La cronaca del 6 aprile 2011

20.22 – Colpiti campi petroliferi ribelli, interrotta la produzione

I ribelli sono stati costretti a interrompere la produzione di greggio dei campi petroliferi di Misla e Waha, “colpiti dall’artiglieria ieri e oggi”. Gli stessi che riforniscono Tobruk. Lo ha riferito il portavoce del Consiglio nazionale transitorio, Hafiz Ghoga.

19.53 – Obama riceve il messaggio di Gheddafi: “Ma le sue parole sono diverse dalle azioni”

Dalla Casa Bianca confermano di aver ricevuto il messaggio di tre pagine inviato da Gheddafi al presidente Usa Barack Obama per chiedere la fine dei raid aerei della Nato in Libia. ”Caro figlio mio”, così inizia la lettera in cui il Colonnello definisce l’intervento della coalizione internazionale “una guerra ingiusta contro un piccolo popolo di una nazione in via di sviluppo”. Attacchi che comunque hanno fiaccato il Paese più “moralmente” che “fisicamente”. E Gheddafi si appella proprio a Obama perché, nella sua opinione, il presidente americano è “un uomo che ha abbastanza coraggio da annullare un’azione ingiusta e sbagliata”. Ma Obama, come ha ricordato il suo portavoce Jay Carney, “ha piu’ volte detto che il ritiro degli aerei statunitensi avverrà sulle azioni e non sulle parole”. Ossia, non stimolato dalle lettere del Colonnello, ma dal suo stop alle violenze sui civili. E, continua il portavoce, “le parole di Gheddafi sono diverse dalle azioni”.

18.39 – Manifestazioni contro Turchia e Nato

“La Turchia ha tradito il popolo libico”. E ancora: “
Di quanto sangue innocente ha bisogno la Nato per intervenire davvero?”. Manifestazioni anti-turche nel pomeriggio a Derna, nella parte est della Libia. Alcune migliaia di persone hanno protestato anche contro la Nato, per spingerla ad aumentare gli sforzi di difesa sulla città di Misurata.

18.17 – Le forze di Gheddafi bombardano i pozzi petroliferi vicini ai ribelli

Le milizie governative hanno bombardato i pozzi petroliferi di Ojla, a sud di Ajdabiya, dove sono asserragliati gli insorti dopo il ritiro da Brega.

17.00 – Partita prima petroliera degli insorti

E’ partita da Tobrouk la prima petroliera con un carico di greggio proveniente da una zona sotto il controllo dei ribelli. L’imbarcazione batte bandiera liberiana e appartiene a una società con sede in Grecia. Non si conosce ancora né la sua destinazione né l’acquirente del petrolio, che aiuterà a finanziare gli insorti.

16.19 – Rinforzi ribelli a Brega, ancora scontri

Continuano gli scontri a Brega senza che nessuna delle due parti riesca a chiudere la battaglia. Secondo la tv araba Al Jazeera, i ribelli hanno mandato rinforzi per evitare che il fronte degli insorti continui a indietreggiare verso nord in direzione di Ajdabiya e a ovest verso Ras Lanuf. Il fronte principale si trova proprio a 50 chilometri dalla città di Ajdabiya.

15.57 – In partenza i parenti di Gheddafi

Continuano ad andare via dalla Libia i parenti acquisiti del rais. Otto persone – pare i quattro fratelli del marito di Aisha, la figlia di Gheddafi, con le rispettive mogli – si sono recate a Djerba, in Tunisia, e da lì dovrebbero partire per il Regno Unito e poi per il Canada. Negli scorsi giorni, anche altri parenti non prossimi del colonnello erano partiti dall’aerroporto di Tunisi.

15.34 – Vicecomandante Nato: “Visibilità bassa a causa di scudi umani, preferibile non bombardare”

Anche il vicecomandante delle operazioni Nato in Libia sottolinea le difficoltà tra cui si muovono i piloti della coalizione. ”Stiamo operando in maniera chirurgica per evitare di colpire i civili usati come scudo”, ha detto il contrammiraglio Russ Harding. Ma dall’alto la visibilità non è delle migliori per ché i civili “sono circondati” da carri armati. “In questo caso è preferibile evitare di sganciare bombe”, ha ammesso il viceocomandante.

14.45 – Contatti Cnt-Turchia per trattativa sul cessate il fuoco

Un’ipotesi di cessate il fuoco tra ribelli e milizie di Gheddafi è stata discussa ieri in Qatar tra il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu e il responsabile del governo transitorio libico Mahmoud Jibril. Secondo l’agenzia cinese Xinhua, l’ex ambasciatore turco in Libia, Omer Solendil, si trova a Bengasi per un incontro con il leader del Consiglio nazionale transitorio, Mustafa Abdel Jalil. Si discuterà forse anche dell’opposizione della Turchia ad armare i ribelli, accolta dal Cnt con disappunto.

14.12 – Tripoli, ritrovati in mare corpi di profughi crivellati

Potrebbe trattarsi delle persone a bordo del barcone partito dalla Libia nella notte tra il 22 e il 23 marzo e di cui si erano perse le tracce. Don Mussie Zerai, presidente dell’Agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo, cita i racconti di alcuni testimoni, secondo i quali i corpi dei profughi sono dilaniati da colpi di arma da fuoco. “Sembrerebbe che il natante sia stato attaccato nel Mediterraneo e che gli spari siano stati così immediati e intensi da non consentire ai migranti di lanciare l’allarme attraverso il telefono satellitare che era a bordo”, spiegano dall’organizzazione umanitaria internazionale EveryOne.

13.14 – Gheddafi invia un messaggio a Obama

Muammar Gheddafi ha inviato un messaggio al presidente statunitense Barack Obama “dopo il ritiro degli Usa dalla coalizione aggressiva e colonialista impegnata in una crociata contro la Libia”. Lo riferisce l’agenzia di stampa libica ‘Jana’ senza citare nessun passaggio del testo. Dalla mezzanotte di lunedì gli Usa hanno ritirato navi e aerei da guerra dalle operazioni militari in Libia. Continueranno però a fornire appoggio logistico alla Nato e rifornimento in volo per gli aerei della coalizione.

13.00 – Libere di circolare navi ribelli con aiuti per Misurata

L’embargo navale alla Libia non vale per le imbarcazioni ribelli che da Bengasi trasportano aiuti e cibo per Misurata. Lo ha precisato il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet.

12.49 – Unicef: Oltre mille bambini libici ospitati in Egitto e Tunisia

Più di mille i profughi bambini nei paesi vicini alla Libia. Secondo la stima dell’Unicef, i campi di transito al sud della Tunisia ospitano al momento 650 bambini e altri 450 si trovano al confine con l’Egitto. Una situazioine che sta degenerando: appena due settimane fa i minori presenti erano rispettivamente 120 e 80.


11.49 – Ribelli spinti fuori da Brega

Le milizie governative hanno spinto gli insorti lontano da Brega. Ad almeno 40 chilometri dalla città. Non un ritiro definitivo, fanno sapere i ribelli, che chiedono con urgenza i raid aerei della Nato.

11.45 – Trovate foto di cadaveri con segni di tortura

Sul pavimento foto di corpi con segni di torture. E’ stato questo il ritrovamento di David Kirkpatrick, inviato del ‘New York Times’, in una stazione di polizia bruciata a Zawiyah, città passata dalle mani dei ribelli a quelle delle milizie di Gheddafi. “Le facce dei morti hanno espressioni di terrore – scrive il giornalista – Altre foto mostrano pozze di sangue, un tavolo pieno di vasi, bottiglie e polveri e, in una, una lunga sega”.

11.15 – La polizia algerina: “Kamikaze di Al Qaeda tra i ribelli libici”

L’organizzazione terroristica di Al Qaeda, nella sua diramazione maghrebina, starebbe inviando i suoi kamikaze in Libia per aiutare i ribelli contro le forze di Gheddafi. Lo riferisce una fonte della sicurezza algerina al quotidiano locale ‘Ennahar’. La convinzione degli investigatori nasce dall’identificazione di un terrorista algerino vicino ad Al Qaeda ucciso al confine con la Libia. L’uomo era riuscito a passare la frontiera, ma era stato rimandato indietro dalle forze di sicurezza del regime libico. Al rientro, lo scontro con la polizia algerina e la morte. Secondo gli inquirenti, l’uomo tentava l’ingresso in terra libica per compiere un attentato. Questo li convince della presenza di infiltrati al qaedisti tra i ribelli libici.

10.47 – La Nato: “Raid più difficili per uso di scudi umani a Misurata”

Gheddafi utilizza scudi umani a Misurata, per questo la conduzione dei raid aerei della coalizione “è diventata più difficile”. Così la portavoce della Nato Oana Lungescu continua a replicare ai ribelli che ieri hanno criticato la lentezza delle azioni militari occidentali e hanno accusato la coalizione di “lasciar morire la popolazione di Misurata”.

10.17 – La Nato replica ai ribelli: “La nostra missione è protegge i civili”

“La nostra missione ha come scopo primario di proteggere i civili. Per noi Misurata è la priorità numero uno”. Così la vice portavoce della Nato, Carmen Romero, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa. La replica è rivolta al comandante delle azioni militari dei ribelli – ex ministro di Gheddafi – Abdul Fatah Younis che ieri aveva dichiarato: “”La Nato non ci ha offerto quello che ci serve e lascia morire gli abitanti di Misurata”.

09.36 – Rimpatriati dalla Tunisia 73mila rifugiati libici

73mila persone, 360 voli utilizzati per rimpatriarli. Sono questi i numeri della fuga dalla Libia verso la Tunisia diffusi dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni.

08.43 – Gli insorti: “Abbiamo ottenuto armi da Paesi amici”

“Abbiamo ottenuto armi leggere da paesi amici, ma non possono dire quali siano. Purtroppo non è abbastanza”. E ancora “La Nato deve permetterci di attaccare le forze di Gheddafi con i nostri aerei, escludendo i ribelli dalla no-fly zone”. Dopo l’attacco di ieri alla Nato “per il ritardo con il quale è intervenuta in Libia”, continua a rilasciare dichiarazioni forti l’ex ministro degli Interni di Gheddafi – passato al fronte ribelle – Abdul Fatah Younis.

08.07 – Scontri a Misurata: almeno due morti e 26 feriti

Almeno due morti e 26 feriti. Questo il bilancio degli scontri della scorsa notte a Misurata – circa 210 chilometri a sud-est di Tripoli – tra forze ribelli e governative. Lo riferisce la tv araba Al Jazeera.

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