La proposta del ministro degli Esteri: "L'Organizzazione delle migrazioni, dà una 'dote' di 1.500 dollari. Il governo italiano può arrivare a 2.500 dollari". La Lega insorge. Lui ritratta: "Pagherà l'Europa, al massimo noi anticiperemo". E Lombardo trabocca: "Io l'avevo detto, che con l'arrivo degli immigrati bisognava uscire con il mitra"
Non si fanno attendere le critiche della Lega, contraria all’utilizzo di soldi italiani per sostenere il rimpatrio assistito degli immigrati. In una nota, infatti, il vice presidente dei senatori della Lega Nord Sandro Mazzatorta sottolinea come la proposta di Frattini sia ricevibile solo a patto che ”per il rimpatrio volontario assistito dei clandestini tunisini nel loro paese siano utilizzati esclusivamente i soldi del Fondo dell’Unione Europea per i rimpatri volontari”. In caso contrario, avverte Mazzatorta “dovranno essere seguite rigorosamente le procedure previste dalla legge Bossi Fini per l’espulsione dei clandestini tunisini”. Frattini ingrana la retromarcia e ai microfoni di Sky Tg24 assicura: “La dote che verrà messa a disposizione di ogni clandestino che accetterà volontariamente di tornare nel suo Paese (circa 1.700 euro) arriverà da fondi dell’Ue“. Per il ministro, l’Italia, “al massimo si limiterà ad anticipare”. La Lega Nord non ha nessuna ragione per allarmarsi visto che, spiega Frattini “l’Italia ha già attuato negli anni passati progetti di questo tipo verso immigrati di Paesi dell’Africa sub-sahariana, per esempio nigeriani e in questo caso furono soldi anticipati dall’Unione Europea. E’ possibile che stavolta sia lo Stato ad anticiparli, ma comunque il rimborso finale è sempre e comunque dell’Unione Europea, che ha proprio un fondo ‘ad hoc'”.
E nella polemica si inserisce il presidente della Regione Raffaele Lombardo che arriva a invocare “il mitra” per gli immigrati che questa notte hanno dormito nel casotto della campagna di Grammichele, nel catanese, di proprietà del governatore: “Qualcuno ha dormito nel mio casotto di legno. Era prevedibile. Io l’avevo detto, che con l’arrivo degli immigrati bisognava uscire con il mitra“. “I richiedenti asilo – conclude Lombardo – sono liberi di uscire, vanno in giro, poi magari, disorientati, non riescono a tornare e cercano una casa dove dormire. Una ventina di loro non è rientrata, infatti, ed era immaginabile”.