Il festival nasce dalla consapevolezza che il documentario è un importante strumento di indagine delle dinamiche sociali e in generale del nostro tempo. Punto di incontro fra creatività e informazione, il documentario è un mezzo di comunicazione innovativo e attuale: racconta e descrive aspetti peculiari della realtà che ci circonda offrendo spunti per una riflessione più profonda. La manifestazione consente, dunque, grazie al rilevante circuito di sale d’essai che caratterizza la realtà regionale, di distribuire lavori che difficilmente arriverebbero in sala.
I documentari di quest’anno offrono spunti di riflessione su differenti tematiche: da immigrazione e integrazione, come “Il tempo delle arance”. Alla cronaca di paesi e conflitti lontani, quale “The land of jerry cans”. Fino al racconto della condizione femminile nelle diverse culture con i documentari “1514. Le nuvole non si fermano”; “Didi–Bahini (Sorelle)” e “Radio Sahar”.
Si va, quindi, alle tematiche ambientali con “Il suolo minacciato” e “Viaggetto sull’Appennino. A piedi da Piacenza a Rimini”.
Per il ritratto di autori, artisti e personaggi famosi, invece, nel cartellone due interessanti documentari, quali “Maurizio Galimberti. The instant dada artist” e “Il pioniere del wireless: Guglielmo Marconi 1874-1937”.
Non mancherà il racconto della storia d’Italia e della provincia con: “Caserme rosse. Il lager di Bologna”, “Memory. Fughe dalla democrazia”, “Note a margine. Appunti per un film sul sette luglio, Isola delle rose. La libertà fa paura” e “Buio in sala”.
Irrinunciabile la costruzione di interessanti spaccati della nostra società tra cronaca e inchiesta giornalistica che vede i documentari: “Ci provo”, “E’ stato morto un ragazzo. Federico Aldrovandi che una notte incontrò la polizia”, “La mia casa è la tua. Volti e momenti dal mondo dell’accogliere”, “Occupiamo l’Emilia”, “La prigione invisibile”, “Raunch Girl”, “Il valzer dello Zecchino. Viaggio in Italia a tre tempi” e, infine, “Sorelle d’Italia”.