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Cinico Tv alla riscossa

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Vi ricordate Cinico Tv? Ebbene, è tornato: in cofanetto (dvd + libro, Edizioni Cineteca di Bologna). Per i pochi che non lo conoscono, bastino queste parole di Carmelo Bene: “Tra i contemporanei, salvo Ciprì e Maresco: degradazione della materia, immagini che non sono immagini, il sonoro che non è sonoro”. Due volumi: il primo in uscita il 31 marzo (presentazioni a Palermo domani sera, poi Bologna il 3 aprile, Milano il 4, Torino il 5) contiene i filmati della celebre serie tv (Rai Tre, e poi frammentata su Blob e Fuori Orario) dal 1989 al ’92; il secondo, dal ’93 al ’96, uscirà a fine anno.




Corrosiva, estrema e liberatoria, oltraggiosa e amata, detestata e invidiata, la serie di Daniele Ciprì e Franco Maresco ci catapultò – e ci catapulta – in un universo postumano, in cui la linea di confine era ovviamente borderline: oltre il visibile, oltre l’ordinarietà del postmoderno, uno zoo popolato di uomini a prescindere, dalla “meterora” Giuseppe Pavigliantiti al ciclista Francesco Tirone, dal cantante Giovanni Lo Giudice ai residuati antropomorfici Carlo e Pietro Giordano, fino a Giuseppe Filangeri e il suo sguardo mediato.  Tutti noi, di fronte a questo “miracolo dell’osceno”, si rimaneva in mutande: silenti, se non afasici, come l’ineffabile Miranda.  Dal focus palermitano al campo lunghissimo sul mondo che si faceva globale, Cinico Tv seppe trasmettere in asincrono l’apocalisse che andavamo preparando, con “il coraggio di raccontare un’Italia barbarica”, come disse Monicelli.

Recuperarlo in dvd, riportarcelo dentro casa, significa riappropriarci di una cosmogonia, di un universo che avremmo voluto non diventasse il nostro. E invece lo è diventato: quella volontaria estetica del brutto oggi si è travasata nel brutto socialmente partecipato, quel trash poetico nel trash sociologico, quella incomunicabilità di razza nella contemporanea comunicazione di massa così “democraticamente condivisa”. Un universo esclusivamente maschile, degradato e desolato, ma di una purezza abbacinante, perché anche quei relitti erano diamanti, e “dai diamanti non nasce niente”. Solo una fuoriserie: Cinico Tv.

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