Alla fine i sondaggi si sono rivelati giusti, gli exit poll anche, non c’era stata sopravalutazione dei Verdi, come altre volte era accaduto. In Baden-Württemberg , per la prima volta nella storia tedesca, il Minister-president, il primo ministro del Land sarà un esponente del partito dei Grünen, in alleanza con la Spd. In Rheinland-Pfalz il primo ministro socialdemocratico Beck resiste, pur perdendo il suo partito ben dieci punti, ma governerà ancora alleandosi con i Verdi che nel 2006 non erano neanche riusciti a superare lo sbarramento del 5% e questa volta rientrano alla grande nel parlamento regionale con oltre il 15.
Ma se si parla di svolta storica in Germania è per il Baden-Württemberg, storico bastione democristiano dove si realizzano contemporaneamente due inediti: la Cdu all’opposizione e un Verde primo ministro. I Grünen avevano già avuto successo nelle piccole città illuminate e universitarie, esprimendo sindaci a Heidelberg e Freiburg. Questa volta a Freiburg hanno superato il 43%, ma in tutto il Land sono cresciuti, e persino nella fascia d’età in cui sono più deboli, gli ultra 60enni, realizzano un interessante 15%.
A Stoccarda città in 3 collegi su 4 i Verdi sono il primo partito. A livello regionale, beninteso, la Cdu resta primo partito col 39%. Ma la svolta avviene perché all’inedito 24,2 Verde si somma il 23% della Spd, mentre gli alleati dei democristiani anche a livello federale, i liberali della Fdp sono ridotti al lumicino del 5,3. Rispetto alle precedenti regionali, ma anche rispetto alle precedenti politiche, tutti i partiti hanno perso voti a favore dei Grünen, che con un aumento del 12,5 raddoppiano i loro suffragi. Anche la Linke, la nuova sinistra radicale di Oskar Lafontaine, perde voti a favore della valanga verde. Sui motivi di queste tendenze elettorali non ci sono dubbi.
Non è una questione di semplice collocazione politica, i Verdi avanzano anche alle comunali di Francoforte dove sono in giunta con un sindaco Cdu. Soprattutto in Baden-Württemberg, i temi dell’energia e delle infrastrutture hanno dominato il confronto elettorale. Ma lo hanno dominato alla rovescia. Questo popoloso e ricco bastione sudoccidentale della Germania industriale è stato un avamposto delle centrali nucleari e ora si appresta – o si apprestava – a esserlo nel campo dell’alta velocità ferroviaria col progetto Stuttgart 21 e conseguente rifacimento interrato della stazione. Il primo ministro democristiano Mappus, in carica fino a ieri, pensava di incarnare il sogno modernista della Stoccarda industriale quando ha richiesto al governo federale di “uscire dalla uscita dell’atomo”, e di rilanciare le centrali, così come quando ha difeso il progetto Stoccarda 21 dai contestatori difensori del parco urbano che i lavori dovrebbero abbattere.
Mappus non aveva capito quanto il vento fosse cambiato. Una vittoria verde-rossa si profilava nei sondaggi già l’autunno scorso, quando migliaia di persone a Stoccarda contestavano in piazza l’avvio dei lavori per la Stazione ad Alta Velocità di Stoccarda 21. Le preoccupazioni seguite all’incidente nucleare in Giappone hanno fatto il resto. Senza neanche un particolare sforzo da parte dei Verdi, che comunque hanno scelto di farsi rappresentare da un personaggio anche fisicamente pacato e razionale come Winfried Kretschmann. Ha 62 anni, i capelli bianchi, porta sempre la cravatta, insegnava chimica in un istituto superiore. Ha raccolto una tensione antinucleare che è molto alta in tutto il paese, con manifestazioni frequenti e con il governo completamente sulla difensiva.
Ora la Merkel, dopo che proprio il suo governo pochi mesi fa cancellava il termine del 2020 per la chiusura delle centrali tedesche, dice che l’uscita dal nucleare è la meta cui tendere. Mentre il voto di oggi seppellisce il futuro della energia nucleare in Germania, anche se ancora non si sa come e con quali passaggi, il negoziato per il primo governo verde-rosso (gli altri erano rosso-verdi..) si preannuncia tutt’altro che facile. La difficoltà è nella vicenda Stoccarda 21. Ci sono i manifestanti che hanno accolto i risultati elettorali con fuochi d’artificio e quelli un po’ più accesi che hanno approfittato della festa delle nove di sera della vittoria della coalizione verde-rossa per invadere un pezzo dei cantieri di Stoccarda 21. I socialdemocratici che qualche mese fa avevano parlato di un possibile referendum decisivo e decisionale oggi esitano di fronte al rischio di contraddire tutti i passati impegni presi con la potente dirigenza delle Ferrovie Federali. Ma soprattutto per i Verdi il passaggio è ineludibile. Ancora domenica sera, mentre si guardavano i risultati, i più combattivi degli anti-Stoccarda 21 ipotizzavano richieste di referendum e blocchi dei finanziamenti locali all’opera. Winfried Kretschmann (il seriös, lo chiamano alcuni giornalisti) dovrà riuscire a non deluderli.