La cronaca del 21 marzo 2011
00.03 – Attaccati radar e basi difesa aerea
Installazioni radar e due basi per la difesa aerea controllate dalle forze di Muammar Gheddafi sono state attaccate dalle forze della coalizione, secondo quanto ha reso noto l’emittente panaraba Al Jazeera. Le due basi, in particolare, sono situate a est di Bengasi, seconda città del paese e ‘capitale’ della cosiddetta ‘Rivoluzione del 17 febbraio’.
23.34 – Berlusconi sorpreso che la Francia abbia calcato la mano
Silvio Berlusconi si sarebbe sorpreso che la Francia abbia voluto calcare la mano in maniera unilaterale sulla questione libica: lo avrebbe detto – secondo quanto riferito da alcuni presenti – il premier durante la cena elettorale in favore del candidato sindaco del centrodestra alle comunali di Torino, Michele Coppola. Berlusconi avrebbe poi aggiunto che bisogna riportare la situazione a una regia comune.
23.16 – Nuovo attacco su Tripoli
Le forze della coalizione sono tornate in azione a Tripoli, dove è in corso un nuovo bombardamento. Lo riferisce la CNN, che mostra in diretta le immagini della risposta della contraerea di Muammar Gheddafi. Si tratterebbe del terzo attacco questa sera sulla capitale libica.
23.15 – Berlusconi: “Addolorato per Gheddafi”
“Sono addolorato per Gheddafi e mi dispiace. Quello che accade in Libia mi colpisce personalmente”. Lo ha detto, secondo quanto riferiscono i presenti, il premier Silvio Berlusconi durante la cena a sostegno del candidato sindaco a Torino del Pdl Michele Coppola.
22.18 – La Padania: “La Lega detta le condizioni”
”Libia, la Lega detta le condizioni”: titolo a caratteri cubitali per il quotidiano leghista La Padania che domani ‘apre’ sul caso Libia, rilanciando i quattro “punti irrinunciabili” indicati oggi nel Cdm dal ministro Roberto Calderoli, e sui quali – sottolinea il quotidiano verde – “Camera e Senato dovranno votare: rispetto degli accordi con la Libia su gas e petrolio e sulla risoluzione Onu; spartizione dei profughi e blocco navale”. A corredo del servizio un articolo del presidente della commissione Esteri della Camera, il leghista Stefano Stefani, dal titolo “La possono chiamare come vogliono, ma questa è guerra”.
21.43 – Berlusconi: “Gheddafi ha fatto molto per l’Italia”
Gheddafi ha fatto molto per l’Italia, ha dato lavoro alle nostre aziende e si è impegnato per fermare l’avanzata degli immigrati sulle nostre coste. Silvio Berlusconi, durante una cena a Torino per presentare il candidato a sindaco, Michele Coppola, si è soffermato a parlare così – secondo quanto si apprende da partecipanti alla riunione – del rapporto con il colonnello libico. Il premier, ha ribadito in ogni caso che in Libia non si poteva non intervenire dopo la risoluzione dell’Onu.
21.31 – Secondo testimoni esplosioni e contraerea a Tripoli
Un’altra esplosione e colpi di contraerea sono stati uditi questa sera a Tripoli. Lo riferiscono testimoni. A essere stata bombardata sarebbe stata la base della Marina militare libica, a circa 10 chilometri dalla capitale.
21.07 – Governo libico: “Misurata è stata liberata”
La città di Misurata, circa200 chilometri a est di Tripoli, è stata liberata dalle forze fedeli a Gheddafi. Lo ha riferito un portavoce del governo libico.
21.03 – Onu, riunito il Consiglio di sicurezza, per Tripoli è aggressione
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per discutere la richiesta del ministero degli Esteri della Libia, che ha chiesto di fermare l’intervento della ‘coalizione dei volenterosi’ bollato dal regime di Gheddafi come “aggressione militare”. Sul tavolo dei Quindici c’è una lettera firmata da Musa Kusa, capo della diplomazia del regime di Tripoli, nella quale si sostiene che “Francia e Stati Uniti hanno bombardato parecchi siti civili, violando norme e standard internazionali”. Kusa chiede al Consiglio di Sicurezza di “fermare questa aggressione”. Diversi diplomatici occidentali hanno sottolineato che è improbabile che la richiesta di Kusa porti a qualche risultato. “Abbiamo sentito che la Russia voleva che il Consiglio esaminasse la richiesta libica”, ha detto un diplomatico occidentale all’entrata del Consiglio. L’ambasciatore russo all’Onu, Vitaly Ciurkin, ha immediatamente e seccamente ribattuto: “Non è vero”.
21.02 – Bombe su Sabah, roccaforte Gheddafi a Sud
La coalizione internazionale ha bombardato oggi la città di Sabah, roccaforte della tribù cui appartiene Gheddafi, nel sud della Libia (circa 750 chilometri a sud di Tripoli). Lo ha riferito un portavoce del governo libico. ”A partire da sabato, la coalizione nemica ha condotto raid aerei e lanci di missili su Tripoli, Zuara, Misurata, Sirte e Sabah, mirando soprattutto agli aeroporti”, ha detto il portavoce del governo, Mussa Ibrahim, durante una conferenza stampa.“Sì, Sabah è stata bombardata oggi”, ha detto rispondendo ad una domanda sulla data del bombardamento. Ha poi aggiunto che i raid della coalizione hanno inoltre colpito oggi “in piccolo porto per la pesca” 27 chilometri a ovest di Tripoli e ha precisato che gliattacchi hanno fatto “numerose vittime” tra i civili, in particolare all’aeroporto civile di Sirte, città natale di Gheddafi 600 chilometri a est di Tripoli.
20.55 – Attacco a Sirte, molte vittime
Il portavoce del governolibico ha affermato che la coalizione internazionale ha colpito oggi diversi porti e l’aeroporto a Sirte, provocando molte vittime.
20.50 – Frattini: “Senza Nato, comando italiano separato”
Se non fosse raggiunto un accordo per il passaggio del comando delle operazioni in Libia alla Nato, l’Italia considererebbe l’idea di istituire un proprio comando nazionale separato per gestire le attività di comando e controllo di tutte quelle operazioni militari, in applicazione della Risoluzione 1973, che prevedono l’uso delle sette basi che il nostro paese ha messo a disposizione per la missione in questione. Lo dice il ministro degli Esteri Franco Frattini in una nota diffusa dalla Farnesina. Nella nota si precisa che il ministro Frattini ha oggi dichiarato che l’Italia auspica vivamente che il comando e controllo per la conduzione di tali operazioni possa essere assunto quanto prima dalla Nato, in quanto istituzione dotata di comprovata capacità ed esperienza per gestire tali operazioni in un contesto di pieno consenso e coordinamento multilaterale.
20.30 – Obama: “Stiamo cercando transizione rapida operazioni”
Per le operazioni in Libia, “cercheremo una rapida, ma responsabile transizione delle operazioni alla coalizione o ad organizzazioni internazionali che siano in misura di proseguire le attività come potrebbe essere necessario” per rispondere alla risoluzione Onu 1973. Lo scrive il presidente degli Stati Uniti Barack Obama al Congresso, in una lettera diffusa oggi a Santiago del Cile dove si trova in visita ufficiale. Nella lettera, inviata oggi ai presidenti di Camera e Senato, Obama traccia la cronologia delle operazioni iniziate il 19 marzo. Il presidente spiega tra l’altro perché ha deciso di fare intervenire le forze militari americane, dopo il voto delle Nazioni Unite, visto che Gheddafi continuava ad attaccare gli insorti, creando le condizioni per una strage.
20.26 – Ancora decolli da base di Trapani
Non si fermano i decolli e gli atterraggi di caccia italiani nella base militare di Trapani Birgi. Fino a pochi istanti fa sono partiti dal comando del 37° stormo dell’Aeronautica militare diversi velivoli di cui però non si conosce la destinazione. Continua il massimo riserbo degli ufficiali dell’Aeronautica di stanza al 37° stormo.
20.24 – Tv di Stato libica: “Tripoli sotto attacco”
La televisione di stato libicariferisce che Tripoli è al momento sotto l’attacco delle forze della coalizione internazionale.
20.21 – Esplosioni e contraerea vicino a bunker Gheddafi
Colpi di contraerea seguitida esplosioni sono stati sentiti a Tripoli nella zona in cui si trova il bunker di Muammar Gheddafi. Lo riferisce un giornalista della France Presse.
20.07 – Tripoli, esplosione a colpi di contraerea
Esplosioni e colpi dell’antiaerea sono stati uditi a Tripoli. Lo riferisce l’emittente britannica Bbc, secondo la quale i colpi sono stati sparati dalla zona di Bab al-Aziziya, dove si trova la residenza-bunker del colonnello Muammar Gheddafi.
19.58 – Obama: “La Nato verrà coinvolta nel coordinamento”
“La Nato verrà coinvolta nel coordinamento” delle future operazione in Libia, ma al momento opportuno “lascerò al capo di Stato maggiore delle Forze Armate Mike Mullen decidere” quali saranno per noi i dettagli. Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama oggi a Santiago del Cile.
19.47 – Obama: “Usa tra tanti, nostra posizione chiara, Gheddafi se ne vada”
Muammar Gheddafi deve lasciare il potere. Lo ha ribadito Barack Obama nel corso di una conferenza stampa tenuta a Santiago del Cile, dove il presidente degli Stati Uniti e’ in visita ufficiale. Nella seconda fasemilitare contro la Libia, quella di transizione, gli Stati Uniti, “saranno uno dei partner tra i tanti della coalizione”, ha aggiunto Obama, che ha anche ribadito la sua certezza: “La Lega araba farà parte della no fly zone”.
19.36 – D’Alema: “Guerra c’era già, noi intervenuti per fermarla”
”Non siamo noi che stiamo facendo la guerra, la guerra c’era, noi siamo intervenuti per cercare di fermarla o quanto meno di proteggere i civili”. Lo ha detto l’ex ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. “Credo – ha aggiunto – che la risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dica con chiarezza che è necessario agire per proteggere i civili”. “Non è scoppiata la guerra perché c’è stato un intervento internazionale – ha ribadito – la guerra c’era già prima”. “Da quando è in azione la missione internazionale – ha sottolineato – il numero dei morti è diminuito, non è aumentato perché si è impedito a Gheddafi di sparare contro la popolazione”. “L’intervento della comunità internazionale – ha proseguito – è valso a fermare i bombardamenti aerei e i cannoneggiamenti che venivano fatti contro la popolazione civile. Quindi aver fermato questo ha ridotto il numero dei morti”. “Se qualcuno pensasse di andare a fare la guerra a Gheddafi – ha concluso – sarebbe un errore perchè non è questo che dice la risoluzione dell’Onu. Ma se ci si limita a fare quello che dice la risoluzione si fa una cosa utile dal punto di vista umanitario”.
19.33 – USA: Uscita di scena Gheddafi è obiettivo finale
L’uscita di scena di Muammar Gheddafi è “l’obiettivo finale” dell’intervento americano in Libia. Lo ha detto oggi a Washington il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Mark Toner. “Noi cerchiamo di convincere il colonnello Gheddafi e il suo regime a lasciare il potere. Questo resta il nostro obiettivo finale” ha detto Toner, precisando che l’intervento americano è a sostegno della coalizione internazionale per l’attuazione della risoluzione dell’Onu, e che è volto a proteggere i civili, non a sostenere l’opposizione.
19.30 – Berlusconi: “Il comando passi alla Nato. Nostri aerei non hanno sparato e non lo faranno”
“Per noi è essenziale la chiara definizione della missione limitata alla no fly zone, all’embargo, alla protezione di civili”. Lo ha detto Silvio Berlusconi intervenendo a Torino. Il premier ha auspicato che “il comando operativo passi alla Nato e comunque ci deve essere un coordinamento diverso da quello che c’è oggi”. “I nostri aerei non hanno sparato e non spareranno”, ha aggiunto.
19.23 – Esercito libico arma popolazione pro-Gheddafi
La popolazione di Tripoli e della Libia schierata con Gheddafi sta ricevendo armi dal regime. Nei giorni scorsi era già stata annunciata la distribuzione di armi alla popolazione. Lo aveva detto anche il Colonnello Gheddafi alla tv di stato: “E’ questa l’epoca dei popoli e non delle guerre organizzate. Tutti i libici si stanno armando. La terra libica diventerà un inferno e vi combatteremo se continuerete ad attaccarci”. Ad Abu Slim, uno dei più popolosi quartieri di Tripoli, il segretario del locale Comitato Popolare, “Shabia” in libico, ha confermato che “la distribuzione è iniziata”. “La gente del quartiere è con il Colonnello e non hanno paura di morire”, ha detto.
Dei Comitati popolari, struttura politico amministrativa teorizzata nel ‘Libro Verde’ del Colonnello Gheddafi, fanno parte tutti i cittadini di una circoscrizione, comune o regione. Oltre a loro, anche i membri dei Comitati Rivoluzionari, custodi dell’ortodossia politica del ‘Libro Verde’ e fedelissimi del Colonnello, hanno imbracciato i fucili.
19.08 – Insorti e fonti mediche: 40 morti oggi a Misurata
Gli attacchi delle forze fedeli a Gheddafi hanno fatto almeno 40 morti e 300 feriti oggi a Misurata, ad est di Tripoli. Il bilancio è di un portavoce degli insorti e di una fonte medica della città.
18.57 – Usa: “Presto ridurremo nostra partecipazione”
Gli Stati Uniti ridurranno presto la loro partecipazione alle operazioni in Libia. Lo ha detto il segretario alla Difesa americano Robert Gates a Mosca dove è in visita.
18.48 – Francia: “La Nato non ha alcun ruolo”
“Per il momento la Nato non ha alcun ruolo in questa vicenda”: lo ha detto il generale francese Philippe Ponthies, portavoce del ministero francese della Difesa, nel corso di una conferenza stampa a Parigi, rispondendo a una domanda sull’eventuale ruolo della Nato in Libia. Alle autorità italiane, che chiedono che il comando delle operazioni sia affidato all’Alleanza Atlantica “non ho nulla da rispondere”, ha aggiunto Ponthies. Quanto a un eventuale comando integrato, “la priorità non è la sua localizzazione ma il miglior coordinamento possibile”.
18.40 – Khamenei: “Occidente doveva armare i civili”
Se davvero l’Occidente avesse voluto aiutare i civili in Libia, invece di bombardarne il Paese avrebbe dovuto fornire loro armamenti: questa la provocatoria osservazione dell’ayatollah Ali Khamenei, massima autorità iraniana, nel corso di un discorso pronunciato a Teheran in occasione del Capodanno zoroastriano. La Suprema Guida della Rivoluzione Islamica ha affermato di “condannare al 100 per cento il modo con cui Muammar Gheddafi ha trattato e continua a trattare il suo stesso popolo”, ma di “condannare ugualmente al 100 per cento l’ingresso e le interferenze dell’America e dell’Occidente in Libia”. Questo in quanto “avrebbero potuto fornire armi ai civili, munirli di batterie anti-aeree, invece per un mese si sono limitati ad assistere al massacro”. Secondo Khamenei, “il vostro piano consiste nel servirvi della Libia come di una testa di ponte per tenere sotto controllo i futuri governi riviluzionari della Tunisia e dell’Egitto”, oltre a impadronirsi del petrolio libico. “Ecco qual’e’ la vostra corrotta intenzione”, ha concluso il leader iraniano, mentre la folla radunatasi per ascoltarlo esplodeva in urla come “Morte all’America!” o “Morte a Barack Obama“.
18.25 – Eni: “Con sanzioni ripercussioni per i consumatori”
Quella delle sanzioni alla Libia “è una decisione che spetta ai governi. Noi possiamo fare due cose: applicarle immediatamente con un certo rigore, e fornire informazioni sulla produzione in Libia a chi ce le chiede”, ma “è bene sapere che meno gas importiamo e più il gas costerà e questo si abbatte sui consumatori finali”. Lo ha detto il portavoce dell’Eni, aggiungendo che il gruppo ha scritto “lettere al governo, al commissario Ashton, all’Unione europea e a Hillary Clinton rappresentando tutte le nostre operazioni in Libia”. Riguardo al possibile rischio di una revisione dei contratti tra l’Eni e la Noc, il portavoce ha precisato che al momento “siamo in attesa di capire quale sia la situazione sul campo. Mi pare – ha detto – difficile capire ora”.
18.16 – La Russa: “Non c’è alternativa a intervento”
“Non abbiamo alternativa, se ce ne stessimo con le mani in mano avremmo danni in termini anche dell’approvvigionamento energetico e di prestigio internazionale”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiegando l’intervento militare in Libia. Nell’operazione, inoltre, “non c’è nessun vantaggio e molte incognite”, tuttavia, “non stare con la comunità internazionale avrebbe significato per noi un danno enorme. Non c’è nessun vantaggio, stiamo scongiurando più gravi svantaggi e stiamo difendendo la popolazione”.
18.12 – F18 canadesi in volo
Due F-18 canadesi sono decollati poco fa dalla base dell’aeronautica militare di Trapani Birgi.
18.10 – La Russa, probabili due aerei in più
“E’ probabile ci sia un incremento di due aerei” che si aggiungeranno agli otto già a disposizione della coalizione che sta conducendo le operazioni in Libia. Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa intervenendo alla trasmissione Iceberg di Telelombardia.
18.02 – Juppè, Lega araba non vuole comando Nato
La Lega Araba non vuole che sia la Nato ad assumere il comando delle operazioni militari in Libia. Lo ha confermato il ministro degli Esteri francese Alain Juppè al termine della Consiglio Ue con i colleghi dei 27. “La Lega araba non vuole che le operazioni siano interamente messe sotto la responsabilità della Nato”, ha sottolineato il ministro.
18.01 – Francia, Italia toglie basi? Applichiamo solo dettami Onu
“La Francia applica pienamente e unicamente la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, che corrisponde anche alla visione della diplomazia italiana”. Lo ha detto il generale francese Philippe Ponthies, portavoce del ministero francese della Difesa, nel corso di una conferenza stampa a Parigi, commentando la prospettiva indicata dal ministro degli Esteri Franco Frattini del possibile ripensamento dell’Italia sulle sue basi se la Nato non assumerà il comando delle operazioni in Libia.
17.54 – Forze Gheddafi bombardano Zenten
Forze fedeli a Gheddafi hanno bombardato la città occidentale di Zenten per diverse ore. Lo riferisce la tv Al Jazeera senza fornire ulteriori dettagli.
17.51 – Aerei Gb rientrano per non colpire giornalisti Cnn
I Tornado britannici che nellanotte sono tornati alla base senza bombardare lo hanno fatto per evitare di colpire civili tra cui giornalisti della Cnn. Lo riferisce SkyNews. Secondo SkyNews il bersaglio dei jet della Raf era il compound di Muammar Gheddafi già bombardato ieri notte.
17.49 – Norvegia sospende partecipazione a operazioni
La Norvegia sospende la sua partecipazione alle operazioni militari in Libia finchè non sarà chiarita la questione del comando. Lo ha detto il ministro della Difesa norvegese Grete Faremo.
17.42 – Francia, “senza intervento sarebbe bagno di sangue”
“La Francia svolge un ruolo di primo piano nelle operazioni in Libia. Senza il nostro intervento ci sarebbe stato un bagno di sangue a Bengasi”: lo ha detto il generale francese Philippe Ponthies, portavoce del ministero francese della Difesa, nel corso di una conferenza stampa a Parigi.
17.29 – Usa: no-fly zone sarà estesa per 1000 km
La no fly-zone autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla Libia è in via di espansione, e presto arriverà a coprire un migliaio di chilometri quadrati, mano a mano che sul teatro delle operazioni arriveranno gli aerei da guerra inviati a imporre il divieto di sorvolo dai Paesi membri della coalizione internazionale: lo ha dichiarato nel corso di un briefing al Pentagono il generale Carter Ham, responsabile dell’Africom, il Comando Usa per l’Africa con sede centrale a Berlino, che finora ha coordinato gran parte dei contributi all’intervento militare contro il regime di Muammar Gheddafi. Secondo Ham, gli aerei partecipanti all’imposizione della ‘no fly-zone’ stanno proseguendo le rispettive missioni, al punto che le truppe di terra libiche stanno allontanandosi in direzione sud da Bengasi, ‘capitale’ dell’insurrezione, e dimostrano “ben poca volontà o capacità” di combattere.
17.17 – Medvedev, “noi mediatori, missione senza coordinamento”
Il presidente russo Dmitri Medvedev, nel ribadire la disponibilità di Mosca a fungere da mediatore, ha sostenuto che la coalizione internazionale in azione sui cieli della Libia è senza coordinamento e senza piani comuni. Il capo del Cremlino ha comunque ricordato che la crisi è nata a causa dei crimini commessi dal regime del colonnello Muammar Gheddafi. “La situazione si svilupperà in modo non facile perché oggi non c’è una coalizione capace di fare una politica concordata”. Le sue “azioni – ha insistito Medvedev – non sono concordate nè ordinate e, come mi sembra, non esiste neanche un piano unico diretto al ristabilimento della pace in Libia”. “Il problema è anche con chi parlare, in Libia”, ha notato ancora il capo di Stato russo: “Per molti occidentali il leader è una persona non grata ma noi non abbiamo rotto i nostri rapporti con la Libia e per questo i nostri sforzi di mediazione potrebbero tornare utili”. “Noi tutti dobbiamo cercare di metter fine a questo conflitto in maniera politica, senza lasciarlo divampare”, ha affermato ancora Medvedev ricordando che vi sono “alcuni elementi della risoluzione 1973” che “sono diretti a questo obiettivo”. Medvedev, parlando a giornalisti presso la propria residenza di Gorki, nei pressi di Mosca, ha sottolineato che “i dirigenti libici si sono comportati male, perpetrando crimini contro il proprio popolo, e ciò non va dimenticato perché da questo deriva tutto il resto”.
17.13 Cameron: “Il comando prossimamente passi alla Nato”
“Col tempo vogliamo che il comando e controllo dell’operazione passi alla Nato”, ha detto Cameron alla Camera dei Comuni, secondo cui una volta che la Nato assume il comando, la guida delll’operazione potrà andare a un americano, un francese o a un britannico.
17.08 – Comando Usa: “Non sappiamo dove sia Gheddafi, nostra priorità sono civili”
17.01 – Frattini: “Mediazione italiana è fantapolitica”
L’ipotesi di una mediazione italiana con il leader libico Gheddafi è “fantapolitica” secondo il ministro degli Esteri Franco Frattini. “Sarebbe strano – ha detto al termine della riunione del Consiglio Affari esteri – che si offrisse ora una mediazione se non quella di un ‘way out’: Gheddafi ha detto no a una delegazione ufficiale dell’Unione africana”, sulla quale “avevamo qualche speranza”, composta da “quattro leader africani”. “Francamente – ha proseguito il ministro – che si chieda una mediazione all’Italia è fantapolitica”.
16.57 – In azione anche gli F16 belgi
Anche gli F-16 belgi sono entrati in azione. Il ministro della Difesa del Belgio, Pieter De Crem, nel corso del suo intervento al Parlamento di Bruxelles ha annunciato che un gruppo di F-16 ha intrapreso oggi pomeriggio una prima missione nel quadro degli interventi decisi della coalizione internazionale dopo l’approvazione della risoluzione Onu 1973.
16.50 – Frattini, “senza Nato potremmo riprendere le basi”
Se la missione in Libia non passerà sotto comando Nato, “l’Italia avvierà una riflessione sull’uso delle sue basi: se ci fosse una moltiplicazione dei centri di comando, dovremmo studiare un modo perchè l’Italia riprenda il controllo delle sue basi”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini in una conferenza stampa a Bruxelles dopo l’incontro tra i capi delle diplomazie dell’Ue.
“Non vorrei anticipare quello che succede” se non “viene accolta la proposta italiana di un coordinamento dell’Alleanza atlantica. L’Italia – ha detto ancora Frattini – sta lavorando perché fra domani e dopodomani la Nato assuma la guida delle operazioni. Se no faremo valere il principio secondo cui le responsabilità di tutti ricadono su tutti”, ma diverso è il caso della “moltiplicazione di controlli e comandi”. L’Italia ha accettato “in una primissima fase” di partecipare alla coalizione dei volenterosi che opera attraverso tre comandi, quello Usa a Napoli Capodichino, quello britannico e quello francese. “E’ però chiaro che, se siamo partiti con un’azione urgente, ora torniamo alla fisiologia, alla regola, che è il coordinamento della Nato”. Infatti, ha ribadito “la corresponsabilità delle decisioni deve essere garantita”. L’opzione Nato, secondo Frattini, “avvantaggerebbe tutti”.
16.43 – “Non risultano vittime civili nei raid”
“Al comando francese non risultano informazioni su civili uccisi”. Lo ha detto il portavoce del governo di Parigi, Francois Baroin, parlando con la tv francese Canal+ e raccomandando cautela sulle “campagne di informazione e di propaganda”.
16.40 – Juppè, a giorni intervento Nato
La Nato è “disposta a intervenire a sostegno” della ‘coalizione dei volonterosi’ “tra qualche giorno”. Lo ha dichiato il ministro degli esteri francese Alain Juppè al termine del Consiglio Ue affari esteri a Bruxelles.
16.38 – 12 missili nella notte
La coalizione che sta facendo rispettare la no-fly zone sulla Libia ha lanciato nella notte una dozzina di missili verso bersagli programmati, ha reso noto un portavoce del Pentagono.
Il portavoce Vince Crawley ha detto che la portata degli attacchi missilistici è stata notevolmente ridotta rispetto alla notte prima quando sono stati lanciati 110 missili contro 22 bersagli in Libia.
“Abbiamo dedicato le prime 24 ore alle operazioni per stabilire la no-fly zone e stiamo passando adesso alla fase di pattugliamento del cielo libico”, ha detto il portavoce.
16.27 – Due Tornado atterrati a Trapani
Due Tornado italiani sono atterrati pochi istanti fa alla base militare di Trapani Birgi da cui oggi sono partiti 6 Tornado. I velivoli stanno facendo ritorno alla base dove ha sede il 37° stormo dell’Aeronautica militare.
16.17 – Frattini: “Consenso crescente su ombrello Nato”
”C’è un crescente consenso attorno alla richiesta dell’Italia per un ombrello Nato” nelle operazioni in Libia. Lo ha riferito il ministro degli Esteri Franco Frattini in una conferenza stampa a Bruxelles dopo l’incontro tra i capi delle diplomazie dell’Ue.
16.09 – Onu, Consiglio di Sicurezza convocato alle 20
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce oggi alle 15 di New York (le 20 in Italia) per discutere della situazione in Libia. “Verranno discussi gli ultimi sviluppi”, hanno detto all’Ansa diplomatici che partecipano alle riunioni dei Quindici. Il governo di Tripoli, attraverso il ministro degli Esteri Musa Kusa, aveva chiesto che il Consiglio di Sicurezza si riunisse d’urgenza. Ufficialmente, però, la richiesta della riunione di oggi è arrivata dalla Russia, anche perché non è chiaro chi rappresenti la Libia al Palazzo di Vetro visto che l’intera delegazione si è ribellata al leader Muammar Gheddafi. Il Colonnello aveva chiesto la nomina di un nuovo delegato, Ali Treki, il quale però non ha ancora presentato le credenziali al Palazzo di Vetro, né è arrivato negli Stati Uniti. La delegazione libica, quindi, continua ad essere guidata da Abduharram Shalgam, ex ministro degli Esteri ed ex ambasciatore libico in Italia, che ha voltato le spalle a Gheddafi.
16.02 – Misurata, forze Gheddafi sparano su folla, almeno nove morti
Le forze fedeli a Gheddafi hanno sparato sulla folla nella città di Misurata. Almeno nove persone sono rimaste uccise. Lo riferiscono abitanti della città in mano agli insorti. “La gente di Misurata è scesa per le strade e nel centro della città disarmata, nel tentativo di fermare l’avanzata delle forze fedeli a Gheddafi”, ha raccontato al telefono con l’agenzia Reuters un abitante della città che si chiama Saadoun. “Quando la gente si è riunita nel centro della città, le forze pro Gheddafi hanno cominciato a sparare con artiglieria e armi da fuoco. Hanno commesso un massacro. L’ospedale ci ha detto che almeno nove persone sono state uccise”, ha raccontato.
16.02 – Medvedev critica Putin: “Risoluzione Onu giusta. Siamo pronti a fare da mediatori”
Il presidente russo Dmitri Medvedev ha criticato l’uso della parole “crociate” da parte del premier Vladimir Putin nel commentare la risoluzione dell’Onu sulla Libia. “E’ inaccettabile”, ha dichiarato Medvedev parlando a giornalisti nei pressi di Mosca e aggiungendo: “In nessun caso si possono usare espressioni che in sostanza portano a conflitti tra civiltà”. Medvedev ha affermato che la risoluzione dell’Onu sulla Libia è giusta: “Io non ritengo sbagliata la risoluzione 1973 perché in generale riflette la nostra comprensione degli avvenimenti”. Il presidente russo ha dichiarato che la Russia è pronta a contribuire come mediatore a risolvere la crisi in Libia.
15.53 – Iran condanna raid
La Guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha detto che la Repubblica islamica “condanna l’intervento militare in Libia”, mirato solo al petrolio, aggiungendo che continuano così i “fallimenti” degli Stati Uniti nella regione.
15.49 – Ministro Esteri Russia: “Alt immediato a operazioni”
L’alt immediato alle operazioni militari contro la Libia è stato chiesto dal ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, dopo un incontro al Cairo con il suo collega egiziano, Nabil El Arabi. Già nel primo pomeriggio, dopo un incontro con il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, Lavrov si era detto “preoccupato” per la sorte dei cittadini russi che si trovano in Libia.
15.48 – Francia: “Nato pronta a sostenere intervento”
La Nato è “pronta a sostenere” l’intervento armato in Libia “entro pochi giorni”. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri francese Alain Juppe.
15.42 – Turchia chiede chiarimenti su piani Nato
La Turchia vuole dei chiarimenti sui piani della Nato in Libia e ritiene che il modo in cui è stata costituita la coalizione per attaccare il paese non è conforme alle norme internazionali. Lo ha detto il ministro degli Esteri turco Ahmed Davutoglu. “Abbiamo posto delle domande legittime in occasione della riunione di ieri. Non intendevamo ostacolare il processo”, ha aggiunto il capo della diplomazia turca. La Turchia, membro della Nato, ha chiesto ieri agli altri paesi dell’Alleanza Atlantica di rivedere i piani di un eventuale intervento. “Abbiamo il diritto di porre certe questioni e pensiamo di avere il diritto di ricevere certe risposte”, ha sottolineato il ministro. “La Turchia sarà sempre amica della Libia e lavorerà per la sua prosperità”, ha aggiunto Davutoglu. Secondo la Turchia la risoluzione 1973 dell’Onu non prevede l’avvio di una “guerra globale” in Libia.
15.40 – La Russa: “Operazine resta in ambito risoluzione Onu”
”Il Ministro della difesa, IgnazioLa Russa, ha svolto una relazione sull’evolversi della situazione in Libia, fornendo piena assicurazione circa il mantenimento delle operazioni nell’ambito di quanto previsto dalla Risoluzione n.1973 dell’Onu”. E’ quanto si legge nel comunicato ufficiale di palazzo Chigi diffuso al termine del Cdm.
15.38 – Ribelli: “Sì a raid aerei, ma niente truppe di terra”
Gli insorti libici “respingono” un eventuale “intervento di truppe di terra” nel loro Paese, mentre rimangono “favorevoli ai bombardamenti aerei contro le forze di Muammar Gheddafi”: lo ha sottolineato da Bengasi, loro ‘capitale’, Ahmed al-Hasi, portavoce della cosiddetta Coalizione del 17 Febbraio, che raggruppa le principali forze di opposizione. Durante una conferenza stampa il portavoce ha assicurato che obiettivo dei ribelli rimane la conquista di Tripoli, e ha respinto le denunce governative secondo cui nella capitale sarebbero rimasti uccisi o feriti molti civili: le riprese mandate in onda dalla televisione di Stato in cui si mostravano presunte vittime dei raid, ha sottolineato, erano una messinscena allestita a bella posta. Hasi ha poi assicurato che i rivoltosi si tengono in stretto coordinamento con i Comandi dei Paesi partecipanti all’intervento militare anti-regime: “Tra noi e loro ci sono stretti collegamenti”, ha spiegato. “Primo, per localizzare le posizioni delle truppe di Gheddafi. Due, per localizzare quelle dei nostri combattenti, così da evitare che siano bombardati”. Il portavoce ha aggiunto che i ribelli non hanno bisogno di essere “aiutati dalla coalizione internazionale nell’avanzare”, ma solo di incursioni aeree quando i governativi “tentano di entrare nelle citta’”, perché “il coraggio dei nostri uomini è altissimo”, al punto che si trovano di nuovo “alle porte di Agedabia”, caduta nei giorni scorsi. Infine Hasi ha annunciato che il Consiglio Nazionale Provvisorio, al potere nelle zone liberate, invierà una propria delegazione al quartier generale della Lega Araba per meglio illustrare le ragioni dell’approvazione da esso accordata ai raid stranieri.
15.04 – Ue estende sanzioni
Il Consiglio Affari esteri ha deciso come previsto l’inasprimento delle sanzioni nei confronti della Libia, allargandole a altre 11 persone e a 9 ulteriori “entità”. Secondo quanto si apprende, però, non è ancora stato deciso di estenderle alla Noc, l’ente petrolifero libico, come invece previsto dalla risoluzione 1973 presa dal consiglio di sicurezza venerdì scorso. Una decisione su questo specifico punto è rinviata a giovedì, quando in occasione del vertice dei capi di Stato e di governo dei 27 sarà adottato il regolamento attuativo della risoluzione Onu.
14.58 – Decollati da Trapani altri tre tornado
Altri 3 tornado sono decollati pochi minuti fa dalla base militari di Trapani Birgi, da dove sono partiti altri 3 tornado poco meno di un’ora fa. Un tornado è invece atterrato all’aeroporto militare.
14.47 Onu, probabile riunione Consiglio di Sicurezza
Fonti delle Nazioni Unite hanno reso noto che è probabile oggi la convocazione di un Consiglio di Sicurezza a porte chiuse.
14.42 – Per Lega araba eccessivi i bombardamenti francesi
La Lega Araba conferma il sostegno alla no-fly zone sulla Libia, ma giudica “eccessivi” i bombardamenti, “in particolare quelli francesi”, contro Tripoli e la caserma di Bab-el-Azizya. E’ quanto si apprende da fonti diplomatiche a Bruxelles, a seguito di contatti con la Lega Araba, che domani si riunirà a livello di rappresentanti permanenti al Cairo. In questi colloqui, sottolineano le fonti, “è stata confermata la preoccupazione per le modalità con cui viene attuata la no-fly zone, soprattutto per alcuni bombardamenti, in particolare francesi, che, nell’opinione della Lega araba, eccedono sia la misura in cui sono stati coinvolti civili, con vittime, sia gli obiettivi”. Al Cairo, si contestano soprattutto i raid su Tripoli, “contro la caserma Bab el-Azizya, che non rientrano nel mandato delle Nazioni Unite”.
14.32 – Tv Stato: “Addestramento militare per civili pro-Gheddafi”
I civili libici che a partire da ieri si sono recati presso le sedi locali dei Comitati popolari per ricevere le armi promesse dal regime dovranno iniziare presto un corso di addestramento militare. E’ quanto ha annunciato la tv di stato libica che ha pubblicato un messaggio sullo schermo nel quale si informa che “Il Comitato di Difesa annuncia alle migliaia di persone che si sono registrate presso i comitati popolari per ottenere le armi che presto saranno contattati per iniziare un addestramento militare in modo da essere pronti ad usarle nel momento opportuno”.
14.13 – Frattini: “Stiamo seguendo la rotta del rimorchiatore”
”E’ una rotta che stiamo seguendo molto da vicino per evitare in primo luogo rischi all’ incolumità degli italiani a bordo”: così il ministro degli Esteri Franco Frattini, interpellato dal Tg1 a Bruxelles, sulla sorte del rimorchiatore d’altura italiano, l’Asso 22, bloccato nel porto di Tripoli da uomini armati e ora in navigazione verso destinazione ignota. A bordo, oltre ad uomini armati del regime, ci sono 11 membri dell’equipaggio: otto italiani, due indiani e un ucraino.
14.10 – Due F16 italiani decollati da base Trapani
Due F16 italiani di stanza nella base militare di Trapani Birgi sono decollati pochi minuti fa dall’aeroporto militare siciliano. Pochi istanti dopo è decollato anche un elicottero italiano. Non si conosce ancora la destinazione dei veivoli appena decollati.
14.06 – Capo insorti Bengasi incontra inviato Onu
E’ in corso a Bengasi un incontro tra il giordano Abdelilah Khatib, inviato in Libia del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, e il capo del Consiglio nazionale transitorio, Mustafa Abdel Jalil. E’ quanto riferisce l’emittente satellitare al-Jazeera. Si tratta del primo contatto diretto tra l’Onu e l’organismo creato dagli insorti a Bengasi.
14.00 – Manifestazioni pro-Gheddafi a Roma
Cartelli con la scritta ”basta guerra” e cori contro Berlusconi “che ci ha tradito”. Così alcune decine di cittadini libici hanno manifestato a Roma, davanti alle sedi della Provincia e della Prefettura, per chiedere il cessate il fuoco e per far sentire la loro vicinanza a Gheddafi, “che non è affatto un dittatore”. Un sit-in durato poco meno di mezz’ora.
13.54 – Nuovi decolli Tornado da Trapani
Tre aerei Tornado italiani sono decollati dalla base dell’Aeronautica di Trapani. Non è nota la destinazione: viene solo sottolineato che stanno svolgendo la loro missione.
L’Italia ha messo a disposizione della coalizione che sta svolgendo le operazioni militari sulla Libia 8 caccia: 4 Tornado Ecr per la neutralizzazione delle difese aeree nemiche e 4 intercettori F-16.
13.34 – Cina critica duramente l’intervento
La Cina pronuncia una nuova, forte condanna agli attacchi contro la Libia: in un editoriale pubblicato oggi sul Renmin Ribao, l’organo ufficiale del Partito Comunista Cinese, Pechino accusa Washington e tutti i suoi alleati di violazione delle norme internazionali. “La tempesta di sangue che l’Iraq sta attraversando da otto anni e le indicibili sofferenze alle quali e’ stato sottoposto il suo popolo costituiscono allo stesso tempo un ammonimento e un’immagine speculare di quanto sta accadendo oggi” si legge nell’articolo. “Dopo la guerra afgana e quella irachena, l’attacco militare alla Libia rappresenta la terza occasione in cui alcuni paesi si scagliano militarmente contro una nazione sovrana. Ma ogni volta che si adoperano mezzi militari per la risoluzione di una crisi, si colpiscono le Nazioni Unite e le regole delle relazioni internazionali”.
13.33 – Rilasciati i 4 giornalisti del NyTimes fermati
I quattro giornalisti del NewYork Times arrestati nei giorni scorsi in Libia con l’accusa di ingresso illegale nel Paese sono stati rilasciati. Lo ha riferito l’ambasciatore turco all’Onu, Namik Tan. Di Anthony Shadid, Lynsey Addario, Tyler Hicks and Stephen Farrell si erano perse le tracce il 16 marzo scorso. Lo aveva reso noto il direttore del New York Times, Bill Keller, precisando di essersi messo in contatto con le autorità libiche per avere informazioni. Successivamente era stato il figlio del leader libico, Seif al-Islam Gheddafi, a confermare che i quattro erano stati trattenuti dalla autorità nei pressi della città di Adjabiya.
13.26 – Domani riunione straordinaria Lega Araba
Si terrà domani una riunione straordinaria dei rappresentanti permanenti della Lega araba per discutere della crisi libica, alla luce dell’intervento militare internazionale. Lo rende noto l’agenzia Mena. La Lega araba ha dato il suo sostegno alla risoluzione 1973 dell’Onu, ma ieri il segretario generale dell’organismo panarabo Amr Mussa ha preso le distanze dai raid aerei. Oggi Mussa ha incontrato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e al termine del colloquio ha affermato che la Lega sostiene la risoluzione dell’Onu perché la priorità è garantire l’incolumità dei civili in Libia.
13.04 – La Russa: “Voto in aula? Non ci sottrarremo”
“Si’, non e’ ancora stato fissato manon intendiamo sottrarci alla valutazione delle Camere. Dal punto di vista giuridico è sufficiente il voto delle Commissioni, ma dal punto di vista politico riteniamo che il Parlamento non solo debba essere informato ma debba anche esprimersi”. Risponde così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi rispondendo a chi gli chiede se ci sarà un voto parlamentare sulla missione in Libia.
13.00 – Putin: “Risoluzione Onu è come appello a crociata, facciamo bene a riarmarci”
Il premier russo Vladimir Putin ha sostenuto che la risoluzione dell’Onu sulla Libia ricorda “gli appelli medioevali alle Crociate”. ”Gli avvenimenti in Libia sono la prova che la Russia fa bene a rafforzare la propria capacità difensiva”.
12.58 – La Russa: “Chiederò riservatezza su partenza aerei”
“La nostra politica e’ di totale trasparenza, ma e’ sbagliato annunciare in diretta la partenza degli aerei per colpire i radar. E’ poi logico che gli aerei trovino i radar spenti”. Lo afferma in sala stampa a Palazzo Chigi il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
12.55 – La Russa: “Comando missione passi alla Nato”
“Riteniamo opportuno che il comando delle operazioni passi dalla coalizione alla Nato”. Lo afferma il ministro della Difesa, Ignazio La Russa al termine del consiglio dei ministri di questa mattina.
12.51 – Da Decimomannu decollano per raid due F18 spagnoli
Sono decollati alle 12 da Decimomannu per la prima missione sulla Libia due cacciabombardieri F18 e un aero tanker dell’Aeronautica militare spagnola. Il 47/o Gruppo di Torrejon è così entrato in azione nell’operazione “Odyssey Dawn”. Destinazione e ordini di missione sono segreti, ma sulla linea di volo fervono i preparativi intorno agli altri arei spagnoli.
12.50 – Maroni: “Da governo misure compensative per Lampedusa”
Il “governo ha deciso di farsi carico del disagio dei lampedusani” attraverso “misure compensative per l’economia”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni nel corso della conferenza stampa al termine del consiglio dei ministri, annunciando che il sottosegretario all’Economia Sonia Viale definirà “misure compensative di carattere economico e strutturale per compensare l’isola di quanto sta subendo”.
12.46 – Alemanno: “Un errore accogliere Gheddafi in passato”
Accogliere, in passato, Gheddafi contutti gli onori “è stato un errore e un problema che ha coinvolto tutti gli Stati europei in forme diverse, tutte le appartenenze politiche”. Il leader libico “è stato a lungo corteggiato da chi era interessato al petrolio dimenticandosi di quelle che potevano essere le condizioni interne dei vari Stati”. Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Per il sindaco di Roma “oggi siamo coinvolti in un’operazione decisa dall’Onu in Libia; avremmo dovuto accorgerci della situazione prima che si arrivasse a questa tragedia e fare qualcosa”. Più in generale “dobbiamo essere sempre vigili perché non bisogna mai mettere la politica dell’interesse davanti a quella dei valori. Siamo lì – ha aggiunto – anche per evitare che diventi un conflitto a esclusivo appannaggio di Obama e Sarkozy, cioè di Stati Uniti e Francia”. In ogni caso, l’intervento militare “è stato una scelta difficile ma necessaria: dobbiamo fare in modo che l’intervento sia mirato a evitare eccidi e tragedie e che non sia una semplice ingerenza politica che finirebbe per avere una reazione da parte della coscienza araba”.
12.44 – “Gheddafi non è bersaglio”
Il capo delle Forze Armate britanniche generale David Richards ha smentito che il colonnello Muammar Gheddafi sia un bersaglio di Odissea all’Alba. “Gheddafi non è assolutamente un bersaglio. Non è permesso dalla risoluzione dell’Onu”, ha detto Richards dopo un incontro a Downing Street e prima che il primo ministro David cameron torni a riferire alla Camera dei Comuni. Il generale si e’ definito “prudentemente ottimista” sull’andamento delle operazioni e ha dato il benvenuto alla decisione dei Tornado di tornare alla base quando è risultato chiaro che dall’attacco avrebbe potuto provocare vittime civili. “Siamo molto, molto attenti alla nostra responsabilità verso la popolazione civile. Non vogliamo cadere nella trappola della propaganda di Gheddafi”, ha detto il capo delle Forze Armate.
12.39 – Vertice con Tunisia per fermare gli sbarchi
Continuano gli sbarchi dalla Tunisia: ad oggi sono sbarcate 14.918 persone, quasi totalmente clandestine. Lo ha detto il ministro del’Interno, Roberto Maroni, al termine del Consiglio dei ministri. “Non possono – ha aggiunto – essere considerati rifugiati, la grande maggioranza sono stati sistemati nei Cie, che sono saturi e l’intensità degli sbarchi sta creando disagi forti a Lampedusa”. La priorità del governo, ha detto Maroni, è la ricerca di una strategia condivisa con la Tunisia per arrestare gli sbarchi. Mentre sull’isola siciliana, il governo ha ribadito la sua “attenzione”.
12.38 – Comitato anti-terrorismo “in riunione permanente”
Il Comitato nazionale antiterrorismo e’ riunito in seduta permanente. E’ aumentato il monitoraggio sui soggetti che hanno contiguita’ con il fondamentalismo islamico. Lo afferma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al termine del consiglio dei ministri.
12.34 – Cairo, manifestanti pro-Gheddafi tentano di aggredire Ba Ki-moon
I manifestanti si sono riuniti davanti all’ingresso principale della sede della Lega Araba durante l’incontro tra Ban Ki-moon e Amr Mussa e hanno intonato slogan contro il segretario generale dell’Onu, il segretario della Lega Araba, gli Usa, la Gran Bretagna e la Francia. Tornato indietro perche’ intimorito dalla situazione, Ban ha lasciato la sede delle Lega Araba da una uscita secondaria.
12.27 – Oms – rischio malattie per la popolazione libica
Ferite, piaghe, tetano, cancrena,morbillo, influenza, ditferite e tubercolosi: sono alcuni dei rischi di salute cui possono andare incontro la popolazione e i lavoratori migranti che si trovano in Libia a causa del conflitto. A fare il punto è un documento dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Allo stato non ci sono informazioni sull’accesso all’assistenza sanitaria, né sull’interruzione dei servizi idrici, di sanificazione e scorte alimentari nella parte occidentale del Paese. Ma secondo l’Oms ci sono molti rischi e misure da prendere, a partire dai servizi chirurgici, urgenti per salvare vite e prevenire disabilità. La maggior parte dei feriti ha tagli e ammaccature lievi, ma una percentuale significativa, soprattutto in chi è preso nei disordini, può avere ferite da arma da fuoco e granate, per cui servono interventi chirurgici, trasfusioni di sangue e cure intensive.
12.15 – Franceschini e Finocchiaro: Su intervento serve voto delle camere
Le Camere devono votare sull’intervento in Libia. E’ quanto chiedono in una dichiarazione congiunta i capigruppo Pd di Camera e Senato, Dario Franceschini e Anna Finocchiaro. “Lo sviluppo della crisi libica e la portata dell’intervento promosso dalle Nazioni Unite e al quale l’Italia partecipa pienamente, richiedono un urgente passaggio nelle aule parlamentari di conferma del voto delle Commissioni di venerdì che ha autorizzato il governo a intraprendere tutte le misure necessarie a dare attuazione alle risoluzioni Onu. E’ necessario che il Parlamento nel suo plenum possa confermare il sostegno alla posizione del nostro Paese con una piena assunzione di responsabilità”.
12.13 – Napolitano: “Partecipiamo a scelte internazionali”
”La Comunita’ internazionale ha fatto le sue scelte e l’Italia partecipa a queste scelte”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interpellato sulla partecipazione dell’Italia alla missione in Libia, al suo arrivo in visita a Varese.
11.50 – Pilota Tornado italiano: “Ieri non abbiamo lanciato missili”
“Nell’operazione di ieri sera abbiamo solo pattugliato nei cieli della Libia e non abbiamo ritenuto di lanciare missili antiradar”. Lo ha detto il maggiore Nicola Scolari, uno dei piloti dei sei Tornado che ieri sera sono decollati dalla base militare di Trapani Birgi per raggiungere la zona di Bengasi. “E’ stata una missione di pattugliamento in cui eravamo pronti a reagire per sopprimere radar -ha aggiunto- ma ieri non abbiamo verificato presenza di radar nemici”.
11.23 – Bombardamenti su Zintan: diverse vittime tra civili
Si contano diversi morti e feriti nei bombardamenti avviati questa mattina dalle truppe di Muammar Gheddafi sulla città di Zintan, in Tripolitania. Lo ha reso noto un testimone contattato dalla tv satellitare Al-Arabiya. Secondo questa fonte è iniziato questa mattina un attacco delle brigate di Gheddafi sulla città libica a colpi di mortaio.
10.59 – Ribelli: Forze Gheddafi useranno scudi umani a Misurata
Le forze fedeli a Muammar Gheddafi stanno portando civili a Misurata dalle città vicine per usarli come scudi umani. Lo ha riferito uno dei portavoce dei ribelli, che dal 17 febbraio stanno combattendo la rivoluzione contro il Colonnello. Citato dalla Bbc, il portavoce dei ribelli ha anche aggiunto che ieri sette persone sono rimaste uccise negli scontri tra gli insorti e l’armata verde sempre a Misurata, nella Libia occidentale.
10.43 – La Russa: “Lega non ha frapposto ostacoli”
“La Lega non ha frapposto ostacoli, non vedo grandi divisioni nella maggioranza”. Lo ha assicurato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, entrando a Palazzo Chigi per il Consiglio dei Ministri straordinario dedicato alla Libia. La Russa ha ribadito che “soprattutto l’Italia che ha le basi non poteva mantenere un atteggiamento agnostico” rispetto alla crisi libica, perché “senza di noi la risoluzione dell’Onu non poteva essere applicata. Chi dice che siamo intervenuti con entusiasmo dice sciocchezze – ha aggiunto il ministro della Difesa – l’Italia aveva una sola scelta. Non c’è mai entusiasmo nell’usare le armi”.
10.37 – Riprese operazioni aeree francesi
Le operazioni aeree francesi sullaLibia sono riprese questa mattina. Lo riferisce il ministero della Difesa francese. Gli aerei francesi non hanno sorvolato la Libia durante la notte, ma sono ripartiti di primo mattino, ha precisato il portavoce dello Stato maggiore, Thierry Burkhard. La loro missione è di far rispettare la no fly zone imposta sulla Libia. Gli apparecchi che partono dalle basi su territorio francese impiegano circa tre ore di volo per arrivare sulla zona delle operazioni.
10.35 – Ban Ki-Moon aggredito al Cairo da manifestanti pro Gheddafi
Il segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon è stato aggredito in piazza Tahrir al Cairo da manifestanti filo Gheddafi. I manifestanti che si sono riuniti davanti alla sede della Lega araba prima dell’arrivo del segretario generale dell’Onu, contro l’intervento militare in Libia, hanno anche assaltato un paio di automobili mentre passavano davanti alla sede della Lega araba, in una strada che porta a piazza Tahrir. Ban Ki-Moon è rimasto illeso.
10.22 – Frattini: “E’ il momento di passare sotto l’ombrello della Nato”
Per le operazioni in Libia “è giunto il momento di passare sotto l’ombrello della Nato”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini al suo arrivo al Consiglio Esteri delle Ue a Bruxelles. “Crediamo – ha detto – che è il tempo dell’azione oltre la coalizione dei volenterosi, verso un approccio più coordinato sotto la Nato, perché ne ha le capacità”. Secondo Frattini “non ci deve essere una guerra – ha osservato – ma la stretta messa in pratica della risoluzione dell’Onu”, il cui obiettivo è la protezione della popolazione libica.
10.19 – Lega Araba: “Rispettiamo risoluzione Onu”
La Lega Araba sta con l’Onu e con la comunità internazionale. Lo ha affermato il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, insieme al segretario della Lega Araba, Amr Moussa. Sulla Libia è importante che la comunità internazionale parli con una voce sola, ha aggiunto. Lo stesso Ban ha chiesto alla Libia di rispettare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza, compresa la richiesta di una cessazione. “Il forte impegno della Lega Araba” per proteggere i civili in Libia “ha reso possibile l’adozione della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu”, ha affermato Ban Ki-Moon. “Col forte impegno della Lega Araba la comunità internazionale è stata in grado di prendere misure decisive per proteggere i civili che il colonnello Gheddafi sta uccidendo ed attaccando, una situazione considerata totalmente inaccettabile e condannata da tutto il mondo”. Il segretario generale dell’Onu ha poi rinnovato il suo appello per un immediato cessate il fuoco in Libia l’impegno delle Nazioni Unite a mettere fine alle ostilità e a portare gli aiuti umanitari alla popolazione.
09.30 – Sito dell’opposizione: voci sulla morte del figlio di Gheddafi
Circolano in queste ore in Libia voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello Muammar, il quale sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell’opposikzione libica ‘al-Manarà, Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi quando un pilota dell’aviazione libica passato con l’opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. La notizia non è stata ancora confermata ma sta già facendo il giro dei media arabi. Khamis Gheddafi era a capo di una delle brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti. Sesto dei figli del colonnello, aveva il grado di capitano dell’esercito ed era responsabile del reclutamento e dell’addestramento dei soldati mercenari africani.
07.41 – Rimorchiatore sequestrato, le famiglie: “Siamo preoccupatissimi”
”Siamo preoccupatissimici sentiamo abbandonati”. Lo dice Salvo Arena, il padre di Antonino, 34 anni, uno dei marittimi a bordo del rimorchiatore Asso 22 sequestrato in Libia con a bordo 8 italiani. Arena, sposato e padre di un bambino di 4 anni, si era imbarcato il 27 gennaio da Augusta e doveva chiudere il suo periodo di lavoro in questi giorni. “Ha sentito Antonino – dice il padre – poco prima della mezzanotte dell’altro ieri: ha preferito parlare con me per non trasmettere ansia alla moglie Sofia. Mi ha detto che la situazione era sotto controllo e che stava bene. L’ho sentito sereno, forse non mi ha voluto trasmettere la sua preoccupazione”. “La mia preoccupazione cresce sempre di più – aggiunge l’uomo – perchè sono molto allarmato per la situazione che si è venuta a creare in Libia. Non ho ricevuto notizie ufficiali da nessuno – Le uniche notizie le apprendiamo dai telegiornali e dai giornalisti che ci chiamano. Non c’è stato alcun funzionario della Prefettura e nessun esponente del Governo che si sia fatto vivo con noi per informarci sulla vicenda. Sarebbe bastata una telefonata, invece niente”
07.40 – Aeroporto di Trapani chiuso al traffico
Da dopo la mezzanotte l’aeroporto di Trapani, scalo militare aperto all’uso civile, risulta chiuso al traffico di aviazione civile. Agli aerei atterrati precedentemente, è stato data comunque facoltà decollare entro le 7.30 di stamane. Da tale ora in poi, invece, tutti i voli programmati da e per l’aeroporto di Trapani – spiega l’Enac – sono stati operati su altri scali. Tredici i voli dirottati al Falcone-Borsellino di Palermo. Ieri sei Tornado italiani erano decollati dalla base di Birgi.
04.41 – Londra, jet ancora in volo, ma non lancio missili
Il ministero della Difesa britannico ha reso noto che i caccia della Raf hanno sorvolato nuovamente la Libia nella tarda serata di ieri ma senza sferrare alcun attacco per via della presenza di civili nell’area presa di mira. Lo si legge sul sito online della Bbc. “Mentre i Tornado GR4 della Raf si avvicinavano all’obiettivo, sono emerse informazioni sulla presenza di civili nell’area presa di mira. Di conseguenza è stato deciso di non procedere con il lancio di armi. Una decisione che sottolinea l’impegno britannico nella protezione dei civili”, ha detto il portavoce delle forze armate britanniche generale John Lorimer. In precedenza lo stesso Lorimer in un comunicato aveva reso noto che le forze britanniche avevano preso parte ieri in serata ad “un raid coordinato contro il sistema antiaereo libico” precisando che “per la seconda volta la Gran Bretagna ha lanciato dal Mediterraneo missili Tomahawk”.
04.15 – Ancora scontri a Bengasi
Secondo testimonianze raccolte dalla Bbc, nella tarda serata di ieri scontri sono proseguiti a Bengasi, nell’est della Libia. Un testimone sul posto ha segnalato l’uso di granate, colpi di mortaio e artiglieria leggera durante la battaglia tra ribelli e forze pro-Gheddafi, riferisce la Bbc online
00.28 – Casa Bianca: “C’è accordo per Nato fuori da comando operazioni”
C’è accordo in seno alla coalizione internazionale messa in piedi contro la Libia per non dare il comando delle operazioni alla Nato, ma di sfruttarne le strutture. Lo ha detto a Rio de Janeiro il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Tom Donilon.
00.27 – Raid hanno distrutto parte del bunker di Gheddafi
Un missile ha distrutto “totalmente” un edificio amministrativo che si trova circa 50 metri dalla tenda in cui il Colonnello riceveva in genere gli ospiti. I giornalisti stranieri, portati sul posto da funzionari del governo libico, hanno potuto constatare le rovine dell’edificio.