“Yasuzo Nojima. Un maestro del Sol Levante fra pittorialismo e modernismo”. È il titolo della prima retrospettiva italiana (il Fotomuseo Panini di Modena è stato individuato dal MoMAK quale sede unica dell’allestimento, che non avrà ulteriori repliche in nessun’altra città europea) dedicata al maestro della fotografia pittorica giapponese Yasuzo Nojima. Ad ospitarla il Fotomuseo Panini di Via Giardini a Modena che si pregia di mettere in mostra (da ieri e fino al 5 giugno) uno dei più grandi esponenti della fotografia pittorialista, movimento artistico che, a partire dal francese della seconda metà dell’ottocento Gustave Le Gray, ha saputo elevare l’arte della fotografia allo stesso rango della pittura e scultura, superando quella critica che ai suoi esordi gli si conferiva perché utilizzante un mezzo meccanico. La suggestiva mostra (curata da Filippo Maggia e Chiara Dall’Olio) comprende 112 opere realizzate dall’artista dal 1910 al 1953, tra ritratti, paesaggi, composizioni e nudi femminili, tutte provenienti dal Museo Nazionale di Arte Moderna di Kyoto e mai esposte sinora nel nostro paese.
Non si può restare impassibili di fronte alla plasticità dei corpi, dei volti, degli oggetti ripresi da Nojima. Il soggetto, qualunque esso sia, esce dalla bidimensionalità della carta. Si ha l’impressione che i corpi siano presenti, che se ne possa toccare la vellutata superficie. Gli sguardi delle donne, puntati spavaldamente verso l’obiettivo, sono diretti non solo al fotografo, ma allo spettatore: Nojima fa immedesimare il pubblico nel suo sguardo. E lo sguardo di Nojima è acuto, penetrante, racchiude in sé estetiche occidentali e sensibilità orientale.
Yasuzo Nojima (Urawa 1889 – Hayama Isshiki 1964) è una delle più importanti figure della storia della fotografia moderna giapponese. Il suo lavoro spazia dal pittorialismo degli anni Venti alla fotografia moderna con influenze Bauhaus degli anni Trenta, per concludersi con uno sguardo volutamente astratto dalla realtà negli anni del secondo conflitto mondiale.
I primi lavori di Nojima sono caratterizzati da una densità di toni e da un’aria malinconica tipici del pittorialismo, dovuti ai procedimenti di stampa ai pigmenti utilizzati, soprattutto la stampa alla gomma e al bromolio. Negli anni Trenta il suo stile cambia drasticamente, grazie alle influenze delle nuove tendenze della fotografia tedesca: abbandona la stampa ai pigmenti per la gelatina a sviluppo e di conseguenza adatta l’estetica dell’immagine al nuovo medium.
La mostra e il catalogo, edito da Skira, comprendono una selezione di 112 di opere dalla Nojima Collection del National Museum of Modern Art, Kyoto, rappresentativa di tutta la sua attività.
Sede espositiva
Fotomuseo Panini
Via Giardini 160
41124 Modena
Periodo
26 marzo 2011 – 5 giugno 2011
Orari di apertura
da martedì a domenica
dalle 11 alle 19
lunedì chiuso
Ingresso gratuito