L’avvocato del premier Niccolo Ghedini ha deciso di querelare Il Fatto. “L’articolo apparso quest’oggi con grande evidenza su Il Fatto Quotidiano a firma Barbacetto – Mascali, è chiaramente diffamatorio” e per quanto “usualmente contrario alle azioni nei confronti dei giornalisti”, in questo caso “dovrò adire la autorità giudiziaria competente”.
“Il taglio dell’articolo – continua Ghedini – i titoli, le illazioni e le prospettazioni sono così avulse dalla realtà, fornendosi indicazioni distorte e non veritiere che impongono tale scelta. Non conosco le ragioni delle affermazioni di Ruby effettuate in data 5.01.2011 durante una conversazione telefonica. Certamente si tratta di una delle sue molte invenzioni o millanterie che più e più volte emergono dagli atti, prive di ogni riscontro. In realtà i giornalisti pubblicano ad arte uno spezzone della frase di Ruby”.
Segue una parte di quanto pubblicato oggi. “Leggendola tutta si comprende che sarei intervenuto non già in relazione alle sue dichiarazioni nei confronti del presidente Berlusconi, bensì per tutelarla con l’avv. Dinoia contro tale Nico. Si legge testualmente: Ruby: ”Ma guarda… guarda, tra lui e Raoul, li sto, li stooo, li sto io messa incaricati due avvocati, perché io c’ho due avvocati migliori di Milano”. Marco: ”Ma va?”. Ruby: ”Uno è Dinoia, quello che era diii…l’avvocato di Di Pietro, e l’altro è Ghedini, che sarebbe anche l’avvocato diii di Silvio. Perciò figurati, eee c’ho loro due incaricati per questa vicenda di Nico. (con tono di voce concitato). In effetti lui mi ha chiamato minacciandomi dicendomi che io gli ho fatto spendere tantissimi soldi con gli avvocati e che dato che sto guadagnando dei soldi adesso vuole praticamente che gli mando i soldi”. Marco: ”Ma sputagli in faccia””.
Ghedini dice però di avere una certezza: “Mai ho incontrato Ruby né mai ho assunto la sua difesa né mai l’ho neppure incidentalmente sentita telefonicamente. Fra l’altro, essendo il presidente Berlusconi iscritto a notizia di reato solo in data 21.12.2010 e – continua – avendo conosciuto tale fatto solo il 14.01.2011, vi sarebbe stata ampia possibilità di incontrarla o sentirla, ma così non è stato. Visto l’utilizzo delle celle telefoniche e dei tabulati in quel processo sarà facile dimostrarlo. Sarà altresì facile dimostrare che mai nessun incarico mi è stato dato per contestare le richieste di Nico, che dovrebbe identificarsi in Domenico Rizza, che potrà confermare di non avermi mai sentito né incontrato né – aggiunge – di aver ricevuto lettere o comunicazioni da parte mia o del mio studio. Del resto la vicenda che riguardava Ruby mi è stata resa nota soltanto poco prima di formalizzare la nomina a difensore del presidente Berlusconi ovvero il 21.10.2010”.
Ghedini continua: ”La nota della Procura di Milano è del 22.10.2010 e quindi non può in alcun modo riguardarmi. Antecedentemente nulla sapevo di lei. Successivamente ho avuto modo di avere rapporti professionali con l’avv. Dinoia (che poi lascerà l’incarico, ndr), difensore di Ruby, solamente al fine di avere la possibilità di ricevere dichiarazioni della stessa per le indagini difensive, documentate per iscritto e depositate in Procura, e null’altro. Sono questi i fatti reali e comprovabili in ogni momento. L’accostare il mio nome ad asseriti tentativi di inquinamento probatorio è quindi palesemente diffamatorio. Si ricordi fra l’altro che alla data della mia nomina Ruby aveva già reso alla Procura tutte le dichiarazioni oggetto del processo”.