Questa mattina la Nato ha preso ufficialmente il comando delle operazioni in Libia. E mentre gli alleati discutono se armare i ribelli, tra gli scenari possibili usciti dalla conferenza di Londra c’è quello di un esilio per Gheddafi, soluzione su cui si è detto d’accordo anche Franco Frattini. Intanto sul fronte militare gli insorti hanno perso posizioni e le forze pro Gheddafi hanno riconquistato sia il sito petrolifero di Ras Lanuf, sia la città di Brega, nell’est della Libia. Anche se questa mattina gli insorti sono di nuovo diretti verso la città per tentare di riprenderne il controllo. La Gran Bretagna prende le distanze dal ministro degli esteri libico Koussa, che ieri si è dimesso ed è fuggito a Londra: “Non gli abbiamo promesso alcun salvacondotto”. Questa mattina la Nato ha preso ufficialmente il comando delle operazioni. In serata un motopesca italiano con tre persone a bordo era scomparso al largo di Bengasi, ma l’allarme è rientrato.

La cronaca del 31 marzo 2011

20.55 – Oggi 5 missioni aeree italiane

Nelle ultime 24 ore gli assetti aerei e navali italiani, messi a disposizione della Nato per l’operazione “Unified Protector”, hanno continuato le missioni assegnate per l’imposizione della “No Fly Zone Plus” e dell'”Embargo Navale”. Nella serata del 30 marzo si sono svolte cinque missioni, ognuna condotta da una coppia di velivoli: una di Tornado dell’Aeronautica Militare con compiti di ricognizione, due di Eurofighter 2000 dell’Aeronautica Militare con funzioni di sorveglianza aerea, due con velivoli AV-8 B Plus della Marina Militare con compiti di difesa aerea e ricognizione. Nella giornata odierna sono state effettuate, finora, cinque missioni tutte condotte da due aerei ciascuna: una di Tornado (ricognizione), due di AV-8 B Plus (difesa aerea e ricognizione), due di Eurofighter (sorveglianza aerea). Gli aerei dell’Aeronautica Militare sono stati riforniti in volo da Tornado. Le navi della Marina Militare continuano a pattugliare l’area di competenza al fine di garantire il rispetto dell'”Embargo Navale”. Al momento non si segnalano violazioni all’embargo. Per quanto riguarda “l’Emergenza Immigrazione”, nave “San Marco” della Marina Militare si trova alla fonda in prossimità del porto di Lampedusa, isola sulla quale personale dell’Esercito italiano continua ad essere presente al fine di coadiuvare le Autorità locali. Lo rende noto lo Stato Maggiore della Difesa.

20.06 – In Gran Bretagna trattative segrete per altre defezioni

La Gran Bretagna sta trattando segretamente con almeno altri sei membri della cerchia del colonnello Gheddafi per indurli ad abbandonare il leader libico. Lo riferisce il quotidiano londinese Evening Standard che cita fonti del governo, secondo le quali, “ci sono trattative con circa una mezza dozzina di persone in posizioni chiave”.

19.41 – Anche ex ministro degli esteri abbandona Gheddafi

Dopo Mussa Kussa un altro alto esponente dell’entourage di Muammar Gheddafi ha abbandonato il regime: Ali Abdussalam Treki, predecessore di Kussa al ministero degli esteri fino al 1986 e che avrebbe dovuto insediarsi come ambasciatore all’Onu, ha rinunciato ad assumere il posto, condannando lo “spargimento di sangue nel suo Paese”. Treki, in una dichiarazione alla Reuters trasmessa dal Cairo da suo nipote, Soufian Treki, diplomatico presso la Lega Araba, e citata dal Financial Times, ha detto di aver deciso di non continuare il lavoro o accettare responsabilità. E ha fatto appello al dialogo nazionale per discutere le aspirazioni dei libici. Secondo il nipote Soufian, anche Treki si troverebbe adesso nella capitale egiziana.

18.oo – Voci a Tripoli di altre defezioni eccellenti

Il Times di Londra raccoglie oggivoci di altre defezioni ‘eccellenti’ oltre a quella del ministro degli esteri Mussa Kussa arrivato ieri in Gran Bretagna. Si tratterebbe del primo ministro, il presidente del parlamento, il capo dell’intelligence esterna e il ministro del petrolio. Il giornale precisa che le voci non sono confermate.

17.40 – Turchia: “Sbagliato armare i ribelli”

Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha definito “inappropriata” l’eventuale fornitura di armi ai ribelli libici, peraltro già esclusa dal segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen. “Fare una cosa del genere creerebbe in Libia una situazione differente, e noi non troviamo che sia appropriato”, ha dichiarato Erdogan nel corso di una conferenza stampa congiunta a Londra, dove si trova in visita, indetta insieme all’omologo britannico David Cameron.

16.34 – Magistrati scozzesi vogliono interrogare Koussa su Lockerbie

I magistrati scozzesi intendono interrogare l’ex ministro degli Esteri libico Moussa Koussa in merito all’attentato al volo Pan Am 103 sui cieli della cittadina di Lockerbie, nel quale, nel dicembre del 1988 rimasero uccise 270. persone. Lo riferisce il quotidiano britannico Guardian. Koussa si è dimesso dal suo incarico e ieri si è rifugiato in Gran Bretagna affermando di non voler più collaborare con il regime del colonnello Gheddafi.

16.14 – Da questa mattina 90 voli Nato sui cieli libici

“Da questa mattina la Nato ha condotto già più di 90 voli e sortite. Disponiamo inoltre di oltre 100 aerei caccia e 12 fregate messe a disposizione da 7 nazioni tutte sotto il mio comando, in grado di agire se necessario”. Lo ha dichiarato il generale canadese Charles Bouchard, a capo delle operazioni militari Nato nell’ambito dell’operazione Unified Protector, per l’esecuzione della risoluzione Onu 1973 nei confronti della Libia. Durante la conferenza stampa tenuta al Joint Force Command di Napoli-Bagnoli, Bouchard ha confermato che da questa mattina la Nato è responsabile per l’intera operazione Unified Protector: “La transizione del comando alle forze della coalizione è avvenuta senza soluzione di continuità e senza problemi: è un giorno storico per l’Alleanza, sono state rimarcate la velocità e l’agilità con la quale la Nato riesce ad agire, e che rappresentano il suo futuro”, ha aggiunto Bouchard. Il mandato di cui la Nato si fa carico rispecchierà fedelmente quanto previsto dalla risoluzione Onu, ha sottolineato il generale canadese. “Qualunque altra speculazione sul nostro coinvolgimento non mi tocca, il nostro unico fine è proteggere la popolazione libica dagli attacchi delle forze pro-Gheddafi, alle quali dico di fermarsi altrimenti pagheranno le conseguenze di quello che stanno facendo”, ha concluso Bouchard.

16.02 – Gheddafi: “La Libia può finire fuori controllo”

Il colonnello Muammar Gheddafi ha messo in guardia che la Libia potrebbe finire “fuori controllo”. Lo riferisce l’agenzia Jana. Se gli occidentali“continuano, il mondo entrerà in una vera e propria crociata”, ha detto Gheddafi all’agenzia di Stato libica. “Hanno avviato una cosa grave che non possono controllare e che finirà fuori del loro controllo, quali che siano i mezzi di distruzione di cui dispongono”. Secondo il raìs, “i capi di stato occidentali si devono dimettere perché hanno violato il diritto internazionale e la carta dell’Onu con i loro raid scellerati”. I leader di Usa ed Europa sono responsabili di aver lanciato “una seconda crociata fra musulmani e cristiani attraverso il Mediterraneo”.

15.55 – Forze armate Usa: “Gheddafi colpito, ma non sta per crollare”

”Abbiamo neutralizzato le sue forze ad un livello del 20-25% ma ciò non significa” che il colonnello Muammar Gheddafi “stia per crollare da un punto di vista militare, perché non è così”: lo ha detto il capo di stato maggiore delle Forze Armate Usa, Mike Mullen, nell’audizione al Congresso.

15.32 – Gb: mille morti in scontri Gheddafi-ribelli

Sono un migliaio le persone rimaste uccise negli scontri tra forze fedeli a Muammar Gheddafi e ribelli in Libia: è la stima accreditata dal governo britannico nel capitolo sul paese nordafricano di un rapporto sui diritti umani.

14.47 – Jet Gb attaccano truppe di terra Gheddafi

Caccia-bombardieri Tornado della Raf hanno attaccato le forze fedeli al regime libico intorno a Misurata, la principale roccaforte dei ribelli in Tripolitania. Lo ha reso noto il ministero della Difesa britannico, secondo cui gli aerei, decollati dalla base di Gioa del Colle in Puglia, hanno distrutto con missili Paveway IV e Brimstone carri armati e blindati dei lealisti, oltre a una batteria della contraerea. Nel corso della missione, i caccia erano appoggiati da aerei-cisterna Vc10, pattugliatori Nimrod R1 e ricognitori Sentinel ed E3-D, alcuni dei quali partiti dalla base britannica di Akrotiri, a Cipro, altri invece da Trapani.

14.17 – Artiglieria Gheddafi su Misurata, 20 morti

Venti civili sono rimasti uccisi oggi in bombardamenti di artiglieria delle forze filo-Gheddafi contro Misurata, città costiera ancora in mano agli insorti. Lo ha detto un portavoce dei ribelli.

14.03 – Aerei francesi attaccano base missilistica a sud di Sirte

Caccia-bombardieri francesi hanno effettuato tre raid contro una base missilistica anti-aerea delle forze fedeli al regime libico, situata una ventina di chilometri a sud di Sirte. Lo ha reso noto lo stato maggiore di Parigi, secondo cui al raid hanno partecipato una squadriglia di Rafale, una di Mirage 2000D e una mista di Rafale e Super-Etendard, appoggiati da due aerei-cisterna C-135, un E3F e un Hawkeye. Secondo un portavoce militare, colonnello Thierry Burkhard, più in generale da lunedì scorso l’Aviazione francese ha effettuato complessivamente 48 missioni d’attacco, per un totale di 370 ore di volo.

13.54 – “Gheddafi e figli rimarranno in Libia fino alla fine”

Il leader libico Muammar Gheddafi e i suoi figli sono in Libia e sono determinati a restarci “fino alla fine”. Lo ha detto oggi un portavoce del governo di Tripoli.

13.40 – Truppe di Gheddafi attaccano Ajdabiya, ribelli in fuga

Le forze fedeli al colonnello libico Muammar Gheddafi hanno sferrato un “feroce” attacco nella città orientale di Ajdabiya contro gli insorti, che “stanno perdendo terreno”. E’ quanto affermano alcuni testimoni citati dalla Bbc. Anche l’inviato in Libia dell’emittente britannica parla di violenti attacchi con carri armati e colpi di artiglieria che costringono gli insorti a retrocedere e fanno pensare a una lenta ma inesorabile avanzata dei lealisti verso Bengasi.

12.32 – Francia: “Armi a ribelli non all’ordine del giorno”

Fornire armi alla ribellione libica “non è all’ordine del giorno”, perché non sarebbe “compatibile” con la risoluzione 1973 dell’Onu. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, in una conferenza stampa.

11.51 – Rasmussen esclude che la Nato possa armare i ribelli

Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha escluso che l’Alleanza possa armare i ribelli libici. “Siamo lì per proteggere il popolo libico, non per armare la gente”, ha ricordato Rasmussen citando la risoluzione 1973 dell’Onu al termine di un incontro a Stoccolma con il premier svedese, Fredrik Reinfeldt. “Poiché la Nato è coinvolta, e io parlo a nome della Nato, noi ci concentreremo sul rafforzamento dell’embargo per le armi e lo scopo evidente dell’embargo è quello di fermare il flusso di armi nel Paese”, ha assicurato Rasmussen. Il monito del numero uno della Nato arriva mentre gli Usa e gli alleati si interrogano sulla possibilità di fornire armi ai ribelli libici, costretti sulla difensiva dalle forze di Gheddafi.

11.48 – Emirati arabi partecipano a operazioni

Il ministro della Difesa francese, Gerard Longuet, ha annunciato che gli Emirati arabi uniti confermano la loro partecipazione all’operazione in Libia. Gli Emirati arabi avevano già offerto propri aerei alle basi della coalizione nel Mediterraneo per contribuire agli sforzi delle potenze occidentali che vogliono imporre a Tripoli l’applicazione della risoluzione Onu che prevede la no-fly zone.

11.47 – Gran Bretagna: “A Koussa nessun salvacondotto”

Il ministro degli esteri britannico William Hague ha detto che a Mussa Koussa, l’ex capo della diplomazia libica arrivato ieri a Londra, “non è stato offerto nessun salvacondotto”. Koussa ”non si vedrà offrire immunità, né dalla giustizia britannica né dalla giustizia internazionale”, ha detto Hague al Foreign Office. Oggi i media britannici annunciano la defezione di Koussa collegandolo alla strage di Lockerbie nel 1988, l’assassinio della poliziotta britannica Yvonne Fletcher davanti all’ambasciata libica a Londra e al rilascio dell’attentatore al Jumbo Pam Am Abdelbaset al Megrahi. Hague ha aggiunto che ”l’ex ministro degli esteri libico è venuto in Gran Bretagna di sua volontà. Le sue dimissioni mostrano che il regime di Muammar Gheddafi è frammentato”.

11.30 – Vescovo di Tripoli: almeno 40 morti in raid aereo

Almeno 40 morti a Tripoli a causa dei raid. E’ quanto afferma il vicario apostolico di Tripoli, mons. Martinelli. “I raid cosiddetti umanitari – ha dichiarato Martinelli all’agenzia Fides – hanno fatto decine di vittime tra i civili in alcuni quartieri di Tripoli. Ho raccolto diverse testimonianze di persone degne di fede al riguardo. In particolare, nel quartiere di Buslim, a causa dei bombardamenti, è crollata un’abitazione civile, provocando la morte di 40 persone”. “Se è vero che i bombardamenti sembrano alquanto mirati, è pur vero – denuncia mons. Martinelli – che colpendo obiettivi militari, che si trovano in mezzo a quartiere civili, si coinvolge anche la popolazione”

11.23 – Scoperti campi minati dalle forze di Gheddafi vicino a Agedabia

Le forze fedeli al Raìs hanno minato il territorio intorno ad Agedabia, nella Libia orientale. La denuncia arriva da Human Rights Watch che cita esperti anti-mine che si trovano sul posto. Gli ordigni scoperti sono mine anti-persona di fabbricazione brasiliana e mine anti-carro egiziane. Due campi minati sono stati trovati dai detector nei giorni successivi al ritiro delle forze lealiste da Agedabia, che probabilmente avevano piazzato le mine durante i dieci giorni precedenti di occupazione della città, situata 150 km a sud di Bengasi.  Ad Agedabia sono stati trovati anche 35 magazzini pieni di munizioni: nessuna traccia di mine, ma vere e proprie polveriere, con ingenti quantita’ di artiglieria, bombe di mortaio e missili anti-carro. La Libia non ha firmato il Trattato per la Messa al Bando delle Mine, che in ogni caso non vieta l’uso delle mine anti-carro.

11.00 – Peschereccio fuggito davanti a nave da guerra: allarme cessato

E’ stato disposto il cessato allarme per il peschereccio “Mariella”. Lo annuncia, in una nota, il Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, specificando che alle 10,15 è stato ristabilito un contatto con il peschereccio di Siracusa, che nella serata di ieri aveva lanciato un allarme dal golfo della Sirte. Un’altra unità, il motopesca “Orizzonte”, ha infatti potuto collegarsi via radio con l’equipaggio siracusano, sotto il coordinamento della sala operativa delle Capitanerie di porto. Il capobarca del “Mariella” ha spiegato di avere temuto il peggio, ieri sera, quando ha visto una unità da guerra fare rotta velocemente verso la propria imbarcazione, e di aver premuto il segnale di soccorso.

10.24 – Stabilito contatto con peschereccio italiano

E’ stato stabilito un contatto con il peschereccio di Siracusa scomparso ieri sera, verso le 23.00, dopo aver lanciato un sos al comando generale della guardia costiera. Secondo quanto si apprende dalla guardia costiera di Siracusa, c’è stato un contatto con l’equipaggio ed è stato riferito che tutte le persone a bordo stanno bene. Al momento è ancora da chiarire cosa sia successo all’imbarcazione, della quale non si avevano notizie fino a poco fa. Il peschereccio, come risulta alla guardia costiera, si trova ancora a largo di Bengasi.

10.00 – Ban: “Comunità internazionale unita”

La comunità internazionale è “unita” a proposito della Libia. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon. ”Siamo uniti. Abbiamo tenuto una riunione molto buona due giorni fa a Londra e quindi la comunità internazionale è unita per affrontare questa questione” ha spiegato Ban Ki-moon, che si trova in visita in Kenya. Ban ha aggiunto che “innanzitutto il colonnello Gheddafi deve mettere fine alla sua strategia militare, poi noi dobbiamo fornire assistenza umanitaria a quelli che soffrono di questa crisi”.

9.29 – La Nato ha preso il comando delle operazioni

La Nato ha completato le operazioni di trasferimento del comando dalla coalizione dei volenterosì in Libia, alle 08:00 di questa mattina. Lo ha detto un portavoce dell’Alleanza a Bruxelles.

9.21 – Gli insorti tornano a Brega

Gli insorti libici stanno facendo ritorno a Brega, importante terminal petrolifero della Cirenaica a 250 chilometri da Bengasi, dopo essere stati messi in fuga ieri dall’arrivo delle truppe fedeli al colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce l’emittente satellitare al-Arabiya. Nella serata di ieri, i media internazionali davano Brega per riconquistata dalle forze di Gheddafi. Un fatto che riporterebbe la situazione al punto in cui era il 26 marzo, prima della grande rimonta degli insorti.

8.37 – Scomparso peschereccio italiano

Dalla scorsa notte non si hanno piu’notizie del peschereccio “Mariella”, iscritto alla marinare di Siracusa, con tre persone a bordo, che stava svolgendo attività di pesca a 50 miglia al largo di Bengasi del golfo della Sirte. Dal motopesca è partito un sos con il sistema satellitare che collega tutte queste unità al comando generale delle capitanerie di porto, ma del motopesca poco dopo si sono perse le tracce. Tutte le ipotesi vengono alla stato prese in considerazione: dall’incidente al sequestro.

8.32 – NYT: “Agenti della Cia in Libia pre prendere contatti con gli insorti”

I servizi di intelligence degli Stati Uniti, la Cia, hanno inviato propri uomini in Libia per raccogliere informazioni utili per i raid aerei della coalizione e prendere contatti con gli insorti. E’ quanto scrive il New York Times. Secondo fonti ufficiali Usa, piccoli gruppi di 007 inviati dalla Cia hanno lavorato segretamente in Libia per diverse settimane. Oltre a un numero imprecisato di spie americane, secondo il quotidiano, hanno operato e continuano ad operare in Libia anche agenti dell’MI6, i servizi britannici. Secondo le fonti Usa, gli uomini inviati nel paese nordafricano raccolgono informazioni chiave, come la collocazione dei depositi di armi del colonnello Muammar Gheddafi, contribuendo così a indebolire il regime e la sua forza militare e incoraggiando le defezioni. Al tempo stesso, le spie americane hanno avuto incontri con i ribelli, soprattutto per capire quali siano le loro capacità e chi siano i loro leader. Su queste notizie, arrivate da una fonte anonima, la Cia si è per ora rifiutata di rilasciare un commento

0.31 – Obama telefona a Napolitano e lo ringrazia per l’impegno italiano in Libia

Gli Stati Uniti esprimono “profondo apprezzamento al presidente Giorgio Napolitano e al premier Silvio Berlusconi per la promozione della pace e della stabilità in tutto il mondo e per il costante appoggio alle operazioni in Libia sotto il comando della Nato”. Lo ha detto lo stesso presidente americano Barack Obama nel corso di una telefonata al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Secondo quanto rende noto la Casa Bianca in un comunicato ufficiale, il presidente Barack Obama, parlando con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano “ha riconosciuto la competenza e la conoscenza dell’Italia in Libia e ha ribadito la volontà di continuare con consultazioni ravvicinate tra i nostri due governi, in modo da agire per proteggere il popolo libico e far valere le risoluzioni 1970 e 1973 approvate dalle Nazioni Unite”.

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