La cronaca del 2 aprile 2011
19.59 – Caccia francesi neutralizzano carro armato del raìs
I caccia francesi impegnati nellamissione della coalizione in Libia per l’applicazione della no-fly zone hanno colpito ieri sera un carro armato del regime del colonnello libico Muammar Gheddafi, ad ovest di Misurata: lo ha annunciato oggi lo Stato maggiore dell’esercito francese a Parigi. La Francia partecipa alle operazioni sotto comando Nato in Libia con una quarantina di aerei da combattimento.
19.08 – Telefonata tra Berlusconi e Cameron: “Resta stretto contatto”
”Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha avuto oggi una lunga e cordiale conversazione telefonica con il Primo Ministro del Regno Unito, David Cameron. Il Presidente Berlusconi e il Primo Ministro Cameron hanno discusso dell’evoluzione della situazione in Libia, concordando di continuare a tenersi in stretto contatto”. Lo riferisce una nota diffusa dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
18.48 – Nove misisoni aerei e navi italiane nelle ultime 24 ore
Nelle ultime ventiquattro ore novemissioni sono state condotte in Libia dai mezzi italiani (12 aerei e 4 navi) messi a disposizione della Nato per l’operazione Unified Protector, nell’ambito dell’imposizione della No Fly Zone e l’embargo navale.
17.41 – Negli Usa crescono dubbi su chi guida la rivolta
Negli Stati Uniti crescono i dubbi su “chi” siano veramente i leader della rivolta libica. Le preoccupazioni sono innescate, soprattutto, dalla mancanza di informazioni sufficienti, non solo sull’identità, ma anche sulle reali intenzioni dei capi militari della rivolta. Il Washington Post, citando fonti di intelligence, spiega che solamente un ristretto gruppo di leader della rivolta è stato identificato per nome e che non è ancora chiaro se i comandanti militari collaborino tra di loro o siano in competizione l’uno con l’altro. La Cia, come è stato rivelato nei giorni scorsi, ha inviato degli agenti in Libia per raccogliere in fretta informazioni sull’identità e le intenzioni dei ribelli, mentre il segretario alla Difesa, Robert Gates, ha descritto il leader della rivolta come “un gruppo assai disparato e molto frammentato”. Tra questi, a testimonianza della eterogeneità della leadership rivoluzionaria, si trovano anche un vecchio oppositore del colonnello Gheddafi e un ex generale che un tempo aiutò il colonnello a conquistare il potere in Libia.
16.40 – Nato: Diritto ad autodifesa se ci sparano
Gli arei della Nato hanno diritto“a difendersi” se qualcuno spara contro di loro. Lo ha dichiarato la portavoce della Nato, Oana Lungescu, precisando che per l’Alleanza Atlantica “è difficile verificare i dettagli esatti” del presunto raid della Nato che avrebbe provocato la morte di alcuni civili a Marsa el Brega “perché non abbiamo fonti affidabili sul terreno”. La Lungescu ha anche sottolineato come “ad attaccare sistematicamente i civili sono le forze pro-Gheddafi”.
16.39 – Al-Arabyia: “Quattro civili morti in attacco lealista a Yafran”
Quattro civili sarebbero morti negli attacchi delle milizie di Muammar Gheddafi per la riconquista della città di Yafran, a 130 km a sud-ovest di Tripoli. Lo riferiscono testimoni citati dall’emittente al-Arabyia. La città è da giorni sotto l’assedio delle truppe del colonnello per strapparla dal controllo dei rivoltosi.
14.41 – L’Onu ha concluso colloqui per prevenire crisi umanitaria
L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Abdelilah al-Khatib, ha concluso, a Tripoli e a Bengasi, i due incontri separati con i rappresentanti delle fazioni in lotta, per prevenire una crisi umanitaria nel Paese. Lo ha annunciato a Nairobi il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon. “Dall’inizio della crisi -ha detto Ban durante un incontro con la stampa- 380mila persone sono fuggite dalla Libia e l’Onu è ancora in cerca di una soluzione duratura”.
14.32 – Frattini: “Lavoriamo, ma su contatti è top secret”
“E’ noto che il governo italiano sta lavorando per una soluzione di pacificazione della Libia e per il dopo Gheddafi. Ma su questi contatti, più o meno segreti, non è il caso di entrare in dettaglio”. Così il ministro degli Esteri Franco Frattini torna a ribadire la posizione di assoluta discrezione sulle possibili trattative per la Libia e aggiunge “il premier, Silvio Berlusconi, tentò, su richiesta del segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon di parlare, all’inizio della crisi, con Gheddafi, ma senza risultati positivi”. “Non è comunque una fase in cui Gheddafi possa ascoltare, ma è la fase in cui deve essere persuaso – ha aggiunto il capo della diplomazia italiana dall’Argentina dove si trova in visita ufficiale – che l’unica via possibile è lasciare”.
13.18 – A Brega 15 cadaveri dei lealisti scoperti tra le dune
Circa 15 cadaveri di soldati dell’esercito libico giacciono sulla sabbia a circa 5-6 km da Marsa el Brega, linea del fronte nel conflitto tra ribelli e fedeli a Muammar Gheddafi. Lo ha constatato l’Ansa sul posto.
I cadaveri si trovano in un raggio di circa 300 metri, in un’area in cui si intravedono almeno 3 crateri di bombe, presumibilmente di aereo. Alcuni corpi, per quanto si può vedere, sono crivellati di colpi, forse esplosi dai ribelli nel corso del duro scontro per la conquista della città.
13.05 – Nato indagherà su morte civili dopo raid della coalizione
La Nato ha fatto sapere che indagherà sulla notizia della morte di 17 rivoltosi e 4 civili nei pressi di Brega, a est della Libia, durante i raid dei caccia della colazione. Lo ha detto il portavoce dell’Alleanza Atlantica, Oana Lungescu.
12.26 – Aisha Gheddafi sarebbe fuggita in Tunisia
La figlia di Muammar Gheddafi, Aisha, sarebbe fuggita in Tunisia. Lo riferisce la tv al-Arabyia. Nei giorni scorsi l’avvenente figlia 35enne del colonnello aveva deciso di recarsi al fronte per combattere i rivoltosi. La sua decisione di partecipare in prima linea alla guerra sarebbe stata presa in seguito alle notizie circa la presunta morte del fratello Khamis, 27 anni, che secondo alcune fonti sarebbe stato ucciso in un attentato kamikaze. Versione comunque smentita ieri da Tripoli, secondo cui Khamis si trovava all’estero dall’inizio della rivolta popolare.
12.12 – Stampa inglese: contatti di Saif Gheddafi con servizi di Londra e Roma
Saif Gheddafi avrebbe tentato“ripetutamente” di contattare l’intelligence britannica e italiana. Lo hanno detto fonti del governo e dei servizi segreti britannici al Daily Mail. “Ci sono stati ripetuti contatti nelle ultime settimane. Saif conosce molta gente in Gran Bretagna e sa come entrare in contatto con i servizi segreti. Recentemente lo ha fatto attraverso intermediari. Ci sono stati vari tentativi di sondare il terreno. Sta anche parlando con gli italiani”, ha detto una fonte.
11.59 – Attacchi delle truppe lealiste su Misurata
Libia ancora in fiamme. Secondo quanto riferisce l’emittente satellitare al Jazeera, le forze di Muammar Gheddafi per tutta la notte avrebbero attaccato la città di Misurata, con razzi e raid di terra.
11.39 – Dal raìs lo stop ad usare i carri armati, facile bersaglio
Muammar Gheddafi ha ordinato alle sue milizie di non usare carri armati, facilmente intercettabili dai caccia della coalizione, e ricorrere bensì a pick-up attrezzati con mortai per attaccare i ribelli. Lo riferisce la tv al Jazeera.
11.31 – Ministro della Difesa inglese: “Legittimo armare i ribelli”
“La risoluzione dell’Onu non esclude che si possano armare i ribelli, la questione è allo studio e presto prenderemo una decisione”. E quanto ha spiegato il segretario della Difesa britannico, Liam Fox, in un’intervista alla televisione araba Al Arabiya.
10.45 – Uccisi 17 ribelli in raid Nato
Tredici ribelli libici sono rimasti uccisi in un raid aereo della coalizione alla periferia di Brega, città in cui sono in corso furiosi combattimenti con le forze di Muammar Gheddafi. Lo hanno reso noto gli stessi ribelli. Colpita anche un’ambulanza, dove sono rimasti colpiti a morte tre infermieri e l’autista del mezzo. Secondo Al Jazeera, poi, le vittime tra i ribelli sarebbero 30.
10.32 – Ribelli: “Abbiamo ripreso Brega”
I ribelli anti-Gheddafi affermano di aver riconquistato Marsa el Brega, il terminal petrolifero a sudest di Bengasi. La notizia non può essere attualmente verificata sul posto. Lungo la strada che porta alla città sono visibili i segni dei duri combattimenti dei giorni scorsi.
08.30 – Gheddafi risponde no al cessate il fuoco
Il governo libico ha respinto la proposta di cessate il fuoco del Consiglio di transizione di Bengasi. “Non so proprio come altro definirla se non come un’idea folle”, ha dichiarato il portavoce del governo, Musa Ibrahim nella tarda serata di ieri. “Non rinunceremo alle nostre città”, ha aggiunto.