La cronaca ora per ora del 23 marzo 2011
22.17 – Il governo spagnolo: “Sull’immigrazione non lasceremo l’Italia da sola”
Il vicepremier spagnolo e ministro dell’Interno Alfredo Rubalcaba ha detto questa sera a Madrid che l’Italia non sarà “lasciata sola” davanti alla “pressione migratoria molto forte” innescata dalla crisi libica.
21.52 – Al Arabiya: tank pro-raìs alle porte di Ajdabiya
Carri armati delle forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno preso posizione agli ingressi orientale e occidentale della città di Ajdabiya, meno di 200 km a sud di Bengasi. Lo ha riferito la tv satellitare Al Arabiya.
21.41 – La Cnn: “I fedelissimi di Gheddafi contattano gli Stati Uniti”
21.30 – Al Arabiya: bombardamenti su bunker di Gheddafi
La tv satellitare AlArabiya ha riferito che la caserma-bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli è sotto attacco aereo. Proprio da Baba el Aziziya ieri sera il leader libico si è rivolto ai suoi sostenitori
20.39 – Un testimone: “Gheddafi bombarda ospedale di Misurata”
Un medico ha detto alla Reuters – prima che la linea telefonica fosse interrotta – che i tank governativi stanno circondando l’ospedale e bombardando la zona. Oggi a Misurata, sempre secondo fonti mediche, cecchini appostati su edifici attorno all’ospedale sparavano contro chiunque entrasse e uscisse dall’edificio. Secondo il portavoce ufficiale del consiglio nazionale degli insorti, i cecchini di Gheddafi avrebbero ucciso, sempre in giornata, 16 persone, nella città che si trova a 170 km a est di Tripoli.
20.38 – Tv di stato libica: Raid aerei su obiettivi civili
20.23 – Otto esplosioni a Est di Tripoli, nuvola di fumo
Sono otto le esplosioni udite a est di Tripoli. Lo hanno riferito testimoni che hanno visto levarsi una colonna di fumo. Trentadue chilometri a est della capitale libica c’è una base militare.
20.21 – Bbc: “Attacchi hacker siti opposizione a Gheddafi”
Due dei principali siti dell’opposizione libica, ‘libyafeb17.com’ e ‘feb17.info’, sarebbero stati vittima di attacchi hacker e oscurati. Lo riferiscono alcuni blogger sul social network ‘Twitter’, citati dal sito web dell’emittente ‘Bbc’. Secondo un blogger che si firma ‘Libyans Revolt’ i siti sarebbero stati oscurati da hacker pro-Gheddafi, ma dovrebbero presto rientrare in funzione. Al momento ‘libyafeb17.com’ è offline, mentre ‘feb17.info’ è attivo.
20.15 – Clinton: “Ci aspettiamo adesione altri Paesi arabi”
Il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha detto che gli Usa si attendono “altri annunci”, nei prossimi giorni, riguardanti la partecipazione di Paesi arabi all’azione militare in Libia. (AGI)
20.13 – Testimone: “Regime bombarda ospedale Misurata”
Un medico ha raccontato che l’ospedale è stato chiuso dalle forze di Gheddafi e i blindati stanno bombardando la zona
20.11 – Testimoni: “Forte esplosione in base militare a est di Tripoli”
Sarebbero ripresi i bombardamenti della coalizione internazionale sulla Libia. Una forte esplosione e’ stata udita in una base militare a est di Tripoli. Lo hanno riferito testimoni.
19.50 – Nato: “Non c’è accordo su operazioni militari”
Non c’è accordo sul comando delle azioni militari in Libia nella riunione tra i 28 ambasciatori dei Paesi della Nato. Lo ha riferito una fonte diplomatica. Restano irrisolte le questioni sulla relazione tra assicurare il rispetto della no fly zone sui cieli libici e le operazioni militari per proteggere i civili e l’ampiezza della missione.
19.36 – Stefania Craxi: “Meglio se Berlusconi in parlamento”
“Sarebbe stato meglio che ilpresidente del Consiglio Berlusconi avesse personalmente esposto le ragioni del nostro coinvolgimento in Libia nelle sessioni dedicate nei due rami del Parlamento”: lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, nel corso di Settimana internazionale, trasmissione di Radio Radicale, curata in collaborazione con il web journal www.interpreteinternazionale.it. “Quella in Libia – ha detto il sottosegretario – è una guerra a tutti gli effetti. Bisogna dirlo chiaramente al Paese, anche se non è facile parlare di una guerra alle nostre porte che potrebbe provocare migliaia di profughi”. “L’interesse del nostro paese e del nostro governo sia che Gheddafi se ne vada”. Stefania Craxi si è inoltre detta convinta del fatto “che questa guerra potrà terminare solo quando ci sarà un’altra risoluzione delle Nazioni Unite che allargherà le maglie dell’intervento militare. Questa – ha comunque specificato – è una mia opinione. Una posizione assolutamente personale”.
19.34 – Comandante Base Trapani, oggi missione positiva
“Le missioni svolte oggi si sono svolte secondo la pianificazione e sono risultate positive”. Così, il comandante della base militare di Trapani Birgi, colonnello Mauro Gabetta, ha commentato le due missioni compiute oggi dall’Aeronautica militare in Libia. Complessivamente si sono levati in volo sei Tornato e quattro F16.
18.58 – Difesa: “Oggi due missioni tornado e caccia F16”
In particolare, alle 14 circa sono decollati da Trapani due F-16 (con funzioni di difesa aerea e scorta), due Tornado ECR (Electronic Combat Reconnaissance) e un C130J con funzioni di rifornimento in volo (AAR – Air-to-Air Refuelling). Il C130 J è rientrato alla base dopo aver rifornito gli altri aerei in volo. Gli altri quattro velivoli “hanno proseguito verso l’area assegnata”, facendo ritorno alle 16.10 circa. Alle 14.30 circa sono poi decollati, sempre dalla base di Trapani, due F-16 e quattro Tornado di cui due Tanker per il rifornimento in volo. I velivoli hanno effettuato una missione analoga alla precedente rientrando in base alle 16.40 circa. Due missioni aeree in Libia sonostate compiute oggi dai Tornado ECR italiani, scortati da caccia F-16. Lo rende noto lo stato maggiore della Difesa.
18.57 – Rimorchiatore, equipaggio ok
“Apprezziamo il fatto che anche oggi, nel tardo pomeriggio, ci sia stata data la possibilità di comunicare con l’Asso Ventidue. La comunicazione ha riguardato solo ed esclusivamente lo stato di salute dell’equipaggio, che confermiamo essere buono”. Lo rende noto, in una breve dichiarazione, Mario Mattioli, amministratore delegato di Augusta Offshore, società armatrice del rimorchiatore trattenuto a Tripoli.
18.54 – Testimone: “Zintan sotto assedio”
“I 30-40 mila abitanti di Zintan vivono sotto assedio. Nessuno può entrare o uscire dalla città e iniziano a scarseggiare acqua, cibo, carburante e medicine”. E’ quanto ha affermato un testimone di Zintan all’emittente ‘Bbc’. Zintan, che si trova a circa 90 chilometri a sud ovest di Tripoli, è teatro da giorni di violenti scontri tra gli insorti e le truppe fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. “Zintan è stata bombardata due volte oggi – ha dichiarato la fonte – Ogni volta il bombardamento è durato circa un’ora”.
18.39 – Danimarca, al via le missioni di F16
Sono entrati in azione nel quadro dell’intervento militare contro la Libia, in sostegno alla risoluzione dell’Onu 1973, anche sei F-16 danesi. Lo ha annunciato il comando tattico dell’aeronautica danese in un comunicato: “nel corso delle ultime 24 ore, gli F-16 danesi hanno lanciato bombe di precisione su obiettivi in Libia per la prima volta”. La Danimarca ha messo a disposizione dell’operazione sei F-16, basati a Sigonella per questa operazione, e 132 militari.
18.36 – Tv di Stato: “Sostenitori di Gheddafi in marcia verso Bab Al Aziziya”
Numerosi sostenitori del leader libico Muammar Gheddafi stanno marciando verso il compound di Bab al-Aziziya, a Tripoli, dove si trova anche il bunker del colonnello. Lo ha riferito la tv di stato libica ‘al-Jamahiriyah’. “Moltissimi uomini, donne, giovani e bambini, continuano ora a convergere su Bab al-Aziziya a Tripoli per unirsi alle masse che si trovano già lì da giorni”, ha riferito l’emittente. Domenica un palazzo all’interno del compound è stato colpito da un missile nel corso di un raid militare su Tripoli della coalizione internazionale.
18.33 – Ministro esteri Gb incontra l’inviato speciale del Consiglio nazionale libico
l ministro degli esteri britannico William Hague ha parlato oggi con l’inviato speciale del Consiglio Nazionale Libico Mahmoud Jabril. “Abbiamo parlato dei progressi nella creazione della no fly zone come richiesto dalla Lega Araba e delle misure prese per evitare perdite civili tra cui il volo abortito dei Tornado di domenica sera”, ha detto Hague.
18.19 – Belgio: “Non è compito della coalizione stare a fianco dei ribelli”
Gli F-16 belgi che partecipano alla coalizione internazionale in Libia contribuiscono a preservare la zona di esclusione aerea e a proteggere la popolazione civile, ma non partecipano ai bombardamenti di posizioni tenute dai seguaci di Gheddafi. Lo ha precisato il portavoce delle operazioni per l’esercito belga, il luogotenente generale Michel Singelè. “Noi siamo in una guerra per preservare la zona di esclusione aerea. Mettersi al fianco dei ribelli per cercare di liberare delle città non appartiene al nostro mandato”, ha dichiarato Singelè. Secondo l’alto ufficiale, però “gli altri paesi della coalizione possono avere un’interpretazione diversa”.
18.18 – Portavoce insorti, 16 morti a Misurata, 5 sono bambini
“I cecchini del colonnello Muammar Gheddafi hanno ucciso 16 persone a Misurata, sul golfo della Sirte, tra cui cinque bambini”. E’ quanto ha affermato il portavoce degli insorti Abdul Hafeez Gogha, nel corso di una conferenza stampa a Bengasi. Gogha ha quindi sottolineato che nell’attacco delle forze lealiste alla città di Zintan sei persone sono morte e 37 rimaste ferite.
18.17 – Cnn, intervista esclusiva ad Obama
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, in un’intervista esclusiva concessa alla Cnn, si è detto convinto che grazie all’intervento della coalizione internazionale, “in Libia sono già state salvate vite umane” ed è stata “evitata quella che poteva essere una catastrofe” umanitaria. “A Bengasi vivono 700 mila persone – ha sottolineato Obama -. Gheddafi aveva promesso che non avrebbe avuto alcuna pietà. Invece questa catastrofe ha potuto essere evitata proprio in forza di questo intervento”. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha espresso oggi la “speranza” che in Libia i ribelli “sappiano organizzarsi” in modo da arrivare “presto” in Libia “ad un governo democratico legittimo, espressione delle loro aspirazioni”. Il presidente degli Stati Uniti ha inoltre ribadito che l’intervento militare della coalizione è stato deciso “per ragioni umanitarie in ottemperanza della risoluzione Onu 1973, per proteggere la popolazione civili”. Obama, che in patria deve affrontare una serie di critiche per non aver preventivamente informato il Congresso dell’intervento militare americano, ha detto che la coalizione cercherà “di dare supporto ai ribelli”, nella speranza appunto che “sappiano organizzarsi”.
17.49 – Usa, truppe Gheddafi ancora colpite da raid aerei
Le truppe leali a Muammar Gheddafi che minacciano le città nelle mani dei rivoltosi libici sono state nuovamente colpite dai raid aerei della coalizione internazionale. Lo ha riferito il capo della missione americana, il contrammiraglio Gerard Hueber.
17.40 – Pentagono, “Ieri 57 raid, il numero maggiore da inizio intervento. Nessuna vittima tra i civili”
Le forze della coalizione impegnata contro la Libia di Gheddafi hanno effettuato ieri 57 raid aerei, il numero più elevato da sabato scorso, quando è iniziata l’operazione. La cifra, diffusa dal Pentagono, contrasta con le dichiarazioni dei comandanti americani dell’operazione per cui, ricorda il New York Times, l’attività delle forze sarebbe andata a calare. Inoltre, non vi sono indicazioni che gli attacchi della coalizione sulle città libiche abbiano causato vittime civili, ha detto l’ammiraglio americano Gerard Hueber. L’ufficiale americano ha affermato che il pattugliamento della no-fly zone sulla Libia si è esteso adesso a tutta la regione costiera della Libia.
17.31 – Pentagono: “Da 24 ore nessun aereo di Gheddafi sui cieli del paese”
Nelle ultime 24 ore, nessun aereo libico si è levato in volo sui cieli libici. Il contrammiraglio Gerard Hueber, comandante della ‘Joint task force Odissey Dawn’, in un brifing al Pentagono, conferma così la piena entrata in vigore dell’imposizione della ‘no fly zone’
17.27 – Decollati da Gioia del Colle aerei britannici
Anche oggi dalla base di Gioia del Colle (Bari) sono partiti tre velivoli britannici, Eurofighter e Tornado, alla volta dei cieli della Libia. L’attività operativa della base “Ramirez” dove è di stanza il 36esimo Stormo dell’Aeronautica militare italiana è infatti limitata solo ai velivoli della Raf. Per il personale italiano non ci sono disposizioni collegate all’operazione “Odisset at Dawn” come confermato all’Adnkronos dal comando delle operazioni ma restano assegnati i compiti ordinari di sorveglianza aerea dei cieli del Sud Italia. Oggi i mezzi italiani stanno effettuando delle attività addestrative.
17.14 – Oim, ad oggi 333mila i migranti fuggiti da Libia
Ad oggi sono 332.858 i migranti fuggiti dalla Libia. Il dato arriva dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) che avverte “al momento ci sono ancora 9.000 migranti bloccati ai confini libici, varcati giornalmente da circa 6.000 persone”. L’Oim, in questi giorni di conflitto, continua ad operare insieme all’Unhcr, e le due organizzazioni hanno provveduto finora ad evacuare 59.913 persone (dati aggiornati al 21 marzo). “Questa crisi è diventata una delle più gravi sin dai tempi della prima guerra del Golfo del 1990, che portò all’evacuazione di 250.000 persone”, sottolinea l’Oim in una nota. La maggior parte dei migranti ha fatto ritorno al proprio paese di origine, fra questi moltissimi egiziani, seguiti da un grande numero di asiatici, mentre il terzo flusso è composto da Africani Sub-Sahariani e rappresenta un gruppo di particolare vulnerabilità a causa del rischio di violenze che possono subire in Libia. In particolare, sul totale di 332.858 persone evacuate, oltre 143mila hanno varcato il confine verso l’Egitto (di questi 76.412 egiziani, 66.937 di altre nazionalit), oltre 170mila sono fuggiti in Tunisa (fra questi 19.217 tunisini, 151.397 di altre nazionalità) e 9.727 verso il Niger (8.910 nigerini, 817 di altre nazionalità). L’organizzazione ricorda che sono necessari altri fondi vista la situazione di grande emergenza che l’Oim sta sostenendo alle frontiere del Paese.
17.09 – Insorti, ‘governo’ gestirà amministrazione in crisi
Il ‘Crisis managementgovernement’, istituito oggi a Bengasi dagli insorti anti-Gheddafi, avrà il compito di gestire l’amministrazione della Cirenaica, anche per quanto riguarda le risorse petrolifere, per far ripartire l’economia della Libia orientale in rivolta contro il regime. Lo ha detto all’Ansa Jalal el Galal del Media Comittee della ‘Rivoluzione del 17 febbraio’. Il ‘governo di crisi’ non sostituirà il Consiglio nazionale transitorio, organo politico della rivolta.
17.08 – Pentagono: “Esito imprevedibile, ma non ci sono limiti temporali”
Secondo il capo del Pentagono, Robert Gates, almeno per il momento nessuno è in grado di prevedere quale sarà l’esito dell’intervento multinazionale in corso contro il regime di Muammar Gheddafi. D’altra parte, ha aggiunto Gates a margine della sua visita al Cairo, “non ci sono limiti di tempo” per il mantenimento sulla Libia della ‘no fly-zone’ autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: “Quindi”, ha concluso il ministro della Difesa Usa, “ora come ora non esistono scadenze entro cui l’operazione può avere termine”. Gates e’ giunto in Egitto per incontrare i membri del Consiglio Supremo delle Forze Armate, che ha preso il potere dopo la recente caduta di Hosni Mubarak: al centro dei colloqui anche la crisi libica.
17.01 – Putin: “Non è come Serbia di Milosevic”
Il premier russo, Vladimir Putin,ha rifiutato un accostamento tra la Libia di Muammar Gheddafi e la Serbia di Slobodan Milosevic – entrambe oggetto di bombadamenti alleati – affermando che si tratta di situazioni molto doverse. “Non si possono mettere sullo stesso piano la Libia di oggi e la Serbia del 1999”, ha detto Putin in una conferenza stampa oggi a Belgrado insieme al presidente serbo Boris Tadic. Il premier russo rispondeva a una domanda sul 12/mo anniversario dei raid aerei della Nato contro la Serbia di Milosevic, cominciati il 24 marzo 1999. In precedenza, oggi, il portavoce di Putin Dmitri Peskov, aveva definito una “pura coincidenza” l’arrivo del premier russo a Belgrado il giorno prima dell’anniversario dei radid Nato sulla capitale serba.
16.47 – Putin: “Mi preoccupa facilità uso della forza”
Il premier russo, Vladimir Putin,ha criticato i bombardamenti sulla Libia di Muammar Gheddafi da parte delle forze della coalizione,affermando di essere “preoccupato della facilità con cui l’Occidente arriva all’uso della forza”. “Mi preoccupa la facilità con cui l’Occidente negli ultimi tempi arriva a decidere l’uso della forza per risolvere le crisi internazionali”, ha detto Putin in una conferenza stampa a Belgrado. “Come si può intervenire a difesa della popolazione civile adottando metodi che aumentano il numero delle vittime?”, ha aggiunto,
16.43 – Tv insorti: “Nostra capitale sarà sempre Tripoli”
Il Consiglio nazionale degli insortidella Libia ha formato un ‘governo ad interim’ ed ha incaricato Mahmud Jabril di guidarlo. La notizia, pubblicata con grande evidenza sul sito della tv al Jazira ma per il momento non confermata da altre fonti, è stata comunicata da uno dei portavoce del Consiglio, Nisan Gouriani. “Il Consiglio nazionale è un organo legislativo ma abbiamo bisogno di un organo esecutivo per assumere il controllo e mettere in atto una forma di amministrazione”, ha detto ad Al Jazira precisando che “la posizione degli insorti è stata chiara sin dall’inizio: la Libia è indivisibile”. “La nostra capitale è Tripoli e sarà per sempre Tripoli”, ha aggiunto il portavoce degli insorti. “Stiamo lottando per liberare la parte ovest del paese e Tripoli e mantenere il paese unito”. Mahmud Jabril, l’uomo incaricato di guidare il ‘governo ad interim”, è noto a livello internazionale per il suo ruolo di inviato del Consiglio nazionale libico a Parigi e Bruxelles nei giorni scorsi. Jabril ha avuto anche un colloqui con il ministro degli Esteri britannico William Hague.
16.41 – Principale tribù Warfalla torna ad appoggiare Gheddafi
Parte della tribù Warfalla torna ad appoggiare Gheddafi. La più importante tribù della Libia, in seguito a una serie di accordi stipulati nei giorni scorsi, ha fatto rientrare la sua protesta contro il rais. La regione di Bani Walid, 150 chilometri a sud-est da Tripoli, è sotto il pieno controllo delle tribù fedeli al colonnello. Lo sheik Akram al-warfali, uno dei più rappresentati dell’omonima tribù, all’inizio della rivolta aveva intimato a Gheddafi di andarsene. Di lui non si è saputo più nulla. Rimangono sotto il controllo delle tribù ostili a Gheddafi alcune zone montuose a sud-ovest di Tripoli.
16.41 – Comandante Gb, forze terra sotto osservazione
Il comandante della Raf a Gioia del Colle, Grg Bagwell ha detto che Tornado e Typhoon britannici tengono le truppe di terra libiche sotto costante osservazione e sono pronti ad attaccarle “ogni volta che minacciano civili o attaccano centri abitati”.
16.43 – Onu, filo diretto tra Bengasi e Palazzo di Vetro
I ribelli libici di Bengasi hannoun filo diretto con diplomatici e funzionari delle Nazioni Unite: la delegazione libica all’Onu è ora interamente schierata con gli insorti, che stanno costruendo una rete diplomatica parallela a quella del regime. Nonostante l’opposizione del colonnello Muammar Gheddafi, che vorrebbe la nomina di un nuovo ambasciatore all’Onu, i diplomatici della Libia al Palazzo di Vetro sono diventati i portavoce degli insorti a Bengasi, e trasmettono a giornalisti e colleghi i comunicati del Consiglio Nazionale di Transizione. “La Libia sarà uno Stato che rispetterà pienamente il diritto internazionale”, si legge nel primo messaggio arrivato da Bengasi. Se il Colonnello verrà spodestato, la Libia degli insorti “parteciperà alle relazioni internazionali in maniera responsabile e costruttiva, ed in buona fede”.
16.35 – Vertice Ue non risolverà questioni militari
Non sarà il Vertice dei capi di Stato e di governo a risolvere il problema del comando delle operazioni militari che la coalizione dei volenterosi ha avviato in Libia. Lo hanno indicato fonti diplomatiche Ue alla vigilia dell’incontro tra i leader dei 27. Il Consiglio Europeo affronterà il tema Libia domani sera nel corso di una cena di lavoro. In questa sede, secondo le fonti europee, si farà il punto della situazione e delle prossime iniziative. Ma la posizione dell’Unione è già stata definita del vertice dell’11 marzo scorso, ricordano le stesse fonti, in maniera “forte e dettagliata” e non c’è da aspettarsi una correzione di rotta. Nell’ultimo vertice straordinario sulla Libia i leader dei 27 hanno sollecitato a gran voce l’uscita di scena di Gheddafi e hanno riconosciuto il Comitato nazionale di transizione come un interlocutore politico.
16.32 – Comandante Gb, Garantiamo no fly zone veloce e sicura
“Stiamo garantendo il rispetto della’no fly zone’in maniera veloce e sicura, anche se sappiamo che si tratterà di una missione lunga”. Lo ha detto il comandante della squadra aerea della Royal Air Force (Raf), generale Greg Bagwell, incontrando i giornalisti nella base aerea di Gioia del Colle dell’Aeronautica militare italiana. L’ufficiale ha ribadito che la missione in Libia serve anche al controllo di punti strategici e alla salvaguardia della popolazione civile. “In ogni caso – ha aggiunto – l’operazione resta complessa e non sappiamo quando finirà”.
16.31 – Nasce il canale tv degli insorti
Sarà lanciato a breve un nuovo canale tv controllato dal Consiglio nazionale transitorio libico, l’organo politico degli insorti di Bengasi che proprio oggi ha nominato Mahmoud Jabril a capo di un governo ad interim. Lo hanno riferito fonti dell’opposizione libica al quotidiano britannico ‘Guardian’. Secondo le fonti, l’emittente sarà “indipendente e libera”. Avrà sede in Qatar, dove già opera ‘al-Jazeera’, e sarà in grado di trasmettere in tutta la Libia. Per il momento il sito web del quotidiano non aggiunge altri dettagli a riguardo.
16.30 – Comandante Gb, forze aeree libiche distrutte
Le forze aeree libiche non esistonopiù: lo ha detto, secondo la Bbc, l’Air Vice Marshal della Raf Greg Bagwell a Gioia del Colle dove sono di base i caccia britannici. “La loro forza aerea non esiste più come forza combattente”, ha detto Bagwell: “Il loro sistema di difesa integrata e le reti di comando e controllo sono così gravemente degradate che possiamo operare con relativa impunità sulla Libia”.
16.24 – Insorti costringono forze Gheddafi a riparare nel centro di Ajdabiya
Le forze fedeli a Muammar Gheddafi, che presidiano la porta orientale di Ajdabiya, starebbero retrocedendo verso il centro della città. Lo riferisce l’inviato della tv satellitare ‘al-Arabiya’. Poco prima, lo stesso giornalista aveva rivelato che i 20 carri armati del regime posti a difesa della porta orientale di Ajdabiya avevano fermato l’avanzata dei ribelli, costretti ad arrestarsi a 9 chilometri di distanza dai soldati del regime. Ora, invece, gli insorti sembrerebbero avere la meglio, aiutati dai raid dei caccia della coalizione contro gli obiettivi del regime nella città della Cirenaica.
16.23 – Ribelli libici all’Onu: “Dovete fare di più”
I ribelli libici di Bengasi hanno lanciato un appello alle Nazioni Unite, chiedendo ai leader del mondo di fare di più. “E’ necessario prendere misure più urgenti per assicurare la protezione dei civili”, hanno scritto gli insorti in un comunicato diffuso all’Onu. Il messaggio è stato trasmesso al Palazzo di Vetro dai diplomatici libici che hanno voltato le spalle al regime di Muammar Gheddafi e sono ora impegnati a difendere gli insorti anche nelle trattative alle Nazioni Unite. Domani il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si riunirà nuovamente sulla Libia, ad una settimana esatta dall’ approvazione della risoluzione 1973. Il Consiglio Nazionale di Transizione, l’organo politico della rivolta anti-Gheddafi, afferma che con la 1973 “la comunità internazionale ha risposto positivamente” alle richieste di Bengasi, anche se “è necessario prendere misure più urgenti per assicurare la protezione dei civili”.
16.15 – Usa bombardano caccia caduto, non cada in mano sbagliate
L’aviazione statunitense che partecipa all’intervento militare contro il regime di Muammar Gheddafi ha bombardato i rottami del caccia-bombardiere F-15E Eagle, precipitato due notti fa in un’imprecisata zona desertica della Libia in seguito a un’avaria: lo hanno riferito in via riservata fonti militari a Washington, secondo cui la carcassa dell’aereo è stata distrutta la notte scorsa “per impedire” che ne fosse ricavato materiale idoneo a usi bellici, e che quest’ultimo “finisse nelle mani sbagliate”. Il Pentagono frattanto ha confermato che pilota e co-pilota del caccia, lanciatisi con il paracadute e soccorsi a terra da insorti libici, sono ormai in salvo.
16.08 – In mattinata vertice a Confindustria con imprese
Si è svolto oggi in Confindustria un incontro a porte chiuse con le principali imprese italiane presenti in Libia. Obiettivo del vertice, “confrontarsi e discutere delle problematiche emerse con l’aggravarsi della situazione libica”. E’ quanto si legge in una nota di Confindustria. Alla riunione – spiega Viale dell’Astronomia – hanno partecipato anche i rappresentanti dei Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico, dell’Ice, dell’Abi e dell’Ambasciata italiana a Tripoli.
16.07 – Merkel: “Ci impegnamo per plasmare sviluppo Nord Africa”
“Faremo moltissimo, anzitutto a livello politico, per plasmare in modo proficuo lo sviluppo in Nord Africa”, ha detto oggi la cancelliera tedesca, Angela Merkel, intervenendo a un convegno a Francoforte. “Noi non siamo neutrali” sulla Libia, ha inoltre ribadito la Merkel riferendosi alla decisione di Berlino di astenersi sull’intervento militare.
16.06 – Ue, sanzioni contro Noc e 5 affiliate, tranne Tamoil
Le nuove sanzioni della Uecontro la Libia, che diventeranno operative da domani subito dopo la pubblicazione nella gazzetta ufficiale europea, riguardano in particolare l’ente petrolifero libico (la National Oil corporation) e sue cinque affiliate, tra le quali non risulterebbe la Raffineria Tamoil. “Le cinque affiliate non sono collegate alla Tamoil”, hanno indicato all’Ansa fonti europee. Dopo l’inserimento della Noc (National Oil company) nella lista nera dell’Onu, erano aumentate in Italia le preoccupazioni per la sorte della holding italiana Tamoil, che ha sede a Milano e che occupa 278 dipendenti, in quanto l’azienda è di proprietà libica. La Noc la controlla infatti al 70% e lo stesso presidente di Tamoil Italia, Isam Zanati, è libico.
15.53 – In missione Nato portaerei Garibaldi, Doria, Etna
Potrebbero essere la portaerei Giuseppe Garibaldi, il cacciatorpediniere Andrea Doria e la fregata Euro le tre navi della Marina militare italiana impegnate nella missione della Nato per fare rispettare l’embargo delle armi contro la Libia. Lo apprende l’Ansa da fonti qualificate, le quali sottolineano che le tre unità sono già dislocate da giorni nel Mediterraneo meridionale. La missione Nato, operativa da oggi, può contare su 16 mezzi, tra cui sei messi a disposizione dalla Turchia e tre, appunto, dall’Italia (con la nave ammiraglia, il Garibaldi).
15.56 – The Guardian: “In un sms avviso ‘Tripoli sarà divisa in due'”
“Il paese sarà presto diviso in due”. E’ quanto si legge in un breve messaggio di testo (sms) inviato ai cellulari degli abitanti di Tripoli, come riferisce il sito del quotidiano britannico The Guardian. Il messaggio è firmato dagli insorti di Bengasi, ma per il quotidiano è in realtà stato inviato dal regime del colonnello Muammar Gheddafi. Nel sms si legge inoltre che i ribelli sono in marcia da Bengasi verso Tripoli, con l’aiuto delle potenze occidentali, e che si preparano a razziare e saccheggiare la capitale.
15.50 – El Pais: “I caccia spagnoli non sono autorizzati a sparare su tank”
I caccia spagnoli che partecipano alla missione in Libia non hanno l’autorizzazione di sparare sui carri armati delle forze del regime ma possono solo vigilare che venga rispettata la no fly zone impedendo che si alzino in volo aerei o elicotteri libici, riferisce oggi El Pais. Il quotidiano rileva che la decisione sull’intervento in Libia ratificata ieri dal Congresso dei deputati di Madrid limita l’uso della forza dei quattro F-18 in missione, limita ad un mese rinnovabile il loro utilizzo, e a tre quello dei mezzi impiegati per controllare il rispetto dell’embargo navale. Secondo le stime del giornale la missione in Libia della Spagna costerà circa 25 milioni di euro sempre che il governo non chieda una proroga al Parlamento. L’utilizzo dei quattro caccia e dell’aero cisterna B-707 durante un mese genereranno spese per circa 10 milioni di euro, mentre lo spiegamento dei mezzi di pattugliamento navale, la fregata Mendez Nunez, il sottomarino Tramontana e l’aereo Cn-235 costeranno a Madrid 15 milioni in tre mesi.
15.44 – Ribelli, Soldati Gheddafi ad Ajdabyia con maschere antigas
“Abbiamo catturato numerosi soldati delle brigate di Gheddafi ad Ajdabiya che avevano in dotazione delle maschere antigas”. E’ quanto ha rivelato il portavoce del Consiglio nazionale dell’opposizione libica, Khaled al-Saih, al sito informativo libico ‘Brnieq’. “Tra i militari fatti prigionieri ci sono anche molti ufficiali – ha spiegato – ed abbiamo visto che avevano in dotazione delle maschere. Questo ci lascia pensare che fossero sul punto di usare armi proibite oltre a nuovi tipi di ordigni sofisticati di cui sono in possesso”. Il portavoce ha confermato “di essere in contatto diretto con le forze della coalizione impegnate nei raid aerei in Libia, alle quali vengono fornite informazioni in tempo reale sulla situazione sul campo”.
15.36 – Sondaggio Sky Tg24, 90 per cento favorevole a comando Nato
Il 90% dei partecipanti alla domanda del giorno di Sky Tg24 è d’accordo con Silvio Berlusconi: il comando delle operazioni in Libia dovrebbe essere affidato alla Nato. Il 10% degli aderenti alla rilevazione non condivide l’auspicio del premier. Il canale all news diretto da Emilio Carelli attraverso il servizio active, il sito www.skytg24.it e gli sms, consente quotidianamente, a chi lo voglia, di dare la propria opinione su una fra le principali notizie del giorno. Per chi desideri farlo attraverso la tv è sufficiente utilizzare i tasti del telecomando Sky. La rilevazione, si sottolinea da Sky Tg24, non ha alcun valore statistico, in quanto aperta a tutti e non basata su di un campione elaborato scientificamente. Ha quindi l’unico scopo di dare la possibilità di esprimersi sui temi di attualità.
15.36 – In Tunisia i 3 giornalisti liberati
I tre giornalisti arrestatisabato scorso nei pressi di Ajdabiya (est della Libia) dalle forze di Gheddafi, e liberati nella notte a Tripoli, sono giunti in Tunisia. I tre, due reporter dell’agenzia France Press e un fotografo della Getty Images, hanno attraversato la frontiera a Ras Jedir e poi proseguito il viaggio in direzione di Tunisi. I tre – Dave Clark e Roberto Schmidt dell’Afp, e Joe Raedler, della Getty Images – erano giunti nella notte all’Hotel Rixos, l’albergo nel centro della capitale libica che ospita i giornalisti stranieri, dove erano sono stati accolti dai loro colleghi. Il loro rilascio era stato annunciato come imminente poche ore prima da un portavoce del regime libico, Moussa Ibrahim, che aveva riferito come fosse stato direttamente il colonnello Gheddafi a chiedere che i tre fossero liberati.
15.35 – Juppè: “Martedì prossimo riunione gruppo a Londra”
“Ho appena preso l’iniziativa con il mio collega britannico di riunire a Londra martedì prossimo un gruppo di contatto che include tutti i Paesi (della coalizione in Libia,ndr.) piu l’Unione africana, la Lega araba e i Paesi europei associati”, ha precisato Juppè a Parigi.
15.29 – Francia, presidente dell’Unione africana stasera da Juppè
Il presidente dell’Unione africana,Jean Ping, sarà ricevuto questa sera a Parigi dal ministro degli esteri francese, Alain Juppè. Lo riferisce il Quai d’Orsay in una nota. Nel corso di questo incontro, precisa il portavoce del ministero, i due “discuteranno le questioni regionali, in particolare quelle in Libia e Costa D’Avorio”. L’Unione africana era la grande assente al summit di sabato scorso a Parigi sulla situazione libica e l’intervento internazionale. I suoi rappresentanti, riunitisi in contemporanea a Nouakchott, capitale della Mauritania, avevano affermato di essere contrari a “ogni intervento militare straniero nel Paese, quale ne sia la forma”.
15.28 – Portavoce ribelli entro stasera libereremo Ajdabyia
“Entro questa sera libereremo la città di Ajdabiya dalle brigate di Muammar Gheddafi”. E’ quanto ha annunciato il portavoce del Consiglio transitorio nazionale libico, Khaled al-Saih, citato dal sito informativo libico ‘Brnieq’. “In questi giorni di scontri abbiamo catturato diversi militari fedeli a Gheddafi – ha affermato -. Contiamo di poter conquistare presto il centro cittadino perché con la presa della porta meridionale abbiamo tagliato la via di approvvigionamento delle loro truppe e questo è stato possibile solo dopo i raid aerei della coalizione contro le brigate”. Il portavoce ha inoltre aggiunto che i ribelli “sono entrati in possesso di 10 carri armati e 13 veicoli militari e abbiamo distrutto 20 auto e tre carri armati oltre a una cisterna”.
15.28 – Nato, domani a Napoli conferenza stampa su embargo
L’ammiraglio italiano Rinaldo Veri,responsabile del comando navale della Nato per il Mediterraneo (Allied Maritime Command Naples) terrà domani mattina una conferenza stampa nella sede del Joint Force Command Naples (JFC) della Nato sull’embargo, nei confronti della Libia “a supporto delle risoluzioni Onu 1970 e 1973”. Ne ha dato notizia il comando navale Nato che ha sede sull’isolotto di Nisida, a Napoli. La conferenza stampa avrà inizio alle 10.30. Gli operatori dei mass media sono richiesti di essere presenti alle 9.45. L’operazione di embargo marittimo nei confronti della Libia è stata denominata dalla Nato “Operation Unified Protector”.
15-07 – Juppè: “Ottimista, intervento sarà di breve durata”
L’intervento dello coalizione internazionale in Libia sarà di “breve durata”. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, mostrandosi ottimista circa una rapida conclusione della guerra nel Paese nordafricano. Inoltre, ha annunciato Juppè, martedì prossimo si terrà a Londra la riunione dei ministri degli Esteri della coalizione.
15.05 – Nato auspica contributo dei Paesi in regione
”Noi speriamo e confidiamo che anche i paesi vicini della Libia diano il loro contributo per fare imporre la risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza dell’Onu”: lo ha detto la portavoce dell’Alleanza Oana Lungescu in un incontro stampa a Bruxelles. La portavoce ha ricordato l’auspicio fatto ieri dal segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen sui contributi che possono arrivare alla missione per l’embargo della armi dai paesi della regione.
14.57 – Medico a Misurata: “Cecchini circondano ospedale”
L’ospedale di Misurata, città sul Golfo della Sirte, è ancora circondato dai cecchini del colonnello Muammar Gheddafi. E’ quanto ha rivelato un medico della città libica, teatro di scontri tra insorti e forze di sicurezza filogovernative, in un’intervista all’emittente ‘Bbc’. “Stanno sparando a chiunque entri o esca dall’ospedale. Finora hanno ucciso quattro civili”, ha affermato il medico, il cui nome non è stato rivelato dall’emittente. La fonte ha quindi sottolineato che in città non si vedono i carri armati di Gheddafi. “Tutti i tank – ha precisato – sono stati messi in fuga o sono stati distrutti dalle forze alleate”. Ieri un altro medico a Misurata aveva lanciato l’allarme, dichiarando che la città era sotto attacco da parte delle forze del governo da cinque giorni consecutivi. Il medico aveva affermato che nell’ospedale non c’è elettricità e scarseggiano acqua e medicine.
14.47 – 20 carri armati di Gheddafi difendono entrata est di Ajdabiya
Sono 20 i carri armati delle brigate fedeli a Muammar Gheddafi che difendono l’entrata orientale della città di Ajdabiya dall’avanzata dei ribelli libici. Secondo quanto riferisce l’inviato della tv satellitare ‘al-Arabiyà, i miliziani ribelli sono posizionati a nove chilometri di distanza dall’entrata orientale della città e non appena tentano di avanzare vengono colpiti dai carri armati. I rivoltosi sono invece riusciti a conquistare il controllo dell’entrata meridionale della città e raccontano di decine di famiglie che in queste ore scappano da Ajdabiya per sfuggire agli scontri a fuoco.
14.43 – Coalizione effettua 97 missioni aeree in 24 ore
Gli aerei della coalizione internazionale impegnati in Libia hanno effettuato 97 missioni sul paese nelle ultime 24 ore. Secondo quanto ha reso noto la portavoce della coalizione a bordo della nave Uss Mount Whitney che coordina le operazioni nel mediterraneo, Beverly Mock, i caccia hanno colpito carri armati e batterie antiaeree. Nelle ultime 24 ore, ha aggiunto, non è stato lanciato alcun missile da crociera. Dall’inizio dell’operazione sabato scorso a ieri, navi e sottomarini americani e britannici hanno lanciato un totale di 162 missili da crociera Tomahawk, di cui 112 sabato.
14.37 – Truppe Gheddafi bomabardano Zintan
Le truppe fedeli al leader libico Muammar Gheddafi hanno ripreso i bombardamenti sulla città di Zintan, che si trova a circa 90 chilometri a sud ovest di Tripoli e che è in mano ai ribelli. Lo riferiscono i residenti, precisando che “la città è completamente circordandata”. Le truppe dell’armata verde si stanno ammassando al nord della città con carri armati e veicoli. I residenti lanciano un appello alla comunità internazionale affinché intervengano a sostegno della popolazione.
14.23 – Cremlino pensa che Gheddafi non sia pronto a negoziato
Il Cremlino non crede che il leader libico Gheddafi sia pronto al negoziato. “Noi non crediamo che Gheddafi sia pronto al negoziato”, ha dichiarato il consigliere diplomatico del presidente russo Serghiei Prikhodko. ”Noi siamo costretti a mantenere con la Libia i rapporti diplomatici sul piano giuridico ma non su quello politico. Il pericolo principale della situazione in Libia sta nel fatto che manca l’elite politica, l’opposizione non ha proposto un partner per il dialogo, in questo c’è una grande differenza con Egitto e Tunisia”, ha detto Prikhodko, citato dall’agenzia Itar-Tass.
14.22 – Ue decide sanzioni addizionali su Noc e sussidiarie
Il consiglio europeo ha adottato l’estensione delle sanzioni alla Libia come previsto dalla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite. In particolare, le nuove sanzioni prevedono la chiusura dello spazio aereo della Libia e il rafforzamento dell’embargo sulle armi; chiude lo spazio aereo europeo a tutti gli aerei libici e allunga la lista delle persone a cui vengono congelati i beni. Inoltre, il congelamento riguarda ora anche la National Oil Corporation (Noc), la società petrolifera libica, e 5 sussidiarie: su quest’ultimo aspetto la decisione è stata presa autonomamente dall’Unione europea
14.11 – Da Italia 3 navi e un sottomarino per embargo armi
L’Italia partecipa all’operazione navale di realizzazione dell’embargo sulle armi contro la Libia con tre navi e un sottomarino. Lo ha spiegato in una conferenza stampa a Bruxelles il generale della Nato Pierre St-Amand. Italiana è la nave ammiraglia, condotta dal comandante dell’intera operazione navale Nato, il contrammiraglio Rinaldo Veri; delle dieci fregate che partecipano all’operazione, una è italiana, una canadese, una spagnola, una inglese, una greca, una americana e quattro turche. Ci sono poi 3 sottomarini: uno italiano, uno spagnolo e uno turco e infine due navi ausiliarie, una italiana e una turca. L’operazione, decisa ieri, è già in corso
14.10 – Portavoce Nato: “Prove che il flusso armi continua”
La Nato ha prove e rapporti diintelligence che dimostrano che il flusso illegale delle armi verso la Libia “è un’attività che continua”: lo ha detto la portavoce dell’Alleanza Oana Lungescu, in un incontro stampa a Bruxelles, nel quale sono state dettagliate le informazioni sulla missione della Nato partita oggi per fare rispettare l’embargo delle armi.
14.03 – S.Craxi: “Siamo in guerra, bisogna dirlo al paese
“Stiamo partecipando ad un’azione di guerra, perché di questo si tratta, seppur sotto l’egida dell’Onu con il cappello dell’ingerenza umanitaria, ma i nostri Tornado qualora colpiti dovranno reagire, non fa piacere a nessuno sentirselo dire, ma questa è la realtà”. Lo ha detto il Sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, intervenendo a La7 sugli ultimi sviluppi della crisi libica.
“Occorre dirselo con chiarezza – ha aggiunto – dirlo al Paese, assumersi la responsabilità, riprendere l’unità nazionale e sostenere i nostri militari che sanno agire con professionalità e umanità”.
14.01 – Missione Nato embargo armi: 16 mezzi, 6 Turchia
I paesi che per ora partecipano alla missione sono: Italia, Canada, Spagna, Gran Bretagna, Grecia, Stati Uniti e Turchia, ha riferito il generale canadese Pierre St-Amand, in un incontro stampa a Bruxelles. I mezzi comprendono l’ammiraglia di comando italiana, dieci fregate (quattro turche e una ciascuno da parte di Canada, Spagna, Gran Bretagna, Grecia, Italia e Usa), tre sottomarini (Spagna, Italia e Turchia) e due navi ausiliarie (Italia e Turchia). La missione potrà inoltre contare su altri “mezzi” messi a disposizione dagli alleati, su cui però l’alto ufficiale non ha fornito dettagli. “Lo scopo della missione è di interrompere il flusso di armi verso il regime libico”, ha detto la portavoce della Nato Oana Lungescu. “Abbiamo prove e rapporti di intelligence che dimostrano che questa attività continua”, ha aggiunto. “E’ importante il lancio di questa missione da parte della Nato, nell’ambito degli sforzi della comunità internazionale per fare applicare la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite”, ha rimarcato la portavoce.
14.00 – Tre caccia coalizione in volo sopra Lampedusa
Tre cacciabombardieri dellacoalizione hanno sorvolato l’isola di Lampedusa per poi dirigersi in direzione del Nord Africa.
I tre caccia hanno attraversato l’isola provenienti dalla Sicilia e hanno sorvolato il porto proprio mentre un barcone di immigrati stava attraccando.
13.58 – Su comando Nato continua trattativa
Continuano le consultazioni fra i 28 alleati al Consiglio Atlantico, i cui rappresentanti diplomatici sono riuniti nel quartier generale di Bruxelles, per discutere se affidare alla Nato il comando delle operazioni militari in Libia. Lo ha detto la portavoce dell’Alleanza atlantica Oana Longescu, ricordando che per la decisione e’ necessario il consenso di tutti e 28 gli Stati. “Tutti i necessari piani operativi militari sono pronti – ha ribadito – ma, diversamente da quella sulla realizzazione dell’embargo sulle armi, nessuna decisione e’ ancora stata presa sulla No fly zone”. Secondo quanto si apprende, comunque, e’ “molto probabile” che una decisione sia presa già entro oggi.
13.58 – Testimoni: “I cecchini uccidono 3 persone a Misurata”
I cecchini delle brigate di Muammar Gheddafi presenti a Misurata hanno ucciso oggi tre persone nella città della Tripolitania. Lo riferiscono dei testimoni residenti nella zona alla tv araba ‘al-Jazeerà. Dopo i raid aerei della coalizione contro i militari del regime sono cessati i cannoneggiamenti sul centro cittadino, ma i cecchini sono ancora attivi sui tetti di via Tripoli e sparano contro i ribelli e i civili che transitano nella zona.
13.54 – Turchia offre 5 navi da guerra, sottomarino per embargo
La Turchia, pur fortemente critica nei confronti di come e’ stato finora condotto l’intervento militare internazionale contro il regime di Muammar Gheddafi, ha offerto di mettere a disposizione della coalizione cinque navi da guerra, di cui quattro fregate e un’unita’ di appoggio, piu’ un sottomarino: non parteciperanno direttamente alle operazioni militari, ma vigileranno sull’osservanza dell’embargo sulle forniture di armi, imposto alla Libia dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con la risoluzione numero 1970. L’offerta di Ankara e’ stata riferita da fonti del Comando Atlantico a Bruxelles, citate dall’agenzia di stampa ‘Anadolou’. Un portavoce alleato, generale Pierre Saint-Amand, ha precisato che per il rafforzamento dell’embargo finora sono sei i Paesi che hanno proposto contributi, per un totale di sedici navi.
13.53 – Raid alleati contro brigate Gheddafi ad Ajdabiya
I caccia della coalizione hanno condotto oggi alcuni raid aerei contro obiettivi delle brigate di Muammar Gheddafi nella città di Ajdabiya, in Cirenaica. Lo ha reso noto l’inviato della tv satellitare ‘al-Arabiya’, secondo il quale la situazione sul campo di battaglia tra i ribelli e le forze del regime è di stallo. I ribelli avrebbero fermato la loro avanzata presso la porta orientale della città, mentre le forze di Gheddafi sono all’interno di Ajdabiya e resistono agli attacchi. I raid alleati di oggi si sono concentrati invece sulla porta occidentale della città, dove si trova la caserma usata dalle truppe del regime di Tripoli.
13.52 – Russia, Duma esamina documento per cessate il fuoco
La Duma, la camera bassa del parlamento russo, invita il consiglio di sicurezza dell’Onu a decretare il cessate il fuoco in Libia e chiede agli Stati membri della coalizione di applicare rigorosamente la risoluzione 1973: è quanto prevede un documento approvato dalla commissione affari internazionali della Duma e che ora sarà esaminato in aula. Nel documento i parlamentari si dichiarano preoccupati per “l’ampiezza” e le “forme” dell’operazione militare e invitano i parlamenti di Francia, Gran Bretagna, Usa, Italia, Canada e altri paesi partecipanti alle azioni militari a contribuire “alla cessazione immediata delle ostilità. Nel documento si denuncia l’uso non selettivo delle forze armate contro la Libia e si sottolinea il rischio di compromettere le prospettive di normalizzazione nel Paese nordafricano.
13.51 – Ribelli: “A Misurata 13 morti e 23 feriti”
Negli scontri di oggi nella città di Misurata tra insorti e milizie fedeli al colonnello Muammar Gheddafi si registrano 13 morti e 23 feriti. E’ quanto ha riferito un portavoce dei ribelli alla tv araba ‘al-Jazeera’.
13.50 – La Svezia congela beni di Gheddafi per 1,2 miliardi di euro
La Svezia ha annunciato di aver congelato beni libici per 10 miliardi di corone, circa 1,2 miliardi di euro, a seguito delle sanzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e rafforzate dall’Unione Europea. Il congelamento dei beni è stato annunciato dall’autorità di controllo finanziaria, Finansinspektionen, che non ha voluto specificare la ‘dislocazionè dei beni congelati. La stampa di Stoccolma – che parla di beni ‘nascosti’ da Gheddafi e intestati a persone a lui vicine – ipotizza che il totale dei beni del regime libico in Svezia sia ancora più alto.
13.48 – Testimone: “A Misurata colpita base aerea di Gheddafi”
I raid della coalizione oggi su Misurata hanno colpito una base aerea a sud della città, mentre cecchini pro-Gheddafi hanno aperto il fuoco nel centro uccidendo due persone. Lo riferisce un residente. “Questa mattina raid aerei hanno colpito per due volte una base aerea che funge da base per le forze di Gheddafi nella zona”, ha detto un residente della zona via telefono. “Due persone sono state uccise da cecchini circa un’ora fa nel centro della città. I loro corpi sono adesso nell’ospedale locale che ho da poco visitato. In centro si continua a saparare”.
13.45 – Nato pronta a intervenire “se e quando richiesto”
La Nato è pronta a intervenire “se e quando richiesto” per la realizzazione della no fly zone prevista dalla risoluzione 1973 dell’Onu. Lo ha detto la portavoce dell’Alleanza atlantica in una conferenza stampa a Bruxelles. La portavoce ha detto che sonoin corso “difficili discussioni su difficili questioni”, ma ha sottolineato che “ora i 28 stanno discutendo in uno spirito costruttivo”. I colloqui non-stop tra i 28 partner hanno già consentito all’Alleanza di lanciare una missione per fare rispettare l’embargo delle armi contro la Libia: ” e la cosa importante – ha detto Lungescu – è che l’Alleanza agisca”. La Nato ha ultimato i tre piani decisi per il suo eventuale contributo agli sforzi internazionali per fare rispettare la risoluzione dell’Onu 1973, che consente l’uso di mezzi militari (ma non interventi di terra) per difendere la popolazione civile libica. Oggi è partita la missione per fare rispettare l’embargo delle armi, mentre per la no fly-zone, “il piano è pronto, ma non è ancora stata presa alcuna decisione per lanciare una missione”, ha confermato.
13.40 – Raid alleati centrano base lealisti Gheddafi a Misurata
I raid aerei lanciati in giornata dalla coalizione internazionale hanno colpito in almeno due occasioni una base militare a sud di Misurata, usata dalle forze di Muammar Gheddafi per l’offensiva contro i ribelli. Lo hanno riferito alcuni abitanti raggiunti telefonicamente, che pero’ hanno al contempo lanciato un drammatico appello perche’ si faccia qualcosa contro i cecchini lealisti, che stanno facendo strage di civili. Dopo aver aperto il fuoco contro l’ospedale, hanno denunciato i testimoni, i tiratori scelti hanno preso a sparare anche in pieno centro urbano, uccidendo almeno altre due persone. Da lunedi’ il totale dei morti accertati ha Misurata ha dunque superato le sessanta unita’. La sparatoria sarebbe tuttora in corso.
13.40 – Nato: “Italia avrà ruolo di primo piano per il rispetto dell’embargo delle armi
L’Italia avrà un ruolo di primo piano nella missione della Nato per il rispetto dell’embargo delle armi, con il comando della componente marittima della missione in Libia. Lo riferisce il colonnello Massimo Panizzi, portavoce del presidente del comitato militare della Nato, ammiraglio Giampaolo Di Paola. ”Per l’embargo delle armi è stata decisa una operazione da parte della Nato che avrà il contributo di diverse nazioni e vedrà l’Italia come una componente molto importante”, ha detto Panizzi. A Napoli c’è un comando, diretto da un generale americano, la cui componente marittima è comandata dal contro ammiraglio Rinaldo Veri”, ha aggiunto il colonnello.
13.37 – Continuano raid spagnoli da Decimomannu
Continua nella Base aerea di Decimomannu, a 25 chilometri da Cagliari, l’attività di volo degli F18-Hornet del 47/o Gruppo dell’A13.37 – Aeronautica spagnola. Come ormai avviene da lunedì scorso, i velivoli decollano poco dopo l’alba, compiono la missione sugli obbiettivi in Libia e rientrano dopo cinque-sei ore. Massimo il riserbo sull’attività svolta e decolli e atterraggi possono essere seguiti solo fuori dal perimetro aeroportuale.
Nell’aeroporto “Giovanni Farina”, sede del Reparto di sperimentazione e standardizzazione tiro aereo dell’Aeronautica militare, da 50 anni un’autentica “università” per i piloti, l’attività logistica è sempre più intensa per garantire lo stoccaggio di materiali e vettovaglie per far fronte alle richieste dei possibili nuovi ospiti della base. Tra le priorità quella di fornire supporto alle squadre di manutenzione e armamento dei velivoli. Procedure standardizzate per il personale di “Deci”, come chiamano l’aeroporto i piloti, ma che richiedono anche la risoluzione “sul tamburo”, come si dice in gergo, di problemi apparentemente banali. Ad esempio lo smaltimento di una maggior quantità di rifiuti rispetto a quella solitamente conferita. Problemi che però non turbano in alcun modo la serenità di chi deve volare. Secondo una stima prudente, dietro ogni pilota che si alza in volo, ci sono dieci persone che hanno il compito di supportare la sua attività. “Odyssey Dawn” ha richiesto anche una maggior versatilità per tutto il personale della base a causa delle variabili, non ancora risolte, sulle forze che verranno rischierate a Decimomannu se i raid sulla Libia dovessero continuare ancora a lungo per garantire il rispetto della No fly zone.
13.34 – Rientrati a Trapani gli Eurofighter
Sono atterrati pochi istanti fa gli otto Eurofighter decollati poco prima di mezzogiorno dalla base militare di Trapani Birgi. I ‘Typhoon’, tutti di stanza a Grosseto, sono atterrati a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro.
13.11 – “Nato, pronti ad agire se e quando richiesto”
13.10 – Testimone: cecchini sparano su ospedale a Misurata
Un testimone a Misurata riferisce che cecchini pro-Gheddafi sono in azione nella città in mano ai ribelli e stanno sparando contro l’ospedale, dove i morti sarebbero almeno tre.
13.06 – Gheddafi bombarda Zenten
Le forze pro-Gheddafi sono tornate a bombardare oggi a Zenten, nell’ovest della Libia. Lo riferisce un testimone residente nella città a sud-ovest di Tripoli.
13.04 – Consiglio nazionale insorti nomina governo ad interim
Il Consiglio nazionale transitorio libico ha nominato Mahmoud Jabril a capo di un governo ad interim e lo ha incaricato di scegliere i ministri che formeranno l’esecutivo. Lo riferisce l’emittente satellitare al-Jazeera. Jabril era già a caso di una commissione di crisi che gestiva gli affari esteri e guidava le operazioni militari degli insorti contro le truppe di Muammar Gheddafi. Di fatto, era l’inviato speciale del Consiglio nazionale transitorio, che ha sede a Bengasi. Ha avuto contatti con i leader occidentali che hanno poi lanciato l’operazione a sostegno dei ribelli e contro il regime di Tripoli.
12.40 – Otto eurofighter decollati in mattinata
Sono otto in tutto gli Eurofighter decollati in mattinata dalla base di Trapani Birgi, sede del 37° stormo dell’aeronautica militare italiana. I velivoli sono partiti in due gruppi di quattro. Hanno scaldato i motori prima in sei, poi si sono alzati in volo in quattro e successivamente gli altri, tutti del quarto stormo di Grosseto. Prima degli Eurofighter erano decollati degli aerei canadesi. Un C17, velivolo da trasporto, era atterrato e subito decollato. Successivamente erano partiti prima un Tanker, poi due caccia F18 canadesi. Era atterrato, intanto, un C27, altro aereo da trasporto, della 46/ma aereo brigata di Pisa.
12.31 – Francia: “Nato avrà ruolo tecnico”
La Nato avrà “un ruolo tecnico nelle operazioni in Libia”, lo ha detto oggi a Parigi il portavoce del governo francese al termine del Consiglio dei ministri.
12.20 – I punti della risoluzione della maggioranza
Rigoroso rispetto della risoluzione Onu anche attraverso opportune iniziative politico diplomatiche e intimazione del cessate il fuoco per tornare il prima possibile ad uno stato di non conflittualita’; assegnazione alla Nato del comando e del controllo delle operazioni militari; ma anche embargo sulle armi nei confronti della Libia e un’azione di pattugliamento del Mediterraneo per contrastare le organizzazioni criminali con il rischio di infiltrazioni terroristiche. E ancora: riattivazione, quando le circostanze lo renderanno possibile, degli accordi bilaterali in particolare quelli in materia energetica, stipulati dall’Italia con la Libia; iniziative per tutelare le imprese europee impossibilitate ad onorare i contratti per le sanzioni. E infine: impegno dei partner europei e della Commissione a dare mezzi anche finanziari per condividere l’onere della gestione degli sbarchi di immigrati; e attivazione nelle sedi proprie affinche’ l’Europa si doti al piu’ presto di un ‘sistema unico di asilo’ che fin da subito preveda un sistema di ‘burden sharing’ teso a ridistruibuire la presenza degli immigrati tra i paesi membri e fornisca una maggiore assistenza nelle operazioni di riconoscimento e identificazione di coloro che si dirigono verso le coste italiane. Sono questi i punti chiave della risoluzione sulla Libia, firmata dai capigruppo di Pdl, Lega e Coesione Nazionale, su cui la maggioranza ha raggiunto l’intesa e con cui si impegna il governo.
12.15 – Fini: “Ci voleva Berlusconi in aula, ma non vale la pena fare polemica”
“Continuo a ritenere che fosse opportuna la presenza del Presidente del Consiglio” in aula alla Camera per riferire al Parlamento sull’evolversi della crisi libica. Lo ha sottolineato il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ai giornalisti al termine di una riunione nella sede della fondazione Farefuturo. “Continuo a ritenere – ha spiegato la terza carica dello Stato – che fosse opportuna la presenza del presidente del Consiglio alle Camere perché l’azione del governo viene riassunta e coordinata dal premier”. In aula, invece, sia al Senato oggi che alla Camera domani riferiranno i ministri Franco Frattini e Ignazio La Russa. Per Fini, tuttavia, “la vicenda libica ha aspetti di politica estera relativi alle competenze del ministro Frattini, ma anche aspetti riferibili al ministro della Difesa. Quindi – ha aggiunto Fini – e’ abbastanza inusuale che due ministri riferiscano alle Camere. Sarebbe stato piu’ lineare se fosse stato presente il Presidente del Consiglio. Ma poiche’ – ha concluso il leader di Fli – ci sono precedenti in questo senso, non vale la pena fare polemica piu’ di tanto”.
12.03 – Eurofighter decollano da Trapani
Altri due Eurofighter italiani sono decollati pochi istanti fa dalla base militare di Trapani Birgi. Salgono così complessivamente ad otto gli Eurofighter partiti nel giro di pochi minuti dall’aeroporto militare dove ha sede il 37° stormo dell’Aeronautica. I ‘Typhoon’ provengono tutti dalla base militare di Grosseto e sono stati rischierati nei giorni scorsi a Trapani.
11.46 – Riprendono i raid a Misurata, aerei alleati attaccano forze Gheddafi
I caccia della coalizione internazionale hanno attaccato le brigate fedeli a Muammar Gheddafi che circondano la città di Misurata, in Tripolitania. Secondo quanto riferiscono testimoni locali alla tv satellitare al-Arabiya, i caccia hanno compiuto oggi due raid aerei contro le forze di Gheddafi che assediano la città.
11.38 – Marino (Pd): “Potrei non votare, si chiami guerra col proprio nome”
“Ho forti perplessita’ sul fatto che non venga chiamata guerra un’azione che ha determinato bombardamenti, e’ poco credibile che abbia distrutto solo camion e carrarmati”, ha dichiarato il senatore del Pd Ignazio Marino uscendo dalla riunione del coordinamento del partito. “Ho ricevuto richieste di aiuti per materiale sanitario da diverse organizzazioni americane e francesi, segno che ci sono feriti e probabilmente molti morti”, ha aggiunto. Ora, ha sottolineato, “credo sia giusto leggere quello che c’e’ scritto sulla risoluzione della maggioranza. Bisogna che si chiarisca come evitare massacri di civili e ricostruire la pace, qual e’ il nostro interlocutore e che si prenda atto che di fronte ad un possibile esodo di persone spaventate dalla guerra non si puo’ pensare ad un blocco navale”.
11.31 – Bindi: “Il Pd voti la propria risoluzione”
“Io sono perché il Pd voti la propria risoluzione, perché i pasticci che stanno facendo il Pdl e la Lega sono pericolosi”. Lo ha detto la presidente del Partito, Rosy Bindi, lasciando i lavori del coordinamento del partito. Alcuni partecipanti alla riunione avevano riferito delle perplessità espresse da Bindi. I cronisti le hanno quindi chiesto se fosse intenzionata a non votare la risoluzione sulla Libia: “No – ha replicato Bindi – la voterò. Noi siamo per l’applicazione della risoluzione Onu e non per la gestione francese della risoluzione Onu. E poi – ha concluso – serve una forte azione umanitaria”.
11.28 – Nato comincia oggi pattugliamenti navali
La Nato comincerà oggi ipattugliamenti navali per applicare l’embargo delle armi sulla Libia. Lo riferisce la Bbc.
11.19 – Germania ritira navi da operazioni
Il governo tedesco ha deciso di ritirare tutte le sue forze militari nel Mediterraneo, che finora facevano parte del quadro delle operazioni messe in atto dalla coalizione anti-Gheddafi. Un portavoce del ministero della Difesa ha confermato che due fregate e due motovedette della Marina tedesca, con un totale di 550 uomini a bordo, sono state di nuovo poste sotto il comando tedesco. Sono anche stati ritirati i sessanta-settanta soldati tedeschi che finora avevano preso parte alle missioni di ricognizione degli aerei Awacs sui cieli del Mediterraneo. Le forze risparmiate serviranno ad aumentare il contingente tedesco in Afghanistan.
11.11 – Tv di Stato riferisce raid su Al-Jamil
Raid aerei alleati sono stati effettuati oggi contro obiettivi del regime libico posti nella città di al-Jamil, in Tripolitania, a sud di Zuara. Lo ha annunciato la tv di stato di Tripoli. “La città di al-Jamil – si legge in un messaggio apparso sullo schermo – ha subito poco fa un attacco colonialista e crociato”.
11.10 – La Turchia: “Gheddafi lasci il potere”
Il presidente turco Abdullah Gul ha telefonato oggi al leader libico Gheddafi consigliandogli di lasciare il potere per evitare ulteriori bagni di sangue alla Libia. Lo riferisce l’agenzia turca Anadolu. “E’ importante per la Turchia che la situazione in Libia si concluda senza ulteriori spargimenti di sangue. Coloro che governano la Libia devono andarsene immediatamente, per evitare il saccheggio delle ricchezze del paese da parte di altri”, ha detto Gul parlando con giornalisti prima della sua partenza dall’aeroporto di Ankara diretto in Ghana. “Ricordatevi del comportamento di Saddam (Hussein) e tutto quello che è successo in Iraq… Tutto ciò potrebbe in qualche modo ripetersi in Libia”, ha concluso Gul.
11.04 – Pd chiede voto in aula su testo uguale a quello delle commissioni
Pd favorevole a votare nell’Aula di Senato e Camera una risoluzione sulla missione in Libia analoga a quella votata venerdì scorso dalle commissioni Esteri, con l’appoggio di tutti i gruppi presenti, escluse Lega e Idv che erano assenti. E quanto è emerso alla riunione del coordinamento del Pd, che è ancora in svolgimento nella sede del partito.
I Democratici attendono di vedere il testo della risoluzione della maggioranza per decidere l’atteggiamento, ma diversi partecipanti al coordinamento sottolineano che il Pd non darebbe l’assenso a testi “pasticciati” che contenessero il blocco navale contro i profughi.
11.01 – Colpi di artiglieria a Zueitina
Le forze di Muhammar Gheddafi hanno sparato poco fa sporadici colpi di artiglieria nella zona residenziale di Zueitina, a 15 chilometri da Ajdabyia, a est di Bengasi.
10.41 – Gli insorti, a soldati Gheddafi chiesto di violentare le donne
Ai miliziani pro-Gheddafi sarebbestato chiesto, una volta entrati a Bengasi, di “violentare tutte le donne”. Lo scrive oggi, in un reportage da Bengasi, Fatma Ben Dhaou citando uno degli insorti che sta resistendo all’avanzata delle truppe lealiste. A sostegno di questa tesi Le Quotidien pubblica una foto di un “kit” trovato in uno dei mezzi blindati fermati dagli insorti alle porte di Bengasi: un notevole quantitativo di preservativi e confezioni di Viagra e Levitra.
10.27 – Thailandia ritira sostegno a missione
La Thailandia si divide, ritira il sostegno prima offerto alla coalizione impegnata contro le truppe di Muammar Gheddafi in Libia e per bocca del premier Abhisit Vejjajiva dice che “dobbiamo stare molto attenti prima di dare il nostro sostegno”. Le divergenze di opinioni sono emerse nel corso di un meeting di gabinetto ieri sera, quando il ministero degli Esteri ha proposto che Bangkok appoggi formalmente la risoluzione Onu 1973. Il ministero aveva in precedenza chiesto all’Onu di intervenire per difendere i cittadini libici. Ieri, comunque, altri rappresentanti del governo hanno detto che la situazione è cambiata e bisogna valutare. Da qui la mancata presa di posizione del primo ministro. Alla stampa il portavoce del governo, Watchara Kannikar, ha detto che il problema è sorto dopo i massicci bombardamenti degli ultimi giorni.
10.18 – Asso 22, la situazione resta bloccata
Nessun cambiamento rispetto ieri sulla situazione del rimorchiatore ‘Asso 22′ sequestrato da militari libici la settimana scorsa. La nave, fanno sapere dalla Augusta Offshore, la Compagnia armatrice, e’ ancora al porto di Tripoli e ancora con militari libici a bordo. Per quanto ne sanno a Napoli, non ci sono stati altri contatti tra l’equipaggio e i familiari. La speranza e’ in una rapida e positiva soluzione della vicenda.
10.15 – Nuova riunione Nato per comando operazioni
E’ in corso nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica una nuova riunione degli ambasciatori dei 28 paesi della Nato per decidere il comando delle operazioni militari contro la Libia. E’ quanto si apprende da fonti dell’Alleanza Atlantica, secondo le quali nel pomeriggio ci potrebbe essere l’annuncio di un’intesa. L’incontro, l’ennesimo dopo l’approvazione venerdì scorso della risoluzione 1973 dell’Onu, avviene all’indomani dell’accordo tra Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna per affidare alla Nato il comando delle operazioni.
9.57 – Olanda pronta a inviare caccia
L’Olanda si prepara a partecipare con 6 caccia F-16, 200 militari e un dragamine alla missione Nato in Libia. A riferirlo è la radio pubblica NOS, precisando che la decisione è stata presa dal premier Mark Rutte nel corso di una riunione di emergenza nella tarda serata di ieri. Il dragamine HMS Haarlem, che si trova in zona per esercitazioni e un velivolo per il rifornimento in volo si uniranno agli altri mezzi per garantire il rispetto dell’embargo sulle armi. I velivoli olandesi voleranno sotto l’egida della Nato senza compiere missioni di bombardamento.
9.54 – Accordo Pdl-Lega su bozza risoluzione unitaria
La maggioranza ha trovato l’intesa su un testo di risoluzione unitaria sulla Libia. E’ l’esito della riunione che si e’ tenuta al Senato tra i capigruppo del Pdl, Lega e i responsabili. “C’e’ l’accordo di maggioranza – ha spiegato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera – e ora lo comunichiamo al governo”. Soddisfatta anche la Lega. Il capogruppo leghista al Senato, Federico Bricolo, spiega: “Le nostre osservazioni sono state accolte e dunque abbiamo trovato un accordo con i colleghi della maggioranza per una risoluzione comune”.
9.40 – Iniziata riunione Lega-Pdl su mozione
E’ iniziata a Palazzo Madama la riunione di maggioranza per fare il punto sul dossier Libia e studiare una mozione unitaria dopo i ‘distinguo’ della Lega Nord sulla missione militare italiana.
Alla riunione partecipano i capigruppo del Pdl e della Lega alla Camera e Senato. Per la Lega sono presenti i vicepresidenti del gruppo di Montecitorio, Alessandro Montagnoli e Marco Desiderati.
L’incontro precede gli interventi al Senato dei ministri di Esteri e Difesa, Franco Frattini e Ignazio La Russa, che nel pomeriggio riferiranno sulla missione e chiederanno il voto delle Camere.
9.39 – Da Usa nuove sanzioni a compagnie petrolifere libiche
Gli Usa hanno imposto nuove sanzioni a 14 compagnie petrolifere controllate dalla Libyan National Oil Corporation, nel tentativo di chiudere i rubinetti di finanziamento di Muammar Gheddafi. Lo ha annunciato l’Ufficio per il controllo sugli asset esteri del dipartimento del Tesoro americano, spiegando che dopo l’intercettazione di tali gruppi ha disposto il congelamento degli attivi Oltreoceano e vietato loro qualunque operazione finanziaria. Il Tesoro Usa, nel ricordare che la Libyan National Oil Corporation è la prima fonte di finanziamento del regime del colonnello, in una nota ha sollecitato gli altri governi ad attuare verifiche simili per essere sicuri che Gheddafi non faccia ricorso ad altri gruppi in vario modo legati a società libiche.
9.38 – Testimoni: carri armati e cecchini di Gheddafi a Misurata
Nel centro di Misurata “ci sono carri armati e cecchini” mandati da Muammar Gheddafi. E’ quanto riferisce un testimone nella città. Citato dalla Cnn, l’uomo dice che gli ospedali sono sovraffollati e che “le persone stanno vivendo in uno stato di terrore. L’elettricità è stata tagliata, l’acqua è stata tagliata”. Lanciando un appello, “Misurata ha bisogno di aiuto”, il testimone ha detto che “le persone ferite stanno dormendo sul pavimento” degli ospedali per mancanza di posti letto. Il bilancio delle vittime degli scontri tra le truppe di Gheddafi e i ribelli a Misurata supera i 90 morti negli ultimi cinque giorni, secondo quanto riferiscono fonti mediche, Un leader dell’opposizione, il generale Abdul Fatah Younis, ha rivolto un appello a varie nazioni affinchè consegnino armi per difendere la città. “Misurata è distrutta e noi abbiamo bisogno di armi, di armi pesanti”, ha detto alla Cnn l’ex ministro degli Interni, che ha abbandonato il governo per unirsi agli insorti.
9.21 – Caccia pronti al decollo a Trapani Birgi
Gli ultimi velivoli a decollare dalla base militare Trapani Birgi dove è di stanza il 37mo stormo dell’aeronautica militare sono stati due F18 canadesi. In pista rimangono schierati i Tornado e gli F16 pronti a scaldare i motori per compiere altre missioni. Per tutta la giornata di ieri si sono susseguiti atterraggi e decolli dei caccia intercettori nell’ambito della missione ‘Odyssey Dawn’ contro la Libia.
9.13 – Al-Azhar condanna l’intervento militare
La più alta autorità islamica dell’Egitto, al-Azhar, ha condannato l’intervento internazionale contro le truppe di Muammar Gheddafi in Libia, definendolo un atto di “aggressione” militare da parte dell’Occidente. L’istituzione islamica ha invece precisato di sostenere quelle che ha definito come richieste legittime del popolo libico. In un comunicato diffuso alla stampa egiziana, Al-Azhar ha infatti dichiarato che i leader arabi che mettono in campo politiche repressive devono lasciare le loro cariche.
8.20 – Esplosioni all’alba a Tripoli
Si sono udite esplosioni, all’alba di questa mattina a Tripoli, nel giorno del terzo cessate il fuoco proclamato dalle truppe di Muammar Gheddafi. Lo riporta la Cnn, precisando che non è chiaro al momento in quale zona della capitale si siano verificate le esplosioni. Nelle ultime notti le forze della coalizione occidentale hanno bombardato Tripoli con missili cruise. Ieri il primo ministro libico al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi aveva dichiarato il cessate il fuoco, il terzo dall’approvazione della Risoluzione 1973 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
8.00 – La nave San Marco a Lampedusa
E’ arrivata poco fa al largo di Lampedusa la San Marco, la nave della Marina militare che sarà utilizzata per trasferire gli immigrati sbarcati sull’Isola. La nave non entrerà in porto ed il trasbordo dei migranti dalla banchina sarà effettuato con i mezzi da sbarco a bordo della nave. Sulla San Marco dovrebbero salire circa 700 migranti.
1.38 – Obama: “Gheddafi potrebbe cercare di temporeggiare”
Il leader libico Muammar Gheddafi potrebbe cercare di “accucciarsi” e temporeggiare “malgrado l’imposizione della no-fly zone e anche se le sue forze sono state indebolite”. Lo ha detto il presidente americano Barack Obama in un’intervista alla Cnn.
1.18 – Liberati a Tripoli i tre giornalisti occidentali
Sono stati liberati nella notte a Tripoli i tre giornalisti occidentali – due reporter dell’agenzia France Presse e un fotografo della Getty Images – arrestati il 19 marzo dalle forze libiche presso Ajdabiya, nell’est della Libia. Lo ha constatato un giornalista della stessa France Presse.