Per un intervento mirato, certo non risolutivo del problema nel suo complesso, ma comunque di una qualche efficacia, io un’idea ce l’avrei: la tendopoli che i lampedusani, giustamente, non possono ospitare a casa loro, mettiamola a Villa Pamphili, o a Villa Borghese o insomma dove di volta in volta abbiamo accolto le tende di Gheddafi a suo tempo. Perché la tendopoli di Gheddafi e della sua corte sì e quest’altra no?

Poi però Zaia dice che sono dei finti rifugiati, gente furba, delinquenti, terroristi. Talmente furbi che, pur essendo scaltri criminali che possono permettersi il lusso di un paio di occhiali da sole e le scarpe da tennis, rischiano la vita su malferme imbarcazioni e a volte fanno anche finta di morire annegati, trascorrono una notte dopo l’altra all’addiaccio e se ne stanno lì, giorni e giorni, in condizioni igieniche precarie, per fregare noi onesti lavoratori-contribuenti-votanti, in particolare quelli del nord. Veramente furbi.

Allora anche qui proporrei un intervento mirato: prenderei a campione una decina di lavoratori-contribuenti-votanti, preferibilmente con incarichi politico-amministrativi, anche a livello locale, in qualcuno degli schieramenti politici che indefessamente cercano di proteggere la nostra bella penisola dall’invasione magrebina; prenderei queste dieci persone, dicevo, e offrirei loro un viaggio aereo sola andata per una località a caso della costa del nord Africa, gli darei dei soldi per pagarsi un passaggio su una delle imbarcazioni piene di quei furbastri finti rifugiati – in cambio dei documenti di identità, naturalmente – e poi darei loro anche un bel paio di Ray Ban e delle Nike nuove di pacca.

Dite che funziona?

Poi però c’è chi dice che così si semplifica troppo, che il problema dell’immigrazione, al di là degli estremismi leghisti, esiste, e  “prenditelo te un immigrato a casa tua, che sei tanto bravo a fare della sottile ironia, và!”.

E qui chiudiamo un piccolo cerchio (a tirarsela c’è chi la chiama “ring composition”): io la disponibilità la posso dare, ma caldeggio soprattutto l’utilizzo delle risorse personali e istituzionali del premier, che si sa è particolarmente incline a far del bene alle persone bisognose, anche extracomunitarie, in special modo magrebine. E allora tendopoli a Villa San Martino e a Villa Certosa!

Sto continuando a semplificare, a fare battute troppo facili? Forse avete ragione, ma non è colpa mia, è colpa dell’effetto-Lucia.

Lucia era la fidanzata di un mio amico che viveva in un appartamento all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico di Collegno (per un certo periodo l’ho frequentato con assiduità e questo secondo alcuni spiega molte cose). Lucia era un po’ matta – è chi non lo è d’altronde – e molto spesso credeva di essere la Madonna. Scriveva delle belle poesie e dipingeva. In certi periodi particolarmente movimentati andava in giro con un lenzuolo dell’Asl sulla testa , come fosse un velo, e in quei periodi diceva più o meno ogni dodici minuti al suo fidanzato, il mio amico Michele, che lui era Gesù Cristo tornato sulla terra.

Il mio amico Michele anche lui era un po’ matto  – e chi non lo è d’altronde – ma meno di Lucia, e soleva dire di se stesso che lui era matto ma non scemo. In base a questo assunto, continuava, nei periodi in cui Lucia ogni dodici minuti gli diceva che lui era Gesù Cristo tornato sulla terra, lui se la rideva e manteneva la consapevolezza che questa cosa non fosse vera. Poi però chiudeva il ragionamento dicendo: “Io lo so che non sono Gesù Cristo, però a forza di sentirmelo ripetere delle volte qualche dubbio mi viene.” E scoppiava a ridere. Come un matto.

Ecco, con le dichiarazioni delle forze di governo e con gli accadimenti del quotidiano a me capita di essere colto dall’effetto-Lucia: a forza di sentir ripetere gavade (in vernacolo pedemontano subalpino: errore, sbaglio, stupidaggine, ndt), di ogni ordine e grado, finisce delle volte che ci credo e applico il gioioso metodo che le genera a qualsiasi argomento mi capiti a tiro.

Così è successo in questi giorni dopo che ho sentito un’esponente del Pdl dire che quando si parla, ingiustamente, di leggi ad personam a beneficio del presidente del consiglio, ci si dimentica sempre di dire che di quelle leggi può beneficiare qualsiasi altro cittadino. E a me, colto da un folgorante effetto-Lucia, è venuto da applicare lo stesso ragionamento ad altri ambiti: quello che serve al premier può servire anche a chiunque altro. Quello che vale per pochi vale per molti.

Ma forse è meglio chiudere qui o finisce che dall’ex Ospedale Psichiatrico mi ritirano di nuovo.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Nulla di nuovo sotto il sole

next
Articolo Successivo

Cucù, cucù, lo statista
non c’è più!

next