La cronaca ora per ora del 24 marzo 2011
22.33 – Partiti altri cinque Tornado italiani da Trapani Birgi
Altri cinque Tornado italiani si sono alzati in volo tra le 22 e le 22,30 dalla base dell’Aeronautica di Trapani Birgi. Il movimento dei velivoli militari dal pomeriggio, che sta proseguendo in serata, fa pensare che l’attività continuerà anche nella notte.
21.29 – La Russa: “Finora non sparato un solo missile”
“Finora, per fortuna, non abbiamo sparato un solo missile”. Lo afferma ad Anno zero il ministro della Difesa, Ignazio La Russa che aggiunge “il comando della coalizione che dirige le operazioni militari in Libia aveva chiesto all’Italia 12 aeroplani, tra cui quattro cacciabombardieri: “ne abbiamo dati solo otto, senza quelli armati di bombe dirompenti”.
21.18 – Pentagono: “Nessun civile colpito, 350 jet coinvolti”
Gli Stati Uniti negano che nei bombardamenti della coalizione dei volenterosi sulla Libia ci siano stati vittime civili. Lo ha dichiarato l’ammiraglio di squadra navale William Gortney, aggiungendo che nelle operazioni sono impegnati 350 jet, metà dei quali americani. Gortney, oltre ad aver smentito che le forze aeree siano in contatto con i ribelli, ha aggiunto che gli Usa sperano di cedere il comando dell’operazione ‘Odisea all’alba’ quanto prima nel fine settimana. ”Il nostro messaggio a Gheddafi – aggiunge Gortney – è chiaro: ferma i combattimenti, smetti di uccidere il tuo stesso popolo” aggiungendo che la “no fly zone potrebbe essere rafforzata”.
21.00 – Farnesina: “Risultato ottimo il comando alla Nato”
“Un ottimo risultato per l’Italia”. Così, in via preliminare, il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari, ha commentato l’accordo, non ancora ufficializzato a Bruxelles, per passare alla Nato il comando delle operazioni militari contro la Libia. “Si tratta di un’intesa politica che va nella direzione di quello che aveva chiesto l’Italia”, ha detto Massari, “con il comando operativo esclusivo della Nato”, affiancato da “un gruppo internazionale di alto livello che fisserà le linee guida politiche” dell’operazione. Ma questo, sostiene il portavoce della Farnesina, “non intacca la catena di comando esclusiva della Nato”.
20.44 – Tv di Stato libica: “Raid aereo su Tripoli”
Nuovi attacchi aerei hanno colpito zone militari e aree residenziali a Tripoli e nel sobborgo di Tajoura. Lo ha riferito la tv di Stato libica.
20.36 – Onu: “Tripoli è avvertita, più azioni se non coopera”
Il governo di Tripoli è stato avvertito del fatto che “ulteriori misure che vanno al di là della risoluzione 1973” potrebbero essere adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu nei confronti della Libia se il governo di Muammar Gheddafi non seguirà le richieste della comunità internazionale. Lo ha detto il segretario generale Ban Ki-moon, riferendo che questo messaggio è stato portato alle autorità libiche dal suo inviato nel Paese, Abdilah al Khatib. Aprendo una riunione dei 15 membri del Consiglio, il segretario generale ha ricordato come i raid siano iniziati sabato scorso “con l’obiettivo di imporre un’effettiva no fly zone sul paese”. E come da allora il ministro degli Esteri libico, Musa Kusa, ed altre autorità libiche abbiano più volte proclamato un cessate il fuoco. “Noi non vediamo prove di questo – ha però aggiunto – in breve non ci sono prove che le autorità libiche abbiano assunto iniziative per rispettare le risoluzioni 1970 e 1973”.
20.28 – Quattro F16 italiani tornati alla base di Trapani
Sono rientrati alla base di Trapani Birgi quattro caccia F-16 italiani che si erano alzati in volo nel pomeriggio nell’ambito delle operazioni militari in Libia.
20.17 – Onu: “Ci aspettiamo altri 250mila migranti”
Le Nazioni Unite si aspettano “nuove ondate di migranti e rifugiati” per la crisi libica, che potrebbero essere dai 200 ai 250 mila. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza sulla Libia.
19.41 – In volo caccia italiani e canadesi, partiti da Trapani
Si sono alzati in volo dalla base dell’Aeronautica di Trapani Birgi intorno alle 19,30 altri cinque caccia F16 italiani, dopo che quasi un’ora prima erano decollati due F18 canadesi. L’attività dello scalo militare, dopo una mattinata piuttosto tranquilla, sembra essersi intensificata dalla metà del pomeriggio. Poco prima la Difesa aveva comunicato che nessun aereo italiano si era alzato in volo per la missione.
19.37 – Turchia: “Accordo su Comando Nato entro 2 giorni”
La Nato assumerà il controllo delle operazioni militari sulla Libia entro “uno o due giorni”. Lo riferisce la tv di Stato turca Trt citando il ministro degli Esteri, Ahmet Davotoglu, secondo cui i Ventotto membri dell’Alleanza hanno accettato la richiesta di Ankara. “Le nostre richieste sulla Libia sono state accettate e la (guida) dell’operazione sarà assunta dalla Nato” in un giorno o due”, ha spiegato Dovotoglu. Secondo fonti diplomatiche la Nato assumerà il comando delle forze della coalizione internazionale sui cieli della Libia a partire da lunedì o al più tardi martedì.
19.10 – Difesa: “Oggi nessuna missione degli aerei italiani”
Nelle ultime 24 ore, dalle sette basia eree italiane, non sono decollati velivoli dell’Aeronautica militare italiana “con missioni finalizzate all’applicazione della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”. Lo rende noto lo Stato maggiore della Difesa. Gli aerei messi a disposizione dalle Forze armate per l’applicazione della risoluzione, ricorda lo Stato maggiore della Difesa, sono quattro velivoli Tornado ECR, impiegabili contro i radar della difesa aerea libica, e quattro velivoli F-16, con funzioni di scorta e difesa. Inoltre, sono sotto comando nazionale, due Tornado Tanker e un C130J con funzioni di rifornimento in volo. I velivoli, finora, ribadisce lo Stato maggiore, hanno effettuato dieci missioni, per un totale di trentadue sortite, durante le quali “non è stata rilevata alcuna significativa emissione dai radar libici”. Le unità della Marina militare, “ancora sotto comando italiano ma che potranno essere resi disponibili per l’ operazione a guida Nato, sono in navigazione e cooperano con gli assetti dell’Aeronautica per il controllo e la difesa dello spazio aereo nazionale”. Sono la portaeromobili Giuseppe Garibaldi, il cacciatorpediniere Andrea Doria, la fregata Euro e il pattugliatore Spica.
Nel Canale di Sicilia sono anche presenti la nave rifornitrice Etna ed il pattugliatore di squadra Borsini, che sta svolgendo la missione di vigilanza pesca e controllo dei flussi migratori. Inoltre, sottolinea ancora lo Stato maggiore della Difesa, nell’ambito delle attività di concorso fornite dal ministero della Difesa al ministero dell’Interno riguardanti l’emergenza a profughi, “la nave San Marco continua ad effettuare il trasporto di cittadini extracomunitari dall’isola di Lampedusa alle destinazioni sul territorio nazionale indicate dal ministero dell’Interno”.
19.07 – Ribelli: “Le truppe di Gheddafi trattano la resa a Agedabia”
I ribelli stanno negoziando la resa delle truppe di Muammar Gheddafi nel crocevia di Agedabia. Lo riferisce uno dei portavoce degli insorti, l’ex generale dell’aeronautica del Colonello, Ahmed Omar Bani. “Stiamo cercando di negoziar con questa gente ad Agedabia perché siamo quasi sicuri che hanno perso i contati con il loro comando…e stiamo cercando di risolvere questo affare pacificamente”, ha detto Bani, spiegando che le se forze stanno negoziando con le truppe di Gheddafi grazie alla mediazione di un imam della città.
19.01 – Generale Usa Ham: “Vittime civili? Non lo escludo”
“Mi auguro che sia la Nato a prendere il comando della missione contro la Libia. La Nato è la coalizione in grado di operare velocemente e di attaccare”. Lo ha detto parlando con i giornalisti nella base Us Navy di Sigonella il generale Carter F. Ham, comandante degli United States Africa Command. Alla domanda se ci sono state vittime tra i civili ha detto: “Non posso escluderlo. Sono sicuro che i nostri piloti stanno eseguendo con precisione chirurgica i loro compiti. Il regime sta invece facendo vittime civili e questo è inaccettabile”. Ham ha anche fatto il bilancio della prima settimana di azioni contro la Libia: “Durante questi sette giorni -ha detto- sono state colpite le stazioni fisse militari libiche. Adesso, la strategia è cambiata perché si stanno intercettando gli obiettivi in movimento ma con la priorità di non colpire i civili”.
18.48 – Medici: “109 morti e 1300 feriti a Misurata”
Fonti mediche a Misurata hanno annunciato che in una settimana di combattimenti tra forze pro-Gheddafi a insorti in città sono morte 109 persone e altre 1.300 sono rimaste ferite. I ribelli hanno anche annunciato di aver ucciso 30 cecchini del regime nella città contesa.
18.30 – Governo libico: “Circa 100 morti nel raid della coalizione”
”Circa cento persone” sono morte in Libia a causa dei bombardamenti della coalizione internazionale, secondo un bilancio ufficiale del governo libico.
18.26 – L’Italia d’accordo per embargo del petrolio ma con Onu
L’Italia ”non è contraria in linea di principio” alla proposta lanciata oggi dalla cancelliera tedesca Angela Merkel su un embargo petrolifero completo verso la Libia ma ritiene opportuno che una decisione del genere venga assunta dall’Onu per impegnare tutti i Paesi e non solo gli europei al rispetto di tali misure. Lo riferiscono fonti italiane a margine del Consiglio europeo di Bruxelles.
Del resto, sottolineano le stesse fonti, per l’Italia non si avrebbe un impatto significativo dal momento che il flusso di greggio è già bloccato di fatto a seguito delle sanzioni imposte dall’Onu e dall’Ue contro il regime di Gheddafi.
18.20 – Obama convoca riunione con i consiglieri della Sicurezza
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha convocato per il pomeriggio a Washington una riunione con il vicepresidente, Joe Biden, e i consiglieri della Sicurezza nazionale per esaminare la situazione in Libia. Lo ha reso noto la Casa Bianca, senza precisare l’ora della riunione.
18.01 – De Gennaro al Copasir: “Rapporti con gli insorti a Bengasi”
L’Italia ha aperto un canale con gli insorti di Bengasi ed i nostri 007 sono stati i primi in Occidente a muoversi in questo senso. Lo si apprende da alcuni esponenti del Copasir, dove oggi si è svolta un’audizione con il direttore del Dis, Gianni De Gennaro. Il ministro degli Esteri Frattini, che esclude di volere una Libia divisa in due, ha avuto contatti con il Presidente del governo provvisorio libico ed oggi la Farnesina ha annunciato la riapertura del consolato italiano a Bengasi. Nell’audizione odierna De Gennaro, secondo quanto si è appreso, avrebbe confermato l’alto livello di allerta dei nostri apparati di sicurezza. C’è il rischio che terroristi possano infiltrarsi in Europa tramite i barconi provenienti dal Nordafrica. Il Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa) è riunito in seduta permanente e c’è la massima attenzione per gli obiettivi sensibili: stazioni, aeroporti, porti, manifestazioni pubbliche. I nostri servizi segreti non hanno comunque allo stato indicatori precisi di una imminente recrudescenza terroristica. De Gennaro, sempre secondo quanto si è appreso, non avrebbe parlato al Copasir dell’attentato di ieri a Gerusalemme.
17.46 – Coalizione ha lanciato 14 missili Tomahawk
Le forze della cosidetta ‘coalizione dei volenterosi’ hanno lanciato nel corso della notte 14 missili da crociera Tomahawk contro le truppe di Muammar Gheddafi. Lo ha reso noto un portavoce del comando Usa per l’Africa dal quartier generale di Stoccarda in Germania. Dalle inizio dell’operazioni militare gli Usa e la marina britannica (le uniche forze dotate dei missili da crociera) hanno lanciato un totale di 175 Tomahawk (BGM-109) per distruggere le difese aeree di Gheddafi.
17.36 – Sos da barcone con 330 profughi, non se ne hanno più notizie
E’ allarme per un barcone con circa 330 eritrei, tra cui donne e bambini, che sarebbe partito due giorni fa dal porto di Tripoli diretto verso Lampedusa e di cui non si hanno più notizie da ieri. Si tratterebbe della prima imbarcazione di profughi proveniente dalla Libia, dopo la scoppio della guerra civile.
17.31 – “Gheddafi sarà incriminato all’Aja”
L’incriminazione di Muammar Gheddafi e degli esponenti del suo regime per crimini contro l’umanità è “sicura al cento per cento”. Lo ha annunciato il procuratore della Corte Penale Internazionale dell’Aja, Louis Moreno Ocampo, il quale attualmente sta indagando su sei episodi di violenze contro i civili a Tripoli, Bengasi e in altre città libiche. I risultati dell’inchiesta verranno presentati a maggio. Al Cairo per una visita di un giorno, Ocampo ha incontrato il ministro degli Esteri egiziano, Nabil al-Arabi, con cui ha analizzato la possibilità di rispondere ad una petizione palestinese che chiedeva un’inchiesta del Tpi sui “crimini e le violazioni commesse da Israele nei Territori palestinesi”. A riferirlo è stato un portavoce del ministero, Minha Bajum.
17.23 – Da Parlamento turco sì a partecipazione ad operazioni navali
Il parlamento turco ha dato il via libera alla decisione del governo di partecipare alle operazioni navali della Nato a garanzia dell’embargo di armi imposto alla Libia. E’ quanto si apprende dalla tv pubblica di Ankara, dopo che ieri l’esecutivo del premier Recep Tayyip Erdogan aveva dato semaforo verde all’impego di quattro fregate, un sottomarino e una nave di supporto per le operazioni navali della Nato.
17.12 – Decollati altri quattro F16 da Trapani
Rientrati i due caccia F-16 italiani partiti stamattina, altri quattro sono decollati nel pomeriggio dalla base dell’Aeronautica Trapani-Birgi, sede del 37/mo Stormo. Sono riatterrati intanto anche i sei Eurofighter, che erano partiti intorno alle 15.
17.03 – Insorti: porto Misurata sotto il nostro controllo
“Il porto di Misurata e’sotto il nostro completo controllo”. Lo ha affermato il portavoce dell’esercito rivoluzionario anti-Gheddafi, Ahmed Beny, colonnello dell’aviazione, in una conferenza stampa a Bengasi. “Le navi della coalizione internazionale si stanno avvicinando al porto della città” a 200 chilometri ad est di Tripoli, ha aggiunto Beny.
16.53 – Francia conferma, distrutto aereo di Gheddafi a Misurata
Le forze armate francesi hanno confermato di aver sparato un missile aria-terra e distrutto un aereo di Gheddafi all’aeroporto di Misurata. Lo ha detto un portavoce secondo cui l’aereo era appena atterrato e aveva comunque violato la no-fly zone.
16.40 – I dubbi di Berlusconi sugli insorti
La “cautela” di Silvio Berlusconi sulla crisi libica si estende anche al giudizio su alcune componenti del Consiglio nazionale di transizione. Dubbi che il presidente del Consiglio, incontrando ieri sera il gruppo dei responsabili a Palazzo Grazioli, ha confidato ad alcuni di loro, con particolare riferimento alla presenza di alcuni ex ministri di Muammar Gheddafi. “Il presidente ha messo in guardia da facili entusiasmi esprimendo perplessità sulla presenza di ex ministri del regime all’interno del Consiglio nazionale di transizione, con riferimento particolare al ruolo dell’ex ministro della Giustizia e dell’ex ministro dell’Interno” riferisce uno dei presenti all’incontro. Il presidente del Consiglio ha sottolineato “il fatto che all’interno del governo provvisorio spiccano figure che fino a poco tempo fa erano legate a Gheddafi”. Un riferimento a Mustafa Abdel Jalil, presidente del Consiglio nazionale di transizione libico ed ex responsabile della Giustizia nel governo del Colonnello e ad Addel Fatah Yunis, ex ministro dell’Interno, anche egli passato nei primi di marzo agli insorti. Su quest’ultimo, tra l’altro, c’è stato anche un piccolo giallo: qualche giorno fa infatti la tv di stato libica aveva detto che era tornato con il Rais, ma la notizia era stata smentita dal governo provvisorio dei ribelli.
16.34 – I ribelli cercano di riconquistare Agedabia
I ribelli avanzano verso Agedabia, la strategica città situata sulla costa della Cirenaica, lungo la direttrice che conduce a Bengasi, ‘capitale’ dell’insurrezione, che i rivoltosi stanno tentando di riconquistare. Lo riferisce una fonte giornalistica sul posto. Da un avamposto a 9 chilometri dalla città, dove in mattinata si erano ammassati centinaia di combattenti prima di marciare sulla città, si sente il rumore di colpi di mortaio e colpi d’arma da fuoco. “Sparano verso di noi con i carri armati, l’artiglieria e i missili Grad”, ha riferito Mohamed, uno dei rivoltosi tornato dal fronte. “Non abbiamo nulla se non armi leggere, mentre loro posseggono quelle pesanti”. I ribelli, armati di Kalashnkiov e a volte solo di armi bianche, stanno cercando di entrare in città da più fronti e sono riusciti ad avvicinarsi fino ad un chilometro dall’entrata orientale di Agedabia. Mercoledì i pesanti combattimenti nell’area avevano costretto alla fuga migliaia di residenti.
16.14 – Funerali vittime raid. Tv di Stato mostra 13 bare
Sono iniziati i funerali delle vittime dei raid aerei condotti dalla coalizione ieri sera sul quartiere di al-Tajura, periferia orientale di Tripoli. La tv di stato libica trasmette le immagini della cerimonia funebre che si tiene nel cimitero dei Martiri, sul lungomare della città. Le bare portate nel cimitero sono 13. In attesa della preghiera islamica per i defunti, centinaia di persone che partecipano alle esequie scandiscono slogan contro l’Occidente e a sostegno del regime libico. Secondo l’imam che guida la preghiera per i defunti, le bare appartengono a civili: “Dico ai giornalisti presenti – ha affermato parlando in arabo e in inglese – che queste vittime sono tutte civili. Sono morte a causa dei bombardamenti dei crociati, nemici dell’Islam e dei musulmani”. Tra i presenti in molti gridavano: “Sarkozy assassino”.
16.05 – Prima missione per gli F16 norvegesi
I caccia F-16 inviati dalla Norvegia per partecipare alle operazioni in Libia hanno compiuto la loro prima missione. Due dei sei caccia, che stazionano a Creta, sono decollati intorno a mezzogiorno diretti in Libia. L’esercito norvegese, per ragioni di sicurezza, non ha voluto render nota la durata della missione, né alcun dettaglio dell’operazione. Poiché non c’è ancora un comando unificato della missione, la Norvegia ha annunciato mercoledì che avrebbe collocato gli F-16 sotto il comando americano; il ministro della Difesa, Grete Faremo, ha però spiegato che il governo di Oslo si riserva il diritto di tenere a terra gli aerei qualora le missioni affidate violassero i propri principi, per esempio la salvaguardia della popolazione civile.
15-32 – In serata riunione Consiglio di sicurezza Onu
L’organismo delle Nazioni Unite riunirà questa sera alle 20 ora italiana in una sessione speciale per discutere della situazione della crisi libica dopo l’inizio dell’intervento militare. Il segretario generale Ban Ki-Moon parlerà ai delegati della sua missione nell’area insieme al rappresentante speciale per la Libia Abdul Ilah al-Khatib che ha incontrato in Libia membri del governo e dell’opposizione. Dopo la seduta di Consiglio i delegati si riuniranno in consultazioni a porte chiuse. Secondo fonti diplomatiche non sono comunque attese particolari decisioni
15-25 – Misurata, ribelli: “Anche donne africane fra i cecchini”
Tra i cecchini che da giorni sparano dai tetti di via Tripoli, a Misurata, ci sono anche alcune mercenarie provenienti da paesi dell’Africa sub-sahariana. Secondo quanto rivelano i ribelli della città della Tripolitania, citati dai siti dell’opposizione libica, negli scontri dei giorni scorsi sono state fatte prigioniere due donne delle brigate fedeli a Muammar Gheddafi.
15.15 – Testimone: “A Tripoli migliaia di arresti”
“Non esagero se affermo che nella Capitale le forze del regime hanno arrestato decine di migliaia di giovani”. E’ il racconto choc di un testimone che ha chiesto di rimanere anonimo citato dall’emittente inglese Bbc
15.05 – New York Times: Sarkozy accetti guida Nato
Una gestione affidata all’Alleanza atlantica servirebbe meglio gli interessi americani e Sarkozy farebbe un grande piacere a se stesso e alla causa della democrazia in Libia se facesse un passo in dietro e accettasse il trasferimento delle operazioni alla Nato. E’ secca la critica rivolta al Presidente francese Nicholas Sarkozy oggi dal New York Times, che dedica oggi il suo editoriale di apertura alla Libia ed alle difficoltà create alla gestione della crisi dall’opposizione di Parigi a lasciar spazio agli alleati.
14.44 – Co-mai, rischio epidemia a Modesta e Misurata
Rischio di epidemia a Modesta e provincia ed anche a Misurata. A lanciare l’allarme, come si legge in una nota Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia, sono i medici libici in Italia dell’Amsi, l’associazione dei medici di origine straniera in Italia. “C’è un rischio alto di epidemia a Misurata dopo il bombardamento dell’ospedale in quanto ha messo a grave rischio – recita la nota – l’assistenza sanitaria anche nei villaggi vicini dove ci sono cadaveri per la strada da giorni e non c’è elettricità e mezzi di soccorso”. Secondo la nota Co-mai, “c’è bisogno di attivare canali sanitari per tutelare i civilli e curare i feriti e trasportare i cadaveri”.
14.34 – Appello Unicef “Serve corridoio umanitario”
La popolazione in Libia ”sta ancora soffrendo. Sappiamo che il cessate il fuoco nonostante la risoluzione dell’Onu” non è rispettato: “chiediamo che si apra un corridoio umanitario per sostenere la popolazione”. E’ l’appello che lancia la rappresentante dell’Unicef in Tunisia, Maria Luisa Fornara, che si trova in un campo profughi (il Choucha Refugee Camp) al confine con la Libia.”In questo momento non si puo’portare aiuto alla popolazione, ci sono ancora combattimenti e siamo preoccupati – aggiunge per telefono con l’Ansa – noi insieme alle altre agenzie umanitarie ci stiamo preparando per l’eventualità che si possa aprire il corridoio umanitario soprattutto sia dalla parte dell’Egitto sia della frontiera con la Tunisia. Ci auguriamo che ciò si realizzi”.
14.33 – Abc, “Aereo libico abbattuto da jet francese”
Un jet francese ha abbattuto un aereo militare libico che aveva violato la no fly zone. Lo ha riferito la tv ABC sul suo sito.
13.59 – Gb, passaggio operazioni Nato appena possibile
Il ministro degli Esteri britannico William Hague ha detto che “orrende violenze” contro i civili da parte del regime di Gheddafi continuano, “mettendo in luce che la affermazione del regime libico di aver ordinato un cessate il fuoco è una completa menzogna”. Inoltre Hague ha auspicato che il passaggio del controllo sulle operazioni in Libia passi alla Nato appena possibile.
13.45 – Oim, in Libia ancora 800mila stranieri
Ottocentomila cittadini stranieri sono ancora in Libia. Lo stima l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), secondo il capo della sua missione a Tripoli, Laurence Hart.
13.21 – Camera, approvate mozioni maggioranza e opposizione
La Camera dei Deputati ha approvato le risoluzioni sull’impegno italiano in Libia sia della maggioranza, presentata dal Pdl e dalla Lega, sia quella sottoscritta dal Pd, Idv e Terzo polo. Bocciata invece quella presentata dai Radicali. Nonostante il voto favorevole, la giornata parlamentare è stata tutt’altro che tranquilla. A incendiare le polveri è stato l’intervento di Antonio Di Pietro che ha dato del “giullare” a Franco Frattini. Il ministro degli Esteri, di tutta risposta, si è alzato e ha lasciato polemicamente l’Aula. Nonostante i richiami del presidente dell’Assemblea di Montecitorio, Gianfranco Fini, a moderare i toni, il leader dell’Idv attacca a muso duro anche per il premier, che, esattamente come ieri a Palazzo Madama, ha deciso di non partecipare al dibattito in Parlamento. “L’assenza di Berlusconi – ha detto di Pietro – dimostra che lui non è il presidente del Consiglio, ma un coniglio”. Nel suo intervento Massimo D’Alema ha sottolineato lo stato di confusione che regna nel governo. “Strano paradosso – ha detto il presidente del Copasir – mentre la maggioranza pone vincoli cervellotici, l’opposizione garantisce un mandato pieno”.
13.17 – Autorità, manca carburante, dobbiamo importarlo
La Libia ha carenza dicarburante e ha bisogno di importarlo. Lo ha reso noto un funzionario libico del settore energetico. Secondo le autorità di Tripoli, una nave sarebbe in viaggio verso la Libia con rifornimento di carburante, ma potrebbe essere fermata o bombardata dalle forze della coalizione.
13.00 – Francia smentisce notizia abbattimento caccia su Sirte
Un portavoce militare francese ha smentito la notizia secondo cui un caccia francese sarebbe stato abbattuto sui cieli di Sirte. “Nessun aereo francese è stato abbattuto a Sirte la notte scorsa”, ha dichiarato il portavoce delle forze armate francesi, il colonnello Thierry Burkhard, parlando con la Dpa. Il quotidiano libico Al Watan aveva riferito che le forze libiche avevano abbattuto un caccia francese che stava effettuando raid sulla città e che il pilota era stato catturato.
12.57 – Al-Arabiya, nuovi raid alleati in corso a Sebha
Nuovi raid aerei alleati sono in corso in questi minuti nel sud della Libia. Secondo quanto riferisce la tv satellitare ‘al-Arabiya’, vengono colpiti in particolare obiettivi militari della città di Sebha, il cui aeroporto è stato usato nelle scorse settimane per accogliere l’arrivo dei mercenari africani in Libia che combattono al fianco delle brigate di Muammar Gheddafi.
12.42 – Juppè, i raid dureranno giorni o settimane non mesi
I raid aerei della coalizione internazionale sulla Libia dureranno “giorni o settimane” “ma non mesi”. A dichiararlo è stato il ministro degli Esteri francese Alain Juppè, parlando a Parigi con la stampa. Per il capo della diplomazia di Parigi “l’operazione militare non dovrebbe durare troppo tempo”. “Dobbiamo cominciare a pensare come organizzare la pace, creando le condizioni per un dialogo nazionale tra il Consiglio nazionale di transizione e le eventuali altre forze politiche”
12.39 – Francia, colpita basea militare Gheddafi
I caccia dell’aviazione francese hanno colpito la notte scorsa una “base” militare del regime libico di Muammar Gheddafi: lo ha detto lo Stato maggiore di Parigi. In particolare, l’aviazione francese ha condotto nella notte tra ieri e oggi un attacco contro una “base aerea” della Libia “250 chilometri a sud delle coste”, ha annunciato lo Stato maggiore dell’esercito francese nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Il raid è stato condotto con missili Scalp lanciati da pattuglie aeree composte da Rafale e Mirage 2000-D, ha precisato il colonnello Thierry Burkhard, portavoce dello Stato maggiore, senza precisare l’esatta localizzazione della base. L’ufficiale ha semplicemente aggiunto che l’attacco ha colpito un obiettivo ad ovest della zona nella quale i caccia francesi hanno concentrato l’essenziale dei loro sforzi dall’inizio delle operazioni, sabato scorso, in particolare, i dintorni di Bengasi. Burkhard non ha voluto fornire ulteriori dettagli sui danni causati dall’attacco.
12.38 – Lega voterà anche mozione opposizione
La Lega voterà anche la risoluzione dell’opposizione sulla Libia “per dare un segno di unità”: lo ha annunciato nell’Aula della Camera il capogruppo leghista Marco Reguzzoni intervenendo sulle risoluzioni presentate sulla situazione in Libia. “La vostra mozione – ha detto rivolto ai banchi del centrosinistra – è più generica della nostra, ma la voteremo per dare un segno di unità al Paese in questo momento. Non ci interessa se voi non voterete la nostra”.
12.33 – Militari, nuovi raid aerei su sobborgo di Tripoli
Nuovi raid aerei hanno colpito il sobborgo di Tripoli di Tajura. Lo riferisce una fonte militare libica.
12.35 – Cameron: “Non si vada oltre la risoluzione Onu”
La coalizione internazionale in Libia non deve andare oltre i termini della risoluzione dell’Onu. Lo ha detto il primo ministro David Cameron. A Cameron, che visitava un impianto industriale a Nottingham, era stata posta la domanda se Muammar Gheddafi sia un bersaglio legittimo della coalizione. “E importante che non andiamo oltre la risoluzione in nessun modo”, ha risposto il primo ministro.
12.29 – Francia, risoluzione Onu permette anche a fuoco a terra
Il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, ha affermato oggi che la risoluzione 1973 dell’Onu ha una “base giuridica estremamente ampia” e consente “forme di intervento” con apertura del fuoco a terra, “senza dispiegamento sul terreno” delle forze terrestri. La risoluzione 1973 – ha dichiarato il ministro in una conferenza stampa – “dà una base giuridica estremamente ampia che consente forme di intervento senza dispiegamento a terra”. Spiegando successivamente la sua affermazione, Longuet ha precisato che si riferiva agli attacchi compiuti da aerei “sul territorio” e “su obiettivi a terra”.
12.20 – Brigate Gheddafi occupano porto Misurata, migliaia stranieri bloccati
Le brigate di Muammar Gheddafi hanno occupato stamani il porto della città libica di Misurata, in Tripolitania, bloccando migliaia di lavoratori stranieri che attendevano di imbarcarsi per lasciare la Libia. Lo ha riferito un testimone alla tv araba ‘al-Jazeera’, nel corso di un collegamento telefonico. Il testimone ha aggiunto che “la situazione dei civili in città è drammatica, considerato che da giorni scarseggiano acqua ed elettricità”. Al momento il centro di Misurata è ancora in mano ai ribelli nonostante un assedio che dura da giorni da parte delle milizie di Gheddafi.
12.20 – Da ‘Responsabili’ sì a risoluzione governo
“Voteremo a favore della risoluzione del Governo”. Lo ha annunciato nell’Aula della Camera Americo Porfidia, di Iniziativa Responsabile, intervenendo sulle risoluzioni presentate sulla situazione in Libia. Il deputato ha invitato il Parlamento a “uscire compatto e unito” dimostrando che quello italiano è un grande popolo. Pur ritenendo giusta la risoluzione Onu sull’intervento nel Paese nord africano e “doveroso” muoversi secondo le linee da questa dettate”, Porfidia ha auspicato che si incrementi il lavoro diplomatico affinchè si possa arrivare a un cessate il fuoco. Al Governo Iniziativa Responsabile chiede “di porsi il problema su chi siano gli esponenti della nuova classe politica libica, di tutelare i militari e di potenziare gli sforzi diplomatici”. Al termine dell’intervento, dopo aver ricordato il ruolo fondamentale della Nato che “eviterà che si vada in ordine sparso”, il deputato ha espresso il sostegno del suo Gruppo al ministro degli Esteri Frattini.
12.17 – Scontro Di Pietro – Frattini alla Camera
Scontro in Aula tra Antonio Di Pietro e il governo, dopo che il leader dell’Italia dei Valori definisce “coniglio” prima il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e poi il ministro degli Esteri Franco Frattini, che lascia l’Aula mentre parla l’ex pm. Interviene il presidente della Camera Gianfranco Fini per riportare l’ordine ed estrae un cartellino giallo per Di Pietro, ma ritiene che non ci siano i presupposti per il rosso. “Chi prende la parola – afferma Fini – ha il dovere di usare un linguaggio consono a quest’Aula, chi esce dall’Aula si assume la responsabilità di quel che fa, ma non sono due comportamenti paragonabili tra di loro. La prego per l’ennesima volta di usare un linguaggio rispettoso dei colleghi e dell’Aula in cui si trova”. “Io ritengo -replica il leader dell’Idv- che affermare che un governo che non viene qui con il suo presidente del Consiglio e che il ministro degli Esteri se ne va mentre parla un rappresentante delle Istituzioni, è un comportamento da conigli e lo ribadisco”. “Onorevole Di Pietro – riprende Fini – non è questa l’espressione che la presidenza le contesta”. “Prendo atto – conclude l’ex pm – che la pensa come me su questo”. “Il fatto che il presidente del Consiglio – esordisce Di Pietro – non senta il dovere di venire in Parlamento, di assumersi la responsabilità davanti al Paese di ciò che stiamo facendo, dimostra che è un coniglio”. Il leader dell’Idv prosegue il suo intervento, poi la tensione sale quando sottolinea che “il comportamento del governo è passato da un eccesso all’altro, soprattutto quello di Berlusconi, che prima si è messo a fare il giullare, a fare il guascone, a giocare ai cavalli, a ‘gheddafine’ con Gheddafi e adesso dice che egli era un criminale. Egli pensa che fare il presidente del Consiglio è come stare nel sottoscala di Arcore con il bunga a bunga”. “Berlusconi ha scelto il cavallo sbagliato ma anche lei ministro Frattini, perchè lei il 18 gennaio 2011 ha indicato Gheddafi come modello del riformismo arabo. Ma lei fa il ministro degli Esteri o fa il giullare insieme a Berlusconi?”. Ed è questo il momento in cui il titolare della Farnesina lascia l’Aula: “non fugga via -protesta Di Pietro- si assuma le responsabilità. Il ministro degli Esteri è scappato via, secondo coniglio di questo governo”. A questo punto interviene Fini. “La prego di usare un linguaggio consono a quest’Aula. Chi esce dall’Aula si assume la responsabilità di quel che fa, ma non sono due comportamenti paragonabili tra di loro. La prego per l’ennesima volta di usare un linguaggio rispettoso dei colleghi e dell’Aula in cui si trova”. Quindi il successivo botta e risposta con l’ex pm.
11.51 – Tv di Stato, in corso nuovi raid aerei nella zona est di Tripoli
Sono in corso nuovi raid aerei della coalizione nella zona orientale di Tripoli contro le truppe di Muammar Gheddafi. Secondo quanto ha annunciato poo fa la tv di Stato libica, i caccia stanno attaccando “obiettivi civili e militari del quartiere di al-Tajura”.
11.49 – Pd voterà no a risoluzione maggioranza
Il Pd voterà no alla risoluzione di maggioranza sulla Libia. “L’opposizione ha dato una grande prova di responsabilità e autorevolezza presentando una risoluzione unitaria -ha detto il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini-. Un fatto politico rilevante, anche perché non si tratta di un testo dell’opposizione ma di quello approvato dalle commissioni parlamentari. Mentre la maggioranza è stata costretta a fare un pasticcio, mischiando immigrazione e Libia, due cose differenti”.
11.44 – Veri, Onu ha autorizzato ricorso alla forza
“Lavoriamo a supporto della risoluzione Onu 1973 che autorizza l’impiego di qualsiasi mezzo necessario all’embargo”. Cosi’ l’ammiraglio di Divisione, Rinaldo Veri, a capo del comando alleato marittimo di Napoli, che guida l’operazione di embargo del Patto Atlantico nei confronti della Libia. “Se dovessimo avere sospetti su navi”, spiega Veri, “dobbiamo prima compiere un’investigazione completa, che arriva fino all’abbordaggio. E questo porterebbe a richiedere l’invio di persone armate a bordo. Se c’e’ resistenza, allora si puo’ ricorrere alla forza”.
11.32 – Al Jazeera, brigata Gheddafi tratta resa con i ribelli
Una delle brigate del colonnello Muammar Gheddafi presenti ad Ajdabiya, in Cirenaica, starebbe trattando la resa con i ribelli libici che assediano da giorni la città. Secondo quanto riferisce l’inviato della tv araba ‘al-Jazeerà, la brigata è stata circondata dagli insorti presso la porta orientale di Ajdabiya. La conquista di quella zona è considerata importante dal punto di vista strategico perché da lì transitano i rifornimenti che giungono da Tripoli , dove si trova il contingente più numeroso di militari pro-Gheddafi.
11.29 – Camera, verranno votate 3 risoluzioni
Saranno tre le risoluzioni sulla situazione in Libia su cui l’Aula della Camera sarà chiamata ad esprimersi. I testi sono stati presentati rispettivamente dalla maggioranza e dalle opposizioni e dal radicale Matteo Mecacci. Ad essere votata per prima sarà quella della maggioranza; tuttavia, ha assicurato il presidente Gianfranco Fini, anche quella dell’opposizione sarà comunque votata anche se venisse assorbita nei contenuti da quella del centrodestra. La decisione, che non fa precedente, viene assunta dalla presidenza della Camera per un “fraintendimento con il gruppo del Pd sul momento della presentazione dei testi e sull’ordine di votazione”.
Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso parere favorevole tanto sulla risoluzione di maggioranza quanto su quella di opposizione.
11.22 – Misurata, le forze di Gheddafi prendono il porto
Gli abitanti della città costiera libica di Misurata hanno riferito alla Reuters che le forze di Gheddafi hanno preso il comando del porto.
11.07 – Camera, l’opposizione presenta mozione unitaria
Diversamente dal Senato, dove le opposizioni avevano presentato distinte risoluzioni sulla vicenda libica, alla Camera è stata presentata una risoluzione unitaria a firma Pd, IdV e Terzo Polo. Il testo riprende la mozione votata all’unanimità dalle Commissioni Esteri e Difesa la settimana scorsa.
10.57 – In vigore le nuove sanzioni Ue
Sono ufficialmente entrate in vigore oggi le nuove sanzioni Ue approvate ieri dai 27 e imposte a diverse entità economiche libiche, tra cui la compagnia petrolifera nazionale Noc, oltre che ad altri membri del regime responsabili della repressione violenta delle manifestazioni. Il regolamento attuativo è stato infatti pubblicato stamane sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
10.38 – Veri, “Embargo severo fino all’abbordaggio”
Quello del comando marittimo alleato nel Mediterraneo sarà “un embargo severo fino all’abbordaggio forzato, condizione che spero non si attui” a dirlo è l’ammiraglio di divisione Rinaldo Veri, comandante delle forze navali alleate a Napoli. “Sono fiducioso che avremo nei prossimi giorni le forze navali sufficienti per l’attuazione completa dell’embargo”, ha aggiunto Veri.
10.37 – Da Ucoii appello a Gheddafi: rilasci subito i marinai della Asso 22
L’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoii) ha lanciato un appello al colonnello libico, Muammar Gheddafi e al suo regime affinchè rilasci gli 11 marinai a bordo del rimorchiatore ‘Asso 22’, da domenica in mano ai militari libici. Nel suo messaggio l’Ucoii auspica “al contempo che possa essere siglata una tregua che riporti calma e sicurezza in tutto il Paese e che si ristabiliscano le condizioni per un civile confronto tra le parti libiche in conflitto”.
10.34 – Napolitano, “siamo pienamente nella carta dell’Onu”
“Stiamo pienamente dentro la Carta delle Nazioni Unite”. Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, commenta, lasciando il sacrario delle Fosse Ardeatine, la situazione che vede l’Italia coinvolta nelle operazioni militari in Libia. “Io penso – ha aggiunto Napolitano – che nel Parlamento ieri si è espressa, pur nella diversità di posizioni, una convergenza fondamentale, molto significativa e importante”
10.17 – Brigata Gheddafi circondata da ribelli ad Ajdabiya
Una delle brigate fedeli a Muammar Gheddafi, che combattono da giorni ad Ajdabiya, è stata circondata dai ribelli libici di Bengasi. Lo riferisce la tv araba Al-Jazeera, secondo la quale la brigata è rimasta completamente isolata e non può più comunicare, né ricevere rifornimenti da Tripoli.
10.00 – Bbc, Misurata nel caos, manca acqua potabile
Mancano i medicinali, negli ospedali sovraffollati di feriti in cerca di cure mediche. Ma manca anche cibo e acqua potabile a Misurata, dove i residenti sono costretti a bere acqua piovana per sopravvivere. Lo descrivono gli stessi residenti alla Bbc, precisando che nella città sono ripresi i bombardamenti delle truppe di Muammar Gheddafi. Diversa, però, la versione fornita dal vice ministro degli Esteri del regime di Tripoli, secondo cui a Misurata non è in corso alcun bombardamento, ma oggi si riportano solo piccole scaramucce.
09.42 – Merkel: “In Libia serve embargo petrolifero”
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiesto un “embargo petrolifero completo” contro la Libia, oltre ad “ampie restrizioni al commercio” del paese. “Spero che alla fine troveremo una posizione comune su questo punto”, ha detto la Merkel durante un intervento al Bundestag riferendosi al consiglio europeo di Bruxelles.
09.22 – Juppé: “Sì a ruolo Nato, ma guida politica sia dei Paesi”
E’ ”desiderabile” che la Nato,“unica organizzazione capace di pianificare a livello operazionale un intervento simile”, sia “coinvolta” nell’intervento internazionale in Libia, ma la guida politica deve restare alla coalizione. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, in un incontro con la stampa. L’operazione in Libia “non è stata decisa dalla Nato”, ha spiegato, ed è “condotta da una coalizione di Paesi, tra cui alcuni che non fanno parte dell’Alleanza, come il Qatar”. Per questo “la guida politica deve essere mantenuta a questo livello”, con riunioni periodiche tra rappresentanti dei Paesi partecipanti, che, ha ricordato Juppè, “devono segnalare la propria volontà di contribuire al segretariato dell’Onu”.
08.11 – Governo francese: “Le operazioni sulla Libia continueranno”
La coalizione internazionale, comandata da Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, “continuerà i raid aerei” su bersagli militari in Libia. Lo ha detto il capo della diplomazia francese Alain Juppè.
04.24 – Ufficiali libici mostrano 18 corpi carbonizzati: “Uccisi da coalizione”
Ufficiali libici hannomostrato ai giornalisti, in un ospedale di Tripoli, 18 corpi carbonizzati definendoli militari e civili vittime di bombardamenti effettuati nella notte dalle forze della coalizione.