Karima El Mahroug teste "bifronte" nel processo a Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile che comincerà a Milano il 6 aprile. Chiamati a testimoniare per il premier i ministri Gelmini, Frattini, Galan e Carfagna, ma non solo. Anche Belen, Rossella e Canalis. Domani decisione di Fini sul conflitto di attribuzione
Nella lista depositata dai procuratori aggiunti Ilda Boccassini, Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano compaiono 136 testimoni. Oltre al nome della giovane marocchina, compaiono altre 32 ragazze maggiorenni che, secondo la Procura, hanno partecipato ai festini ‘hot’ ad Arcore. Tra gli altri, sono stati convocati in aula anche l’ex questore di Milano Vincenzo Indolfi, il Capo di Gabinetto Pietro Ostuni e gli altri funzionari e agenti (anche Giorgia Iafrate) presenti negli uffici di via Fatebenefratelli nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi. Vale a dire quando Ruby, fermata con l’accusa di furto, dopo le telefonate del presidente del Consiglio e del suo caposcorta, venne affidata al consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti. Nell’elenco della Procura compaiono anche i nomi della stessa Minetti, dell’agente dei vip Lele Mora, del direttore del Tg4 Emilio Fede e anche i genitori di Ruby.
Nella lista dei 78 testimoni citati dalla difesa di Silvio Berlusconi compaiono invece i nomi dei ministri Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, Franco Frattini e Giancarlo Galan. Nell’elenco, depositato oggi nella cancelleria della quarta sezione penale del tribunale di Milano, oltre ai parlamentari del Pdl Paolo Bonaiuti, Valentino Valentini, Maria Rosaria Rossi e Daniela Santanchè sono stati convocati come testi Elisabetta Canalis e George Clooney, le showgirl Aida Yespica, Belen Rodriguez e Miriam Loddo, la conduttrice televisiva Barbara D’Urso, il cantante Mariano Apicella, il giornalista Carlo Rossella, la parlamentare europea Licia Ronzulli e l’attaccante del Real Madrid, Cristiano Ronaldo.
Le ministre Gelmini e Carfagna sono state citate in merito alla loro partecipazione a “cene/serate presso la residenza di Arcore dell’on. Silvio Berlusconi e sulle modalità di svolgimento di tale eventi conviviali”. Inoltre le due esponenti del Pdl sono state convocate in merito alle “modalità e tempi” nei quali avevano conosciuto Karima El Mahroug e su dove si trovassero e come abbiano trascorso la serata del 14 febbraio 2010 quando, secondo l’accusa, per la prima volta Ruby partecipò a una festa a villa San Martino. La convocazione di Ronaldo riguarda la sua presunta conoscenza di Ruby. La ragazza aveva infatti affermato di averlo conosciuto.
Sul fronte parlamentare, la maggioranza dei componenti della Giunta per il Regolamento della Camera si è espressa contro l’idea di far votare l’Aula sulla decisione di sollevare o meno conflitto di attribuzione sul caso Ruby contro il Tribunale di Milano. La Giunta per il Regolamento, convocata dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, per avere un parere sull’iter da seguire dopo la richiesta dei tre capigruppo del centrodestra di sollevare conflitto di attribuzioni, non esprime un giudizio nel suo complesso con tanto di votazione finale. Sono solo i singoli deputati che danno delle loro valutazioni. E, fino ad ora, tranne il Pdl, la Lega e i Responsabili, hanno detto tutti “no” all’idea di far votare l’Aula.
Dopo aver ascoltato il parere dei singoli componenti della Giunta, il presidente della Camera Gianfranco Fini fa sapere che domani formulerà il suo parere. E lo farà nell’Ufficio di presidenza che è stato convocato per domani mattina alle 9. In più, visto che sulla procedura relativa alla sollevazione del conflitto di attribuzione a Montecitorio c’è una lacuna nel regolamento e a decidere è sempre stata la prassi, il presidente della Camera ha nominato Gianclaudio Bressa (Pd) e Antonio Leone (Pdl) relatori con il compito di “definire in modo compiuto la normativa all’interno del regolamento parlamentare”. Toccherà poi a Fini decidere in concreto il da farsi e già per domani è prevista la convocazione dell’Ufficio di presidenza. Potrebbe essere quella la sede nella quale il presidente di Montecitorio prenderà la decisione definitiva.
Per prassi, infatti, è sempre stato l’Ufficio di presidenza della Camera a decidere se sollevare o meno il conflitto di attribuzioni. Sul “caso Ruby”, però, la terza carica dello Stato, potrebbe decidere di fare un’eccezione, visto che non ci sono precedenti analoghi, rinviando direttamente all’Assemblea della Camera il compito di decidere.