Bernardini annuncia l'arrivo a Bologna di Maroni: "C'è un clima pericoloso, i danneggiamenti alla nostra sede elettorale sono in qualche modo legati agli attentati a Ibm ed Eni"
La porta a vetri dell’ufficio di Ugo Bassi, inaugurato solo pochi giorni fa dalla senatrice Rosy Mauro, sarebbe stata danneggiata questa notte prima delle quattro. A terra un vigilante ha trovato tre cocci di pietra (probabilmente pezzi di sanpietrini) e un mattone spezzato. La Digos ha fatto sapere che acquisirà e analizzerà i filmati delle telecamere di sicurezza che controllano la zona per trovare immagini utili a identificare gli autori.
La notizia si è sparsa questa mattina durante l’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna, generando subito una catena di reazioni da ogni schieramento politico. “La violenza non è accettabile”, ha ammonito Maurizio Cevenini, appoggiato dal leader del Pd Raffaele Donini che ha assicurato la piena solidarietà dell’intero partito. Il candidato civico Stefano Aldrovandi ha invece collegato i fatti di questa notte con quelli accaduti nei giorni scorsi alla sede dell’Ibm e alla sede dell’Eni, evocando una nuove stagione di tensione. “Bologna è tornata preda della strategia della tensione da parte di chi ha come obiettivo quello di turbare l’opinione pubblica e il clima della città – ha detto questa mattina l’ex ad di Hera – Si tratta di una campagna intimidatoria che aveva già colpito, non molto tempo fa, Unindustria e Unicredit”.
Anche Manes Bernardini, aspirante sindaco del Carroccio, associa la vetrina rotta agli ordigni esplosivi trovati all’Eni e all’Ibm. “Ultimamente ci sono stati troppi episodi di questo tipo a Bologna – ha detto ai giornalisti appena arrivato alla sede elettorale colpita – aspettiamo la visita del Ministro per capire quello che sta succedendo a Bologna che, sicuramente, non va sottovalutato”.
I fatti di questa notte danno a Bernardini anche il la per riprendere i due punti fondamentali del programma elettorale della Lega Nord: la sicurezza e il degrado. “Vogliamo aumentare il numero dei vigili in città e sistemare zone dimenticate di Bologna”. Torna poi sull’emergenza profughi, ribadendo la sua adesione alla linea di Umberto Bossi. Non improvvisa traduzioni dal lombardo del “Fora da ball”, ma la posizione rimane la stessa. “L’emergenza umanitaria deve avere un inizio e una fine nel più breve tempo possibile – ha detto – i profughi che arriveranno qui dovranno essere identificati e poi rimandati a casa”. Anche se si tratta di libici in fuga dalla guerra? “Su questo punto dovrà valutare il ministro Maroni. Di certo non si può pensare che l’Italia accolga tutti” .
A qualche metro dalla sede di Ugo Bassi, alcuni volontari raccolgono adesioni a favore di Bernardini. Tra loro anche il consigliere provinciale della Lega Alessandro Marzocchi, che parla di clima infiammato e aggiunge: “Forse quelli che hanno lanciato i sassi non capiscono che così ci fanno solo pubblicità”.