Tra le cariche istituzionali presenti all’appuntamento c’è il senatore Fabio Rizzi, padrone di casa, che boccia senza mezzi termini la proposta. Così anche il presidente del consiglio regionale lombardo Davide Boni: “Ho appreso la notizia dai giornali e non ne conosco i contorni, ma non mi sembra una cosa buona, il rischio è quello di diventare un bancomat. Bisogna farli tornare indietro, del resto Maroni e Frattini hanno compiuto la missione in Tunisia, dove hanno chiuso degli accordi, aprendo anche una linea di credito, non possiamo più permettere che vengano sul nostro territorio”. Chiude la carrellata dei vip l’onorevole Giancarlo Giorgetti, che al di là di ogni circostanza si è allineato al leader maximo: “Ha già parlato Bossi, cosa commento a fare?”. Più chiaro di così.
A Besozzo ci sono anche molti rappresentanti locali del partito come Alessandro Fagioli, assessore provinciale a Varese: “2500 dollari ai tunisini per tornare a casa? Ma è uno scherzo? Se è un pesce d’aprile ditemelo”, e poi aggiunge ironico: “Beh, non so, se è il costo del biglietto possiamo anche pensarci”. Stefano Gualandris, capogruppo della Lega in consiglio provinciale e candidato del Carroccio per la città di Gallarate alle prossime amministrative, non ha dubbi: “Bisogna aiutarli a casa loro. Mi sembra una proposta impraticabile”. Poi c’è la base militante, quella in giacca, cravatta e fazzolettino verde, che non la pensa proprio allo stesso modo, il giovane Andrea Lucchetti fa un’analisi diversa: “E’ una proposta che andrebbe valutata nel dettaglio, anche se non può essere questa la soluzione del problema. Accogliere tutti non è possibile, quindi una proposta tampone che possa contribuire ad alleggerire la pressione svuotando i centri d’accoglienza potrebbe anche essere percorsa. Bisogna infatti anche considerare quale è il costo che lo Stato oggi sostiene per mantenere queste persone nei centri, senza contare l’esigenza di approntarne di nuovi, forse a conti fatti costa meno dare i soldi a loro”.