meloni che con l'attacco oggi in aula al Manifesto di Ventotene ha sviato l'attenzione dalle tensioni del centrodestra. Ma lo stesso effetto, la premier lo ha provocato anche nel campo avversario: le opposizioni divise, che si sono presentate in aula con 6 risoluzioni diverse, sono tornate a parlare con una sola voce nella difesa del Manifesto antifascista di Ventotene, testo fondante dell'Unione europea, sul quale la presidente del Consiglio ha detto di non riconoscersi: "Quella non è la mia Europa".
Duro il commento di Elly Schlein: "Giorgia Meloni ha deciso in aula di nascondere le divisioni del suo governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia". Scrive Matteo Renzi sui social. "La Meloni non ama Ventotene perché la storia di Ventotene dice il contrario della storia di Giorgia Meloni. Le prossime elezioni saranno un referendum tra chi crede nelle idee di Ventotene e tra chi crede in Giorgia Meloni. Noi non abbiamo dubbi su da che parte stare".
L'effetto delle parole della premier si è visto anche nel voto delle risoluzioni. Dopo le divisioni nel Pd sul piano ReArm Eu, composte in una lunga mediazione, si temevano comunque 'scarti' rispetto alle indicazioni di voto. Non si sono verificati. "Tutto il gruppo ha votato compatto", si fa sapere. E i tabulati lo confermano. Unica eccezione Lorenzo Guerini, che oltre alla risoluzione del Pd, ha votato a favore anche a quelle di Azione e Più Europa, meno critiche rispetto al testo dem sul piano ReArm Eu.
Nel dettaglio, il Pd ha votato ovviamente la sua risoluzione, bocciato quella della maggioranza, dato voto favorevole al punto del testo Avs in cui si dice no all'espulsione dei palestinesi da Gaza e contro, invece, alla richiesta sempre di Alleanza Verdi e Sinistra di interrompere l'invio di forniture militari a Kiev. Su quest'ultimo punto ci sarebbe stata qualche non partecipazione al voto tra i dem. Insomma, un risultato 'ordinato' dopo giorni di tensione nel Pd.
Altro punto che è stato rimarcato da tutte le opposizioni è stata l'assenza in aula, al momento delle dichiarazioni di voto, della premier Meloni. Dopo l'attacco al Manifesto di Ventotene, in aula si è accesa la polemica. Tra gli interventi è già virale sui social quello appassionato del dem Federico Fornaro. "Non è accettabile fare la caricatura di quegli uomini, lei presidente Meloni siede in questo Parlamento anche grazie a loro, questo è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qua grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici. Si inginocchi la presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne, altro che dileggiarli", ha gridato commuovendosi in aula.
Dopo le tensioni, il timing dell'aula è slittato di diverse ore, quando ormai Meloni era già in partenza per il Consiglio europeo a Bruxelles. Di fronte alle proteste per l'assenza della presidente del Consiglio è intervenuto in aula il sottosegretario Alfredo Mantovano: "I governo ha massimo rispetto nei confronti del Parlamento, e in particolare la presidenza del consiglio e la presidente del consiglio, che però aveva presente il programma originario dell'Aula che avrebbe concluso i lavori nel primo pomeriggio e in questo momento è già in volo per Bruxelles".
Una precisazione che non ha convinto le opposizioni. "Giorgia Meloni -attacca Elly Schlein- è fuggita di nuovo, non la vedevamo dal dicembre scorso e le volte che si è palesata in aula si contano sulle dita di una mano. Si è chiusa per mesi nel silenzio imbarazzato di chi non sa cosa dire o non vuole dire cosa pensa". E poi Giuseppe Conte: "Avete cambiato idea su Ventotene, ma sfiorate l'irriconoscenza. Presidente Meloni adesso è volata a Bruxelles, non vedeva l'ora, eppure poteva rimanere". Quindi Angelo Bonelli: "Questo è il manifesto di Ventotene, glielo avrei regalato alla presidente ma lei fugge dal dibattito parlamentare, anche perché ha un problema con la Lega".
Al netto delle posizioni diverse all'interno del campo delle opposizioni, tutti i gruppi di minoranza evidenziano di contro quelle presenti nelle maggioranza. E stamattina il capogruppo leghista Riccardo Molinari ha servito un assist su questo parlando in tv. Lo rilancia Schlein: "La Lega ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue". La segretaria Pd insiste nelle divisioni della maggioranza: "Nella vostra risoluzione, per non dividervi in tre posizioni diverse, avete fato sparire la difesa comune e il piano di riamo di Ursula von der Leyen, l'avete scritta con l'inchiostro simpatico. Facile far sparire le proposte divisive, ci credo che siete compatti, non avete scritto nulla".
Rimarca Maria Elena Boschi: "La Lega ha linea chiara, e l'ha detto: lei non ha mandato per andare al Consiglio Ue". E poi Riccardo Magi: "Meloni è scaltra e furba. Vuole farci parlare delle sue oscene parole e della sua esegesi sbagliata e truffaldina del Manifesto di Ventotene per nascondere che non ha una linea di politica estera e non ha una maggioranza in politica estera. Non lo dico io ma lo ha detto il capogruppo della Lega, Molinari". Ed ancora Bonelli: Meloni "oggi ha fatto scientemente quest'operazione" su Ventotene "perché Molinari lo ha detto chiaramente che non ha il mandato per dire sì a Rearm Europe". Infine Matteo Richetti di Azione: "Mentre discutevamo è uscita una dichiarazione di Molinari in cui dice che Meloni non ha il mandato per trattare: con tanti saluti per la risoluzione di maggioranza...".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "È grave che Rai News abbia censurato l’ultima parte del discorso della segretaria Schlein. Dallo sfiduciato Petrecca, un ultimo colpo di coda a sostegno della propaganda di governo, forse come ringraziamento per il passaggio di sede." Così i componenti democratici del gruppo PD in Commissione di vigilanza Rai, che hanno deciso di riportare integralmente la parte del discorso "censurato".
Eccola: “La Presidente Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l’Unione s’è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso qui di nascondere le divisioni del governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo i vostri tentativi di riscrivere la storia. Lei in quest’aula ha oltraggiato la memoria del manifesto di Ventotene, riconosciuto da tutti come la base su cui si è fondata l’Unione europea, perché scritto da giovani mandati al confino dai fascisti che non risposero all’odio e alla privazione di libertà con altro odio, ma con una visione di Europa federale che superasse i nazionalismi che nel nostro continente hanno prodotto soltanto guerre, anche oggi. Non si permetta mai più di oltraggiare la memoria di Altiero Spinelli, Ursula Hirschmann, Ernesto e Ada Rossi, Eugenio Colorni, se siamo qui a discutere in un Parlamento democratico è grazie a persone come loro. Lei dice che quell’Europa non è la sua. E allora le chiedo se la sua Italia è quella della Costituzione perché sono gli stessi antifascisti che l’hanno scritta. E stiamo ancora aspettando che si dichiari antifascista pure lei”.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - Via libera all'unanimità da parte dell'aula del Senato al progetto di legge sui viaggi nella memoria nei campi nazisti per le scuole. Approvato anche il ddl sui Nuovi giochi della Gioventù.