Nel 1994, quando lavoravo a La Voce di Montanelli, pubblicai un’inchiesta sulla Pnl insegnata ai manager di Pubblitalia e dirigenti di Forza Italia. Di che si tratta? La Programmazione Neurolinguistica è la più potente tecnica di manipolazione mentale mai esistita. E’ stata ideata nel 1975, a scopi psicoterapeutici, da Richard Bandler (psicologo ed esperto di computer) e John Grinder (linguista): iniziarono a studiare i più grandi comunicatori dell’epoca ed estrassero le strategie che questi uomini usavano in modo istintivo, ottenendo grandi risultati. Tra le loro “cavie” c’era Milton Erickson, considerato uno dei più grandi ipnoterapisti moderni. Da allora, la Pnl si è diffusa in molti settori: psicoterapia, marketing, formazione aziendale, ed anche negli ambienti televisivi. Il potere di Berlusconi si basa quindi su una conoscenza approfondita della mente umana: è partito dalla psicologia + marketing pubblicitario, ed è approdato alla Pnl. Cioè la tecnica più sofisticata che esiste per manipolare la percezione della realtà.
Vediamo qualche esempio di come Berlusconi e la sua lobby applica, ancora oggi, la Pnl. Negli ultimi mesi il presidente del Consiglio ha usato: 1) un cerottone sul viso; 2) un disegno con due bilance; 3) una donna pagata per dire in tv che la ricostruzione all’Aquila è andata benissimo. Sono esempi di induzione ipnotica: l’obiettivo è a far percepire una realtà in modo istintivo. Il cerottone è un metamessaggio (così è chiamato in Pnl): cioè un messaggio non verbale, che passa al di là delle parole. Significa in sostanza: “Ecco, vedete cosa mi hanno fatto? La cultura dell’odio mi ha ferito vistosamente!”. In questo caso siamo di fronte a un messaggio visivo-cinestesico (cioè che fa presa sul senso della vista e sul sentito interiore).
Il disegnino con le due bilance è un messaggio visivo-auditivo (rivolto ai sensi della vista e dell’udito). In modo elementare Berlusconi ha voluto “illustrare” le sue parole, per sostenere la tesi che la riforma della giustizia porta in equilibrio i poteri della magistratura. Infine, la donna mandata in televisione per parlare bene della ricostruzione all’Aquila: il copione era stato scritto e la signora ha ricevuto 300 euro per recitarlo. In questo caso siamo di fronte a un messaggio visivo-uditivo-cinestesico, che ha l’obiettivo di far percepire una determinata realtà a milioni di telespettatori.
Ora vediamo cosa c’entrano questi tre esempi con la Pnl. La tecnica ideata da Bandler e Grinder si basa sulla programmazione della realtà attraverso l’immissione di informazioni nei tre canali percettivi principali: il visivo (occhi), l’uditivo (orecchie), il cinestesico (pelle-emozioni). I due studiosi si resero conto che l’uomo si forma l’dea del mondo attraverso questi tre canali d’ingresso. Il mezzo principale per indurre la programmazione è il linguaggio. La potenza delle parole è fondamentale per indurre una “allucinazione” percettiva. Ecco, ad esempio, perché Berlusconi ha scelto la parola “libertà” per indicare il suo partito. In Pnl alcune parole favoriscono un processo di “generalizzazione” elevato. Cioè la “libertà” crea il maggior spettro di identificazione, su un numero esteso di persone. E poi la parola “popolo”. Altro termine carico di “generalizzazione”. Quale popolo? Di che latitudine? Di che razza? Di quale lingua? Anche in questo caso, la parola crea una forte identificazione su un numero alto di persone.
Il discorso sulla Pnl è in realtà lungo a articolato. Bisognerebbe parlare dei “modelli” e dei “valori” che contribuiscono a programmare un cervello, ma potete approfondire cercando in Internet, cioè il “mezzo” anti-televisivo con il quale potete formarvi un’idea più oggettiva della realtà. Ad esempio, vi consiglio di leggere gli scritti di Maxwell Maltz, un medico che negli anni ’50 ha inventato la psicocibertecnica: vi troverete di fronte a una primitiva Pnl, che spiegava il modo in cui si può usare la psicologia per programmare un cervello, esattamente come si fa con i robot (cibernetica).
Come si esce da questo incantesimo di massa? A mio avviso, bisogna procedere in due direzioni: 1) diffusione attraverso Internet dell’alfabetizzazione comunicativa. Cioè bisogna spiegare – a parole e in video – come funziona le mente e come la si programma (ed è ciò che faccio col mio blog e sul mio canale You Tube). In questo modo la consapevolezza rende più difficile l’induzione ipnotica. 2) Usare le stesse tecniche per svegliare le coscienze, invece che che addormentarle. Magari con campagne pubblicitarie progresso. Ma forse dobbiamo aspettare l’Italia del 2060.